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Ottobre, le manifestazioni e l’alternativa msacchina

ofmdi Antonella SaracinoSegretaria Msac Bari-Bitonto (Liceo Artistico “De Nittis” Bari)

 

I primi mesi di scuola sono particolari per noi studenti: riprendono le lezioni e tutte le attività dopo una lunga e serena pausa estiva. Come il primo dell’anno, ci poniamo nuovi obiettivi al fine di raggiungerli al meglio e “brindiamo” a nuove avventure tra i banchi di scuola.

Come al solito nella classe non manca nessuno: il classico nulla facente che al passo con le tecnologie adopera nuove soluzioni anti-studio; il lecchino, il quale usa le sue maestrie linguistiche per entrare nelle grazie dei prof.; il noto secchione che passa ore ed ore del suo tempo tra i polverosi libri di scuola. E infine abbiamo un semplice studente, che senza mostrarsi troppo e con dentro una “buona presenza”, vive con passione e speranza i suoi progetti: avete capito di chi sto parlando? Ma certo, è proprio lui… lo STUDENTE MSACCHINO.

Egli sogna una scuola costruita a misura di studente, ovvero fondata sulla condivisione e sul reciproco rispetto, per evangelizzare con semplicità e gioia la sua parola.

È proprio quando inizia la scuola che avvengono importanti cambiamenti, le piazze si riempiono di slogan e scarsa riflessione sulle trasformazioni in atto nella società, provocando esiti negativi sotto i nostri occhi… ed è li che lo studente msacchino scende in campo, pronto a giocarsi l’ennesima partita. In quei 90 minuti in cui i calciatori, vestiti di partecipazione responsabile portano in campo una formazione ricca di valori etici e civili e puntano a fare goal schierando idee, proposte e progetti al fine di riscoprire la dimensione comunitaria della scuola.

Il prossimo 10 ottobre (data annunciata dall’Unione degli Studenti) gli studenti scenderanno in piazza e sul piede di battaglia cercheranno di contrastare le linee programmatiche del Governo.

Ma a cosa serve manifestare? Non sfoghiamoci in piazza, finiremmo con il perdere il seme prezioso del cambiamento e ci negheremmo un diritto fondamentale, che è quello di andare a scuola e seguire una normale attività scolastica. Chi cambia davvero non scende in piazza perché sa che è la via più breve, ma si arma di cultura e testimonianza.

Sappiamo che c’è fame di diritti, di partecipazione e di democrazia ma mettere energie in una manifestazione e non in ciò che dobbiamo fare, è contraddittorio. Torneremo a manifestare, certo. Ma dopo

dopo aver smesso di avere bisogni invece che desideri

dopo aver smesso di lamentarci invece che creare

dopo aver smesso di non studiare

dopo aver smesso di essere indifferenti

dopo aver smesso di studiare ciò che non ci piace «ma non ho alternativa»

dopo aver smesso di guardare la scuola come un luogo di tristezza e monotonia.

 

Allora torneremo a manifestare, ma dopo. Quando si potrà manifestare “a favore”, non “contro”.

È bello pensare ad una scuola con tante differenze di stile e di pensiero, ma unita nella costruzione delle fondamenta per la scuola che verrà, che vince la frammentazione degli interessi particolari e che contribuisce alla formazione di una cittadinanza consapevole.

Attraverso i punti d’incontro che nascono dalla scuola, gli studenti msacchini con la collaborazione di altre associazioni studentesche presenti sul territorio (UdS, Fds , RdS ecc.) e con la partecipazione attiva dei docenti, delle consulte provinciali e degli organi collegiali, contribuiranno nel costruire #labuonascuola. L’insieme degli elementi che emergeranno dalla consultazione costituirà oggetto di una analisi che da un lato contribuirà alla definizione dei contenuti di un decreto legge, dall’altro costituirà l’attuazione stessa del piano de “La Buona Scuola”.

Non perdiamo altro tempo, mettiamoci in discussione e cerchiamo di essere trascinatori e non trascinati.

La buona scuola – Guida per la lettura e la discussione

Copertina guida

Mercoledì 3 settembre, il Governo ha pubblicato il Rapporto “La buona scuola”. È un testo molto corposo, di 136 pagine. Per questo il MSAC ha pensato di riassumerle in questa breve guida, con qualche spunto per la discussione. Nei prossimi due mesi, un grande percorso di dibattito pubblico sulle proposte del Rapporto coinvolgerà tutte le scuole italiane. E noi msacchini? Ci siamo!#iopartecipo

Scarica la Guida per la lettura e la discussione di “La buona scuola” qui: http://msac.azionecattolica.it/tag/alternanza/la-buona-scuola-guida-la-lettura-e-la-discussione

La buona scuola

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di Andrea Facciolo (delegato MSAC al Miur)

Stamattina è stato pubblicato, sul sito dedicato dal governo alle riforme, il tanto atteso documento con le proposte sulla scuola. Il rapporto “La buona scuola”, è molto corposo ma è stato riassunto in 12 punti: li trovate a questo link, http://passodopopasso.italia.it/wp-content/uploads/La-BUONA-SCUOLA_-12-punti.pdf.

Le proposte sono rivolte a tutti i soggetti del mondo della scuola: dai presidi, agli ispettori passando per l’ amministrazione scolastica, i docenti e i presidi per arrivare fino a genitori e, naturalmente, a noi studenti.

