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La “buona scuola” è legge. Che cosa c’è, che cosa manca?

Il 9 luglio, la Camera dei Deputati ha approvato la “buona scuola”. Che cosa comprende il provvedimento che dall’anno prossimo cambierà alcuni aspetti nella vita delle nostre scuole? Il nostro delegato al MIUR, Andrea, ce lo spiega con un grafico…
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…e qualche parola di spiegazione.

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Che ne pensa il Msac della riforma? Il nostro segretario, Gioele, ne ha parlato con il quotidiano Avvenire:

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Secondo noi, insomma, si poteva fare di più, e lo abbiamo sostenuto durante tutto il percorso di discussione. Quel che è certo è che ora si apre una nuova fase: la “buona scuola” dovrà essere attuata, dentro le scuole, e per questo saranno protagonisti gli studenti, gli insegnanti, i genitori, i dirigenti scolastici.

Referendum in Grecia: scenari di cambiamento per l’Europa

di Giovanni Mugnaini (Incaricato regionale MSAC Toscana)

“Descrivi i risvolti politici ed economici del referendum greco del 5 Luglio 2015”. Una domanda di un professore di storia alla quale gli studenti dovranno rispondere, in un futuro non molto lontano. Storia, sì, perché quanto accaduto ieri in Grecia e, soprattutto, le reazioni che ci saranno nei prossimi giorni, finiranno presto sui libri scolastici.

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Dal 1992 a oggi molti sono stati i referendum sull’Unione Europea e sull’Euro, alcuni con risultati ‘pesanti’ (per esempio, il 28 Settembre 2000, il popolo danese votò “no” alla moneta unica). Ma il referendum tenutosi ieri in Grecia assume un’importanza particolare. Alla popolazione greca era chiesto se volesse accettare o meno l’accordo proposto dai creditori (ovvero chi ha fornito prestiti alla Grecia durante la crisi: la Banca Centrale Europea, l’Unione Europea e il Fondo Monetario Internazionale): in pratica, un piano concordato di tagli e riforme per poter accedere a nuovi prestiti. Ha trionfato il “no” con circa il 61% dei voti, respingendo le proposte giudicate figlie delle politiche di “austerità”, ovvero di riduzione e stabilizzazione delle spese dei Paesi membri, da parte dell’Unione Europea. Un risultato che apre scenari nuovi, “inediti”, come ha detto il nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che non ha mancato di richiamare a un senso di responsabilità comune per cercare di trovare un accordo. Questo percorso inesplorato che da ieri sera la Grecia, come tutta l’Ue, ha intrapreso rischia di diventare come l’approdo dell’ultimo viaggio di Ulisse (anche lui greco, un caso?), che Dante narra nel canto 26esimo dell’Inferno: un naufragio.

Ma la Grecia, culla della civiltà occidentale, con la vittoria del “no” potrebbe dare origine alla rinascita di un’Europa migliore. La politica di austerity sostenuta dalla Ue (e soprattutto dalla Germania) deve essere soggetta a un cambiamento, e deve essere rivista anche la politica europea. Al tavolo delle trattative della Ue si parlerà certamente di come gestire e, soprattutto, se dare degli aiuti economici alla Grecia e quindi rivedere la politica economica del Vecchio Continente. Ma si discuterà soprattutto se tenere la Grecia nell’Unione oppure no. Prima del referendum questo era un argomento “tabù”. Da oggi, contenti o no, c’è il dovere di prendere in considerazione quest’opportunità. Il pericolo esiste ed è più vivo che mai anche se Tsipras in primis ha più volte affermato che il “no” non equivale a una richiesta di uscire dalla Ue.

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L’Unione si trova con le spalle al muro: dare aiuti alla Grecia o cacciarla? Entrambe le soluzioni hanno degli aspetti negativi. Primo perché espellere la Grecia danneggerebbe tutta l’Unione rischiando di farla fallire. Secondo perché la Russia sta agendo da “spettatore interessato”, con Putin che ha già strizzato l’occhio alla Grecia, offrendole solidarietà e il coinvolgimento di Atene nella costruzione di un tratto del gasdotto Turkish Stream in territorio greco. Uno stretto legame russo-ellenico è un rischio da non sottovalutare.

Dall’altra parte anche Tsipras e il suo governo si trovano con le spalle al muro: l’astuta mossa politica del referendum probabilmente l’ha reso più forte in Grecia e in Ue, perché facendo decidere al popolo ha giustificato le sue azioni dando la parola alla democrazia. Ora però si trova davanti a un bivio: con la vittoria ha preso il coltello dalla parte del manico, ma la punta è rivolta verso la stessa Grecia, come una nuova spada di Damocle. Le sue promesse (alcune quasi impossibili, come quella di riaprire le banche oggi, sostenuta anche da Varoufakis, il suo ormai ex Ministro delle Finanze) adesso le deve realizzare. E se è vero che parte del popolo greco si lamenta del fatto che Tsipras non abbia rispettato gran parte delle promesse fatte, ora non può più sbagliare, pena il fallimento del governo e, quel che è peggio, dello Stato.

