Archivi autore: Saretta Marotta

A proposito di storia a scuola…

Al XIV congresso MSAC, l’ultima mattina è stata dedicata al tema dell’insegnamento della storia nella scuola superiore. Ed è proprio di ieri la polemica scaturita da una richiesta di dodici parlamentari del Pdl di attivare una commissione d’inchiesta sui libri di testo scolastici, accusati di essere di parte

Vi incolliamo qui un articolo di tuttoscuola. commentate!

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La storia di parte

La notizia di scuola su cui si focalizzano da ieri sera agenzie di stampa e giornali è la richiesta, da parte di 19 deputati del Pdl, capitanati da Gabriella Carlucci, di istituire una Commissione parlamentare di inchiesta “sull’imparzialità dei libri di testo scolastici”.

Nella richiesta, i parlamentari della maggioranza si chiedono se possa “la scuola di Stato, quella che paghiamo con i nostri soldi, trasformarsi in una fabbrica di pensiero partigiano” e fanno alcuni esempi dei testi incriminati.

Vediamoli dunque questi esempi: ne ‘La storia’ di Della Peruta-Chittolini-Capra, edito da Le Monnier, si descrivono “tre personaggi storici: Palmiro Togliatti ‘un uomo politico intelligente, duttile e capace di ampie visioni generali’; Enrico Berlinguer, ‘un uomo di profonda onesta’ morale e intellettuale, misurato e alieno alla retorica’; Alcide De Gasperi ‘uno statista formatosi nel clima della tradizione politica cattolica’“.

In ‘Elementi di storia’ di Camera-Fabietti, edito da Zanichelli, si legge “l’ignominia dei gulag sovietici non è dipesa da questo sacrosanto ideale (il comunismo), ma dal tentativo utopico di tradurlo immediatamente in atto o peggio dalla conversione di Stalin al tradizionale imperialismo”.

In ‘Storia’, volume III, di De Bernardi-Guarracino, edito da Bruno Mondadori, si trova scritto che dal 1948 “l’attuazione della Costituzione sarebbe diventato uno degli obiettivi dell’azione politica delle forze di sinistra e democratiche“.

Per andare a tempi più recenti, i parlamentari del Pdl citano di nuovo il volume ‘La storia’ di Della Peruta-Chittolini-Capra, edito da Le Monnier, che così descrive l’allora Partito democratico della sinistra: “Il Pds intende proporsi come il polo di aggregazione delle forze democratiche e progressiste italiane” con “un programma di riforme politico sociali miranti a rendere più governabile il Paese“.

Tra i passi incriminati si cita anche la descrizione che ‘L’età contemporanea’ di Ortoleva-Revelli, edito da Bruno Mondadori, fa di Oscar Luigi Scalfaro: “Dopo aver abbandonato l’esercizio della magistratura per passare all’attività politica nel partito democristiano” si è segnalato “per il rigore morale e la valorizzazione delle istituzioni parlamentari“.

Ancora: il manuale ‘Elementi di storia’ di Camera e Fabietti descrivono l’attuale presidente del Pd, Rosy Bindi, come la “combattiva europarlamentare” che, ai tempi della militanza nella Democrazia cristiana, sollecitava ad “allontanare dalle cariche di partito” tutti “i propri esponenti inquisiti“.

Lo stesso testo afferma che, nel 1994, “con Berlusconi presidente del Consiglio, la democrazia italiana arriva a un passo dal disastro“. Secondo gli autori, “l’uso sistematicamente aggressivo dei media, i ripetuti attacchi alla magistratura, alla Direzione generale antimafia, alla Banca d’Italia, alla Corte costituzionale e soprattutto al presidente della Repubblica condotti da Berlusconi e dai suoi portavoce esasperarono le tensioni politiche nel Paese“.

