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COMUNICATO STAMPA (Delega diritto allo studio – Legge 107/2015)

di Gioele Anni – Segretario Nazionale MSAC

Adelaide Iacobelli – Vicesegretaria nazionale MSAC

Andrea Facciolo – Delegato per il MSAC ai rapporti con il Miur

Apprendiamo da fonti di stampa che domani le Commissioni istruzione di Camera e Senato licenzieranno i pareri sulla delega relativa al diritto allo studio prevista nella legge 107/2015. Nell’attesa di leggere i testi definitivi approvati dalle Commissioni, basandoci sulle proposte di parere formulate sinora da deputati e senatori, consideriamo positiva l’ipotesi di incremento dei fondi (da 10 a 30 Mln) destinati alle borse di studio contro la dispersione scolastica ottenuti dalla revisione della proposta di eliminazione delle tasse scolastiche.
Nello stesso ambito, ci sembra però negativa la proposta che siano gli enti locali a erogare, in collaborazione con le scuole, le borse di studio anti-dispersione. Tale disposizione, infatti, non sarebbe congruente sia con le disposizioni relative alla Carta dello studente, sia con la vigente normativa regionale che prevede l’erogazione di borse di studio per libri e trasporto da parte delle Regioni (per la parte di competenza delle amministrazioni regionali). Sarebbe invece auspicabile un’integrazione degli interventi statali con quelli regionali.
Un’ulteriore criticità che riscontriamo è rappresentata dal fatto che non s’introducono livelli minimi essenziali di prestazioni comuni a tutte le Regioni in materia di diritto allo studio. Il Forum nazionale delle associazioni studentesche richiede da anni questo intervento, e questa legge delega rappresenta un’occasione non più rinviabile per raggiungere l’obiettivo. Ci auguriamo quindi che, nei prossimi passaggi del percorso legislativo, le istituzioni competenti possano farsi carico di questa necessità segnalata dagli studenti.
Riteniamo infine positiva la previsione di un raccordo con le regioni per il potenziamento della tessera dello studente che, estesa a una platea più ampia, potrà rappresentare un importante strumento per tutti gli studenti delle scuole pubbliche, delle agenzie regionali e universitari; e positiva sarebbe anche anche l’istituzione della Conferenza nazionale sul diritto allo studio.
Restiamo in attesa del testo definitivo del parere con la speranza che, anche nell’ultima fase dell’iter di adozione del decreto legislativo, possa proseguire il positivo e proficuo confronto tra studenti e Ministero. Ringraziamo le Commissioni parlamentari per il partecipato processo di consultazione, su questi temi, negli scorsi mesi.

Non serve un bonus cultura, se la scuola non educa alla cultura!

18appAlcuni giorni fa Alex Corlazzoli, maestro, giornalista e amico del Msac, ha scritto sul bonus cultura per i diciottenni definendolo un flop, e riportando anche una dichiarazione di Gioele in merito. Riccardo Luna, direttore di AGI, ha ripreso l’articolo di Corlazzoli, chiedendosi perché il bonus cultura non funzioni. Ecco la risposta che gli ha scritto il Segretario nazionale, a nome del Movimento.

Gentile Riccardo Luna,

la ringrazio per il suo articolo sul bonus cultura, che permette di aprire un dibattito costruttivo. Con questa lettera colgo l’occasione per sviluppare in modo più approfondito le idee del Movimento Studenti di Azione Cattolica, rispetto alla rapida intervista da lei citata.

Nella sua riflessione, lei si chiedeva: “Perché gli studenti non spendono in cultura anche quando è gratis?”. A nostro parere, il bonus cultura non funziona perché non è lo strumento giusto per rispondere ai bisogni attuali degli studenti. Ci sembra evidente che esiste un problema culturale profondo, un disinteresse diffuso verso tutto ciò che è cultura (arte, musica, lettura, teatro…). Ma la cultura si educa a scuola, e la scuola italiana oggi – dopo anni di tagli nel settore dell’istruzione – non è all’altezza di questo compito. Non si può contare solo sulla buona volontà dei pur tanti innovatori e “pionieri”, che con grande impegno riescono a lavorare bene anche in contesti difficili: c’è bisogno di una visione sistematica e condivisa.