La parte più strutturata parla di insegnanti, svelando un grande piano di assunzione dei docenti precari e un cambiamento nelle logiche di distribuzione e retribuzione del personale docente. Ma cerchiamo di scoprire insieme quali sono le principali proposte che riguardano noi studenti più da vicino, tenendo presente che non sono subito operative (quindi, al ritorno a scuola, niente novità immediate) ma per almeno 2 mesi saranno oggetto di confronto con tutto il mondo della scuola proprio come dichiarato dal presidente del Consiglio Matteo Renzi nel video di presentazione delle proposte: si aprirà infatti un dialogo non solo con il Consiglio Nazionale delle Consulte Provinciali e con il Forum delle Associazioni studentesche ma anche – grazie all’ aiuto dei presidenti delle Consulte Provinciali – si vogliono coinvolgere tutti gli studenti sfruttando le assemblee di classe e d’ istituto e gli organi collegiali delle scuole.

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Ecco i punti che toccano da vicino gli studenti:

– partiamo da “ciò che si impara”. Si prevede di rafforzare lo studio di disegno e storia dell’ arte nelle scuole superiori in particolare nei bienni di licei e turistici, così da permettere ai ragazzi di formarsi meglio su quella che è una delle più importanti voci del made in Italy: i beni culturali. Inoltre si propone anche più spazio per l’ informatica in ogni indirizzo scolastico, specie in licei scientifici e professionali: in questo caso il percorso vuole essere territoriale perché le scuole potranno coinvolgere anche le aziende del territorio per creare un ponte tra scuola, lavoro e nuove tecnologie. A questo si aggiunge la diffusione dello studio dei principi di economia in tutte le scuole superiori, e un potenziamento della lingua inglese.

– si punta, sempre nell’ ottica di collegare il mondo della scuola e quello del lavoro, sull’alternanza scuola-lavoro obbligatoria negli ultimi tre anni degli istituti tecnici e professionali per almeno 200 ore l’ anno; ma anche per tutti gli studenti della scuola secondaria (anche i licei, dunque!) sono ipotizzati percorsi di didattica all’ interno delle aziende. Le scuole stesse, invece, avranno l’ opportunità di svolgere le funzioni di “impresa formativa”, cioè di produrre e sviluppare prodotti innovativi che potranno poi commercializzare reinvestendo il ricavato nell’ attività didattica di tutti i giorni. Altri progetti potranno essere concepiti direttamente in sinergia con le aziende.

L’ alternanza scuola lavoro verrà anche collegata al programma ERASMUS PLUS: grazie a questo progetto di mobilità internazionale, gli studenti potranno migliorare le loro conoscenze di lingua straniera e vivere esperienze di stage all’estero.

Viene spontanea una domanda: dove possiamo sviluppare le nostre competenze pratiche e tecniche che ci permetteranno di arrivare preparati al confronto con il mondo del lavoro?

La risposta che “ la buona scuola” suggerisce sono i laboratori tecnici delle nostre scuole, che hanno bisogno di essere aggiornati: per questo sono necessari contributi alle scuole anche da parte delle imprese e dei privati cittadini.

Infine per rendere operative queste proposte si abbozza anche la possibilità di introdurre cambiamenti nel ruolo e nei compiti degli organi che governano la scuola: anche perché ricordiamoci che le nostre scuole, essendo autonome, godono di alcuni margini di azione che non sempre ad oggi sono stati interamente sfruttati. Su questo capitolo, tuttavia, la proposta è davvero solo una bozza: quindi abbiamo molto spazio per dire la nostra!

Naturalmente le proposte del governo non possono contenere soluzioni su tutte le problematiche della scuola. In particolare, e ce ne rammarichiamo, nel rapporto “La buona scuola” mancano completamente le questioni del diritto allo studio e le proposte sull’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione. Sono due temi molto cari al MSAC come alle altre associazioni studentesche: ne parleremo sicuramente col ministro Giannini e con i suoi collaboratori, alle prossime riunioni del Forum. Una prima convocazione informale ci è stata già recapitata stamattina, appuntamento al Ministero per la prossima settimana!

In ogni caso, “La buona scuola” ci sembra un buon punto di partenza per procedere a una serie di cambiamenti davvero strutturali. Due cose ora sono fondamentali. La prima: che il lavoro prosegua e non ci si fermi a un rapporto, perché nel testo di “La buona scuola” ci sono troppi condizionali (“vorremmo”…) e troppi futuri (“faremo”…); e invece vogliamo che questi verbi di buone intenzioni diventino indicativi presenti! E la seconda: che, come anticipato nel rapporto, il percorso di condivisione della riforma entri nelle scuole, dalle assemblee di classe fino alle Consulte, mettendo in dialogo gli studenti e tutti i protagonisti della scuola. Nelle conclusioni di “La buona scuola” si parla di un format per condividere le proprie osservazioni con i compagni di classe in assemblee e momenti di discussione: lo aspettiamo pubblicato a breve, per poter dire nelle nostre classi, con tutta la nostra passione: I CARE, #iopartecipo!

 

29 agosto: riforma della scuola?

