AUDIZIONE PARLAMENTARE – 10 FEBBRAIO 2009
CAMERA DEI DEPUTATI– VII COMMISSIONE PERMANENTE
Norme per l’autogoverno delle istituzioni scolastiche e la libertà di scelta educativa delle famiglie, nonché per la riforma dello stato giuridico dei docenti – C. 953 Aprea (adottata come testo base) e abbinato C. 1262 De Torre
E’ innanzitutto nostra intenzione esprimere soddisfazione per la volontà del Parlamento di approvare una legge sugli organi collegiali della scuola, e condividiamo con voi la necessità di una riforma che aumenti l’efficienza delle istituzioni scolastiche e snellisca i procedimenti decisionali, ma al contempo riteniamo l’aumento degli spazi di partecipazione e di corresponsabilità per gli studenti e per i genitori una esigenza di pari urgenza e necessità. Riteniamo infatti che una riforma degli Organi Collegiali, volta a rendere maggiormente efficiente la gestione della scuola, non possa in alcun modo comportare la restrizione della partecipazione degli studenti, che anzi riteniamo vada incoraggiata e promossa, e che l’impegno di questi ultimi non vada relegato a mera funzione di controllo, ma sia orientato ad una piena condivisione della responsabilità con le altre componenti scolastiche.
Riconosciamo anche noi la crisi partecipativa latente nelle nostre scuole. Ma non per questo riteniamo che vada abbandonato lo strumento educativo che può rilanciare una cultura della cittadinanza e della partecipazione tra gli studenti e tra le famiglie. A nostro parere non si tratta quindi soltanto di ideare nuovi strumenti di autogoverno della scuola dell’autonomia ma di ricreare gli spazi per una responsabilità partecipata del processo educativo.
Procedendo ad una analisi comparata dei vari disegni di legge, è nostra intenzione soffermarci sui quattro nuclei tematici indicati nella griglia da voi inviataci, nella speranza che si possa pervenire ad ampie convergenze da parte di maggioranza e opposizione sui punti maggiormente problematici, al fine di garantire una riforma quanto più condivisa e quindi stabile e duratura
A) Autogoverno delle Istituzioni Scolastiche
Prendiamo atto che nelle diverse proposte di legge presentate si dà luogo ad un’ampia devoluzione all’autonomia delle singole istituzioni scolastiche della redazione delle norme per il funzionamento e la composizione dei propri organi di indirizzo, programmazione, gestione e valutazione. Ciò è certamente una garanzia ed un notevole riconoscimento dell’autonomia statutaria delle scuole, ma riteniamo che sia opportuno fissare per via legislativa dei limiti e delle indicazioni generali alle quali le singole istituzioni scolastiche debbano attenersi, ed in particolare riteniamo sia opportuno che siano indicati:
- il rapporto numerico tra docenti, studenti e genitori, che sarebbe auspicabile fossero presenti in misura paritaria
- la durata in carica della componente studentesca presente nei vari organi
A questo riguardo in particolare i progetti di legge C. 953 e C 1262 prevedono che mediante Regolamento la singola istituzione Scolastica possa prevedere ulteriori spazi partecipativi per gli studenti ed i genitori. Non possiamo che accogliere con favore questa norma, ma al fine di richiamare al senso stesso di una tale partecipazione delle famiglie al governo della scuola, ovvero non certo formalità burocratica di controllo di un servizio ma strumento di piena corresponsabilità al processo educativo, chiediamo che vengano precisati gli ambiti per i quali non si può prescindere dalla partecipazione di studenti e genitori alla determinazione dell’indirizzo ed alla programmazione dell’istituzione scolastica. Di particolare importanza ci pare a questo riguardo la necessità di fissare a livello legislativo modalità e funzioni di partecipazione dei rappresentanti degli studenti e dei genitori al consiglio di classe, luogo cruciale della programmazione dell’attività didattica, per il quale vorremmo fosse esplicitato dalla legge funzionamento e composizione.
Riteniamo poi che a livello legislativo vadano garantiti e rilanciati quegli strumenti di partecipazione già esistenti, come ad esempio i comitati studenteschi e le assemblee, i quali notiamo con rammarico che non sono menzionati nei due testi.
Riguardo all’Organo di Governo (chiamato Consiglio d’Amministrazione nella proposta c. 953 e Consiglio dell’Istituzione Scolastica nel testo C. 1262), pur comprendendo le necessità di “snellimento” di una tale assise, riteniamo il numero massimo di partecipanti proposto dal testo C.953 (un totale di undici in merito al quale non è chiaro se vadano compresi anche i membri esterni) troppo esiguo al fine di non mortificare la rappresentanza delle varie componenti della comunità scolastica in seno al consiglio ed in particolare di garantire una rappresentanza adeguata a tutti gli studenti.