Il primo ministro greco, Alexis Tsipras

Il primo ministro greco, Alexis Tsipras

La speranza cui dobbiamo aggrapparci è che si possano aprire delle vere trattative (le dimissioni di Varoufakis, da sempre l’uomo più deciso del governo Tsipras potrebbero facilitarle) per cercare di trovare un accordo tra l’Unione europea e la Grecia e che non ci sia un “muro contro muro”, che le parole a caldo di ieri sera del Ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble presagiscono.

Dobbiamo augurarci che ciò non accada anche perché l’Italia, come la Francia, non è immune dalla crisi che si verrebbe a creare con l’uscita della Grecia. Un mancato accordo sarebbe una vittoria dei nazionalismi. Potrebbero rafforzarsi fronti intransigenti e spesso demagogici che spingerebbero per un’uscita dall’Euro, senza valutarne le effettive conseguenze.

La Camera approva la “buona scuola”

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La Camera dei Deputati ha approvato in prima lettura, con 316 voti a favore e diversi emendamenti il testo del disegno di legge “La Buona Scuola”. Ora la “palla” passa al Senato, infatti una proposta di legge deve essere approvata nello stesso testo sia dalla Camera che dal Senato. Per questo si parla di “prima lettura” perché, se pure il Senato farà delle modifiche, il testo dovrà tornare alla Camera per essere nuovamente approvato.
Ma con quali cambiamenti, rispetto al testo presentato dal Governo a marzo, la Buona Scuola è stata approvata dalla Camera? Vediamo alcune modifiche essenziali:

  • “Super preside” e POF Il Dirigente non scrive da solo il piano dell’offerta formativa (come prevedeva il testo originario), ma ne delinea gli indirizzi (a oggi nelle scuole questo passaggio inziale non è previsto). Poi il POF viene elaborato in Collegio docenti e infine approvato dal Consiglio di istituto. Il piano diventerà triennale e dovrà indicare anche il personale docente, ATA e le infrastrutture (laboratori, strumenti tecnologici…) necessari per espandere l’offerta formativa. I piani, dopo una valutazione degli uffici scolastici regionali, verranno finanziati dal Ministero dell’Istruzione in base alle risorse disponibili (con il rischio, qualora le risorse fossero troppo poche, che non tutte le proposte del piano vengano finanziate…).
  • Alternanza scuola/lavoro Sono rafforzate le risorse stanziate per l’alternanza scuola lavoro. È stata mantenuta l’adozione della Carta dei diritti e doveri delle studentesse e degli studenti in alternanza scuola lavoro, con il parere del Forum nazionale delle associazioni studentesche che portava avanti la richiesta da anni. vs_66875_12_af
  • Assunzioni e “organico dell’autonomia” È confermata l’immissione in ruolo per l’anno scolastico 2015/2016 di 100.000 docenti. Confermato anche l’Organico dell’Autonomia. Ci saranno dunque docenti che non avranno ore in cattedra (come li vediamo sempre nelle ore curriculari), ma saranno “al servizio del POF”. Tuttavia se i posti per il potenziamento dell’offerta formativa rimanessero scoperti a settembre, dopo le assunzioni, non potrebbero essere coperti da supplenti. Quindi va sottolineato che l’organico dell’autonomia non sarà stabile, perché non sarà possibile sopperire con un supplente alla mancanza o assenza temporanea (es. malattia o maternità) di un docente impegnato al miglioramento dell’offerta formativa (es. un docente che tiene corsi di recupero o potenziamento, percorsi di arte…). Questo naturalmente è un elemento di preoccupazione.
  • Il preside sceglie gli insegnanti L’organico dei docenti verrà definito ogni tre anni su base regionale. I prof saranno poi chiamati dai Presidi per comporre la “squadra” di docenti di ogni istituto e potranno inviare ai dirigenti scolastici il loro curriculum vitae. Professori-in-un-corso-CEFAEGI1
    Questa disposizione determina un incremento dei poteri dei Presidi, che avranno il compito di assegnare incarichi triennali ai docenti, rinnovabili o meno dal Preside stesso. I Dirigenti non potranno però chiamare docenti con cui hanno legami di parentela.
  • Carta del docente ok, Carta dello studente ko Confermata la carta elettronica per l’aggiornamento personale del professore con un budget di 500€ a docente ogni anno. Non è stato invece previsto un potenziamento della Carta dello Studente.
  • Nucleo di valutazione Prima dell’assunzione a tempo indeterminato vi sarà una fase di formazione e prova che sarà valutata dal Preside, sentito il Comitato per la valutazione dei docenti in cui siederanno anche rappresentanti dei genitori e, nelle superiori, degli studenti. Lo stesso Comitato elabora anche i criteri di valutazione di tutti i docenti, anche se il Preside sceglierà quali docenti premiare economicamente, utilizzando i criteri individuati dal Comitato. studenti1
  • Finanziamenti Per quanto riguarda i finanziamenti da parte dei privati sparisce la norma sul 5×1000 che aveva destato le proteste anche del terzo settore. Rimangono la detrazione per le spese sostenute per frequentare le scuole paritarie (fino a 400€ all’anno a studente) e lo School Bonus: chi farà donazioni alle scuole per nuovi edifici, manutenzioni e progetti per l’occupabilità degli studenti avrà uno sconto sulle tasse pari al 65% dei fondi donati.
  • Deleghe al Governo Nell’ambito delle deleghe al Governo, sparisce quella per il riordino e la riforma  degli organi collegiali mentre rimane quella per l’emanazione della legge quadro nazionale sul diritto allo studio.
    Per quanto riguarda la legge sul diritto allo studio, molte volte chiesta dal Forum, dobbiamo segnalare come non si prevedano investimenti di risorse, che sono però essenziali per attuare una significativa legge quadro nazionale, così come è annunciata.