tuttoscuola.com

Souvenir del XIV Congresso

di Simone Esposito
Il “buon sangue” non può mentire. Cento anni di storia msacchina, radicati in più di centoquarant’anni di vita dell’Ac, dicono tante cose: passione per la scuola, impegno per la città, servizio per la Chiesa, testimonianza cristiana e civile nei confronti degli altri studenti. E i ragazzi (tanti, in rappresentanza dei tantissimi che animano il Msac nelle scuole di tutta Italia) che hanno partecipato, da venerdì a domenica scorsa, al XIV Congresso nazionale del Movimento, questo “buon sangue” ce l’hanno nelle vene. Con la semplicità e l’irruenza della loro età, gli studenti dell’Ac ancora una volta non si sono tirati indietro, e hanno raccolto la sfida della responsabilità che l’intera Azione Cattolica affida loro: quella di essere presenza significativa e appassionata dell’associazione nella scuola e tra i compagni di classe.
Questa responsabilità gli studenti dell’Ac l’hanno esercitata in tutti i momenti di questo Congresso (intitolato, appunto, “Buon sangue non mente. Cent’anni di passione per la scuola e per il Paese”). Hanno cominciato venerdì scorso con l’incontro alla Corte costituzionale con il presidente della Consulta Ugo De Siervo, che aveva invocato la necessità della partecipazione dei ragazzi alla vita sociale e politica del Paese: «Ciò che deve spingere i giovani all’impegno nelle istituzioni e per il bene comune è l’insoddisfazione, la scontentezza per ciò che non ci piace del presente, perché non si ripeta nel futuro». Un appello subito raccolto da, Saretta Marotta, la Segretaria nazionale uscente, che ha sottolineato come «nonostante la nostra Italia fatichi ancora a sentirsi appieno una comunità nazionale e abbia in parte perso la fiducia nel futuro e in noi giovani, noi studenti continuiamo a credere nella scuola e vogliamo spenderci per essa e, tramite essa, per l’intero Paese. Chiediamo alle istituzioni di credere nella nostra voglia di partecipazione, di prenderci cura del bene comune». E questa voglia di partecipare i ragazzi hanno continuato a dimostrarla discutendo della “scuola migliore” con il professore-scrittore Domenico Starnone, e dell’importanza della storia a scuola con l’insegnante Maila Archetti e il ricercatore Roberto Parisini.
Ma soprattutto, i ragazzi del Msac hanno esercitato pienamente la loro responsabilità democratica, discutendo fin nei dettagli e votando il documento congressuale ed eleggendo i quattro nuovi membri dell’Equipe nazionale (auguri a Laura di Alghero, Biagio di Padova, Vincenzo di Andria e Rosathea di Ragusa) e la nuova Segretaria nazionale. Un impegno che dimostra quanto la scelta democratica dell’Ac sia un valore per anche per i giovanissimi, che sono in grado di testimoniare quanto essa non sia il rito svuotato di senso al quale troppo spesso danno vita gli adulti di questo Paese.
Ora il Movimento si rimette in marcia. A guidarlo nel prossimo triennio c’è una nuova faccia nuova: quella (molto commossa, al suo debutto!) di Elena Poser del Msac di Aosta. Ma il “buon sangue”, quello è lo stesso di sempre.

Bozza definitiva XIV Congresso nazionale

CARISSIMI, ECCO LA BOZZA DEL DOCUMENTO CONGRESSUALE, PRONTA PER GLI EMENDAMENTI E LA VOTAZIONE DEFINITIVA IN CONGRESSO

Rispetto alla prima versione, è stata modificata dall’Equipe nazionale  recependo alcune delle indicazioni ricevute in proposito dai circoli attraverso i pareri inviati nel mese di febbraio

INVITIAMO TUTTI I DELEGATI A LEGGERE IL TESTO PRIMA DI VENIRE A ROMA PER IL CONGRESSO!!!

SCARICA L’ULTIMA VERSIONE DEL DOCUMENTO CONGRESSUALE!!!

-11 al congresso… caccia alla locandina!

Quale sarà il titolo del prossimo congresso MSAC?… in attesa della grafica definitiva ecco alcune anticipazioni…

riguardo al titolo su Facebook sono già stati dati numerosi indizi… quindi msacchini, dateci dentro col vostro fiuto!

a breve poi manderemo la bozza definitiva del documento congressuale pronta per il voto e le schede dei candidati…

Concorso UnionCamere “Scuola, creatività, innovazione”

