Archivio mensile:Maggio 2016

Il ruolo degli studenti nella valutazione dei prof

*a cura della Task Force Rappresentanza del Msac

In questo anno scolastico, con l’attuazione della legge 107 del 2015 (la famosa “Buona scuola”), all’interno delle nostre scuole entra in gioco un nuovo organo collegiale: il Comitato per la valutazione dei docenti.

 

Il Comitato è composto da tre insegnanti (uno nominato dal Consiglio di Istituto e due dal collegio dei docenti); da uno studente e da un genitore (entrambi nominati dal Consiglio di Istituto); e da un componente esterno appartenente all’Ufficio scolastico regionale, oltre che naturalmente dal Dirigente scolastico (che presiede il Comitato).

 

Il Comitato ha l’onore e l’onere di stabilire con quali criteri il preside dovrà attribuire un premio ai docenti che si sono distinti all’interno della scuola. Ovvero:

  • il Comitato per la valutazione stabilisce dei criteri di valutazione dei prof.
  • il preside, in base a quei criteri, decide quali prof. premiare.

La decisione finale sui premi, insomma, spetta al preside. Nonostante ciò, il Comitato ha un ruolo molto importante, dovendo stabilire i criteri; esso ha altresì il compito di esprimere un parere riguardo al superamento del periodo di prova dei docenti neo-immessi; ma la componente studentesca non partecipa ai lavori del Comitato su questa tematica.

 

Per quanto riguarda la vera e propria valutazione dei docenti, comunque, gli studenti sono veri protagonisti e tali dobbiamo ritenerci! Si tratta di una responsabilità importante. Non solo perché, in base a questa valutazione, qualche prof. riceverà un premio (e dunque guadagnerà qualche soldino in più). È in gioco una domanda semplice ma fondamentale: quando un prof. si distingue, ed è abbastanza “bravo” da meritarsi un premio? Insomma, che cosa vuol dire essere un “bravo” insegnante?

 

Proponiamo alcune riflessioni, su cui ci piacerebbe discutere con tutti gli studenti e anche con i nostri insegnanti!

 

  1. Il lavoro di una classe non dipende da un solo insegnante, e non possono neanche esser presi in considerazione solo i risultati degli studenti (i nostri voti) per capire la qualità del processo educativo. Per questo crediamo che i risultati di una classe dovrebbe esser valutati in relazione al lavoro dell’intero consiglio di classe, ovvero la comunità dei docenti che vivono le loro giornate di fronte ma soprattutto in mezzo a ciascuno di noi studenti, cercando di donarci ciò che di più caro loro hanno, la loro conoscenza, senza chiederci niente in cambio, in completa gratuità.

 

  1. All’interno del Comitato per la valutazione dei docenti vi è uno studente nominato dal consiglio di istituto, incaricato a rappresentare i propri studenti. Questa espressione è di per se già un po’ contraddittoria perché non si può esser “nominati” o “incaricati” a “rappresentare” un gruppo di persone; ma per rappresentare è necessaria una azione democratica della parte rappresentata, in questo caso noi studenti!

Le elezione del rappresentante degli studenti al comitato per la valutazione ci sembra l’idea più giusta, l’idea sulla quale si deve basare ogni tipo di rappresentanza, e questo non solo per quanto riguarda la componente studentesca ma anche quella dei genitori e dei docenti.

  1. Per quanto riguarda i criteri da tenere in considerazione per la valutazione dei docenti, la legge 107 del 2015 definisce alcuni parametri generali, ma non è molto chiara su come effettivamente e realmente valutare i docenti. Nelle indicazioni fornite sono segnalate:

 

  1. a) la qualità dell’insegnamento;
  2. b) il contributo per il miglioramento dell’istituzione scolastica;
  3. c) il successo formativo e scolastico degli studenti;
  4. d) i risultati ottenuti dal docente in relazione al potenziamento delle tecnologie e metodologie,
  5. e) la collaborazione alla ricerca didattica, alla documentazione e alla diffusione di buone pratiche didattiche;
  6. f) le responsabilità assunte nel coordinamento organizzativo e didattico e nella formazione del personale

 

In virtù della partecipazione studentesca viene chiaro pensare che una delle cose migliori da fare sia chiedere un parere agli studenti che quotidianamente vivono, ascoltano e seguono i loro docenti e che conosco alla fine il valore di ogni docente. L’idea di un questionario consultivo sui docenti completamente anonimo da far compilare ai ragazzi può esser un importante modo e strumento che il Comitato può utilizzare riguardo a diversi ambiti: la didattica, la relazione docente–studente, l’interesse nel discutere di attualità e anche altri parametri che crediamo siano fondamentali per la valutazione di un docente e che è importante non sottovalutare.

 

In conclusione, un’ultima considerazione. Con la legge 107, la valutazione nella scuola non è più solo univoca, ma è diventata biunivoca: è certamente un inizio e c’è molto su cui possiamo migliorare ma abbiamo il diritto e il dovere di non sottovalutare questa nuova realtà, volta a creare processi che possano portare a un miglioramento della nostra scuola, affinché ciascun abitante di questa realtà possa prendere a cuore ogni persona che ci è vicino e partecipare alla sua vita avendo uno scambio reciproco in piena gratuità e con la piena voglia di donarsi e di crescere insieme.