La discussione continua e noi rimaniamo disponibili, anzi promotori del dialogo e del cambiamento. La riforma ancora non è all’altezza della nostra idea di buona scuola, ma continueremo a impegnarci fino all’ultimo nella ricerca di un miglioramento. Perché il MSAC è degli studenti e per gli studenti.

Da Roma è tutto, linea agli msacchini!

Una petizione per l’Anagrafe nazionale dell’Edilizia Scolastica

di Andrea Facciolo

Poco più di un mese fa il MIUR annunciava per il 22 di aprile la pubblicazione dei dati dell’Anagrafe nazionale dell’Edilizia Scolastica, come già spiegavamo in questo post.

La pubblicazione di questi dati è attesa da molti anni ed è stata più volte rinviata. Anche questa volta ci siamo trovati di fronte a un rinvio da parte del Ministero, perché mancano i dati di molte regioni.

Nel nostro paese la competenza in materia di istruzione è, come stabilito dalla Costituzione, concorrente, cioè dipende sia dallo Stato, che detta tutte le norme generali e gli ordinamenti, che dalle Regioni, che hanno alcune specifiche competenze, come appunto quella di tenere l’anagrafe dell’edilizia scolastica, ovvero i dati aggiornati sullo stato dei circa 40.000 edifici scolastici italiani, ovviamente ogni ente per il suo territorio, comunicando poi al Ministero i dati complessivi per ottenere il quadro nazionale.

Conoscere questi dati è fondamentale per poter programmare gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria (le ristrutturazioni), che per le superiori verranno poi realizzati dalle Province, che gestiscono gli edifici delle superiori, e per stanziare i fondi necessari affinché si possano davvero realizzare tali interventi, anche quelli annunciati e programmati in questi mesi.

Proprio per la pubblicazione dell’Anagrafe dell’Edilizia si sono attivate molte associazioni ed enti che chiedono al Ministero di rendere noti i dati, anche solo quelli parziali finché non arriveranno quelli di tutte le regioni.

In particolare gli amici di CittadinanzAttiva, che già si sono molto battuti per la pubblicazione dell’anagrafe, promuovono una raccolta firme per chiedere al Ministero di pubblicare i dati dell’Anagrafe già presenti, che siano completi o parziali, entro il 30 giugno.

Anche noi possiamo sottoscrivere e far conoscere questa petizione, così da spronare il Ministero a pubblicare i dati e le Regioni a completare la mappatura dei dati di tutti gli edifici scolastici.

 

Il Partito Democratico convoca gli studenti: c’è anche il MSAC

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di Adelaide e Gioele

Oggi pomeriggio alle 18.30 abbiamo varcato la soglia della sede del PD, partito di maggioranza in Parlamento, insieme ai rappresentanti della Rete degli Studenti Medi, Unione degli Studenti e Federazione degli Studenti. Gita di piacere? Non proprio, siamo stati convocati per proporre modifiche al testo del disegno di legge “Buona scuola”, già in corso di emendazione da parte della Commissione Cultura della Camera.

Il confronto non era stato programmato, ma è stato indetto dal Partito Democratico dopo la mobilitazione del 5 maggio a cui noi abbiamo partecipato attivamente proponendo discussioni nelle scuole. Una mobilitazione come quella di ieri, con ampia adesione degli insegnanti, non è trascurabile nella fase di discussione della riforma.

All’incontro c’erano esponenti del PD, ma non del governo: la responsabile scuola del partito Francesca Puglisi, la deputata della VII commissione Simona Malpezzi e anche il presidente del PD Matteo Orfini.

Noi abbiamo presentato le proposte del “Manifesto nazionale della Buona Scuola” integrate dal lavoro della Mo.Ca. a Rimini. Abbiamo cominciato sottolineando che gli studenti italiani non vivono fuori dal mondo, ma hanno aspettative alte riguardo la riforma della scuola, soprattutto vedendo il confronto con altri Paesi europei. La prima assente ingiustificata della Buona Scuola è una lotta alla dispersione scolastica a 360°. Lotta che si concretizza con interventi immediati come l’approvazione urgente di una legge quadro nazionale sul diritto allo studio e l’incremento e stabilizzazione dei canali di finanziamento ordinari delle scuole; e poi con modifiche che portino a ripensare per intero la scuola italiana: come la ristrutturazione dei cicli d’istruzione, o il ripensamento del sistema di valutazione. Ma anche noi studenti vogliamo poter combattere la dispersione partecipando alla scrittura del Piano triennale dell’Offerta Formativa, provando a portare ciò che attrae da fuori a dentro la scuola. E abbiamo proposto una vera integrazione del percorso di alternanza scuola-lavoro nel processo di apprendimento di uno studente.