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È una settimana importante per la scuola italiana. Venerdì 29, dopo il Consiglio dei Ministri, verranno presentate le linee guida di una non meglio precisata “riforma”.

Finora siamo solo alle indiscrezioni e come MSAC ci riserviamo di giudicare dopo la pubblicazione dei testi. Lunedì intanto il ministro Giannini è intervenuta al meeting di Comunione e Liberazione parlando di “Educazione: dalla periferia al centro”. Nell’incontro di Rimini il ministro ha spiegato che nei prossimi mesi ci sarà spazio per un confronto sulle proposte di riforma tra il governo e i «soggetti della scuola», compresi – ci auguriamo – gli studenti.

Si parla soprattutto di novità per gli insegnanti, ma nel provvedimento dovrebbero essere affrontati anche temi che riguardano molto direttamente la vita degli studenti: dalla valutazione ai percorsi di alternanza scuola/lavoro, dall’esame di maturità ai progetti Erasmus.

Finora abbiamo incontrato il ministro Giannini nel Forum delle Associazioni Studentesche in una sola occasione, a maggio. Abbiamo raccontato l’incontro qui. Ci saremmo aspettati altri spazi di confronto nei mesi successivi, ma tant’è. Da venerdì potremo misurarci con delle proposte concrete da parte del governo, e nella sede del Forum proporremo le nostre osservazioni.

Insieme, confrontandoci con i segretari e i referenti legislativi dei gruppi MSAC di tutta Italia, formuleremo un nostro parere. Intanto è importante cominciare a informarsi e a capire le tematiche in gioco.

Per questo vi proponiamo alcuni materiali utili:

Il link all’intervento del ministro Giannini presso il meeting di Rimini:

http://www.meetingrimini.org/news/default.asp?id=676&id_n=15169.

Alcuni articoli di siti internet che anticipano modalità e temi della “riforma”:

“Scuola, la ministra Giannini: ‘Supplenze addio con la riforma’” corriere.it

“Riforma scuola, punto per punto la scommessa Renzi-Giannini” repubblica.it

– “Scuola, basta con le supplenze. E più mestieri” avvenire.it

“Sereni, a breve vi daremo la nostra visione della scuola” tecnicadellascuola.it

“Al Meeting di Rimini, il Ministro dell’istruzione parla di precari, reclutamento, nuovi linguaggi, merito” orizzontescuola.it

Inoltre, uno strumento davvero prezioso per approfondire è la rassegna stampa online del MIUR, che raccoglie tutti gli articoli sul mondo della scuola in uscita nei quotidiani. Ecco il link:

– http://rstampa.pubblica.istruzione.it

In questi giorni più che mai, per dirla con don Milani, WE CARE. La scuola oggi è al centro del dibattito pubblico. Da venerdì valuteremo le proposte del governo e in questo dibattito proveremo a far sentire la nostra voce, tutti insieme, con passione e dialogo.

A presto! #gomsac

#openMIUR: primo incontro col ministro Giannini

stefania-giannini-ministro-dellistruzionePer la prima volta dalla nascita del governo Renzi, oggi abbiamo incontrato con il Forum delle associazioni studentesche il ministro Giannini. Un confronto rinviato da troppo tempo, ma finalmente arrivato. E produttivo: la nostra impressione è positiva.

Il Forum ha prima di tutto esposto al ministro alcune proposte condivise, nella convinzione che la grande ricchezza del nostro tavolo sta proprio nel portare elaborazioni strutturate insieme da tutti i 7 soggetti rappresentati. Se una proposta unitaria viene da associazioni con idee molto distanti, allora significa che davvero riproduce un’esigenza diffusa degli studenti italiani!

Il Forum ha dunque presentato al ministro tre proposte ormai da tempo condivise, ma rimaste intoppate tra i cambi di governo: una proposta di legge quadro nazionale sul diritto allo studio, dato che gli ordinamenti delle singole Regioni non garantiscono ovunque livelli di servizio e assistenza standard per tutti gli studenti; uno statuto per gli studenti in stage o tirocinio; e una revisione della legge (567/1996) che regola gli organi collegiali, in particolare per dare più peso al ruolo delle consulte provinciali. Il ministro ha assunto tutte e tre le proposte, con una riserva sul diritto allo studio: pur prendendo l’impegno davanti a noi di prendersi a cuore questa tematica decisiva, Giannini ha ammesso che un intervento del genere necessita di risorse il cui stanziamento dovrà essere approvato dal governo. Sugli stage, il ministro ha detto che scontiamo un modello culturale che mette prima lo studio nozionistico e poi il sapere sperimentale: è tempo, anche per rispondere alla drammatica emergenza occupazionale, di superare questa impostazione. In generale, ha sostenuto il ministro, obiettivo del suo mandato sarà duplice: aumentare la qualità media della scuola italiana, ma in modo diffuso, senza divari regionali; e dare competitività al sistema italiano nel confronto con gli altri Paesi, anche premiando le eccellenze.

Il ministro ha recepito quattro ulteriori richieste delle associazioni: di partecipare alle iniziative che coinvolgono la scuola nell’ambito del semestre italiano di Presidenza del Consiglio europeo; di includerci nel tavolo tecnico con il Ministero del Lavoro sul programma “Youth Guarantee”; di includerci nel tavolo già insediato con il Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari (CNSU) sul tema dell’accesso all’università (in particolare i famigerati test); e di iniziare insieme una riflessione sulla democratizzazione del sistema scolastico (dagli organi collegiali e le assemblee studentesche, alla valutazione e alla didattica partecipate).