L’Unione italiana delle Camere di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura (Unioncamere), volendo promuovere, sviluppare e coltivare nei giovani delle scuole medie superiori una propensione al pensiero creativo e all’innovatività e sensibilizzare il mondo della scuola sulla rilevanza, per la crescita sociale ed economica dei territori, di un percorso educativo che tenga conto di temi quali appunto la creatività, l’innovazione, il design e la tutela della proprietà industriale e intellettuale, ha bandito un concorso per  stimolare gli studenti a presentare proposte progettuali innovative riferite a prodotti/servizi e design nell’ambito delle seguenti tematiche:

energia e ambiente

beni culturali e territorio

salute e sicurezza

Il concorso è aperto a tutti gli studenti che nell’anno scolastico 2010-11 frequentano gli Istituti di scuola media superiore con sede in Italia o all’estero (ossia Scuole italiane statali all’estero) e i corsi di istruzione e formazione tecnica superiore (IFTS). Scadenza per l’invio dei progetti: 29 aprile

CLICCA QUI PER APRIRE IL SITO DELL’INIZIATIVA


Messaggio dei giovani italiani al Presidente della Repubblica

Questo messaggio è stato consegnato stamattina dal Forum Nazionale dei Giovani, la piattaforma che riunisce tutte le associazioni giovanili italiane, al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dopo una staffetta di giovani che partendo da Siena, Assisi e Teano si è passata di mano in mano un testimone tricolore convergendo infine a Roma sul Gianicolo.

Scarica qui il pdf del messaggio

Signor Presidente,

Le affidiamo oggi queste parole, giunte qui a Roma da ogni parte dʼItalia, e nel farlo sappiamo di affidarle allʼintero popolo italiano che Lei rappresenta.

Centocinquanta anni fa i giovani italiani gioivano poiché il sogno di tante generazioni si era finalmente compiuto: il sogno di unità cui essi avevano contribuito da protagonisti, per il quale avevano vissuto, studiato e rischiato la vita e che da quel lontano 17 marzo 1861 erano chiamati a custodire e proiettare verso il futuro. Siamo certi che in quei giorni essi avranno pensato a come noi giovani italiani avremmo coltivato questa conquista di unità e libertà.
Signor Presidente, non abbiamo scelto di nascere in questo Paese e ogni giorno ci chiediamo, dinanzi alle incertezze sul nostro futuro, se seguire le opportunità che spesso ci sono offerte altrove. Per molti di noi questa non è purtroppo una scelta, bensì una via obbligata per non abbandonare gli studi e le competenze acquisite al prezzo di grandi sacrifici.

Una parola che ha accompagnato la nostra vita fino ad oggi, quasi come un amaro viatico cui rassegnarsi è “crisi”: economica, dei valori, della politica, dellʼunità nazionale. Di queste crisi ci è stato detto che noi giovani siamo i figli, il frutto, il segno. Non lo siamo Presidente. Non sentiamo di esserlo. Esse sono lʼeredità che le generazioni passate ci hanno ingiustamente trasferito, ma che vogliamo superare.

Crediamo nel valore del lavoro. Continuiamo a crederci anche in un Paese dove un giovane su quattro – al sud uno su tre – è disoccupato. Chiediamo che le nostre capacità siano premiate per quello che valgono, che la scuola e lʼuniversità siano accessibili davvero a tutti e che per questo non debbano rinunciare alla qualità e ad un giusta e lungimirante valorizzazione del merito. Cerchiamo il lavoro sul quale questa nostra Repubblica è fondata e senza il quale non vi è alcun futuro, per noi come per lʼintero Paese.

Crediamo nellʼimportanza della famiglia. Sogniamo di acquistare una casa dove costruire la nostra vita, amare, crescere i nostri figli. Desideriamo una condizione economica che ci dia questa possibilità, investimenti immobiliari che sappiano coniugare la tutela del diritto fondamentale alla casa col giusto profitto, un sistema di credito che incentivi i giovani a osare, una riforma radicale del sistema fiscale e delle pensioni che alle parole faccia finalmente corrispondere i fatti.

Siamo nati in una società che ha da tempo aperto le proprie frontiere alla ricchezza dellʼintera umanità. Molti di noi hanno non hanno origini italiane, eppure sono nati qui. Parlano italiano, studiano e lavorano per un futuro migliore in questa terra, ma spesso viene loro negato il riconoscimento della cittadinanza.

Crediamo in unʼItalia unita che sappia essere promotrice dellʼunità europea come di un futuro di sviluppo sociale, politico ed economico per lʼintero Mediterraneo.

