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UCSI e MSAC per una scuola di giornalismo

di FRANCESCO DEL VISCIO

incaricato regionale Abruzzo-Molise, tutor per il Lazio

Come ben sapete il nostro MSAC in questi giorni ha collaborato con l’UCSI (Unione cattolica della stampa italiana) al progetto “Decoder – Laboratorio di comunicazione”. Dal 15 al 19 giugno 2009, dalle 9 del mattino alle 5 del pomeriggio, un gruppo di 14 ragazzi delle scuole medie superiori di Roma ha incontrato il mondo della comunicazione e dell’informazione nei volti dei vari ospiti giornalieri, tutti professionisti della materia. Un workshop che, oltre a coinvolgere i ragazzi in una riflessione totale attorno all’uso ed al consumo della comunicazione di massa, ha formato i ragazzi alla produzione dell’Informazione. Finalità concreta del laboratorio è stata la creazione di un sito e di un settimanale online interamente curato dai ragazzi. Organizzati in una redazione, con tanto di caporedattore e grafico, hanno realizzato la grafica del sito (http://web.me.com/fabbio/decoder) e la prima copia del settimanale, mettendo in pratica i contenuti tecnici delle relazioni in coerenza alle loro riflessioni emerse nei giorni di dibattito. Sostiene Vania De Luca, presidente dell’UCSI e storica Segretaria del nostro MSAC Nazionale, che questa esperienza nuova per l’UCSI, sia nelle modalità che nelle finalità, si è mostrata funzionale sotto una molteplicità di aspetti:

  • offre un’occasione ai giovani professionisti della Comunicazione un’opportunità di valorizzazione delle proprie conoscenze;
  • aderisce a pieno alle esigenze dell’Unione di attivarsi socialmente per una Testimonianza cristiana nella Comunicazione;
  • avvia sinergie utili alla realtà dell’UCSI sia per riuscire nei suoi obiettivi che nel maturare sempre più una “coscienza civile”;
  • risponde attivamente all’ “emergenza educativa” ed all’appello “alla responsabilità nell’uso dei mezzi di comunicazione”, priorità pastorali della CEI condivise con la Stampa Cattolica.

SOS Prove d’esame ITIS

Ciao! Vi inoltriamo una richiesta di aiuto da parte dell’incaricato regionale dei giovani di AC della Toscana. Chi può aiutarlo scrivi a castagnolacity@hotmail.com

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Cari amici sparsi per tutta l’Italia,

vi scrivo, diciamo in regime di urgenza, per avere la possibilità di raggiungere il più persone possibile, per un favore. Sto cercando ragazzi che abbiano sostenuto l’esame di Maturità quest’anno (2009) a un ITIS, in particolare perito elettrotecnico. Vi spiego brevemente perchè: mio fratello ha sostenuto l’esame di maturità, e la seconda prova, che è quella di indirizzo, è stata una strage per tutta la classe, con punteggi sotto i 5/15. La professoressa che ha corretto i compiti ha giustificato questi voti con una motivazione che non convince i ragazzi, e quindi stanno cercando altri ragazzi che abbiano sostenuto la stessa prova per poter avere un confronto, e vedere se effettivamente il compito poteva essere svolto anche nel modo in cui è stato fatto da mio fratello e i suoi compagni. Non sto a scendere nei particolari anche perchè io non ci capisco di elettrotecnica, e quindi rischierei di dirvi cose sbagliate. Comunque, il sunto è: se conoscete ragazzi/e (fratelli, amici, vicini, ragazzi dei gruppi,…) che abbiamo sostenuto l’esame di maturità quest’anno (2009) nell’indirizzo di perito elettrotecnico (Istituti tecnici industriali) per favore mettetemi in contatto con lui/lei.

E’ una cosa che richiede urgenza perchè l’orale ce l’ha fra pochi giorni, quindi vi chiedo di fare il più presto possibile.

Grazie mille per il vostro aiuto!!