Si è poi passati a un giro di tavolo con le sensibilità delle singole associazioni: si è parlato, tra l’altro, di test INVALSI, accesso all’università, orientamento, partecipazione studentesca, parità scolastica, riforma dei cicli, formazione professionale, governance delle istituzioni scolastiche. Come MSAC abbiamo evidenziato il momento favorevole per la scuola italiana, che gode di grande attenzione come dimostrato dallo straordinario incontro “per” la scuola – tutta la scuola – del 10 maggio. Abbiamo poi sottolineato, oltre a condividere molte osservazioni delle altre associazioni, tre temi: la scuola come luogo di formazione alla cittadinanza, per esempio applicando l’insegnamento di “Cittadinanza e costituzione”; l’integrazione europea da promuovere nel semestre di Presidenza; e la necessità di salvaguardare assemblee e spazi di partecipazione come momenti di socialità fondamentali per gli studenti.

Nella sua seconda replica, il ministro ha risposto puntualmente alle varie questioni. Sulla valutazione, ha concordato che i test di oggi hanno difetti strutturali come il prevalere di un’analisi quantitativa – pur necessaria per garantire oggettività e possibilità di comparazione internazionale – rispetto a quella qualitativa. Si è detta disposta a ragionare su questo tema insieme ai “Cantieri scuola” avviati da pochi giorni. Sul tema di autonomia e governance, ha aperto a una democratizzazione e partecipazione dei sistemi ma col principio che si possa ricondurre le responsabilità di ogni scuola a una persona o a un gruppo di persone ben definite. Sulla parità scolastica, si è detta per un sistema che valorizzi le scuole paritarie per aderenza a un modello laico ed europeo che garantisce libertà di scelta educativa alle famiglie; gli strumenti di valutazione di tutte le scuole del sistema pubblico integrato dovranno per forza essere gli stessi. Sulla formazione professionale, ha introdotto la necessità di potenziare i percorsi “vocational, educational and training” (apprendimento, formazione e lavoro). Infine ok a percorsi di educazione alla cittadinanza: in attesa delle risorse per dare monte ore autonomo alla materia “Cittadinanza e costituzione”, con la promozione di percorsi quali le Lezioni con l’Accademia dei Lincei o la “Nave della legalità”.

Il lavoro al Forum si preannuncia intenso per i prossimi mesi, con la partecipazione ai tavoli tecnici e il lavoro insieme alla Direzione dell’area studente (con cui il Forum collabora ordinariamente). Dopo il Forum, abbiamo potuto incontrare pure la dottoressa Leuzzi dell’Ufficio affari internazionali, con cui abbiamo condiviso interessanti proposte per l’uso dei fondi europei destinati all’istruzione. Noi ci saremo, come ci ricorda papa Francesco non per «occupare spazi», ma per «avviare processi» (Evangelii Gaudium, 223). Sempre portando, dal basso, le esigenze e i sogni degli msacchini di tutta Italia.

Test INVALSI: valutare per migliorare la scuola

INVALSI

Non sono ancora arrivati, ma la loro fama li precede. Non sono aggressivi eppure c’è già chi è pronto ad attaccare. Non sono i benvenuti eppure ogni anno tornano sui nostri banchi. Di chi stiamo parlando? Del tema della settimana, i test Invalsi.

Siamo arrivati all’ottava edizione, ma i malumori non cambiano e la disinformazione è sempre pronta ad annebbiare i nostri giudizi. Chiariamoci quindi le idee, i test sono prove nazionali standard per verificare periodicamente e sistematicamente le conoscenze e le abilità degli studenti e la qualità complessiva dell’offerta formativa. L’obiettivo è «migliorare l’efficacia della scuola per le fasce più deboli della popolazione scolastica e far emergere e diffondere le esperienze di eccellenza presenti nel Paese». I test sono preparati dall’Ente di ricerca INVALSI (Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione) eredità del Centro Europeo dell’Educazione, istituito negli anni settanta.

Quest’anno i test di italiano e matematica arriveranno nelle classi seconda e quinta della scuola primaria, nelle classi seconda delle scuole secondarie di secondo grado e infine saranno inseriti come prova dell’esame di terza media. I quiz non concorrono a valutazione (tranne che per la terza media), ma servono a fornire alle scuole dati sui livelli d’apprendimento raggiunti dai propri studenti.

La polemiche che da anni accompagnano le prove criticano soprattutto le modalità e i criteri valutativi che sono alla base dei test. Se davvero l’obiettivo è migliorare l’efficacia della scuola per i più deboli, si insinua facilmente il dubbio che il metodo del super quizzone non sia uno strumento adeguato, ma sia denigratorio nei confronti della professionalità di chi insegna e della fatica di apprende.

Per sintetizzare le ragioni dei malumori basta leggere una frase di Luciano Canfora (filologo e storico), che nella sua durezza raccoglie i motivi di perplessità intorno ai quiz: «Per vedere la maturità di una persona è necessario che componga un testo di senso compiuto, non che faccia queste prove irrilevanti dove un cretino che ha una buona memoria supera i quiz e una persona di cultura che non ricorda un dettaglio viene esclusa».