Le proposte degli studenti di AC sono tante e articolate, perciò non possono essere valutate solo adesso, quando la discussione in Parlamento è già cominciata. Non si ripensa la scuola in 10 giorni, con la fretta di dover approvare le assunzioni dei docenti. Eppure da settembre sono passati quasi 10 mesi, perché non è stato dato il giusto tempo alla discussione democratica e partecipata? Ci chiediamo perché quest’incontro non si è svolto prima, perché la voce degli studenti non è stata il punto di partenza della scrittura del ddl invece di essere sollecitata da un’ampia mobilitazione.

5 maggio #sonoascuolaperché

Il 5 maggio, giornata di mobilitazione nazionale per il DDL Buona Scuola, il Msac ha scelto di farsi sentire sfruttando al massimo lo strumento più potente che gli studenti hanno a disposizione: il diritto all’istruzione.

Ecco i volti e i pensieri della giornata di ieri, condivisi sui social network.

antonella

Antonella

#sonoascuolaperchè

IO PARTECIPO #alpostogiusto!


lorenzo

Lorenzo e Giulio, MSAC Cesena

#sonoascuolaperchè #gomsac


lorenzoluccaLorenzo, Msac Lucca

#iovadoascuolaperchè è un nostro diritto ed è proprio in questi momenti di bisogno che dobbiamo sostenere le nostre scuole. Ragazzi di tutti Italia uniti non nei cortei e nelle piazze, ma nelle nostre aule sempre aperti al dialogo e con la voglia di fare! Noi stiamo dalla parte della scuola ma nella scuola e anche il Carducci di Viareggio si unisce al movimento di quest’oggi: democrazie è partecipazione, voglia di fare, di rapportarsi con gli altri e soprattutto di conoscere!

#MsacViareggioLucca #IoPartecipo #alpostogiusto


golino

Carlo, Luca, Riccardo e Matteo, Msac Imola

Oggi #sonoascuolaperchè è un nostro diritto per il quale tantissimi ragazzi ancora lottano in giro per il mondo. Anche se “la Buona Scuola” a mio parere non convince in diversi punti è a scuola che ci si informa, se ne parla e ci si confronta consapevoli di essere #alpostogiusto per costruire e credere nel nostro futuro!! #wecare


matteodavide

Anche con 32° #iovadoascuolaperchè la scuola non si cambia camminando per strada Emoticon wink

Matteo, Davide, Sabrina  e Nicola


marta

Marta, Msac Rimini

#sonoascuolaperchè Levogliobbbbene

E perché qui siamo #alpostogiusto


pasqui

Filippo e Salvatore MSAC Rimini

#sonoascuolaperché  perché vogliamo una scuola migliore


chiaragiovanni

Chiara e Giovanni Maria

#sonoascuolaperchè #èilPostoGiusto 


cosenza

Msac Cosenza-Bisignano

#sonoascuolaperché una scuola fatta di proteste e non di proposte non ci aiuta a crescere!


martaisola

Marta

#sonoascuolaperché anche se quasi completamente deserta, volevo dimostrarle che ci tengo, nella speranza che questo sciopero funzioni e la scuola sia un posto migliore per chi verrà dopo di me.

“La scuola è il nostro passaporto per il futuro, poiché il domani appartiene a coloro che oggi si preparano ad affrontarlo. “


matteoalbanoMatteo, Msac Albano

#SonoAScuolaPerchè mi intressa il mio diritto allo studio e mi sento #AlPostoGiusto.

Dopo questi tre giorni di #MOCA ho capito quanto è importante la #SCUOLA… Non abbandoniamola!!

#MSAC #MOCA2015 #MOvimentoInCAntiere #MovimentoStudentiAzioneCattolica #5Maggio #LaBuonaScuola #Sciopero #IoPartecipo #MSACAlbano #GoMSAC #SempreInMovimento


francesca

Francesca

#sonoascuolaperché #ioPartecipo #Msac


annalorenzo

Anna,Lorenzo.Letizia e Matilde

#sonoascuolaperché 

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ilaria

Ilaria

Foto nella foto

Comunque #sonoascuolaperché sto col MSAC


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Benedetta e Ilaria

#siamoalpostogiusto#gomsac


elisabetta

Elisabetta, MSAC Firenze

#Iosonoascuolaperchè la scuola è un diritto e non dobbiamo rinunciarci!! #Alpostogiusto #gomsac


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Maria Chiara, MSAC Alessandria