La legge 107 ha segnato un’inversione di tendenza negli investimenti, ma ha speso male troppe risorse. Ci riferiamo proprio ai “bonus” che puntano al consumo da parte dei singoli senza curare il processo formativo nel suo insieme. Bonus che creano competizione tra docenti, invece di stimolare la cooperazione (pensiamo al premio per gli insegnanti meritevoli); e bonus che vengono attribuiti a studenti (la “18app”, appunto) e docenti (la “Carta del docente”) senza rinforzare la scuola come istituzione. Prendiamo i 500 Euro dati agli insegnanti: vengono davvero spesi per attività formative? Non era meglio irrobustire i corsi sulle nuove metodologie didattiche?

Siamo arrivati al punto. Si educa alla cultura con insegnanti preparati, che sappiano interessare gli studenti con modalità didattiche nuove e attrattive. Si educa alla cultura dando ai ragazzi la possibilità di vivere nel bello, a partire dagli ambienti in cui si fa scuola. Si educa alla cultura liberandoci una volta per tutte del nozionismo e mettendo le ali alla curiosità, alla creatività, alla condivisione del sapere. Invece la nostra scuola è ancora ferma a modalità per lo più frontali, a valutazioni che giudicano invece di accompagnare. Non è la scuola del piacere, spesso invece è la scuola dell’ansia.

Da questa crisi culturale usciremo solo se scommettiamo sulla scuola nel suo insieme. E il diritto allo studio, per noi, è proprio questo: mettere tutti i ragazzi in condizione di vivere pienamente l’esperienza scolastica, aiutando chi è in difficoltà a sostenere i costi dell’istruzione (in una società con 4 milioni e mezzo di persone in povertà assoluta, non sono pochi i ragazzi in queste condizioni). Serve dunque lavorare sui servizi essenziali della comunità scolastica, prima che offrire potere d’acquisto ai singoli individui. Noi del Movimento Studenti di Azione Cattolica ci crediamo ancora. Sappiamo di non essere i soli. Ma la politica da che parte sta?

Gioele Anni, Segretario nazionale del Movimento Studenti di Azione Cattolica (Msac)

Buona scuola, al via il secondo tempo

Carissime msacchine e carissimi msacchini di tutta Italia,
torniamo in campo con aggiornamenti più che urgenti e interessanti per le nostre scuole!
Il 14 gennaio il Consiglio dei Ministri ha approvato le prime bozze di testi delle deleghe della Buona Scuola, che ora vanno in Parlamento per il parere delle commissioni Istruzione di Camera e Senato e per gli altri passaggi prima dell’approvazione definitiva in Consiglio dei Ministri, prevista per fine marzo.Nel frattempo la Ministra Fedeli sta per avviare un giro di incontri con tutti i rappresentanti del mondo della scuola (genitori, insegnanti, dirigenti e studenti.. tra cui le Consulte Provinciali e il Forum delle associazioni studentesche di cui il MSAC fa parte) per raccogliere pareri e proposte per migliorare i decreti legislativi. E noi vogliamo esserci per portare il pensiero elaborato dal MSAC in questi anni, per arricchire i testi delle deleghe con il frutto delle assemblee scolastiche, degli incontri pomeridiani e del pensiero sulla scuola che caratterizza i nostri incontri nazionali.
Delle otto deleghe in discussione:

– accesso alla professione docente

– scuole all’estero

– promozione dell cultura umanistica

– sistema 0-6 anni

inclusione dei disabili

valutazione

diritto allo studio

istruzione professionale

abbiamo scelto le ultime quattro, che sono quelle che ci riguardano più da vicino, per preparare 4 veloci schede di lettura che pubblichiamo in questa pagina! Le schede possono essere utili per capire le novità delle deleghe e per poterci confrontare con i nostri compagni di classe!

Che cosa ne pensate della nuova maturità? Sarebbe meglio mantenere la tesina? E i nuovi istituti professionali vi sembrano interessanti? Quali spese vorreste che fossero coperte dalla Carta dello Studente? Su questi e tanti altri temi, aspettiamo  di sapere cosa ne pensate!