Un abbraccio

Marco Leorin

C’è bisogno di una scuola…

di don Nicolò Tempesta

C’è bisogno di una scuola…

È ormai da giorni suonata la campanella che segna la fine delle lezioni (almeno per quest’anno scolastico) e per la scuola è tempo di bilanci. Il punto è proprio questo: la qualità della scuola costruisce una società di qualità domani. Essere uomini e donne di qualità. Ciò che la scuola  insegna e trasmette oggi, sappiate che la società lo ritroverà germogliato dopo. Se la scuola semina con larghezza, senza calcolo, ciò che è vero, giusto, amabile, puro, alto e profondo e che può durare anche per il domani, significa che ha a cuore il bene di tutti. Si riscopre ancora una volta primaria nel suo ruolo educativo: la scuola quando educa è sempre “scuola primaria”, una scuola di qualità.

La triste e desolante vicenda di questi giorni nella provincia di Roma che ha votato una interpellanza per dotare le scuole medie superiori di distributori di preservativi, collocati tra le bibite e le merendine, ci deve indurre a chiedere: cara scuola, che ne è del tuo ruolo educativo? Siamo tuttavia convinti che, a dispetto degli scenari catastrofici e di una politica di restrizione finanziaria che ha toccato i settori del servizio pubblico, in particolare la scuola, la fatica e la bellezza di educare, ci permette di guardare ancora una volta al nostro sistema di istruzione come ad un punto di riferimento importante per ragazzi, giovani e famiglie.

C’è bisogno di una scuola che non solo insegni a fare, ma ancor di più educhi a essere. La scuola, nel suo ruolo educativo si riscopra una comunità educante che aiuti a fare unità nella persona. Una scuola che giorno per giorno, prenda per mano i ragazzi aiutandoli a scoprire la bellezza di una vita che diventa dono. Innanzitutto lo sviluppo e la crescita (anche culturale) dei nostri studenti, non potrebbe realizzarsi senza il previo riconoscimento di quei bisogni fondamentali che speso incrociano la vita di relazione dei nostri ragazzi. Primo fra tutti il bisogno di appartenenza e di amore che viene a spezzare l’isolamento e la sensazione di vuoto interiore dei giovani studenti.

C’è bisogno quindi di una scuola che si riappropri essenzialmente della sua dimensione educativa. Potrebbe significare oggi, educare la coscienza a scegliere il  bene per sé e per la comunità dando all’educazione valenza etica; qui vengono chiamate in causa – concretamente – tutte le agenzie educative che dovrebbero parlare tra di loro lo stesso linguaggio e intendersi; penso innanzitutto alla famiglia e alla parrocchia.

C’è bisogno di una scuola che educhi la coscienza, sempre più oggi “scatola vuota”, frutto di quel relativismo etico dominante, che ci priva di quei contenuti veritativi che aiutano i nostri ragazzi a crescere. Il deficit educativo qui è deficit di verità morale e espressioni come “mi regolo in coscienza”, “faccio ciò che mi dice la mia coscienza” – soprattutto in campo di educazione sessuale – divengono segno dell’autoreferenzialità di un soggetto che ha come punto di riferimento solo se stesso. In un acuto e recente saggio di Umberto Galimberti leggo che i giovani stanno male “perché un ospite inquietante, il nichilismo, si aggira tra loro, penetra nei loro sentimenti, confonde i loro pensieri, cancella prospettive e orizzonti, fiacca la loro anima, intristisce le passioni rendendole esangui” (L’ospite inquietante. Il nichilismo e i giovani, Milano 2007, p.11). Tutti auspichiamo a scola un ritorno a quella che i greci chiamavano “l’arte del vivere che, fondamentalmente, consiste nel riconoscere le proprie capacità – e sui banchi se ne scoprono tante! –  per vederle fiorire secondo misura.

C’è bisogno di una scuola che domandi agli insegnanti di essere bravi formatori, capaci di intessere un proficuo rapporto di dialogo e reciproca fiducia che, essenzialmente, è una relazione tra persone caratterizzate da dono e rispetto reciproco. E se l’educazione è offrire alle giovani generazioni il bene più prezioso, quello che corrisponde alla loro autentica realizzazione, la scuola, realizzerà compiutamente la sua funzione educante se aiuterà i nostri giovani a “fare discernimento” (cf. Ts 5,21-22) per cogliere il bene nella vita e della vita.