Oggi non sono entrata a scuola: mancavano insegnanti e personale, mancava soprattutto e tristemente la voglia di fare comunque qualcosa fuori da scuola tra i ragazzi, non siamo abituati agli scioperi appena possiamo diventiamo dei sessantottini vogliosi di rivoluzione senza sapere che non combineremo niente se non dialoghiamo o prendiamo e ce ne andiamo a casa sperando che siano gli altri a intervenire…comunque ho fatto provato con alcuni miei compagni a parlare di alcune proposte venute fuori dal cantiere di didattica della Mo.Ca: molti si sono trovato d’accordo sull’ aggiunta di geografia e di diritto…abbiamo comunque #partecipato e #dialogato! Saluti dalla stazione, la nostra #scuola improvvisata


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MSAC Como

#sonoascuolaperchè #èungiornobuono

La scuola si cambia con la proposta e non con la protesta, con la partecipazione e non con l’assenza. La scuola è un nostro diritto e non vogliamo abbandonarla. Noi ci siamo!!!

#iopartecipo #dirittoallostudio #alpostogiusto #sonoascuolaperchè #goMSAC


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Antonio, MSAC Aversa

#sonoascuolaperché ritengo che lo sciopero studentesco sia sbagliato per principio. La scuola è un nostro diritto non un dovere:per me, una scuola chiusa o vuota è uno schiaffo sul volto di Malala Yousfazi e di tutti i ragazzi che nel mondo non godono del diritto alla scuola. Voglio essere uno studente protagonista, perché la scuola è il “posto giusto” per me: qui voglio crescere e formarmi come uomo competente, e come cittadino onesto e responsabile. Perciò non la abbandono in questi giorni di fermento, anzi rinnovo l’impegno ad aiutarla con cura e con passione. #alpostogiusto #goMSAC


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Federica, Matteo, Alberto e Salvo

#sonoascuolaperchè in questo luogo mi sento #alpostogiusto!! #gomsac


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Matteo, Fabio,Patrizia e Nicola

#sonoascuolaperché quando ce ne andremo ci mancherà tutto questo!!


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Nicola

#sonoascuolaperchè la scuola è sopratutto un diritto e ognuno dovrebbe stare #alpostogiusto


martavalentinaMarta, Valentina, Irene, Miriana, Martina, Erika e Giorgia

#sonoascuolaperché vogliamo essere studenti protagonisti delle nostre scuole, di cui ci vogliamo prendere cura, in cui vogliamo essere partecipi e attivi per un cambiamento che parta dall’interno!

#partecipazione #5maggio #gomsac #alpostogiusto


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Ilaria, Marina, Francesca, Arianna,  Msac Rimini

Andiamo a scuola perché lottiamo per il nostro diritto, non protestando in strada, ma restando con lei.

#vadoascuolaperchè #iostoconlascuola #goMSAC #alpostogiusto 


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Francesco, Lecce

#sonoascuola perché ci tengo! Perché mi sta a cuore e perché sono convinto che solo qui sono #alpostogiusto !

Oggi tanti professori manifestavano, e noi abbiamo organizzato un’assemblea speciale con tutte le classi scoperte, per fare informazione e per creare dialogo e dibattito. La Buona Scuola è una scuola che si informa e che si interessa e non che vive passivamente ciò che la circonda! Io #vadoascuola perché ho il diritto allo studio, e di certo non l’abbandono perché significherebbe non apprezzare un dono e un diritto che molti ragazzi non hanno e per cui lottano migliaia di uomini.

Io non ci sto e ti sto vicino, cara scuola, insieme ai miei compagni!

#sonoascuolaperchè #avantibanzi #iopartecipo #icare


Giovanna

Dopo quasi un giorno di spostamenti tra mezza Italia, posso dire #sonoascuolaperchè gli studenti hanno lottato e lottano ancora, in molti Paesi del mondo, per il diritto allo studio. Non entrare e non usufruire di questo diritto per scioperare nel posto sbagliato, non vale la pena. Bisogna imparare a difendere i nostri ideali di una scuola buona nel posto giusto, che non è la strada.


mariannaMarianna, Msac Sicilia

Pure dall’UniCT #iopartecipo

#vadoascuolaperché, o meglio ci sarei andata se avessi avuto ancora quattro anni di meno, perché il diritto allo studio non si può rivendicarlo buttandolo dalla finestra!

Solidarietà per i docenti scesi in piazza,

Ma il mio pensiero e la mia vicinanza va soprattutto agli studenti del MSAC che oggi hanno fatto la coraggiosa scelta di mettersi in Movimento controcorrente, entrando, come dovrebbe essere normale, a scuola, per difendere il proprio diritto allo studio, informandosi e confrontandosi su questa #buonascuola che tanto buona non è

Ma non abbandonando le classi, ma abitandole con rinnovata responsabilità… Dicendo io #vadoascuolaperché ci tengo, perché so che qui sono #alpostogiusto, che qui e ora, soprattutto oggi, sono uno studente protagonista. E solo a scuola posso esserlo… Fuori sono solo uno come tanti…

Grazie, ragazzi! Grazie!