Non lasciamoci, però, trasportare dalla corrente, ribadiamo due concetti essenziali: il senso della cultura della valutazione e la necessità di oggettività.

Se davvero vogliamo che la nostra scuola NON sia un ospedale che «cura i sani e respinge i malati» dobbiamo promuovere sistemi di indagine per valutare dove c’è bisogno di aiuto, di investimento, di attenzione. Gli aiuti a pioggia (rivolti indistintamente a tutti) non migliorano la nostra scuola, perché non sono abbastanza per sostenere i deboli e non sono abbastanza per promuovere le eccellenze.

Ricordiamoci, inoltre, che c’è bisogno di oggettività perché fortunatamente oggi non rispondiamo del nostro sistema d’istruzione sono al nostro Paese, ma anche a tutta l’Unione Europea. È giusto mantenere delle conoscenze particolari che rispecchiano la nostra storia e il nostro patrimonio culturale, ma allo stesso tempo è necessario che gli studenti italiani siano riconosciuti competenti per tutti i paesi dell’UE.

Un’interessante riflessione che può richiedere un confronto all’interno della nostra associazione studentesca riguarda le ragioni per cui c’è bisogno di un test INVALSI per avere una valutazione oggettiva. Noi non chiediamo di boicottare i test, ma di riflettere insieme ai docenti e magari scrivere un parere sul perché il sistema di istruzione italiano non è credibile e sul motivo per cui essere un diplomato non basta per dimostrare di essere acculturato e competente.

Che ruolo abbiamo noi in questa mancanza di fiducia nella scuola? Cosa suggeriamo per individuare le scuole più deboli e soprattutto cosa desideriamo per migliorare il nostro livello di apprendimento? Avremo tempo e modo per parlarne, intanto questa settimana può essere utile per cominciare a pensare alla valutazione in modo critico e propositivo.

Adelaide Iacobelli (vicesegretaria MSAC)

27 novembre, Forum delle associazioni studentesche – report

Si è svolto stamattina il terzo Forum delle associazioni studentesche da quando il ministro è Maria Chiara Carrozza, Dopo un incontro conoscitivo a giugno e un confronto su libri di testo ed e-book in agosto, il Forum è tornato a riunirsi a poche settimane dalla trasformazione in legge del DL 104, il testo noto come “L’istruzione riparte!”. Sostanzialmente due i punti all’ordine del giorno: la presentazione di proposte unitarie da parte del Forum (organismo consultivo che porta al ministro la voce degli studenti raccolta dalle 7 associazioni più rappresentative) e interventi in merito alla già citata legge Carrozza (DL 104) in materia di istruzione. Presenti tutte le associazioni: Movimento Studenti di AC, Movimento Studenti Cattolici, StudiCentro, Unione degli Studenti, Federazione degli Studenti, Rete degli Studenti Medi e Movimento Studentesco Nazionale.

 

Il moderatore odierno, Virgilio Falco di StudiCentro, introduce citando la situazione della Sardegna. C’è bisogno dell’invio di materiali per le scuole a Olbia e Cagliari, i punti di smistamento individuati: nella circolare del Ministero (allegata a questo link) si può leggere come contribuire con donazioni e/o raccolte di attrezzatura (il MIUR si fa carico di spese e logistica delle spedizioni). Tutte le scuole sono invitate a prendervi parte, e volentieri diamo voce a questa richiesta nell’amicizia con gli studenti sardi.

Dopo questa doverosa premessa, a nome del tavolo Virgilio ha poi illustrato tre proposte che il Forum aveva già discusso negli anni scorsi, raggiungendo un’intesa finora vanificata dai vari scossoni dell’attività governativa. Queste le tre proposte ora nelle mani del ministro Carrozza:

proposta di modifica del Decreto del Presidente della Repbblica (D.P.R.) numero 567, sul tema del protagonismo studentesco, per rendere più efficiente e partecipato il funzionamento degli organi collegiali.

proposta di legge quadro nazionale sul diritto allo studio: mentre a oggi ogni Regione, nella sua autonomia, può decidere come intervenire in materia di diritto allo studio, il Forum vuole istituire delle prestazioni essenziali di servizi per gli studenti che vengano rispettati uniformemente su tutto il territorio nazionale.

adozione di uno Statuto per le studentesse e gli studenti in stage, in modo da certificare diritti e dovere degli alunni coinvolti in percorsi formativi all’interno di luoghi di lavoro.

 

Il moderatore ha poi chiesto a nome del Forum dei chiarimenti al ministro Carrozza su due temi di cui si è letto sui media: la possibili emanazione di una nuovo provvedimento in materia d’istruzione collegato al DL 104; e l’avvio di percorsi di sperimentazione per licei della durata di 4 anni.

 

È iniziato quindi il giro di tavolo con i pareri sul DL104. Ogni associazione ha portato le sue osservazioni: tutti hanno chiesto al ministro che le associazioni studentesche vengano convocate ai tavoli tecnici che studieranno i provvedimenti di attuazione della legge. Per il MSAC è intervenuto il delegato al MIUR Michele. Questi, schematicamente, i punti del nostro intervento, ripresi dalle proposte dei circoli e dalle discussioni nelle iniziative nazionali:

Diritto allo studio: ribadiamo la necessità di una legge quadro per fissare livelli essenziali di assistenza e di prestazione (LEA e LEP) compatibili con il programma Europa2020.

