Per la prima volta dalla nascita del governo Renzi, oggi abbiamo incontrato con il Forum delle associazioni studentesche il ministro Giannini. Un confronto rinviato da troppo tempo, ma finalmente arrivato. E produttivo: la nostra impressione è positiva.
Il Forum ha prima di tutto esposto al ministro alcune proposte condivise, nella convinzione che la grande ricchezza del nostro tavolo sta proprio nel portare elaborazioni strutturate insieme da tutti i 7 soggetti rappresentati. Se una proposta unitaria viene da associazioni con idee molto distanti, allora significa che davvero riproduce un’esigenza diffusa degli studenti italiani!
Il Forum ha dunque presentato al ministro tre proposte ormai da tempo condivise, ma rimaste intoppate tra i cambi di governo: una proposta di legge quadro nazionale sul diritto allo studio, dato che gli ordinamenti delle singole Regioni non garantiscono ovunque livelli di servizio e assistenza standard per tutti gli studenti; uno statuto per gli studenti in stage o tirocinio; e una revisione della legge (567/1996) che regola gli organi collegiali, in particolare per dare più peso al ruolo delle consulte provinciali. Il ministro ha assunto tutte e tre le proposte, con una riserva sul diritto allo studio: pur prendendo l’impegno davanti a noi di prendersi a cuore questa tematica decisiva, Giannini ha ammesso che un intervento del genere necessita di risorse il cui stanziamento dovrà essere approvato dal governo. Sugli stage, il ministro ha detto che scontiamo un modello culturale che mette prima lo studio nozionistico e poi il sapere sperimentale: è tempo, anche per rispondere alla drammatica emergenza occupazionale, di superare questa impostazione. In generale, ha sostenuto il ministro, obiettivo del suo mandato sarà duplice: aumentare la qualità media della scuola italiana, ma in modo diffuso, senza divari regionali; e dare competitività al sistema italiano nel confronto con gli altri Paesi, anche premiando le eccellenze.
Il ministro ha recepito quattro ulteriori richieste delle associazioni: di partecipare alle iniziative che coinvolgono la scuola nell’ambito del semestre italiano di Presidenza del Consiglio europeo; di includerci nel tavolo tecnico con il Ministero del Lavoro sul programma “Youth Guarantee”; di includerci nel tavolo già insediato con il Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari (CNSU) sul tema dell’accesso all’università (in particolare i famigerati test); e di iniziare insieme una riflessione sulla democratizzazione del sistema scolastico (dagli organi collegiali e le assemblee studentesche, alla valutazione e alla didattica partecipate).
Si è poi passati a un giro di tavolo con le sensibilità delle singole associazioni: si è parlato, tra l’altro, di test INVALSI, accesso all’università, orientamento, partecipazione studentesca, parità scolastica, riforma dei cicli, formazione professionale, governance delle istituzioni scolastiche. Come MSAC abbiamo evidenziato il momento favorevole per la scuola italiana, che gode di grande attenzione come dimostrato dallo straordinario incontro “per” la scuola – tutta la scuola – del 10 maggio. Abbiamo poi sottolineato, oltre a condividere molte osservazioni delle altre associazioni, tre temi: la scuola come luogo di formazione alla cittadinanza, per esempio applicando l’insegnamento di “Cittadinanza e costituzione”; l’integrazione europea da promuovere nel semestre di Presidenza; e la necessità di salvaguardare assemblee e spazi di partecipazione come momenti di socialità fondamentali per gli studenti.
Nella sua seconda replica, il ministro ha risposto puntualmente alle varie questioni. Sulla valutazione, ha concordato che i test di oggi hanno difetti strutturali come il prevalere di un’analisi quantitativa – pur necessaria per garantire oggettività e possibilità di comparazione internazionale – rispetto a quella qualitativa. Si è detta disposta a ragionare su questo tema insieme ai “Cantieri scuola” avviati da pochi giorni. Sul tema di autonomia e governance, ha aperto a una democratizzazione e partecipazione dei sistemi ma col principio che si possa ricondurre le responsabilità di ogni scuola a una persona o a un gruppo di persone ben definite. Sulla parità scolastica, si è detta per un sistema che valorizzi le scuole paritarie per aderenza a un modello laico ed europeo che garantisce libertà di scelta educativa alle famiglie; gli strumenti di valutazione di tutte le scuole del sistema pubblico integrato dovranno per forza essere gli stessi. Sulla formazione professionale, ha introdotto la necessità di potenziare i percorsi “vocational, educational and training” (apprendimento, formazione e lavoro). Infine ok a percorsi di educazione alla cittadinanza: in attesa delle risorse per dare monte ore autonomo alla materia “Cittadinanza e costituzione”, con la promozione di percorsi quali le Lezioni con l’Accademia dei Lincei o la “Nave della legalità”.
Il lavoro al Forum si preannuncia intenso per i prossimi mesi, con la partecipazione ai tavoli tecnici e il lavoro insieme alla Direzione dell’area studente (con cui il Forum collabora ordinariamente). Dopo il Forum, abbiamo potuto incontrare pure la dottoressa Leuzzi dell’Ufficio affari internazionali, con cui abbiamo condiviso interessanti proposte per l’uso dei fondi europei destinati all’istruzione. Noi ci saremo, come ci ricorda papa Francesco non per «occupare spazi», ma per «avviare processi» (Evangelii Gaudium, 223). Sempre portando, dal basso, le esigenze e i sogni degli msacchini di tutta Italia.