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Matteo

Vado a scuola perché è il mio futuro

Vado a scuola perché non si cura la disorganizzazione con il disordine

Vado a scuola perché voglio far PRESENTE le mie idee

#sonoascuolaperchè #iostoconlascuola #goMSAC #alpostogiusto


zardiLorenzo, MSAC Imola

Oggi con il cuore (non fisicamente solo perché ho finito le lezioni) #sonoascuolaperchè credo nella partecipazione studentesca! Ieri sera mi sono arrivati messaggi da studenti che mi chiedevano consigli per sostenere le loro motivazioni nelle classi! #sonoascuolaperchè vedo in tutta Italia studenti che ci mettono la faccia!!!! #sonoascuolaperchè in tanti hanno capito che la ricreazione è finita, è ora di i nformarsi, è ora di informare, è ora di partecipare, è ora di smettere di fare solamente protesta e iniziare con la proposta!

Io credo negli studenti che si stanno impegnando a scuola, mettendoci la faccia! #sonoascuolaperchè la mia faccia si sente #alpostogiusto


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Margherita, Martina, Cecilia, Elia e Margherita, Marianna, Federica e Francesco

#sonoascuolaperché oggi mi sento davvero #alpostogiusto    


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Simone

#sonoascuolaperché è qui che si cresce

#alpostogiusto #goMSAC


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Antonio

#alpostogiusto #vadoascuolaperche …non abbandono la casa dove posso stare bene con Te #goMSAC


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Benedetta, Giulia, Carolina, Benedetta ed Elena

#sonoascuolaperchè nella nostra scuola noi stiamo bene e non ci smuove nessuno!!!!! #iopartecipo#alpostogiusto#èungiornobuono


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Federico, Mattia, Nicholas, Roberto, Leonardo

‪#‎sonoascuolaperchè‬ il cambiamento lo vogliamo da dentro…

‪#‎goMSAC‬ ‪#‎alpostogiusto‬

Studenti protagonisti per cambiare la scuola. Il 5 maggio non scioperiamo: la scuola è un diritto, non la abbandoniamo!

Il comunicato del MSAC al termine della Mo.Ca di Rimini (30 aprile – 2 maggio)

I responsabili diocesani del Movimento Studenti di Azione Cattolica (MSAC) si sono riuniti a Rimini dal 30 aprile al 2 maggio, per la quarta edizione del “Movimento in Cantiere” (Mo.Ca.).

Il convegno, dal titolo “Al posto giusto – Studenti protagonisti nella scuola di oggi”, era dedicato alla riflessione sugli spazi di partecipazione studentesca nella scuola dell’autonomia. Gli msacchini – oltre 130, da tutta Italia – hanno elaborato proposte sul coinvolgimento degli studenti nella didattica, nella valutazione, nella redazione dei Piani di Offerta Formativa e nella rappresentanza democratica. Noi studenti di AC, sull’esempio dei ragazzi di Barbiana, vogliamo vivere la scuola con passione: per fare questo, crediamo sia necessario che ci riappropriamo degli spazi di partecipazione nella scuola, con uno stile di dialogo e sempre propositivo.

Nei tre giorni del convegno si è parlato anche della riforma della “Buona Scuola”, e delle mobilitazioni che presto toccheranno le nostre scuole. Ci aspettavamo di più dalla riforma: crediamo infatti, e lo abbiamo sostenuto per tutto il periodo della consultazione, che sia il tempo di modifiche strutturali al nostro sistema scolastico (riforma dei cicli, nuovo sistema di valutazione, ripensamento dei saperi…). Rispetto al disegno di legge attualmente in discussione presso il Parlamento, chiediamo che venga esplicitato un deciso impegno contro le diseguaglianze, motivo di esclusione e fallimento formativo; che gli spazi di partecipazione degli studenti possano essere ampliati; che si ponga attenzione all’insegnamento trasversale delle competenze di cittadinanza; che le esperienze di alternanza scuola/lavoro siano realmente inserite dentro i percorsi formativi annuali. Condividiamo queste richieste con le 32 associazioni, di varia natura e ispirazione, che hanno condiviso l’appello “La scuola che cambia il Paese”: ci auguriamo che la discussione in Parlamento sappia recuperare l’ambizione di noi studenti, per incidere realmente sulla qualità del nostro sistema d’istruzione.

Gli studenti del MSAC hanno discusso anche del 5 maggio, e dello sciopero generale proclamato dalle associazioni sindacali. Come studenti di AC, riteniamo che lo sciopero studentesco sia sbagliato per principio. La scuola è infatti un nostro diritto, non un dovere: per noi, una scuola chiusa è uno schiaffo sul volto di Malala Youszafai e di tutte le ragazze e i ragazzi che nel mondo non godono del diritto all’istruzione. Parteciperemo dunque alla giornata di mobilitazione, ma con gli strumenti che sono propri degli studenti: ci riuniremo in assemblea durante e dopo scuola, per informarci sulla riforma e diffondere tra gli studenti le proposte del MSAC e del Forum delle Associazioni Studentesche. Invitiamo tutta la comunità scolastica a promuovere insieme a noi momenti di confronto e discussione.