C’è bisogno di una scuola che inizi a educare all’amore responsabile, che tenga conto non tanto “di vasi da riempire – ricordava già Quintiliano (35-95 d.C.) – ma di fiaccole da accendere”. Una scuola che educhi anche al sacrificio ma che faccia innamorare i nostri ragazzi di ideali alti per i quali vale la pena spendersi e che non installi semplicemente distributori di preservativi e pensare così di risolvere il “problema” dell’educazione sessuale deresponsabilizzando famiglie, studenti e docenti e lasciando soli i ragazzi nel far west delle scelte facili, appaganti e banali.

Desidero ricordare lo scrittore Daniel Pennac che nel “Diario di scuola”, alla fine del percorso di riflessione sulla sua esperienza scolastica a chi gli chiede il segreto per rinnovare l’insegnamento e rivitalizzare la relazione educativa e quali siano le strategie didattiche da intraprendere, dietro l’insistenza dell’interlocutore dice, che lo strumento fondamentale attraverso cui possiamo rinnovare l’educazione è semplicemente l’amore. L’amore per le persone concrete – i volti, le storie, i nomi che incontriamo a scuola – può “tirare fuori il meglio” che ognuno di noi si porta dentro. Non è forse questa l’origine etimologica del verbo “e-ducare”?

Come è finita con gli stranieri in classe

La Commissione Cultura della Camera ha approvato una risoluzione, proposta dall’on. Rampelli, che impegna il ministro Gelmini a emanare una circolare per introdurre il tetto massimo del 30% di alunni stranieri per classe, per evitare la formazione di classi ghetto ma anche di classi intralciate nella didattica. Alla ragionevolezza della norma si oppone però la sua applicazione che risulta già abbastanza laboriosa in molti i casi di scuole che superano ampiamente il tetto. Come provvedere alla distribuzione in alcuni casi di altissima densità straniera senza trapiantare i ragazzi da un istituto, zona, territorio ad un altro?

Aggiornamenti pagina Materiali utili

carissimi msacchini,

nella giornata odierna abbiamo avuto modo di aggiornare la pagina del blog “Io partecipo” riguardante i materiali utili sulla scuola.

Ora troverete il testo completo della “Rforma Gelmini” e quello del Decreto ministeriale n.5 (voto di condotta). Troverete anche il testo della legge finanziaria (solo la parte concernente la scuola)…

W il movimento!

L’Equipe

Come sono andate le SdP ad Andria

“I CARE: l’importante è partecipare” è questo il motto che accompagna le Scuole di Partecipazione per Studenti (Anno primo e secondo), progetto partito nel’Ottobre 2007 e ripreso nell’Ottobre dell’anno successivo e destinato a mai concludersi.

Il Movimento Studenti di Azione Cattolica di Andria, circolo diocesano “Alberto Marvelli” ha deciso di abitare la scuola intensamente e attivamente, con la cadenza di tre giorni ogni anno, ha affrontato con la comunità studentesca diocesana e con l’aiuto di alcuni esperti alcuni degli argomenti più scottanti e che più deve premere conoscere lo studente per “sopravvivere” e poi “vivere al meglio” in quella giungla quotidiana che è la società moderna. Il modo migliore per educare la comunità è partire da quest’età, perché è il momento migliore per porre lo studente in rapporto al territorio in cui vive e in cui comincia ad affacciarsi al bisogno di partecipazione alla vita studentesca e successivamente cittadina.

Torna così sempre più attuale l’I CARE di don Lorenzo Milani, quel “mi interessa, mi sta a cuore” che ci invita ad essere semplici “eroi” nel quotidiano e del quotidiano. La “missione” avviata il 1 Ottobre 2007 ha animato il cuore di tutti gli studenti che credono nel’importanza della Responsabilità, “quasi eroica”, che tutti i giorni consapevolmente e inconsapevolmente è loro affidata. Studenti che cercano nella scuola un fine grande. Oggi proprio noi studenti abbiamo bisogno di una scuola che sia punto di riferimento, luogo di crescita formativa ed educativa, di confronto e dialogo, una scuola che aiuti a costruire le basi del nostro futuro. Abbiamo bisogno di una Scuola di Partecipazione.

Barbiana ha insegnato a sapere, a saper fare, a saper essere. Questa è la scuola che ha insegnato a diventare uomini, donne, cittadini di un domani che è già oggi. E’ quel sapere non fine a se stesso, quel sapere che serviva solo per metterlo al servizio del prossimo. E’ con questo spirito che nasce il progetto Scuole di Partecipazione per studenti.

