Migranti e migrazioni, conoscerli per capirli

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a cura dell’ACS (Azione Cattolica Studenti), Movimento Studenti di Milano

Come ogni anno, a fine agosto si è svolto a Monza il campo di volontariato organizzato dall’ACS. “Tanti studenti, uno sporco lavoro da portare a termine, un progetto di solidarietà da sostenere… Aggratis!” dice l’invito all’esperienza. Proprio così: una settimana tra imbiancature, manutenzione del verde, banchetti, animazione in una casa di riposo e in una cooperativa di disabili.

Il giorno di arrivo al campo ci è stata proposta un’attività legata al tema dei migranti: partendo dalla risposta ad alcune domande generali sull’argomento (es. Qual è il numero di immigrati in Europa? Quali sono gli Stati del mondo con il maggior numero di immigrati? Cos’è il trattato di Dublino?), siamo passati ad una analisi approfondita sull’immigrazione nel mondo, passando in rassegna tutti gli Stati dove il fenomeno è presente. La maggior parte degli immigrati proviene da Paesi che stanno vivendo situazioni politiche molto difficoltose (a causa di guerre civili, Isis), soprattutto in Africa Settentrionale e Asia, ma anche America Meridionale. Abbiamo concluso con un gioco di ruolo*, nel quale abbiamo impersonato diverse famiglie africane, che facendo scelte e prendendo decisioni, tentano di arrivare in Europa via mare, via terra, a seconda della disposizione economica. Molti sono quelli che ci provano, pochi o nessuno quelli che arrivano alla meta. Il gioco era tratto da storie vere. L’attività è stata, oltre che interessante, anche molto stimolante: il tema suscita in noi ragazzi il desiderio di conoscere più a fondo questa realtà che ci tocca da molto vicino e della quale, molto spesso, non abbiamo la possibilità di parlare, costruendo un dialogo ricco di confronti costruttivi. Questa attività, insieme all’animazione nel centro di prima accoglienza per profughi di Monza, mi ha sensibilizzato sull’argomento: ho capito l’importanza del documentarsi quotidianamente per scoprire quanto accade intorno a noi e quanta è la forza e la volontà con la quale giovani come noi, con i nostri stessi sogni, affrontano la vita.

*ispirato a quello trattato in questo articolo: http://www.huffingtonpost.it/2015/04/07/syrian-journey-videogioco-bbc-utenti-rifugiati-siriani_n_7016036.html

Lucia

 

Anche io come lo scorso anno ho partecipato al Campo di Volontariato di Monza, organizzato dall’ACS. Quest’anno, in particolare, abbiamo affrontato il tema delle migrazioni: oltre ai lavori degli altri anni (imbiancare, fare la manutenzione del verde al Parco, sistemare l’oratorio in cui dormivamo…) ci hanno comunicato che alcuni di noi sarebbero andati in un “centro di prima accoglienza”. Nel nostro caso era occupato da ragazzi, dai venti ai trent’anni. Il primo giorno di campo abbiamo partecipato ad una attività sulle migrazioni, che ci ha permesso di capire qualcosa in più su questo tema complicato. Poi ci hanno posto delle domande: quasi nessuno sapeva la risposta, e da questo è stato possibile comprendere quanto poco sappiamo della “vita da migranti”. Quando ho saputo che sarei andato al Centro ero contentissimo, ma ero anche preoccupato, perché avevo dei forti dubbi su come comportarmi. Il giorno dopo, appena siamo arrivati, i ragazzi con il loro sorriso e la loro allegria hanno spazzato via i nostri dubbi e le nostre preoccupazioni. Abbiamo fatto una piccola lezione di Italiano, che molti di loro non conoscevano, essendo appena arrivati, e abbiamo chiacchierato un po’ con loro: erano molto felici e curiosi di conoscerci. In particolare sono rimasto colpito dal loro sorriso e dal fatto che molti di loro volevano condividere con noi persino quel poco che avevano. Andando avanti le domande sono aumentate: c’era chi ci chiedeva qualcosa sull’Italia, chi domandava qualche frase in Italiano, chi ci raccontava la sua storia, parlavamo di calcio, leggevamo la Gazzetta insieme… Il quarto giorno, dopo una partita a calcio e una merenda insieme, ci siamo dovuti salutare. Come ricordo abbiamo regalato a ognuno di loro un braccialetto, ricavato dalla maglietta dell’acs. Non ho parole per descrivervi quanto erano (ed eravamo) tristi, quanto dispiaceva loro che noi dovessimo andare via. Questo ci ha fatto capire quanto tenevano a noi; ci sembrava una cosa da niente quello che avevamo fatto, eppure per loro significava molto. Noi pensavamo di andare lì e donare qualcosa a loro, e invece alla fine della giornata passata insieme mi sentivo più ricco di prima. È come se avessi lasciato lì qualcosa, per raccogliere molto di più. Sicuramente mi hanno insegnato che anche le piccole cose possono fare tanto, e che anche solo un sorriso, in tutta la sua semplicità, arricchisce molto chi lo riceve.

Riccardo