La scuola italiana può cambiare, se tutti sapremo davvero prenderci cura dei nostri istituti. Vogliamo essere studenti protagonisti, perché la scuola è il “posto giusto” per noi: qui vogliamo formarci come uomini e donne competenti, e come cittadini onesti e responsabili. Perciò non la abbandoniamo in questi giorni di fermento, anzi rinnoviamo l’impegno ad abitarla con passione.

27 e 30 aprile: ricordiamo a scuola la tragedia dei migranti

di Andrea Facciolo

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Il Ministero dell’Istruzione, attraverso una circolare inviata a tutte le scuole, ha chiesto di dedicare due giorni, il 27 e il 30 aprile, al ricordo dei più di 700 migranti periti nel naufragio della notte fra il 18 e il 19 aprile nel Canale di Sicilia.
In particolare si chiede alle scuole (con la collaborazione di tutti: studenti, genitori, insegnanti) di mettere in campo attività di sensibilizzazione e riflessione sul tema dell’accoglienza e dell’inclusione, realizzando anche seminari, incontri con esperti o attività con organizzazioni o ONG che si occupano di queste tematiche.
Obiettivo di queste attività è ricordare i tanti migranti, uomini, donne e ragazzi come noi, morti mentre «cercavano la felicità» (Papa Francesco); ma anche quello di far crescere la cultura dell’accoglienza e dell’integrazione nella nostra società e nella scuola, proprio perché, come ricorda la stessa circolare, la scuola non deve essere solo un luogo di apprendimento di nozioni ma uno spazio di incontro e confronto dove si mette in pratica l’inclusione.
Il Ministero chiede a ogni componente del mondo della scuola di fare la propria parte per l’organizzazione e lo svolgimento di queste giornate: come Movimento Studenti possiamo mettere a disposizione alcuni materiali come la traccia dell’OktoberFest 2012 “Nessuno Escluso” e la scheda formativa sui conflitti di quest’anno “La Pace è disarmante”; oltre a questo possiamo fare rete, far circolare le informazioni sulle iniziative che le scuole mettono in campo e – anche tenendo conto dei tempi molto stretti – metterci in gioco proponendo punti di incontro magari coinvolgendo anche testimoni o esperti…in poche parole, fare Movimento per ricordare e per impegnarci.

Vacanze più corte per gli studenti?

Giuliano Poletti, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali

Giuliano Poletti, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali

Ieri il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti, intervenendo a un convegno, ha parlato di come gli studenti italiani potrebbero impiegare il proprio tempo estivo:

« Un mese di vacanza va bene. Ma non c’è un obbligo di farne tre. Magari uno potrebbe essere passato a fare formazione. Una discussione che va affrontata. […] I miei figli d’estate sono sempre andati al magazzino della frutta a spostare le casse. Sono venuti su normali, non sono speciali, non sono straordinari. […] Anche noi genitori, la società, dobbiamo riconsiderare il tema del lavoro e le giovani generazioni». […] Secondo il ministro, infine, non si distruggerebbe un ragazzino se invece «di stare a spasso per le strade della città va a fare quattro ore di lavoro».

Sono dichiarazioni estrapolate da un contesto, ma certamente non molto felici. Parlare di «spostare casse al magazzino» non è esattamente un esempio virtuoso di formazione estiva. Intanto però il Ministro ha posto un tema, quello delle vacanze che in Italia sono più lunghe rispetto alla media europea. Lo dimostra ad esempio il Corriere della Sera, e ne parla anche Repubblica.

Il nostro segretario Gioele, interpellato dal SIR, ha espresso questa opinione:

«C‘è un‘immagine di come i giovani impiegano il tempo estivo che non corrisponde al vero. Ci sono molti giovani che trascorrono i mesi estivi sfruttando questo periodo per il loro percorso di crescita personale mettendosi a disposizione per volontariato, campi scuola, grest. Non poniamo un rifiuto pregiudiziale all‘ipotesi di distribuire diversamente i periodi di vacanza durante l‘anno, anzi una sosta in determinati momenti potrebbe essere positiva. In Francia, per esempio, gli studenti godono di due settimane di vacanza nel periodo di Carnevale. Se anche in Italia si decide di procedere in tal senso, anticipando l‘inizio dell‘anno scolastico e posticipandone la fine, bisogna adeguare gli istituti scolastici che in buona parte al momento non sono in grado di ospitare gli studenti durante il periodo estivo».

Insomma, è un dibattito che si può aprire ma a due condizioni: che venga superato il legame estate-lavoro, ma anzi che siano valorizzate anche le altre attività formative – come il volontariato – in cui molti giovani già s’impegnano; e che, qualora le scuole restassero aperte più a lungo, si proceda prima a renderle “vivibili” anche in estate (quante nostre classi sono già troppo afose a maggio?!).

Che ne pensate? Parliamone!
#IoPartecipo

Partecipazione vs apatia (parte 2)

L’articolo del sottosegretario Faraone sulle occupazioni continua a far discutere. Questa è la volta di Chiara e dei segretari di Ragusa, Stefania e Salvo.