Osservatorio per le disabilità: era stato attivato con Profumo e il MSAC era l’associazione del Forum delegata a seguirlo: ora quali prospettive per questo organo?

– Dispersione scolastica: poiché le associazioni studentesche sono esplicitamente citate nella nuova legge con il compito di prendere parte all’organizzazione di attività pomeridiane a scuola, diamo la nostra disponibilità con alcune proposte per impiegare questi tempi: formazione di gruppi di studio; percorsi di educazione alla cittadinanza; sviluppo di attività benemerite come ad esempio l’iniziativa “Quotidiano in classe”; proposte di attività fisica, soprattutto per scuole con strutture inadeguate; percorsi di integrazione con studenti stranieri…

– Orientamento: anche qui le associazioni studentesche sono esplicitamente citate: chiediamo che una circolare del Ministero faccia presente alle scuole la possibilità di coinvolgerci nei percorsi di orientamento; offriamo le nostre esperienze di percorsi d’orientamento  esperienziale già attive in alcune diocesi (Trieste, Rimini, Imola, Lodi, Albano…) e facciamo presente anche la necessità di percorsi di ri-orientamento per gli studenti bocciati nel biennio iniziale.

– Edilizia scolastica: chiediamo tempistiche celeri per il decreto attuativo di concerto tra i Ministeri dell’Economia e dell’Istruzione.

– Potenziamento dell’offerta formativa: quanto ai fondi che verranno stanziati, ci auguriamo che verranno utilizzati per: un effettivo insegnamento di “Cittadinanza & Costituzione”; il potenziamento dell’insegnamento di lingua inglese, possibilmente adattato alle specificità di ogni scuola; l’insegnamento di lineamenti di economia e diritto on ogni scuola, almeno nel biennio.

– Formazione dei docenti: anche qui saranno stanziati fondi, si punti su: inglese; nuove tecnologie; corsi specifici per insegnanti che vivono in aree ad alto tasso di immigrazione.

Stage e alternanza scuola/lavoro: rendere più efficaci i percorsi per gli istituti tecnici e professionali, e valorizzarli anche per i licei spesso esclusi da simili esperienze formative.

– Libri di testo: chiediamo un chiarimento nei prossimi mesi sulla questione Opensource, al momento troppo vaga.

– Bonus maturità: raccogliamo l’appello dei 2000 studenti ancora “nel limbo” dopo il pasticcio estivo sul bonus.

 

Il ministro ha poi iniziato una ricca contro-replica.

Ci ha ringraziato per le proposte presentate, assicurando che le prenderà in esame come frutto di un lavoro di intesa tra le varie anime del mondo studentesco. Ha detto di credere nella partecipazione studentesca e nella presenza degli studenti alla governance della scuola; ma la partecipazione deve essere regolamentata per essere quanto più organica e rappresentativa.

Il ministro riconvocherà a breve il Forum: «se possibile già prima di Natale», per parlare di alternanza scuola/lavoro (con un possibile coinvolgimento degli studenti nella valutazione dei percorsi attualmente esistenti di alternanza scuola/lavoro); e poi a gennaio, per discutere insieme dell’accesso all’università dalle scuole superiori.

Molto netta sulla presunta legge delega: ci saranno dei provvedimenti urgenti in un testo dedicato solo a università e ricerca; ma l’istruzione secondaria non sarà toccata a breve da nuove leggi, anzi il ministro intende dare il via a una Costituente della Scuola in cui siedano attivamente anche gli studenti. La Costituente sarà il luogo adatto per affrontare il discorso dei cicli e altre questioni sostanziali della scuola del futuro. Su questo tema, il ministro si è soffermata rendendoci partecipi anche delle discussioni interne alle riunioni tra ministri dell’istruzione nell’area UE: in Europa ci si interroga su una scuola che sempre più dovrà avere un modello di formazione continua, in stretto dialogo col mondo del lavoro e al servizio non solo dei giovani ma pure degli adulti. Il ministro dice di non avere idee preconcette su temi quali appunto il riordino dei cicli: servirà comunque, oggi e in futuro, una formazione che sappia mantenersi equilibrata tra “formazione di base” e “formazione vocazionale”, correlata alle specificità di ognuno.

Sempre in tema di Europa, il ministro ha annunciato che coinvolgerà gli studenti durante il semestre di Presidenza Europea dell’Italia (dal 1/7/2014), da cui dipenderà molto della reputazione internazionale del nostro Paese.

Altre comunicazione sui test Invalsi, che potrebbero cambiare in quanto il Presidente dell’Istituto è dimissionario. Verrà indetto un bando nazionale per la scelta del nuovo Presidente, e i candidati saranno chiamati a spiegare le loro posizioni sul sistema di valutazione. A coordinare il gruppo che selezionerà il nuovo Presidente dell’Invalsi sarà l’ex ministro De Mauro.

Il ministro ha accolto la richiesta delle associazioni di sedere ai tavoli attuativi del DL 104. Sui chiarimenti chiesti dal MSAC, ha assicurato che verrà riattivato il prezioso lavoro dell’Osservatorio per le disabilità e ha anticipato a ore l’uscita di una circolare che rende noto il destino dei 2000 studenti ancora in attesa di essere ricollocati dopo il caos sul bonus maturità. I prossimi test d’accesso, altro annuncio, si terranno ad aprile 2014.