Non bisogna, signor Presidente, che ci si mostri lʼorrore della criminalità per scegliere la via della legalità. Chiediamo però che istituzioni ed operatori economici dimostrino una volontà ancora più forte nel costruire e proporre strade alternative, che non mostrino ai nostri occhi lʼillegalità come la via più conveniente. Chiediamo che in nessuna regione dʼItalia ci vengano negati i diritti così da indurci a scegliere i privilegi. LʼItalia che amiamo ha già ripudiato le mafie.

Conosciamo bene lʼindignazione del vedere alcune nostre città invase dai rifiuti, nel respirare per strada polveri assassine, nel vedere soffocare boschi, coste, campagne che il mondo intero ci invidia sotto lʼignobile peso del cemento abusivo, nello scoprire che interi paesi sono costruiti sui rifiuti tossici e che i nostri mari custodiscono silenziosi veleni. Facciamo la raccolta differenziata nelle nostre case, la chiediamo nelle scuole, utilizziamo i mezzi pubblici e andiamo in bici, ci appassionano le energie rinnovabili. Crediamo nella politica del negawatt e non del megawatt, dellʼefficienza rispetto allʼaumento della produzione, convinti che questa sia la strada che ci debba unire.
Anche i giovani del Risorgimento, del secondo dopoguerra e della Costituzione erano indignati come noi a causa degli errori del passato, dellʼincapacità di progettare un futuro migliore per lʼItalia. Loro hanno scelto di cambiare e noi oggi siamo qui rendere giustizia a quella scelta di libertà.

Ci siamo chiesti quanto ci appartenga questa festa, cosa possa dire alle nostre vite, ai nostri timori e alle nostre speranze. Molti fra noi rischiano di sentire questo anniversario come un ricordo nostalgico che appartiene alle istituzioni, agli storici e ai musei. Sappiamo però che la bellezza della storia è data dal fatto che nessuno ha scelto di farne parte, ma ciascuno ha la libertà di cambiarla, di mutare ciò che non è frutto di libera scelta in libertà di appartenenza, in cittadinanza consapevole ed orgogliosa.

Oggi scegliamo di continuare a studiare, a lavorare, ad amare, a costruirci un futuro in Italia. Scegliamo anche oggi, 17 marzo 2011, qui a Roma, di essere cittadini di questo Paese e chiediamo ad esso, con profonda responsabilità di avere fiducia in noi, nella nostra scelta di cittadinanza e di unità.

Crediamo nella politica come supremo strumento che è dato agli uomini per costruire libertà per sé stessi e per gli altri. Non crediamo nella politica dellʼinteresse personale, del clientelismo, della corruzione, dellʼimmobilismo generazionale. È questa la politica da cui ci si accusa di essere lontani. Non siamo lontani, stiamo bensì cercando, con passione spesso silenziosa, di costruire una nuova politica che sappia ascoltare il suo popolo e servirlo con competenza e rigore morale.

Per noi chiediamo allʼItalia due sole cose: fiducia e maestri. La fiducia nella sincerità del nostro impegno, che sostenga e accolga il nostro lavoro e i nostri sogni. Chiediamo maestri che ci indichino la via con saggezza e lungimiranza dʼanimo, ma nella viva speranza che le nuove generazioni superino le precedenti e sappiano costruire un futuro migliore.

Abbiamo preso in mano le nostre vite e vogliamo renderci protagonisti di una nuova rinascita. Siamo pronti a ricevere il testimone da coloro che hanno costruito, mantenuto e rafforzato questa unità durante questi lunghi anni, cosicché un giorno possiamo passarlo a chi verrà dopo di noi, con la fiducia e la speranza con la quale queste parole hanno viaggiato e, passando di mano in mano, sono giunte qui oggi.

La ringraziamo Presidente e abbiamo fiducia in Lei, perché ha saputo e sa rappresentare, lʼunità dʼItalia per la quale oggi facciamo festa.

Accolga queste nostre parole e il nostro impegno, le consegniamo a lei e simbolicamente a tutto il popolo italiano unito.

Buon 17 marzo, buona Festa dellʼUnità dʼItalia Presidente, Il Forum Nazionale dei Giovani

Un’idea per la notte del compleanno italiano

L’Italia compie tra qualche giorno 150 anni. E’ un compleanno importante, denso di significato, il cui festeggiamento è doveroso, intenso, appassionato.