A proposito per l’appunto della partecipazione dei rappresentanti degli studenti a tale organo, non possiamo che mostrare la nostra forte perplessità per la disposizione contenuta nella proposta C. 953 che vincolerebbe il diritto di voto degli studenti in merito alle delibere riguardanti il programma annuale delle attività al loro stato di maggiore età. Tale disposizione mortificherebbe la rappresentanza degli studenti e la loro facoltà di intervenire in misura determinante in merito al piano dell’offerta formativa per il quale, anche se minorenni, non possono non avere diritto di voto.
Sempre in merito al Consiglio di Amministrazione o Consiglio dell’Istituzione Scolastica riteniamo che sia auspicabile che la presidenza dello stesso venga affidata come attualmente accade ad un soggetto diverso dal Dirigente Scolastico, al fine di per garantire l’autonomia decisionale del Consiglio stesso.
Per quanto riguarda invece la partecipazione di componenti esterni e dei rappresentanti dell’ente che fornisce i locali all’Istituzione Scolastica, riteniamo che questa presenza possa contribuire ad arricchire i lavori del consiglio, aprendo la scuola al territorio e alle realtà che operano in esso. Allo stesso tempo però riteniamo che sia opportuno limitare la partecipazione di esterni ad una percentuale prefissata dalla legge ed inoltre prevedere che questi abbiano una funzione consultiva, e non quindi, diritto di voto.
Accogliamo poi con soddisfazione la proposta avanzata nel testo C. 1262 della costituzione di consigli scolastici territoriali, regionale e nazionale e auspicheremmo l’integrazione di tale proposta nel testo di legge prodotto dal lavoro di questa commissione.
Sui punti B)Stato Giuridico dei Docenti, C) Percorsi di formazione iniziale, abilitazione all’insegnamento e modalità di reclutamento e D) Autonomia finanziaria delle istituzioni scolastiche e libertà di scelta educativa delle famiglie
Per quanto riguarda le disposizioni previste dal testo C. 953 riguardo lo stato giuridico dei docenti, i percorsi di formazione iniziale, abilitazione all’insegnamento e modalità di reclutamento, pur non sentendoci in grado di poter offrire un contributo qualificato, ribadiamo che il miglioramento del sistema scolastico passa necessariamente e prioritariamente dalla formazione degli insegnanti e che è indispensabile una classe docente competente dal punto di vista disciplinare ma soprattutto appassionata e preparata pedagogicamente al proprio compito educativo. Riteniamo dunque che sia necessario un serio ripensamento del sistema di reclutamento degli insegnanti che premi le competenze più che l’anzianità di servizio e che venga posta al più presto una soluzione al blocco delle graduatorie, che attualmente preclude l’accesso all’insegnamento a tanti giovani neolaureati preparati e motivati. Se il meccanismo delle carriere può costituire un utile incentivo, nutriamo però perplessità riguardo alla composizione della commissione di valutazione che dovrebbe fornire il credito professionale ai fini della carriera dei singoli docenti, i cui rapporti di rappresentanza tra docenti interni ed esperti esterni dovrebbero a nostro parere essere totalmente invertiti. Riguardo poi al meccanismo dei concorsi d’istituto non riteniamo che il principio dell’autonomia delle scuole implichi di per sé che le procedure selettive debbano essere delegate alle istituzioni scolastiche o bandite dai dirigenti scolastici, e vediamo anzi in tale procedura un grave rischio di possibili abusi. Auspichiamo piuttosto la soluzione del problema del reclutamento attraverso la proposizione regolare di periodici concorsi nazionali per ciascuna delle categorie di avanzamento di carriera.
Riguardo infine all’autonomia finanziaria delle istituzioni scolastiche e alla libertà di scelta educativa delle famiglie, temiamo che lo strumento della “quota capitaria” previsto dall’articolo 11 dell’A.C. 953, possa dare origine a un circolo vizioso a causa del quale le scuole eccellenti e quindi più “gettonate” abbiano a disposizione le risorse per diventare sempre migliori mentre le scuole che versano in situazioni difficili vengano man mano abbandonate ad un destino sempre peggiore. Per tale motivo riteniamo che i criteri di equità menzionati nel testo c. 953 vadano posti al centro del meccanismo di distribuzione delle risorse, facendo in modo che le scuole con maggiori difficoltà, specialmente nel mezzogiorno del paese, siano sostenute in maniera adeguata, ed al contempo garantendo degli incentivi a quelle scuole che raggiungono i livelli di eccellenza.
Ringraziando gli onorevoli deputati per averci offerto la preziosa opportunità di contribuire ai lavori del Comitato ristretto, accogliamo l’invito di questa commissione alla riflessione intorno alla riforma degli Organi collegiali e reclutamento e formazione dei docenti dedicando le giornate di studio del nostro convegno nazionale del 24-26 aprile alle tematiche di legislazione scolastica attualmente in discussione, al fine di elaborare contributi più puntuali e raccogliere i pareri della base del movimento intorno a questi temi.
Roma, 10 febbraio 2009
La Segretaria Nazionale
Dott.sa Saretta Marotta
Il Delegato per i rapporti con il MIUR
Agatino Lanzafame