La chiusura del ministro è stato un invito alle associazioni studentesche, e a tutti gli studenti in genere: sappiate creare consenso sull’importanza della scuola, condividendo i vostri progetti, aprendo i vostri spazi di partecipazione e di protagonismo degli studenti. Soltanto con un consenso diffuso, e non ridotto solo agli ambienti della scuola, che l’istruzione è centrale per il futuro del Paese, la politica potrà metterla al centro dell’agenda.

 

In conclusione: siamo stati piuttosto soddisfatti di questo Forum, perché è sempre utile trovare nell’Istituzione di riferimento un ascolto attento e non passivo. È stato bello portare al ministro le nostre idee, sia quelle condivise come Forum che quelle maturate all’interno del nostro MSAC. È la prova migliore che possiamo dare che i giovani non sono remissivi, disillusi, inerti, ma hanno voglia di impegnarsi e mettersi in gioco per cambiare la scuola dal suo interno. Il lavoro da fare è tanto, e le indicazioni del ministro ci hanno sollecitato: tutti insieme, dovremo mantenerci in contatto per entrare con la forza della proposta in questo procedimento per cui il ministro Carrozza pare davvero intenzionata a spendersi. E, detto tra le righe, sarebbe un peccato che tale fucina di buoni propositi e indicazioni concrete fosse guastata da qualche ennesimo ribaltone politico. Speriamo che le forze interne al Parlamento sappiano mantenere coesione davanti alle sfide dell’Italia: gli studenti hanno tanto da dire, e questo momento, tra semestre di Presidenza europea, Costituente della scuola, tavoli attuativi e tutti gli spazi di confronto evocati dal ministro potrebbe davvero essere il tempo favorevole per farci sentire.

Stati Generali della Conoscenza – 2° Forum Nazionale

La scuola che verrà? Eccola. E si prova a costruirla insieme.

Roma, 1 giugno 2013. È la data del secondo incontro nazionale degli “Stati Generali della Conoscenza”, una piattaforma che comprende oltre 30 associazioni attive nell’ambito della scuola, dell’università, si occupano di educazione e di istruzione e che hanno scelto di farsi promotori di un “progetto concreto per la conoscenza”. Queste associazioni arrivano da cammini diversi, ma hanno scelto ormai tre anni fa di unirsi per dire una parola comune sul tema della conoscenza, consapevoli che più voci in coro possono arrivare dove singole voci dissonanti non riuscirebbero a farsi ascoltare (per saperne di più, www.statigeneralidellaconoscenza.it) .

Questo appuntamento, che ha coinvolto, dunque, sia gli operatori che i fruitori stessi della conoscenza, è stato utile per rivedere il documento frutto del lavoro fatto durante il primo Forum nazionale, avvenuto nel 2011, ma soprattutto per continuare questo cammino di confronto e approfondimento di alcune tematiche cardine, cioè gli ambiti e gli obiettivi da condividere e da raggiungere. Per primi i diritti: la possibilità di accedere ai più elevati gradi d’istruzione è oggi, un elemento imprescindibile in termini di libertà dalla precarietà e di autonomia di decisione dei propri percorsi di vita. In secondo luogo, l’apprendimento permanente, ovvero la garanzia per tutti della possibilità di apprendere durante l’intero corso della vita, che è poi la chiave per una cittadinanza attiva. Cosa, questa, che servirebbe anche a rendere partecipi tutti dei profondi e rapidi cambiamenti della società. Scuole ed università nuove e di qualità, per ottenere le quali, occorre rivedere i processi e le modalità della conoscenza e ripensare metodologie più efficaci per lo sviluppo di competenze di cittadinanza. Inoltre, la scuola e l’università del futuro dovrebbero essere non inclusive, ma aperte, gratuite, garantite oltre che al passo con le nuove tecnologie. Si tratta di un progetto di scuola che non perde mai di vista la centralità dell’istruzione pubblica. Infine sviluppo e occupazione, al fine di trovare una rinnovata sinergia tra conoscenza, lavoro e sviluppo. Tutto questo ripensato sempre a partire da un progetto di sostenibilità e di equità economica e sociale. Si tratta di obiettivi da raggiungere entro il 2020, ma che si concretizzeranno in una proposta vera, coerente rivolta alla politica perché la convinzione è che la politica deve ripartire dall’investimento nella conoscenza o per l’Italia non può esserci un futuro di innovazione, di sviluppo, di crescita. “È proprio la cultura che sveglia le coscienze, la cultura è premessa e garanzia della nostra libertà. La cultura è ciò che ci rende liberi, è fondamentale per la salute della democrazia nel nostro Paese. Mortificare la cultura vuol dire rendere la democrazia molto pallida”. Cosi, Don Ciotti, presidente di Libera (una delle associazioni che fanno parte degli Stati Generali), ribadì durante il primo Forum il legame profondo tra cultura e politica, ciò che fa da sfondo al progetto.