Se volete partecipare al confronto mandate una mail a msac@azionecattolica.it, e verrà pubblicato anche il vostro pensiero!

 

Chiara, diocesi di Ragusa

Ciao sono una msacchina della diocesi di Ragusa,la mia scuola è occupata.. Io non condivido questa protesta,e come me anche altri ragazzi, la maggioranza però ha deciso per tutti di procedere all’occupazione! Nella mia scuola non vedo studenti interessati a trovare soluzioni, e ingegnarsi nel trovare una buona idea (io stessa ho difficoltà!), vedo solo studenti che si lamentano di continuo per le cose che non vanno…Sono d’accordo sul fatto che in Italia le cose non stanno andando bene, però quest’anno ho visto più voglia di collaborare da parte del governo! È stato bello avere l’opportunità di proporre! Purtroppo non tutti ne hanno approfittato ,alcuni hanno preferito manifestare,protestare,senza pensare a fare una piccola prova dando la propria proposta! C’è chi dice che nessuno considererà le nostre proposte,beh io spero e credo che in realtà vogliono ascoltarci!
Il sottosegretario dice che un’occupazione è un’esperienza ottima per “abitare” le nostre scuole;beh io penso che un sottosegretario invece di incitare gli studenti alla protesta dovrebbe incitarli alla proposta… Dovrebbe fermarsi e capire perché si vuole tanto protestare e trovare una soluzione,perché se si protesta significa che i problemi ci sono! In più, facendo l’esempio della mia scuola, quella che si fa non è  una vera e propria occupazione,alcuni la chiamano occupazione bianca… In sostanza ognuno fa quel che vuole,chi fa regolarmente lezione, chi vagabonda per i corridoi,chi partecipa a corsi autogestiti , chi entra ed esce dalla scuola di continuo; insomma non si capisce più niente… Questo rappresenta secondo me un po’ la confusione che abbiamo in testa noi ragazzi,che non riusciamo più nemmeno ad organizzare  Un’occupazione! Forse perché non ci troviamo un scopo valido? Forse perché  non sappiamo a cosa credere? Forse perché non crediamo che siamo ascoltati in questo modo? Secondo me perché forse non abbiamo il coraggio di trovare un modo innovativo per farci sentire e allora facciamo finta di accontentarci di questi mezzi già passati!
Prima di ogni cosa però dovremmo chiederci perché la stiamo facendo, vogliamo occupare? Per quale causa? A quale scopo? Ne vale la pena?

Nessuno ha una buona idea?!

 

Stefania e Salvo, segretari Msac Ragusa 

Crediamo che ci siano metodi più efficaci ed eticamente migliori per far sentire la propria voce all’interno di un istituto.

Occupando viene meno quel diritto per cui molte persone in passato hanno lottato e, in alcuni Paesi, ancora lottano, cioè il diritto allo studio di cui ogni studente deve avere consapevolezza. Chi non ha questa consapevolezza è uno studente passivo che reputa lo studio solo come un dovere.

La scuola serve per formare quello spirito cittadino, quella consapevolezza, quell’essere un uomo che pensa con la propria testa; noi diremmo che ha la “testa ben formata”, capace di comprendere ed usufruire al meglio del diritto che lo Stato ha il dovere di fornirgli.
 La democrazia si crea in classe, la classe dirigente si mostra nella scuola, in quell’ambiente in cui hai veramente il futuro nelle tue mani, e scegli tu come manipolarlo.

Quello che un sottosegretario dovrebbe aspettarsi è la collaborazione e l’interesse degli studenti nei confronti della scuola, e il poter dire la propria opinione attraverso delle associazioni studentesche dovrebbe essere uno stimolo per ogni studente presente nel territorio italiano.

Fare parte di un’associazione studentesca è, infatti, uno dei tanti modi più efficaci per fare sentire concretamente la propria opinione, per passare dalla protesta alla proposta. Siamo ormai ben lontani dalle occupazioni del ’68, che erano cariche di fervore e passione per giungere all’unico obiettivo di salvaguardare il diritto allo studio. Sprecare, oggi, questo diritto non andando a scuola e commettendo anche un’illegalità come quella di occupare, è da persone che non riflettono al reale danno che stanno provocando, è da persone che si limitano a fare la cosa più semplice per fare sentire la propria: occupare e protestare non andando a scuola. E se invece si riuscissero a trovare altri metodi per fare arrivare la voce degli studenti fino alla poltrone dello Stato? Sì, richiederebbe più fatica, maggiore spreco di forze e soprattutto richiederebbe di abbandonare il solito pacchetto pronto e facile da utilizzare dello sciopero o dell’occupazione, ma sarebbe sicuramente più credibile e concreto delle ormai numerose manifestazioni.

Lo Stato dovrebbe educare alla legalità, non al contrario; riteniamo che i ministri dovrebbero occuparsi di rimediare e fin quanto possibile, evitare che certe manifestazioni abbiano luogo invece di approvarle bonariamente come mezzi per contrastare l’apatia.