Archivio mensile:Gennaio 2017

Buona scuola, al via il secondo tempo

Carissime msacchine e carissimi msacchini di tutta Italia,
torniamo in campo con aggiornamenti più che urgenti e interessanti per le nostre scuole!
Il 14 gennaio il Consiglio dei Ministri ha approvato le prime bozze di testi delle deleghe della Buona Scuola, che ora vanno in Parlamento per il parere delle commissioni Istruzione di Camera e Senato e per gli altri passaggi prima dell’approvazione definitiva in Consiglio dei Ministri, prevista per fine marzo.Nel frattempo la Ministra Fedeli sta per avviare un giro di incontri con tutti i rappresentanti del mondo della scuola (genitori, insegnanti, dirigenti e studenti.. tra cui le Consulte Provinciali e il Forum delle associazioni studentesche di cui il MSAC fa parte) per raccogliere pareri e proposte per migliorare i decreti legislativi. E noi vogliamo esserci per portare il pensiero elaborato dal MSAC in questi anni, per arricchire i testi delle deleghe con il frutto delle assemblee scolastiche, degli incontri pomeridiani e del pensiero sulla scuola che caratterizza i nostri incontri nazionali.
Delle otto deleghe in discussione:

– accesso alla professione docente

– scuole all’estero

– promozione dell cultura umanistica

– sistema 0-6 anni

inclusione dei disabili

valutazione

diritto allo studio

istruzione professionale

abbiamo scelto le ultime quattro, che sono quelle che ci riguardano più da vicino, per preparare 4 veloci schede di lettura che pubblichiamo in questa pagina! Le schede possono essere utili per capire le novità delle deleghe e per poterci confrontare con i nostri compagni di classe!

Che cosa ne pensate della nuova maturità? Sarebbe meglio mantenere la tesina? E i nuovi istituti professionali vi sembrano interessanti? Quali spese vorreste che fossero coperte dalla Carta dello Studente? Su questi e tanti altri temi, aspettiamo  di sapere cosa ne pensate!

Non sono in realtà tematiche nuove per le associazioni studentesche, infatti ci siamo già espressi più volte per esempio sul tema del diritto allo studio, chiedendo di sopperire al più presto alle disuguaglianze tra le regioni d’Italia, con un fondo perequativo nazionale che potesse garantire delle prestazioni minime adeguate alle esigenze delle studentesse e degli studenti. Abbiamo anche più volte espresso il parere delle msacchine e degli msacchini sull’esame di maturità chiedendo un peso maggiore al percorso di studi precedente all’esame e che la prova INVALSI non venisse utilizzata per valutare i singoli studenti. Queste e molte altre proposte sono riassunte, in un’ulteriore breve scheda a vostra disposizione sul sito.
Ma in vista dell’incontro con la Ministra ancora di più siamo desiderosi di sapere cosa ne pensate sui testi approvati in Consiglio dei Ministri. Quindi lasciateci pure qualche commento o inviateci le vostre impressioni, così che la prossima settimana al MIUR porteremo anche il vostro parere!

Nei prossimi giorni sapremmo darvi delle tempistiche più precise per gli incontri al Ministero e con le commissioni parlamentari, quindi stay tuned!Intanto per ogni suggerimento o chiarimento potete scrivere al nostro Andrea, delegato al MIUR, ( mail andreafacciolo3@gmail.com) e soprattutto potete lasciarci un commento!
W il Movimento!

 

Lezioni sospese per neve

neve

* di Luigi Gisolfi, msacchino di San Severo e Rappresentante di Consulta

La foto parla da sé: il mercurio sale poco nei termometri delle scuole italiane.
Gli studenti, vuoi che siano al bar, vuoi che siano lì per cercare un dialogo con le istituzioni, vuoi che rimangano a casa nei loro letti, lasciano i banchi vuoti.
È la situazione di un’Italia che non sa far fronte al problema del “freddo”.
Freddo, sì.
Perché, se in un edificio pubblico, nel nostro caso la scuola, non si raggiunge la benedetta soglia stabilita dall’articolo 4 del DPR 412/93, tutti gli studenti hanno il diritto di dire che fa freddo.

I presidi e gli insegnanti si schierano da tutte le parti: la spaccatura è evidente, la soluzione no.
Il problema persiste anche tra i sindaci: la situazione sta sfuggendo di mano.
Alcune scuole chiudono, altre lasciano i battenti aperti.

Tutti si domandano cosa farà l’Italia.
Molto probabilmente non lo sa neanche lo Stato.
È interessante, a questo proposito, dare un’occhiata a due situazioni verificatesi: la prima, di qualche giorno fa, andata in onda a Striscia la Notizia; la seconda, di circa un anno fa, su “La Repubblica” riguardante l’Emilia Romagna.

A questo punto ci sarà chi leggerà l’evento drasticamente, descrivendolo come l’inevitabile conseguenza del male che l’uomo sta causando al pianeta.
Ci sarà chi non farà altro che pensare agli sprechi dei due casi sopracitati.
Ci sarà chi si affiderà al “buon senso” e deciderà arbitrariamente se chiudere o meno questo o quell’altro edificio pubblico.
Ci sarà chi si informerà, e cercherà una soluzione che probabilmente non arriverà mai.
Noi, nel frattempo, ci impegniamo a guardare con oggettività la situazione di queste prime settimane del 2017 e ci chiediamo: cosa servirebbe? Degli emendamenti, in modo che le leggi si adeguino alla situazione italiana? Oppure basterebbero solo più controlli, manutenzioni, insistenza e coerenza?
Questo non siamo ancora riusciti a capirlo bene.
E il perché lo sappiamo tutti: questo non è il quadro di una scuola, ma il grande affresco italiano, la foto chiaramente sfocata di un’Italia che risulta troppo flessibile, troppo attaccata al “buon senso”;
un’Italia che possiede leggi e che non sa metterle in pratica;
un’Italia che non sa cosa fare al minimo stravolgimento dell’ordinario.
A noi tutti, ed in primis ai giovani, serve un’Italia che si spenda.
Un’Italia che non faccia utopiche le leggi e non spacci irregolarità per buon senso.

Anche questa volta ha perso la bella Italia.
Anche oggi abbiamo perso.
Anche oggi ha vinto la legge, ma trasgredendo se stessa.
Anche questa volta, in Italia, non ha vinto nessuno.

Però noi continuiamo a giocare.
Si sa mai.

Noi continuiamo a giocare, sì, continuiamo… perché quando nelle nostre scuole, nelle nostre università si formano studenti e giovani che non si fermano all’apparenza dei problemi ma sono capaci di capirne le cause e le possibili soluzioni (che tante volte passano dalle piccole azioni quotidiane), allora significa che ha vinto la bella Italia e che le cose possono ancora cambiare. Sta a noi conoscere le leggi, applicarle e combattere, con i mezzi che abbiamo a disposizione, quelli previsti dal nostro Ordinamento, perché esse siano realmente efficaci o vengano migliorate. Le prime armi a nostra disposizione: informarsi, partecipare ed essere propositivi.