Il secondo Forum nazionale si è dato ora una missione: allargare il dibattito sulla conoscenza anche a livello locale, mediante l’organizzazione di eventi tematici in tutta Italia durante il prossimo anno. Al link http://www.statigeneralidellaconoscenza.it/?p=435 è possibile trovare la documentazione e la relazione introduttiva dell’evento.

Rosathea

Abitare le nostre scuole per renderle più sicure (premio Vito Scafidi report)

Cari amici,

ieri mattina ho vissuto un’esperienza forte. Ero alla cerimonia del premio “Buone pratiche a scuola”: lo indice ogni anno CittadinanzAttiva, un’associazione di partecipazione civica che si batte per la tutela dei diritti dei cittadini in vari ambiti (come sicurezza nei luoghi di vita, sviluppo di stili di vita salutari, tutela e assistenza dei malati, e tanto altro). Scuole di tutta Italia, dalle primarie alle medie superiori, inviano i loro progetti per diffondere benessere e sicurezza a scuola; una commissione – di cui ho avuto l’onore di fare parte in rappresentanza del MSAC – li valuta.

Il premio è intitolato alla memoria di Vito Scafidi, uno studente di Rivoli (To) deceduto a scuola il 22 novembre 2008 per il crollo del controsoffitto della sua aula. Sono presenti i genitori di Vito. Dovrebbero esserci anche i politici. Già, dovrebbero. Gli ospiti di Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, onorevoli Ghizzoni e Vacca, non si presentano. L’esponente del Popolo delle Libertà, on. Centemero, interviene e poi parte per Milano. Anche il sottosegretario Marco Rossi Doria, dopo il suo saluto, lascia la sala per improrogabili impegni.

Non voglio fare populismo, ognuno avrà avuto motivi più che validi. Ma i banchi destinati ai politici, sul podio della sala, restano miseramente vuoti mentre i ragazzi presentano i loro progetti. E sono sempre vuoti quando interviene la madre di Vito, la signora Cinzia Caggiano. Non fa un lungo discorso, ma poche parole sono sufficienti. Dice che, dopo la morte di suo figlio, si è abituata a essere come un vigile ogni volta che mette piede in una scuola. Che le nostre scuole sono spesso in stato precario, ma chi ha il dovere di controllarle non lo fa con il giusto scrupolo. «Ai ragazzi dico sempre: “Dovete essere i controllori dei controllori”, perché loro regolarmente non fanno il proprio dovere. E per questo dovete mettervi in gioco voi. Io non ho altri figli da donare allo Stato». Parla poi Antonio Morelli, presidente del Comitato Vittime San Giuliano di Puglia (un sisma nel 2002 vi causò la strage nella scuola elementare): «Li vedete questi banchi vuoti della politica. Noi li vediamo così da 12 anni, i genitori di Vito da 5. Continuiamo la nostra battaglia per testardaggine. Ma se dalle istituzioni nessuno ci ascolta, l’obiettivo diventa sensibilizzare i cittadini, far sì che essi in prima persona possano verificare la sicurezza dei luoghi in cui vivono».

E l’immagine – credetemi – fa rabbrividire: due genitori che parlano dei loro figli che non ci sono più, e dei banchi vuoti che non possono sentirli. C’ero però io, e c’erano  soprattutto gli studenti delle scuole premiate. Almeno noi abbiamo fatto nostra quella richiesta di attivismo.

A fine mattinata mi avvicino alla madre di Vito. Le dico che, nel piccolo della nostra associazione studentesca, il MSAC, ci prenderemo a cuore quella richiesta di sicurezza che i politici non hanno voluto ascoltare. Mi ha detto che, qualsiasi cosa facciamo, dovremo avere solo «la vostra bandiera di studenti, non quella di un partito o di altre organizzazioni. Se no andate solo a dare forza a loro». E loro sono quei banchi vuoti, che oggi hanno perso un’occasione, purtroppo l’ennesima, per dimostrarsi vicini ai cittadini.

Ci siamo presi un piccolo impegno, e nel dire alla signora Cinzia la mia vicinanza ho portato con me i volti e i sogni dei 1000 ragazzi di Fiuggi, della Sfs che ancora ci emoziona. Noi abbiamo sognato per il nostro futuro, per costruire qualcosa che toccheremo con mano. Un genitore che perde un figlio, perde il suo futuro. Per me incontrare questi genitori coraggiosi, che perseverano con costanza ammirevole nella propria battaglia affinché nessun altro Vito muoia mentre costruisce il proprio futuro, è stata una scossa che mi sembra giusto condividere con tutto il Movimento.

All’inizio del prossimo anno, l’OktoberFest MSAC sarà dedicata proprio all’edilizia scolastica. Faremo in modo che il ricordo di Vito Scafidi non vada dimenticato, ci impegneremo per conoscere le nostre scuole e affrontarne i problemi, non solo legati all’insegnamento o alle valutazioni, ma anche quelli degli edifici e delle norme di sicurezza.

Se ci attiveremo per le nostre scuole, faremo politica. Dal basso, con lo spirito di servizio più puro dell’attivismo studentesco, ci impegneremo a fare qualcosa per le nostre scuole e quindi per le nostre città. È un impegno che abbiamo preso con la signora Cinzia, con le vittime dell’irresponsabilità nelle scuole, e se le nostre istituzioni non saranno presenti, saremo noi a esercitare il nostro diritto di cittadini e di studenti.