Il MSAC di Andria ha deciso di trasformare la scuola in palestra di vita per fare esercizi molto particolari, di cittadinanza studentesca con degli atleti altrettanto particolari: gli studenti, rappresentanti (di classe e di istituto) e rappresentati.

Durante il primo anno (nei giorni 1-3-5 Ottobre 2007) ci siamo chiesti perché partecipare, che senso ha la partecipazione scolastica. Ripercorrendo la storia degli ultimi 40 anni abbiamo analizzato in modo critico il protagonismo studentesco, a partire da quell’anno rivoluzionario che è stato il 1968 sino ad arrivare ai giorni nostri. Soprattutto si è affrontata la crisi della partecipazione studentesca con l’intervento di un docente universitario che i cambiamenti li ha voluti e li ha vissuti fino in fondo (avv. Sabino Liso).

Nel secondo giorno ci siamo spinti verso la ricerca di uno “studente-cittadino” coscienzioso, con l’aiuto di un giovane assessore (Francesco Delfino) e di un docente di geografia ( Francesco Bartucci). L’insegnamento trasmesso è che noi tutti possiamo essere cittadini e studenti allo stesso tempo, che si prendono cura della loro vita. E’ molto importante informarsi e informare quante più persone di quello che accade non solo tra i banchi di scuola ma soprattutto agli angoli delle strade. Il buon cittadino e buon studente sente la responsabilità di sapere, e questo consente a tutti noi di essere attenti osservatori di tutto ciò che ci succede intorno.

“Statuto-autonomia-disciplina: regoliamoci!!!” è stato, invece, il titolo dell’ultimo giorno di Scuole di Partecipazione – Anno I. Lo studente deve sentire il bisogno di conoscere e di sapere “tutto ciò che lo regola”. Durante la trattazione del tema, abbiamo riscontrato che ben pochi erano a conoscenza di cosa fosse lo Statuto delle Studentesse e degli Studenti, eppure esiste, è la nostra carta, dovremmo conoscerla, anche perché descrive in modo (quasi) esaustivo come dovrebbe svolgersi la vita all’interno della scuola, dai diritti ai doveri degli studenti, alla coordinazione della vita scolastica, alla neointrodotta disciplina. Per l’illustrazione del documento ci è venuta in aiuto l’allora segretaria Nisia Pacelli e come se non bastasse ha presentato in maniera approfondita il Manifesto degli Studenti approvato a Chianciano lo stesso anno.

Passa un anno, e ad Ottobre 2008, nei giorni 6, 8 e 10, torniamo ad abbracciare la seconda parte del progetto: l’autonomia scolastica e l’importanza di fare rete. Riscopriamo vecchie conoscenze, che sono tornati a sostenerci, e conosciamo volti nuovi, ansiosi di affrontare le tematiche preannunciate e saziare quella fame di conoscenza che dovrebbe caratterizzare un adolescente. E la responsabilità ha giocato un ruolo cruciale in questo secondo anno.

Ma come imparare a partecipare? Innanzitutto vivendo la scuola a 360 gradi, agendo, parlando, prendendo lezioni di vita, portandole fuori dalle mura scolastiche, abitando la città, diventando “responsabili”. E’ da qui che siamo partiti per discutere con i ragazzi presenti il primo giorno della responsabilità (quella dei rappresentanti di classe e di istituto) e della responsività (quella di tutti gli studenti). Cosa ne è emerso? Tutti siamo degli ottimi rappresentanti e/o rappresentanti ma sono davvero in pochi quelli che assolvono alle “proprie funzioni” con la responsabilità necessaria di chi ha un incarico ed ha l’obbligo di portarlo a termine. E’ dunque necessario che chi elegge e chi viene eletto conosca bene anche un po’ di “cose della scuola” motivo per cui il secondo e il terzo giorno si sono affrontati temi riguardanti la legislazione scolastica, dall’autonomia (legge “Bassanini uno”), allo “Statuto delle Studentesse e degli Studenti” spesso tirato in ballo durante la tre giorni di formazione e alla Riforma dei Saperi. Un po’ di cenni dai quali prende spunto il tema “scottante” di queste “Scuole di Partecipazione”: Scuola-Famiglia-Territorio, “La ricchezza di fare Rete”, un confronto diretto tra studenti per la scuola e rappresentanti per le altre componenti educative.