Non sono in realtà tematiche nuove per le associazioni studentesche, infatti ci siamo già espressi più volte per esempio sul tema del diritto allo studio, chiedendo di sopperire al più presto alle disuguaglianze tra le regioni d’Italia, con un fondo perequativo nazionale che potesse garantire delle prestazioni minime adeguate alle esigenze delle studentesse e degli studenti. Abbiamo anche più volte espresso il parere delle msacchine e degli msacchini sull’esame di maturità chiedendo un peso maggiore al percorso di studi precedente all’esame e che la prova INVALSI non venisse utilizzata per valutare i singoli studenti. Queste e molte altre proposte sono riassunte, in un’ulteriore breve scheda a vostra disposizione sul sito.
Ma in vista dell’incontro con la Ministra ancora di più siamo desiderosi di sapere cosa ne pensate sui testi approvati in Consiglio dei Ministri. Quindi lasciateci pure qualche commento o inviateci le vostre impressioni, così che la prossima settimana al MIUR porteremo anche il vostro parere!

Nei prossimi giorni sapremmo darvi delle tempistiche più precise per gli incontri al Ministero e con le commissioni parlamentari, quindi stay tuned!Intanto per ogni suggerimento o chiarimento potete scrivere al nostro Andrea, delegato al MIUR, ( mail andreafacciolo3@gmail.com) e soprattutto potete lasciarci un commento!
W il Movimento!

 

La valutazione dei Dirigenti scolastici

Novità in arrivo per i Dirigenti scolastici, ovvero i “Presidi” delle nostre scuole.
Dal prossimo anno scolastico è introdotto un nuovo processo di valutazione che li riguarda.
Di che cosa si tratta? Ce lo spiega il nostro referente al MIUR Andrea, con le sue utilissime infografiche!
[PS: clicca sulle slide per vederle ingrandite]

 

Il ruolo degli studenti nella valutazione dei prof

*a cura della Task Force Rappresentanza del Msac

In questo anno scolastico, con l’attuazione della legge 107 del 2015 (la famosa “Buona scuola”), all’interno delle nostre scuole entra in gioco un nuovo organo collegiale: il Comitato per la valutazione dei docenti.

 

Il Comitato è composto da tre insegnanti (uno nominato dal Consiglio di Istituto e due dal collegio dei docenti); da uno studente e da un genitore (entrambi nominati dal Consiglio di Istituto); e da un componente esterno appartenente all’Ufficio scolastico regionale, oltre che naturalmente dal Dirigente scolastico (che presiede il Comitato).

 

Il Comitato ha l’onore e l’onere di stabilire con quali criteri il preside dovrà attribuire un premio ai docenti che si sono distinti all’interno della scuola. Ovvero:

  • il Comitato per la valutazione stabilisce dei criteri di valutazione dei prof.
  • il preside, in base a quei criteri, decide quali prof. premiare.

La decisione finale sui premi, insomma, spetta al preside. Nonostante ciò, il Comitato ha un ruolo molto importante, dovendo stabilire i criteri; esso ha altresì il compito di esprimere un parere riguardo al superamento del periodo di prova dei docenti neo-immessi; ma la componente studentesca non partecipa ai lavori del Comitato su questa tematica.

 

Per quanto riguarda la vera e propria valutazione dei docenti, comunque, gli studenti sono veri protagonisti e tali dobbiamo ritenerci! Si tratta di una responsabilità importante. Non solo perché, in base a questa valutazione, qualche prof. riceverà un premio (e dunque guadagnerà qualche soldino in più). È in gioco una domanda semplice ma fondamentale: quando un prof. si distingue, ed è abbastanza “bravo” da meritarsi un premio? Insomma, che cosa vuol dire essere un “bravo” insegnante?

 

Proponiamo alcune riflessioni, su cui ci piacerebbe discutere con tutti gli studenti e anche con i nostri insegnanti!

 

  1. Il lavoro di una classe non dipende da un solo insegnante, e non possono neanche esser presi in considerazione solo i risultati degli studenti (i nostri voti) per capire la qualità del processo educativo. Per questo crediamo che i risultati di una classe dovrebbe esser valutati in relazione al lavoro dell’intero consiglio di classe, ovvero la comunità dei docenti che vivono le loro giornate di fronte ma soprattutto in mezzo a ciascuno di noi studenti, cercando di donarci ciò che di più caro loro hanno, la loro conoscenza, senza chiederci niente in cambio, in completa gratuità.

 

  1. All’interno del Comitato per la valutazione dei docenti vi è uno studente nominato dal consiglio di istituto, incaricato a rappresentare i propri studenti. Questa espressione è di per se già un po’ contraddittoria perché non si può esser “nominati” o “incaricati” a “rappresentare” un gruppo di persone; ma per rappresentare è necessaria una azione democratica della parte rappresentata, in questo caso noi studenti!

