Racconti di Mo.Ca/1

“La vita è azione, è movimento, ed anche la mia vita deve essere azione, movimento continuo, senza pause. Movimento ed azione tendenti all’unico fine dell’uomo: salvarsi e salvare. […] Ho bisogno di orizzonti sconfinati, di cieli luminosi e stellati, di mari e di oceani immensi”. Sento che siamo fatti per il cielo. Voglio impegnarmi, voglio purificarmi, santificarmi per poter dire al più presto: Signore sono pronto, fai di me ciò che vuoi”.

Il MSAC, Movimento Studenti di Azione Cattolica, ha aperto la seconda edizione della Mo.Ca, Movimento in Cantiere, con l’invito di Alberto Marvelli a ricercare il cielo non con il naso all’insù, ma nella vita frenetica di tutti i giorni.
Si potrebbe pensare infatti che nella frenesia il Signore sfugga, ma se in quello che facciamo mettiamo sempre passione e amore, allora la frenesia di quella vita sarà in realtà il vortice dell’amore di Cristo che travolge noi e chi ci sta intorno: quello stesso vortice che ha avvolto noi studenti del Movimento nei tre giorni di “cantiere” presso il Campus Ras, a Castellammare di Stabia tra il 24 e il 26 aprile, in cui ci siamo spesi per fare di questo mondo il nostro mondo. Ciascuno di noi infatti ha dato alla scuola una parte di sé collaborando insieme a tre tecnici ministeriali, Max Bruschi, Patrizia Boretti e Giuseppe Mingione, per fare delle esigenze degli studenti delle concrete richieste di riforma in merito ad Organi Collegiali, Diritto allo Studio e Didattica, da presentare al Ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini, nel corso del Forum delle Associazioni Studentesche.
E mentre gli ospiti si alternavano sul grande divano rosso, nell’aria si respirava la voglia di fare, di conoscere, di mettersi in gioco, di impegnarsi, di imparare quanto più possibile affinché, tornati nelle nostre scuole, con il cuore infiammato di coraggio, le sette sporte di pezzi avanzati, come ha raccomandato l’assistente nazionale don Nicolò, potessero essere ciò che ci portiamo a casa e potessimo così diventare noi stessi quei sette pani e quei pochi pesciolini da donare alla folla.

Valeria e Giovanni (MSAC Lucera-Troia)