 

Ricapitolando quando detto le nostre proposte riguardanti il comitato di valutazione per docenti sono le seguenti:

 

  • preferire una valutazione di gruppo dei docenti, piuttosto che una valutazione del singolo;

 

  • far sì che i rappresentanti delle componenti scolastiche siano frutto di azioni democratiche come il voto

 

  • promuovere questionari anonimi compilati dagli studenti, che possano esser utilizzati dal Comitato per la valutazione come strumenti.

 

Non è un gioco da ragazzi

Perché contrastare la cultura dell’azzardo

*Di Margherita Pirazzini, membro dell’equipe MSAC della diocesi di Imola

Prima di leggere queste righe, voglio che tu faccia un piccolo sforzo: richiama alla mente la tua città e immagina di passeggiare per il centro storico. A te la scelta se fischiettare o meno. Da bravo e onesto cittadino guardati intorno, presta attenzione ai dettagli, fai scivolare gli occhi su quei negozi, su quelle vetrine, su quei monumenti così familiari da essertene quasi dimenticato. Prova a sentire il legame affettivo che ti lega a quei luoghi che ti hanno visto crescere e chiediti se ti senti coinvolto nel destino della tua città. Mentre pensi a cosa puoi fare per il tuo paese, fermati a leggere le locandine dei quotidiani locali esposte fuori dalla solita tabaccheria. Il bravo cittadino, quello che fischietta mentre passeggia e che raccoglie la bottiglia di plastica caduta a un bambino un po’ distratto, quel cittadino che ora ha la tua faccia, conosce e ama la propria città. Avrà notato sicuramente, quindi, che spesso tra le notizie locali e gli annunci sulle pareti dei bar spicca la frase “gioca la schedina e vince 3 miliardi di euro”: quale onore per il locale e per l’intera città aver ospitato una tanto copiosa e meritata vittoria! Indiscutibile motivo di vanto, da accompagnare rigorosamente all’intervista del fortunato. Dimentica per un attimo l’invidia per la vincita o l’indifferenza verso questo fatto, fermati prima di tentare la sorte a tua volta: ti sei mai chiesto dopo quanti tentativi il fortunato signore ha ottenuto la vittoria? Quanti soldi ha speso? Magari lo ha dichiarato nell’intervista. Chissà se nell’articolo troverai scritto anche quanti milioni di persone giocano d’azzardo in Italia ogni giorno senza vincere un euro. Chissà se troverai questo dato – il numero delle persone affette da dipendenza patologica – e non il valore della cifra che hanno giocato. Ci dimentichiamo in fretta che il gioco d’azzardo non è solo una questione di numeri o di fortuna; di fronte alle slot machines, al gratta e vinci, alle scommesse ci sono uomini e donne che perdono ogni giorno non un gioco ma, lentamente, la propria vita. Può essere definito tale un gioco che non diverte e non unisce? Un gioco che non ha un vero spazio per la persona e le sue abilità, anzi ne sfrutta le debolezze. Il guadagno statale dal gioco d’azzardo non compensa il danno (e il costo) umano e sociale alla persona. Allora ci si deve chiedere: cosa posso fare io? Per prima cosa posso prediligere gli esercizi commerciali che non incentivano nessuna forma d’azzardo e sostenerli nella loro scelta etica e sconveniente. In linea con questi propositi sabato 30 aprile eravamo in piazza Matteotti a Imola, in veste di msacchini e soprattutto di cittadini, alla campagna Slotmob insieme al suo economista Luigino Bruni per fare festa e riscoprire e promuovere il gioco come bene relazionale. Tantissime associazioni imolesi – Libera, Officina Immagina, Movimento Focolari, Agesci, Azione Cattolica, Acli, CSI… – hanno sostenuto l’iniziativa che si colloca in un progetto contro il gioco d’azzardo di Caritas, Sert e Comune di Imola il cui primo promotore è stato il gruppo dei Giocatori Anonimi. Lo Slot Mob si ripeterà in diverse città d’Italia per “premiare le virtù civili e soprattutto fare cultura e opinione”; uno degli obiettivi della mobilitazione è “richiedere una legge che limiti e regolamenti seriamente il gioco d’azzardo nell’interesse non delle lobby ma dei cittadini, soprattutto i più vulnerabili. Ci si sta attivando inoltre per mappare le città e stilare un elenco di esercizi commerciali che sono già slot-free e di quelli che lo vorrebbero diventare”. Scegliere in quale bar fare colazione o prendere un aperitivo spetta a voi: fate il vostro gioco!