Le elezione del rappresentante degli studenti al comitato per la valutazione ci sembra l’idea più giusta, l’idea sulla quale si deve basare ogni tipo di rappresentanza, e questo non solo per quanto riguarda la componente studentesca ma anche quella dei genitori e dei docenti.

  1. Per quanto riguarda i criteri da tenere in considerazione per la valutazione dei docenti, la legge 107 del 2015 definisce alcuni parametri generali, ma non è molto chiara su come effettivamente e realmente valutare i docenti. Nelle indicazioni fornite sono segnalate:

 

  1. a) la qualità dell’insegnamento;
  2. b) il contributo per il miglioramento dell’istituzione scolastica;
  3. c) il successo formativo e scolastico degli studenti;
  4. d) i risultati ottenuti dal docente in relazione al potenziamento delle tecnologie e metodologie,
  5. e) la collaborazione alla ricerca didattica, alla documentazione e alla diffusione di buone pratiche didattiche;
  6. f) le responsabilità assunte nel coordinamento organizzativo e didattico e nella formazione del personale

 

In virtù della partecipazione studentesca viene chiaro pensare che una delle cose migliori da fare sia chiedere un parere agli studenti che quotidianamente vivono, ascoltano e seguono i loro docenti e che conosco alla fine il valore di ogni docente. L’idea di un questionario consultivo sui docenti completamente anonimo da far compilare ai ragazzi può esser un importante modo e strumento che il Comitato può utilizzare riguardo a diversi ambiti: la didattica, la relazione docente–studente, l’interesse nel discutere di attualità e anche altri parametri che crediamo siano fondamentali per la valutazione di un docente e che è importante non sottovalutare.

 

In conclusione, un’ultima considerazione. Con la legge 107, la valutazione nella scuola non è più solo univoca, ma è diventata biunivoca: è certamente un inizio e c’è molto su cui possiamo migliorare ma abbiamo il diritto e il dovere di non sottovalutare questa nuova realtà, volta a creare processi che possano portare a un miglioramento della nostra scuola, affinché ciascun abitante di questa realtà possa prendere a cuore ogni persona che ci è vicino e partecipare alla sua vita avendo uno scambio reciproco in piena gratuità e con la piena voglia di donarsi e di crescere insieme.

 

Ricapitolando quando detto le nostre proposte riguardanti il comitato di valutazione per docenti sono le seguenti:

 

  • preferire una valutazione di gruppo dei docenti, piuttosto che una valutazione del singolo;

 

  • far sì che i rappresentanti delle componenti scolastiche siano frutto di azioni democratiche come il voto

 

  • promuovere questionari anonimi compilati dagli studenti, che possano esser utilizzati dal Comitato per la valutazione come strumenti.

 

Maturità 2016: tutto quello che c’è da sapere

*di Andrea Facciolo (delegato Msac al MIUR)

Gli studenti di quinta sono impegnati nella lunga maratona di fine anno: verifiche, interrogazioni, simulazioni di terza prova e stesura della “tesina”…ne abbiamo abbastanza?! Ma tranquilli amici, non siete i soli al lavoro. Gli uffici del Ministero dell’Istruzione, infatti, come ogni anno stanno pian piano aggiungendo i tasselli necessari per garantire lo svolgimento delle prove del tanto temuto Esame di stato. Si tratta di un percorso che ogni anno prevede diverse tappe: verso la fine di gennaio il Ministro dell’Istruzione comunica le materie oggetto di seconda prova per ogni indirizzo e le materie per cui verranno nominati i commissari esterni. Nei mesi successivi i consigli di classe designano i componenti interni della commissione d’esame e il ministro dell’Istruzione emana un’ordinanza (che è uscita proprio in questi giorni) in cui vengono fissate le modalità di esame, di attribuzione dei crediti, di ammissione dei privatisti, le date definitive delle prove e moltissimi altri aspetti tecnici e non. Nelle ultime settimane di lezione arriverà anche uno degli elenchi più attesi e temuti dagli studenti: quello dei presidenti e dei componenti esterni delle commissioni d’esame che vengono nominati dagli uffici scolastici regionali e territoriali.

