Archivio mensile:Febbraio 2011

La scuola e l’Unità

“La scuola di Stato, la scuola democratica, è una scuola che ha un carattere unitario, è la scuola di tutti, crea cittadini, non crea né cattolici, né protestanti, né marxisti. La scuola è l’espressione di un altro articolo della Costituzione: dell’art. 3: “Tutti i cittadini hanno parità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinione politica, di condizioni personali e sociali”. E l’art. 151: “Tutti i cittadini possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge”. Di questi due articoli deve essere strumento la scuola di Stato, strumento di questa eguaglianza civica, di questo rispetto per le libertà di tutte le fedi e di tutte le opinioni.”

Piero Calamandrei

La Berluscuola


Per la rubrica “dico la mia”, ospitiamo qui un articolo postato sul suo blog da Pierluigi Vito, già collaboratore centrale MSAC e direttore della rivista msacchina “Presenza & Dialogo studenti”.

La Berluscuola

di Pierluigi Vito

“Poter educare i figli liberamente e liberamente vuol dire di non essere costretto a mandarli a scuola in una scuola di stato, dove ci sono degli insegnanti che vogliono inculcare dei principi che sono il contrario di quelli che i genitori vogliono inculcare ai loro figli educandoli nell’ambito della loro famiglia” (Silvio Berlusconi, 26 febbraio 2010)

È questo uno dei diritti fondamentali dell’individuo secondo le parole di Silvio Berlusconi ai Cristiano Riformisti, in occasione del loro Congresso Nazionale, il secondo per l’esattezza (cavolo, ci siamo persi il primo!). Il nostro sedicente primo ministro prosegue quindi a denigrare e delegittimare le istituzioni della nostra Repubblica. Stavolta tocca alla scuola, luogo di produzione culturale, di formazione del pensiero, di inclusione nella cittadinanza.

Cultura, pensiero, cittadinanza: tutti temi chiaramente irritanti per l’autocrate dal telecomando d’oro. Il quale è o profondamente ingenuo o irredimibilmente ignorante o perniciosamente cinico nelle sue sparate: delegittimare la scuola pubblica in sé, vuol dire svuotarla dell’autorevolezza che ha mantenuto nel corso della storia italiana e -proprio nell’anno del 150° – rinnegarla come punto di riferimento unitario: ragazzi del sud e del nord, ricchi e poveri, chiamati a confrontarsi su una lingua, su testi, su programmi comuni, portando le loro diversità. Come bene ha detto stamattina su Radio3 Adolfo Scotto Di Luzio, (docente di Storia della scuola all’Università di Bergamo) la scuola pubblica italiana – con tutti i suoi limiti – è stata comunque per tante generazioni l’incontro con “l’estraneo culturale”.

Ovvero è stato il luogo in cui ragazzi abituati a sfogliare i libri delle librerie domestiche dei genitori si sono incontrati con chi non ne aveva mai visti in casa; il luogo in cui estrazioni, storie e visioni del mondo diverse si incontravano, si scontravano, crescevano. Il luogo in cui (almeno sulla carta, spesso nei fatti) il figlio dell’operaio e il figlio del professionista erano sullo stesso piano. Cosa detestabile per il nostro premier come egli stesso ha candidamente ammesso nel 2006, in uno dei faccia a faccia con Romano Prodi.

E proprio davanti a una platea cristiana, questo corruttore di avvocati e di costumi, in epoca di emergenza educativa, secondo le parole del Papa, decide di affondare il coltello nel corpo e nella dignità della maggiore agenzia educativa che qualunque Stato civile metterebbe al centro delle sue politiche. Il nostro non lo è.

Ma a questo punto occorre anche chiedersi che razza di Chiesa sia la nostra se accetta tutto ciò senza dire nulla, accontentandosi delle lenticchie che questo gerarca del bunga bunga è disposto a concedere. Un attacco del genere alla scuola pubblica, la scuola degli Italiani, De Gasperi, Dossetti, Moro e tanti altri politici democristiani che si batterono perl’art.33 della Costituzione non l’avrebbero mai tollerato. E noi quanto siamo disposti a tollerare?