Maturità 2016: tutto quello che c’è da sapere

*di Andrea Facciolo (delegato Msac al MIUR)

Gli studenti di quinta sono impegnati nella lunga maratona di fine anno: verifiche, interrogazioni, simulazioni di terza prova e stesura della “tesina”…ne abbiamo abbastanza?! Ma tranquilli amici, non siete i soli al lavoro. Gli uffici del Ministero dell’Istruzione, infatti, come ogni anno stanno pian piano aggiungendo i tasselli necessari per garantire lo svolgimento delle prove del tanto temuto Esame di stato. Si tratta di un percorso che ogni anno prevede diverse tappe: verso la fine di gennaio il Ministro dell’Istruzione comunica le materie oggetto di seconda prova per ogni indirizzo e le materie per cui verranno nominati i commissari esterni. Nei mesi successivi i consigli di classe designano i componenti interni della commissione d’esame e il ministro dell’Istruzione emana un’ordinanza (che è uscita proprio in questi giorni) in cui vengono fissate le modalità di esame, di attribuzione dei crediti, di ammissione dei privatisti, le date definitive delle prove e moltissimi altri aspetti tecnici e non. Nelle ultime settimane di lezione arriverà anche uno degli elenchi più attesi e temuti dagli studenti: quello dei presidenti e dei componenti esterni delle commissioni d’esame che vengono nominati dagli uffici scolastici regionali e territoriali.

Poi sarà solo questioni di giorni: fine delle lezioni, cene di classe con i prof, scrutini, tabelloni fino al fatidico 20 giugno, data in cui, quest’anno, si insedieranno le commissioni d’esame. Ma sarà la campanella delle 8.30 del 22 giugno a segnare l’inizio della sessione d’esame e delle prove scritte con la prima prova (il tema), a cui seguirà la seconda prova, diversa per ogni indirizzo, il 23 giugno alle 8,30 e la terza, preparata da ogni commissione, il 27 giugno sempre alle 8.30.
Dopo la correzione degli scritti e la pubblicazione dei risultati al via i colloqui orali che impegneranno gli studenti tra fine giugno e inizio luglio.

Dalla lettura di questa poderosa ordinanza ministeriale di quasi 50 pagine, firmata nei giorni scorsi dal Ministro Giannini possiamo però trarre alcune informazioni sul prossimo esame di maturità:
• anche quest’anno l’invio delle tracce della prima e della seconda prova avverrà per via telematica con l’invio del testo criptato dal Ministero a tutte le scuole, che dovranno immettere una password comunicata nei giorni precedenti per poter leggere e stampare il plico. Quindi anche quest’anno, salvo imprevisti, non arriverà più la gazzella dei carabinieri a consegnare a scuola il testo del tema e della versione.
• in caso di malattia o gravi problemi documentati sarà possibile, per chi sarà assente a una o a tutte le prove, recuperare l’esame in sessione suppletiva se ritenuto possibile dalla commissione d’esame oppure, in presenza di particolari problematiche il Ministero dell’istruzione potrà valutare la creazione di una apposita sessione straordinaria, con nuove prove nazionali, prima dell’inizio dell’anno scolastico 2016/2017.
• viene confermato il meccanismo di assegnazione dei crediti e dei punteggi per le prove scritte e il colloquio orale già in uso negli scorsi anni scolastici.
• viene confermata la possibilità che la commissione, nel preparare la terza prova, tenga conto delle esperienze di alternanza scuola/lavoro e delle materie non linguistiche insegnate in lingua straniera (CLIL) avute dai maturandi; anche il colloquio orale potrà partire da un’ esperienza di alternanza scuola/lavoro avuta dallo studente durante il percorso scolastico.
• a vigilare sullo svolgimento degli esami come ogni anno ci saranno tutti gli ispettori del Ministero dell’istruzione, in particolare a ognuno sarà assegnata un determinato gruppo di scuole.

Questo esame di maturità porterà con sé anche una novità: oltre al diploma che verrà consegnato ai maturandi, ormai maturati dopo la pubblicazione dei risultati degli esami, ogni studente riceverà anche il supplemento Europass al certificato: un documento, riconosciuto dall’Unione Europea, che affianca e non sostituisce il diploma ma “spiega meglio” le competenze acquisite dagli studenti e le attività professionali a cui possono accedere alla fine del percorso delle superiori, una specie di “passaporto” riconosciuto in tutta Europa che dovrebbe rendere più facile sia per gli studenti, sia per le università che per i datori di lavoro capire quali sono le competenze e le conoscenze che si hanno dopo la “famigerata” maturità traducendo in un linguaggio comune i titoli e i percorsi di istruzione dei singoli paesi, con le diverse materie caratterizzanti, i progetti effettuati e le lingue apprese.

Un’ultima curiosità: chi sceglie le tracce dei temi e della seconda prova dell’esame (dalle versioni di greco ai problemi di fisica, passando per i progetti dei geometri e i bilanci dei ragionieri)?
Al ministero esiste un gruppo di docenti, esperti e ispettori che ogni anno elabora diverse proposte di tracce per il tema e per ogni tipologia di seconda prova; è poi il Ministro, insieme al coordinatore centrale degli ispettori scolastici (che è anche responsabile del gruppo di lavoro sulla maturità) e ai suoi collaboratori più stretti a scegliere le tracce da inviare alle scuole… Quasi sempre nemmeno gli autori delle tracce scelte vengono informati prima ma lo scoprono la mattina della prima e della seconda prova come tutti gli studenti e i membri delle commissioni d’esame!