Poi sarà solo questioni di giorni: fine delle lezioni, cene di classe con i prof, scrutini, tabelloni fino al fatidico 20 giugno, data in cui, quest’anno, si insedieranno le commissioni d’esame. Ma sarà la campanella delle 8.30 del 22 giugno a segnare l’inizio della sessione d’esame e delle prove scritte con la prima prova (il tema), a cui seguirà la seconda prova, diversa per ogni indirizzo, il 23 giugno alle 8,30 e la terza, preparata da ogni commissione, il 27 giugno sempre alle 8.30.
Dopo la correzione degli scritti e la pubblicazione dei risultati al via i colloqui orali che impegneranno gli studenti tra fine giugno e inizio luglio.

Dalla lettura di questa poderosa ordinanza ministeriale di quasi 50 pagine, firmata nei giorni scorsi dal Ministro Giannini possiamo però trarre alcune informazioni sul prossimo esame di maturità:
• anche quest’anno l’invio delle tracce della prima e della seconda prova avverrà per via telematica con l’invio del testo criptato dal Ministero a tutte le scuole, che dovranno immettere una password comunicata nei giorni precedenti per poter leggere e stampare il plico. Quindi anche quest’anno, salvo imprevisti, non arriverà più la gazzella dei carabinieri a consegnare a scuola il testo del tema e della versione.
• in caso di malattia o gravi problemi documentati sarà possibile, per chi sarà assente a una o a tutte le prove, recuperare l’esame in sessione suppletiva se ritenuto possibile dalla commissione d’esame oppure, in presenza di particolari problematiche il Ministero dell’istruzione potrà valutare la creazione di una apposita sessione straordinaria, con nuove prove nazionali, prima dell’inizio dell’anno scolastico 2016/2017.
• viene confermato il meccanismo di assegnazione dei crediti e dei punteggi per le prove scritte e il colloquio orale già in uso negli scorsi anni scolastici.
• viene confermata la possibilità che la commissione, nel preparare la terza prova, tenga conto delle esperienze di alternanza scuola/lavoro e delle materie non linguistiche insegnate in lingua straniera (CLIL) avute dai maturandi; anche il colloquio orale potrà partire da un’ esperienza di alternanza scuola/lavoro avuta dallo studente durante il percorso scolastico.
• a vigilare sullo svolgimento degli esami come ogni anno ci saranno tutti gli ispettori del Ministero dell’istruzione, in particolare a ognuno sarà assegnata un determinato gruppo di scuole.

Questo esame di maturità porterà con sé anche una novità: oltre al diploma che verrà consegnato ai maturandi, ormai maturati dopo la pubblicazione dei risultati degli esami, ogni studente riceverà anche il supplemento Europass al certificato: un documento, riconosciuto dall’Unione Europea, che affianca e non sostituisce il diploma ma “spiega meglio” le competenze acquisite dagli studenti e le attività professionali a cui possono accedere alla fine del percorso delle superiori, una specie di “passaporto” riconosciuto in tutta Europa che dovrebbe rendere più facile sia per gli studenti, sia per le università che per i datori di lavoro capire quali sono le competenze e le conoscenze che si hanno dopo la “famigerata” maturità traducendo in un linguaggio comune i titoli e i percorsi di istruzione dei singoli paesi, con le diverse materie caratterizzanti, i progetti effettuati e le lingue apprese.

Un’ultima curiosità: chi sceglie le tracce dei temi e della seconda prova dell’esame (dalle versioni di greco ai problemi di fisica, passando per i progetti dei geometri e i bilanci dei ragionieri)?
Al ministero esiste un gruppo di docenti, esperti e ispettori che ogni anno elabora diverse proposte di tracce per il tema e per ogni tipologia di seconda prova; è poi il Ministro, insieme al coordinatore centrale degli ispettori scolastici (che è anche responsabile del gruppo di lavoro sulla maturità) e ai suoi collaboratori più stretti a scegliere le tracce da inviare alle scuole… Quasi sempre nemmeno gli autori delle tracce scelte vengono informati prima ma lo scoprono la mattina della prima e della seconda prova come tutti gli studenti e i membri delle commissioni d’esame!

Il PTOF degli studenti

(con i contributi di Michele, Elena, Marta, Antonio e Federico referenti legislativi MSAC delle diocesi di Pavia, Imola, Lodi, Aversa e Rimini)

Qualche spunto e qualche idea per provare a proporre alla propria scuola idee e progetti per il Piano Triennale dell’Offerta Formativa!