IL MSAC promuove gli STATI GENERALI DELLA CONOSCENZA

COMUNICATO STAMPA

Il 17 e 18 maggio prossimi si terranno a Roma gli Stati generali della conoscenza, promossi da un ampio schieramento di organizzazioni sociali e di associazioni degli insegnanti, degli studenti e dei precari della conoscenza.

Si concretizza il tal modo l’Appello sottoscritto da personalità del mondo della cultura e delle associazioni, nonché da due premi Nobel, lanciato a novembre scorso.

Sulla base del documento di base degli Stati Generali, aperto a ulteriori adesioni, i promotori si impegnano a realizzare un percorso condiviso, con l’obiettivo di definire proposte di rilancio e di innovazione dei sistemi di istruzione, formazione e ricerca.

E’ un appuntamento importante realizzato da soggetti sociali che, nella complessità e ricchezza delle differenze, si uniscono per chiedere ai decisori politici di interrompere la lunga stagione di tagli sui settori della conoscenza, di riconoscere la centralità della conoscenza per garantire partecipazione e democrazia e promuovere un modello di sviluppo equo e sostenibile.

Rimettere al centro delle scelte del paese il diritto al sapere ed al lavoro è prioritario per restituire fiducia e costruire un paese migliore di quello che abbiamo trovato.

ADI (Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca Italiani), AGENQUADRI (Associazione di rappresentanza di quadri, professionisti ed alte professionalità), AIMC (Associazione Italiana Maestri Cattolici), ARCI, ARCI RAGAZZI, AUSER, CGD (Coordinamento Genitori Democratici), CGIL, CIDI (Centro di Iniziativa Democratica degli Insegnanti), Conpass (Coordinamento nazionale dei professori associati), CIP (Comitato Insegnanti Precari), EDAFORUM (Forum permanente per l’educazione degli adulti), FLC CGIL, FNISM (Federazione nazionale degli Insegnanti), Fondazione Di Vittorio, LEGAMBIENTE, LEGAMBIENTE Scuola e Formazione, LEND (Lingua e Nuova Didattica), LIBERA, LINK Coordinamento Universitario, MCE (Movimento di Cooperazione Educativa), MIEAC (Movimento di impegno educativo di azione cattolica), MSAC (Movimento Studenti di Azione Cattolica), PROTEO Fare Sapere, RETE DEGLI STUDENTI, RETE DELLA CONOSCENZA, RETE 29 APRILE, TAVOLA DELLA PACE, SPI CGIL (Sindacato Pensionati Italiani CGIL), UNIONE DEGLI STUDENTI, UDU (Unione Degli Universitari), Vol.un.t.a.s. (Volontari Under 18-Transumanze Attive e Solidali)

Scarica il documento di apertura degli Stati Generali della Conoscenza in pdf

la carica delle 900 tracce d’esame…

da Tuttoscuola.com

Maturità 2011: sono più di 900 le diverse tipologie d’esame

La riforma del ministro Gelmini per la scuola secondaria di II grado ha drasticamente ridotto il numero delle diverse tipologie di scuola esistenti, portandolo, attraverso la complessa operazione delle confluenze, a “soli” 46 tra indirizzi e corsi normali.

Occorreranno però cinque anni perché questo numero ridotto arrivi all’esame finale di Stato. Nel frattempo continueranno a funzionare i percorsi e gli indirizzi del vecchio ordinamento e dei corsi sperimentali che hanno funzionato in questi ultimi vent’anni.

Per l’esame di Stato 2011 (e per i prossimi anni) vi saranno ancora queste tipologie di scuola per le quali il Miur dovrà continuare a sfornare centinaia e centinaia di prove ad hoc.

Esattamente, per quanto riguarda le classi che andranno all’esame secondo l’ordinamento, è di 182 il numero delle scuole (e delle prove) interessate.

Per quanto riguarda, invece, i vecchi corsi sperimentali, saranno ben 720 le diverse tipologie che andranno ad esame.

Tra ordinamento e sperimentale, dunque, il numero complessivo delle tipologie arriva a 902.