La buona scuola

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di Andrea Facciolo (delegato MSAC al Miur)

Stamattina è stato pubblicato, sul sito dedicato dal governo alle riforme, il tanto atteso documento con le proposte sulla scuola. Il rapporto “La buona scuola”, è molto corposo ma è stato riassunto in 12 punti: li trovate a questo link, http://passodopopasso.italia.it/wp-content/uploads/La-BUONA-SCUOLA_-12-punti.pdf.

Le proposte sono rivolte a tutti i soggetti del mondo della scuola: dai presidi, agli ispettori passando per l’ amministrazione scolastica, i docenti e i presidi per arrivare fino a genitori e, naturalmente, a noi studenti.

La parte più strutturata parla di insegnanti, svelando un grande piano di assunzione dei docenti precari e un cambiamento nelle logiche di distribuzione e retribuzione del personale docente. Ma cerchiamo di scoprire insieme quali sono le principali proposte che riguardano noi studenti più da vicino, tenendo presente che non sono subito operative (quindi, al ritorno a scuola, niente novità immediate) ma per almeno 2 mesi saranno oggetto di confronto con tutto il mondo della scuola proprio come dichiarato dal presidente del Consiglio Matteo Renzi nel video di presentazione delle proposte: si aprirà infatti un dialogo non solo con il Consiglio Nazionale delle Consulte Provinciali e con il Forum delle Associazioni studentesche ma anche – grazie all’ aiuto dei presidenti delle Consulte Provinciali – si vogliono coinvolgere tutti gli studenti sfruttando le assemblee di classe e d’ istituto e gli organi collegiali delle scuole.

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Ecco i punti che toccano da vicino gli studenti:

– partiamo da “ciò che si impara”. Si prevede di rafforzare lo studio di disegno e storia dell’ arte nelle scuole superiori in particolare nei bienni di licei e turistici, così da permettere ai ragazzi di formarsi meglio su quella che è una delle più importanti voci del made in Italy: i beni culturali. Inoltre si propone anche più spazio per l’ informatica in ogni indirizzo scolastico, specie in licei scientifici e professionali: in questo caso il percorso vuole essere territoriale perché le scuole potranno coinvolgere anche le aziende del territorio per creare un ponte tra scuola, lavoro e nuove tecnologie. A questo si aggiunge la diffusione dello studio dei principi di economia in tutte le scuole superiori, e un potenziamento della lingua inglese.

– si punta, sempre nell’ ottica di collegare il mondo della scuola e quello del lavoro, sull’alternanza scuola-lavoro obbligatoria negli ultimi tre anni degli istituti tecnici e professionali per almeno 200 ore l’ anno; ma anche per tutti gli studenti della scuola secondaria (anche i licei, dunque!) sono ipotizzati percorsi di didattica all’ interno delle aziende. Le scuole stesse, invece, avranno l’ opportunità di svolgere le funzioni di “impresa formativa”, cioè di produrre e sviluppare prodotti innovativi che potranno poi commercializzare reinvestendo il ricavato nell’ attività didattica di tutti i giorni. Altri progetti potranno essere concepiti direttamente in sinergia con le aziende.

L’ alternanza scuola lavoro verrà anche collegata al programma ERASMUS PLUS: grazie a questo progetto di mobilità internazionale, gli studenti potranno migliorare le loro conoscenze di lingua straniera e vivere esperienze di stage all’estero.

Viene spontanea una domanda: dove possiamo sviluppare le nostre competenze pratiche e tecniche che ci permetteranno di arrivare preparati al confronto con il mondo del lavoro?

La risposta che “ la buona scuola” suggerisce sono i laboratori tecnici delle nostre scuole, che hanno bisogno di essere aggiornati: per questo sono necessari contributi alle scuole anche da parte delle imprese e dei privati cittadini.

Infine per rendere operative queste proposte si abbozza anche la possibilità di introdurre cambiamenti nel ruolo e nei compiti degli organi che governano la scuola: anche perché ricordiamoci che le nostre scuole, essendo autonome, godono di alcuni margini di azione che non sempre ad oggi sono stati interamente sfruttati. Su questo capitolo, tuttavia, la proposta è davvero solo una bozza: quindi abbiamo molto spazio per dire la nostra!

Naturalmente le proposte del governo non possono contenere soluzioni su tutte le problematiche della scuola. In particolare, e ce ne rammarichiamo, nel rapporto “La buona scuola” mancano completamente le questioni del diritto allo studio e le proposte sull’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione. Sono due temi molto cari al MSAC come alle altre associazioni studentesche: ne parleremo sicuramente col ministro Giannini e con i suoi collaboratori, alle prossime riunioni del Forum. Una prima convocazione informale ci è stata già recapitata stamattina, appuntamento al Ministero per la prossima settimana!

In ogni caso, “La buona scuola” ci sembra un buon punto di partenza per procedere a una serie di cambiamenti davvero strutturali. Due cose ora sono fondamentali. La prima: che il lavoro prosegua e non ci si fermi a un rapporto, perché nel testo di “La buona scuola” ci sono troppi condizionali (“vorremmo”…) e troppi futuri (“faremo”…); e invece vogliamo che questi verbi di buone intenzioni diventino indicativi presenti! E la seconda: che, come anticipato nel rapporto, il percorso di condivisione della riforma entri nelle scuole, dalle assemblee di classe fino alle Consulte, mettendo in dialogo gli studenti e tutti i protagonisti della scuola. Nelle conclusioni di “La buona scuola” si parla di un format per condividere le proprie osservazioni con i compagni di classe in assemblee e momenti di discussione: lo aspettiamo pubblicato a breve, per poter dire nelle nostre classi, con tutta la nostra passione: I CARE, #iopartecipo!