Tematica Qualche spunto per riflettere Cosa proporresti nella tua scuola?
Alternanza scuola / lavoro Secondo te, la tua scuola con quali enti dovrebbe realizzare le attività di alternanza scuola-lavoro?

–       Enti pubblici

–       Aziende

–       Associazioni di volontariato

–       Attività artigianali

–       Società sportive

–       Altro:_____________

 

In quale periodo ritieni che sia più opportuno realizzare l’alternanza scuola-lavoro?

–       Dopo l’orario delle lezioni

–       Nel fine settimana

–       Durante le vacanze estive nel mese di giugno

–       Altro:__________

 
Orientamento in entrata e in uscita Orientamento in uscita

Diverse scuole organizzano un progetto articolato in una serie di incontri tra la fine della quarta e i primi mesi della quinta sull’orientamento universitario/lavorativo (a seconda delle tipologie di scuole) durante l’orario curricolare. Gli incontri possono coinvolgere sia un primo discorso sulla scelta/il proprio futuro sia, e soprattutto (?), open day, incontri con studenti frequentanti e chi ha già concluso, docenti.

 

Orientamento in entrata

Si possono individuare nella scuola alcuni studenti (meglio se provenienti da scuole medie diverse) che si occupino in modo particolare dell’orientamento per le terze medie. Questo significa curare i volantini/dépliant/presentazioni on line della scuola insieme agli insegnanti incaricati, girare le scuole medie negli open day, pensare a modi creativi, originali e interessanti per presentare al meglio la propria scuola nella proprie giornate aperte. Possono anche dare i loro contatti in modo da essere reperibili a chi avesse domande, interessi o bisogno di consigli.

 
Attività degli studenti a scuola e delle associazioni studentesche Un’attività extracurricolare è quella dei pomeriggi studio a scuola.

Si potrebbero, ad esempio, organizzare periodicamente delle giornate in cui si rimane a scuola anche di pomeriggio con la possibilità di aiutare e/o essere aiutati in qualche materia dagli altri ragazzi. In questo modo i ragazzi sperimenterebbero la peer-education, ovvero l’educazione tra pari, che rende partecipi in prima persona gli studenti. Per l’organizzazione si potrebbe programmare un foglio su excel, in cui si segnano le disponibilità ad insegnare (con la possibilità di ricevere crediti).

NB: Il MSAC e le altre associazioni studentesche riconosciute dal Ministero dell’Istruzione possono, come loro diritto, chiedere alle scuole di organizzare attività e iniziative negli ambienti scolastici al di fuori dell’orario delle lezioni.
Attività extracurricolari Proporre l’organizzazione di un corso di primo soccorso

Sono molto utili per imparare le tecniche fondamentali del primo soccorso da prestare in caso di situazioni di emergenza. Inoltre si insegna a prevenire eventuali situazioni di rischio infortuni. In genere le lezioni si suddividono in una parte teorica e una parte pratica, per sperimentare i metodi giusti da attuare per aiutare una persona in difficoltà. Il corso può essere svolto dai volontari della Croce Rossa Italiana.

 

Educazione Fisica

A completamento e integrazione dell’attività didattica di Educazione Fisica, può essere chiesto ai docenti di organizzare annualmente, parte in orario scolastico e parte in orario extrascolastico, tornei interni di giochi di squadra e gare di atletica, che a fine anno si concludono con un confronto fra le diverse sezioni dell’Istituto.

 

 
Valorizzazione del merito  

Come può il PTOF valorizzare il merito degli studenti?

 

–       Mediante borse di studio assegnate agli studenti con la media più alta

–       Finanziamento di una vacanza studio presso un altro paese europeo, per gli studenti più meritevoli

–       Mediante maggiori crediti formativi

–       Altro:_____________________

 

La riforma della Buona Scuola ha istituito un fondo per assegnare bonus di merito agli insegnanti. I bonus vengono assegnati dal DS sulla base dei criteri stabiliti dal comitato di valutazione formato da: due docenti, un rappresentante dei genitori e uno degli studenti. Secondo te di quali criteri deve tenere conto la valutazione dei docenti?

–       risultati degli studenti negli esami di stato

–       Sistemazione occupazionale degli studenti diplomati

–       In base al numero dei progetti realizzati (es. Potenziamento, uscite didattiche, insegnamenti opzionali)

–       a seconda del contributo al miglioramento complessivo della scuola

–       In base al’innovativita didattica delle lezioni

 

 

 

 

La “buona scuola” è legge. Che cosa c’è, che cosa manca?