Con la collaborazioni di ospiti d’eccezione come la Segretaria Nazionale del Movimento, Saretta Marotta e i professori Nicoletta Ruggiero e Antonio Quacquarelli, infatti, si è esplorato in modo esaustivo l’argomento attraverso 3 incontri “faccia a faccia” diversi tra loro, come dopotutto lo sono le persone, ma legate dal filo sottile del progetto di una rete che si estende a tutto lo scibile umano. Scuola-Famiglia-Territorio non sono che l’inizio di una rete ancora più grande, sterminata, che ricopre il mondo intero, fatta di informazioni, di confronti, di collaborazione che partono e tornano però sempre alle fondamenta dove verranno raccolte e messe in pratica come insegnamenti a chiunque voglia coglierle e quindi rendersi partecipe.

Con la presentazione della Proposta Formativa dell’Anno Scolastico 2008/09 e l’invito all’intera comunità studentesca di partecipare anche alle nostre future iniziative e di portare nel cuore gli insegnamenti loro regalati si è conclusa anche la seconda edizione delle Scuole di partecipazione per Studenti e il ciclo biennale che lo caratterizza.

MSAC – Diocesi di Andria

Sicurezza… dello studio

Dedicato a Vito Scafidi…
25 novembre, Giornata nazionale della sicurezza scolastica promossa da Cittadinanzattiva. Eventi ed attività in 10.000 scuole. A Roma appuntamento all’Istituto Galilei per “dipingere” la sicurezza

Roma, 12 novembre 2008

Il 25 novembre diecimila scuole partecipano alla VI Giornata nazionale della sicurezza scolastica, promossa da Cittadinanzattiva: attività, eventi, manifestazioni in tutta Italia per promuovere la cultura della sicurezza e della salute tra i più giovani e richiamare l’attenzione delle istituzioni. L’evento nazionale si svolgerà a Roma, presso l’Istituto tecnico industriale Galilei, in via Conte Verde 51 (fermata metro Manzoni), ore 9-13.

L’iniziativa coinvolgerà circa 120 studenti di scuole secondarie della città perché realizzino graffiti e pannelli artistici sul tema della sicurezza a scuola, declinata in tutti i suoi aspetti: sicurezza strutturale, prevenzione e lotta ai comportamenti violenti e al bullismo, prevenzione dall’uso di droghe e fumo, corretto utilizzo delle nuove tecnologie. All’iniziativa di Roma sono stati invitati a partecipare rappresentanti di: Ministero dell’Istruzione, Ministero della Gioventù, Commissione Cultura della Camera, Provincia di Roma, Dipartimento della Protezione civile.

Cittadinanzattiva invita a segnalare situazioni di insicurezza nelle scuole, di ogni ordine e grado: sovraffollamento delle aule, barriere architettoniche e qualità della vita dei disabili, crolli di intonaco e infiltrazioni di acqua, incidenti a scuola, palestre scolastiche inagibili.Si può inviare la segnalazione sul sito www.cittadinanzattiva.it oppure telefonare allo 06.36718555 (PIT Servizi, dal lunedì al venerdì ore 9-13.30).

La Giornata, in collaborazione con il Dipartimento della Protezione civile, si colloca nell’ambito della Campagna IMPARARESICURI di Cittadinanzattiva, giunta quest’anno alla sua VI Edizione. La Campagna Impararesicuri 2008 si svolge sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, con la collaborazione del Dipartimento della Protezione civile e con i Patrocini del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, del Ministero delle Politiche Giovanili e delle Attività Sportive, del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali.

Domani Forum delle associazioni

Si riunisce domani il tavolo della Associazioni Studentesche maggiormente Rappresentative (ASR) presso il MInistero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Sarà presente il ministro Mariastella Gelmini che ci illustrerà, tra le altre cose:

– Linee Guida per l’insegnamento di “Cittadinanza e Costituzione” (VEDI LA BOZZA)

Circolare sulla sperimentazione dell’insegnamento di “Cittadinanza e Costituzione”  (VEDI LA BOZZA)

– Decreto di applicazione degli Art. 2 e 3 della Legge n. 169 (VEDI LA BOZZA)

L’AC sulla scuola!