Vogliamo lanciarvi un’idea (gratuita) per farlo!

La notte del 16-17 marzo, nelle piazze dei vostri comuni (interessate i vostri sindaci), nelle sale dei cinema, nelle aule magne delle scuole, a costo zero, sfogliate l’album dei ricordi di questa Italia che il 17 marzo non festeggerà soltanto il momento della sua unificazione, ma tutti questi 150 anni.

Immaginate le strade, le piazze, le sale della vostra città addobbate con le immagini, i suoni, le parole di questa nostra storia.

Vi proponiamo un rullo, da poter quindi proiettare all’infinito, a ripetizione. 6 episodi che raccontano questa Italia e che non potranno non strappare ai passanti, ai cittadini, agli italiani, insomma, qualche minuto di celebrazione della nostra memoria.

Qui sopra trovate proposto il video. Le istruzioni per fare inviare invece gratuitamente alla vostra amministrazione comunale il dvd con le immagini ad alta risoluzione sono qui: http://www.fscire.it/150/

Un modo semplice e sobrio per dire che a questa Italia centocinquantenaria ci teniamo e che la sua storia è anche la nostra, quella delle nostre famiglie, dei nostri nonni a padri, di noi e i nostri fratelli, dei nostri nipoti.

Buon compleanno italiani!

Stati generali della conoscenza: un piano per la scuola, un progetto per il Paese

tuttoscuola.com

L’appuntamento degli “Stati generali della conoscenza”, promosso da un ampio schieramento di organizzazioni sociali e di associazioni degli insegnanti e degli studenti, è per il 17-18 maggio 2011. L’obiettivo è di individuare un’agenda di impegni per la scuola da onorare in modo realistico senza propagandismi. Forse la parola può apparire pomposa, ma dopo tante proposte unilaterali, appare opportuno un incontro congiunto per stabilire dove e come intervenire per mettere in cima alle priorità la qualità del sistema scolastico. Tuttoscuolaha da tempo fatto la sua parte in questo senso, offrendo in particolare tutti i dati nel “Rapporto sulla qualità nella scuola” (2007), di cui è in preparazione la seconda edizione, e analisi e suggerimenti nel dossier “Risparmi e Qualità. La sfida sella scuola”.

La formula degli “Stati generali della conoscenza” – che non ha niente di magico – necessita di una condizione preliminare: mobilitare le migliori energie a sostegno del sistema educativo, del popolo della scuola, delle famiglie e dei giovani.

La scuola italiana ha bisogno di discussioni serie e pacate che affrontino i problemi reali partendo dai dati di fatto per cambiare strada e portarsi allo stesso livello degli altri paesi con azioni finalizzate alla rimozione delle principali criticità.

Le 24 organizzazioni promotrici, convinte che potrebbero fare molto di più di quanto è consentito loro dall’attuale Governo, hanno elaborato un documento strategico di sviluppo della scuola che dovrebbe fare da traino a tutte le forze politiche. Il piano individua i valori della “democrazia, partecipazione, del rispetto della persona, delle differenze e comprensione dell’altro” quali elementi costitutivi di futuri progetti concreti per assicurare a tutti il diritto allo studio e l’accesso ai saperi.

Va sottolineato – come ha dichiarato anche Giuseppe Desideri, presidente nazionale dell’Associazione dei maestri cattolici (AIMC)  – che  “… l’elemento fortemente innovativo che assicura un valore aggiunto all’iniziativa degli ‘Stati generali’ è costituito dal percorso di condivisione e corresponsabilità che ha portato soggetti professionali e sociali con proprie specificità e con storie e appartenenze molto diverse a trovare un’intesa comune sui valori di fondo della proposta”.

Questo conferma che la vera sfida per il sistema scolastico non è perciò tra scuola pubblica o paritaria, come strumentalmente si vuole far credere, perché le strategie di entrambe coincidono e sono rivolte a premiare il merito e il rigore negli studi, ad assicurare un livello soddisfacente di istruzione a tutti gli studenti, indipendentemente dalla loro origine sociale o geografica.

[Il MSAC è tra le associazioni promotrici degli Stati Generali. Per vedere comunicato e documento di indizione, clicca qui]