Il 9 luglio, la Camera dei Deputati ha approvato la “buona scuola”. Che cosa comprende il provvedimento che dall’anno prossimo cambierà alcuni aspetti nella vita delle nostre scuole? Il nostro delegato al MIUR, Andrea, ce lo spiega con un grafico…
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…e qualche parola di spiegazione.

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Che ne pensa il Msac della riforma? Il nostro segretario, Gioele, ne ha parlato con il quotidiano Avvenire:

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Secondo noi, insomma, si poteva fare di più, e lo abbiamo sostenuto durante tutto il percorso di discussione. Quel che è certo è che ora si apre una nuova fase: la “buona scuola” dovrà essere attuata, dentro le scuole, e per questo saranno protagonisti gli studenti, gli insegnanti, i genitori, i dirigenti scolastici.

Nuovi fondi per l’autonomia delle scuole: un’occasione per gli studenti

440.1

Il Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini ha firmato il consueto decreto che ogni anno finanzia l’autonomia scolastica (in base alla legge 440 del 1997), ovvero tutte quelle attività che le nostre scuole possono mettere in campo oltre le ore di lezione per ampliare l’“offerta formativa”.

Quest’anno, il decreto prevede qualche “sorpresa” per le nostre scuole. Mentre negli ultimi anni, infatti, i fondi stanziati per le attività in autonomia erano costantemente e drasticamente scesi, le risorse previste per il 2015 aumentano e soprattutto vengono destinate ad ambiti specifici legati al potenziamento dell’offerta formativa (a differenza di quanto accaduto negli anni scorsi, quando si prelevavano risorse destinate all’ autonomia per risolvere le “emergenze” del momento).

Nel dettaglio le risorse per il 2015 ammontano a 93,2 milioni diEuro, quasi 40 milioni in più rispetto ai 56 milioni stanziati nel 2014. Non si raggiungono le cifre di inizio millennio (nel 2000, le attività in autonomia erano finanziate con 166,7 milioni); ma è sicuramente un’inversione di tendenza che fa ben sperare.

Tali risorse saranno divise su tre principali voci:

  • 16,6 milioni vanno per la formazione del personale e degli insegnanti con particolare attenzione alle lingue straniere.
  • 25 milioni circa serviranno per le scuole: per implementare il digitale, le nuove tecnologie e la sicurezza
  • la parte del leone però la fanno i progetti rivolti agli studenti a cui è destinato il restante 60% dei fondi (oltre 51 milioni) suddivisi prevalentemente su 5 aree: rapporto scuola/lavoro e Made in Italy; sport e cultura; partecipazione studentesca; integrazione e inclusione. Tra le varie voci spicca l’aumento di fondi per l’ alternanza scuola lavoro (da 11 a 19 milioni). Diversi interventi anticipano alcune misure previste dal DDL Buona Scuola.

Altre novità sono il ritorno della “Giornata nazionale della scuola”; e nuovi fondi per la lotta al bullismo e l’educazione alla legalità.

Infine la valutazione dei progetti sarà più rigorosa e si premieranno quelli più coinvolgenti e innovativi, così come anche le verifiche sullo stato dei progetti e sulle loro ricadute pratica saranno più diffuse: se da un lato si aumentano le risorse per l’autonomia, giustamente poi si chiede anche alle scuole di utilizzare queste stesse risorse in totale trasparenza. A questo link si trovano le slides riassuntive del provvedimento.

Lo stanziamento di questi fondi è sicuramente importante e ci auguriamo che vengano stabilizzati e confermati anche per i prossimi anni, così che si possano avviare azioni durature nelle scuole.

Intanto ricordiamo a tutti i circoli che con l’inizio dell’estate bisogna iniziare a pensare e scrivere i progetti da presentare alle proprie scuole per il prossimo anno: questi progetti andranno valutati dagli organi collegiali e finanziati anche con i fondi della legge 440. Magari non riusciremo a organizzarci già quest’anno, ma ricordiamoci sempre che, grazie all’autonomia, abbiamo una grande opportunità per essere protagonisti delle nostre scuole, e animarle grazie alle nostre proposte. E questo è essere #AlPostoGiusto!