Da diverse settimane la scuola è tornata prepotentemente al centro del dibattito pubblico. A numerose manifestazioni di piazza, promosse da studenti e docenti, si affianca un aspro dibattito politico. Hanno generato polemiche dei provvedimenti adottati dall’esecutivo per i diversi cicli d’istruzione, alcuni motivati dalla necessità di razionalizzare la spesa (maestro unico, dimensionamento degli istituti, riduzioni del monte-ore…), altri da questioni di carattere sociale (le classi d’inserimento per gli studenti stranieri…). È molto complesso pervenire ad un’opinione univoca su quanto sta accadendo, anche perché, come avviene ormai da anni e con diverse maggioranze politiche, gli interventi sulla scuola sono operati tramite singole misure, e non attraverso una necessaria riforma organica.

L’Azione Cattolica Italiana, in considerazione dell’impegno formativo che caratterizza il suo vissuto ordinario e di un’attenzione costante alla cosiddetta “emergenza educativa”, sente innanzitutto il dovere di sensibilizzare su questi temi responsabili, soci e simpatizzanti: specialmente in un momento fortemente segnato da letture ideologiche, occorre impegnarsi in un profondo lavoro di studio e di confronto. Per questo motivo, gli strumenti informativi dell’associazione, nelle prossime settimane, dedicheranno ampio spazio al mondo-scuola, affiancandosi alle riflessioni che ordinariamente ci vengono proposte dal Movimento Studenti di AC e dal Movimento d’Impegno Educativo.

La difficoltà di giungere a conclusioni non impedisce però di esprimere alcune osservazioni iniziali, che l’associazione presenta anche al mondo politico e a chi è chiamato a promuovere scelte sul campo. Auspichiamo che:

  • la razionalizzazione della spesa non influisca sulla qualità e quantità della formazione scolastica e umana assicurata agli studenti, e sia condotta prestando attenzione ai risvolti occupazionali;
  • la razionalizzazione della rete scolastica non pregiudichi il diritto allo studio degli alunni per mobilità e costi di trasporto;
  • si chiarisca l’idea culturale e pedagogica alla base di alcuni singoli provvedimenti (maestro unico, nuove classi di concorso per i professori, diverso rapporto numerico professori-studenti, voto in condotta, classi d’inserimento per gli studenti stranieri…);
  • le scelte riguardanti l’università si coniughino con il valore della libertà didattica e di ricerca.

È necessario, inoltre, che su un bene così prezioso per la società, quale la scuola, si cerchino tutte le strade democratiche per arrivare a conclusioni condivise, evitando il ricorso a strumenti legislativi che mortificano il dibattito pubblico.

Appare evidente che l’esclusivo ricorso ad azioni di protesta non faccia il bene della scuola, e in questo senso tutti siamo chiamati a responsabilizzarci sul valore di un dissenso che sia costruttivo per l’esercizio della democrazia.

Occorre una riflessione condivisa, che non coinvolga solo alcuni settori, perché le questioni proposte interrogano la politica e i sindacati, ma anche famiglie, insegnanti e studenti. Tutta la società civile, dunque, si senta interpellata e sia consapevole di quanto sta cambiando, valorizzandone il positivo e vagliando il restante con l’esperienza del vissuto ordinario.

A tal proposito, l’Azione Cattolica fa proprie le recenti parole del Capo dello Stato Giorgio Napolitano: «La scuola non deve separarsi dalla società e deve far crescere le giovani generazioni nella passione dello studio e della conoscenza, nella capacità di costruirsi un futuro di lavoro e di vita famigliare, e al tempo stesso deve farle crescere nel senso civico, nella coscienza dei diritti e dei doveri scolpiti nella nostra Costituzione, nell’attaccamento alla Patria, alla nazione italiana e nella volontà di partecipazione democratica nel quadro delle istituzioni repubblicane. Si parta dunque, con uno sforzo di maggiore serenità – nel confronto tra maggioranza e opposizione in Parlamento, e tra governo e parti sociali – dai problemi che nessuno può negare; e si discutano con spirito aperto tutte le diverse soluzioni che ciascuna parte ha il diritto di proporre e ha il dovere di prospettare in termini positivi e coerenti».

La Presidenza Nazionale dell’Azione Cattolica