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Nota congiunta Msac-Fuci

Alla luce della circolare pubblicata dal Ministero dell’Istruzione, che ha reso noto il calendario dei test di ammissione ai corsi di laurea e di laurea magistrale ad accesso programmato per l’a.a. 2013/2014 e 2014/2015, il MSAC – Movimento Studenti di Azione Cattolica – e la FUCI – Federazione Universitaria Cattolica Italiana – desiderano esprimere le loro perplessità in merito al provvedimento in questione e manifestano la loro solidarietà a quegli studenti che quest’anno affronteranno nel mese di luglio, senza preavviso, le prove d’ammissione all’Università pochi giorni dopo aver sostenuto l’esame di maturità.
Riteniamo la decisione di anticipare a luglio i test di ammissione all’Università per l’a.a. 2013/2014 inopportuna in quanto, modificando l’ordinamento vigente, incide sulla programmazione dell’anno scolastico in corso con tempi troppo ristretti, influenzando in maniera non indifferente l’organizzazione dello studio tanto per l’esame di maturità quanto per i test di ammissione ai corsi di laurea ad accesso programmato.
Tale provvedimento, preso al termine della legislatura, mostra di essere slegato da un progetto più ampio di cambiamento che riguardi la scuola e l’Università.
La pubblicazione della suddetta circolare ci offre però la possibilità di riportare in primo piano almeno due “pratiche” che riteniamo necessarie per fornire agli studenti che si apprestano a compiere il passaggio dalla scuola superiore al mondo universitario gli strumenti adeguati per affrontare una delle scelte più importanti della loro vita. Speriamo possano essere la base, in un futuro prossimo, per una riflessione seria e condivisa.
Riemerge forte la necessità di fornire percorsi adeguati di orientamento (tanto per l’università che per il mondo del lavoro) che tengano conto della necessità degli studenti in formazione (e in continuo cambiamento e maturazione) di aver chiare quali siano le proprie passioni, attitudini e desideri. E’ inoltre fondamentale per gli studenti conoscere gli aspetti più tecnico/oggettivi relativi alle effettive possibilità e opportunità di studio e lavoro, attraverso esperienze concrete, in particolare nei territori di appartenenza e in una logica di valorizzazione e conoscenza delle offerte delle proprie zone di abitazione. Serve quindi un grande sforzo da parte delle scuole che, facendo leva sulla propria autonomia, devono essere in grado di istituire validi percorsi di orientamento da distribuire durante i 5 anni di scuola superiore e da intensificare negli anni del triennio favorendo oltre ad un importante scambio di informazioni anche il lavoro di rete fra generazioni.
E’ necessario provvedere all’organizzazione da parte delle scuole superiori (o anche meglio da reti di scuole che decidono di lavorare insieme) di corsi di preparazione ai test universitari in modo tale da accompagnare e sostenere gli studenti nell’importante prova di accesso alle università a numero programmato.
Infine ci chiediamo se un progetto più serio e strutturato di riforma non debba prendere avvio da una riflessione che, entrando nel merito del meccanismo di accesso alle facoltà a numero programmato, si interroghi sull’efficacia e sulla validità dei test universitari, anche riguardo alle modalità di svolgimento e al loro contenuto.

Capire i conflitti, praticare la pace – Rondine

Vi proponiamo il progetto “Capire i conflitti, praticare la pace” realizzato da Rondine e che vede tra gli organizzatori anche il nostro Alessandro Garuglieri, già incaricato Msac per la Toscana.

Si tratta di una proposta di viaggio-studio sui luoghi della Prima Guerra Mondiale, per le scuole superiori (3° e 4°) e medie (3°), per far vivere una esperienza di formazione e di confronto sul tema del conflitto.
Oltre alle visite classiche a musei e luoghi di guerra, verranno realizzate attività formative e momenti di lavoro in gruppo per la classe e personale, e dopo due edizioni già realizzate abbiamo potuto constatare che i ragazzi tornano davvero con qualcosa di nuovo nel cuore. E’ una esperienza molto forte e bella, che si propone come una gita scolastica davvero costruttiva e formativa ma con la bellezza di una esperienza unica.

info: qui

 

la prima prova

E anche quest’anno la prima prova può dirsi archiviata e la grande novità del c.d. “plico telematico” pare abbia funzionato molto bene. Ad ora, infatti, non si registrano grossi problemi nel funzionamento del nuovo sistema di trasmissione delle tracce: pare quindi sia stata una novità che ha sortito un grande successo e che ha permesso al Miur di risparmiare oltre 250mila euro.

Ma andiamo a vedere, in sintesi, gli argomenti oggetto delle tracce 2011-2012:

per la tipologia A, tema letterario – analisi del testo, è uscito “Ammazzare il tempo”, brano di Eugenio Montale tratto da “Auto da fé”.

la tipologia B, saggio breve – articolo di giornale, come al solito divisa in quattro ambiti, prevedeva le seguenti tracce:

– l’ambito artistico-letterario parlava de “Il labirinto” con testi di Ariosto, Borges, Calvino ed Eco e quadri di Picasso, Pollock ed Escher.

– l’ambito socio-economico si intitolava “I giovani e la crisi”, con riflessioni di Mario Sensini e di Steve Jobs (quest’ultima tratta dal libro di Giovanna Favro) e dati tratti dal 45° Rapporto CENSIS e da una ricerca dell’ISTAT.

– l’ambito storico-politico aveva come titolo “Bene individuale e bene comune”, con brani di S. Tommaso d’Aquino, Jean.Jacques Rousseau, Einaudi e Giuseppe De Rita e testi anche molto recenti (del 2011).

– l’ambito scientifico aveva ad oggetto un argomento molto discusso negli ultimi anni, vale a dire “La responsabilità della scienza e della tecnologia”. Fra gli autori dei testi a disposizione Hans Jonas, Primo Levi, Leonardo Sciascia, Pietro Greco e Margherita Hack

La tipologia C, il tema di ordine storico, forniva come spunto di partenza un brano di Hannah ARENDT tratto da “La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme.” e chiedeva al candidato di soffermarsi sullo sterminio degli ebrei pianificato e realizzato dai nazisti durante la seconda guerra mondiale

la tipologia D, infine, chiedeva di riflettere su una dichiarazione di Paul Nizan («Avevo vent’anni. Non permetterò a nessuno di dire che questa è la più bella età della vita») discutendo problemi, sfide e sogni delle nuove generazioni.

Potete consultare le tracce complete della prova scritta di italiano cliccando qui

e voi che traccia avete scelto??? Raccontateci la vostra prima prova!

In bocca al lupo, maturandi!

«Notte di sogni di coppe e di campioni, notte di lacrime e preghiere, la matematica non sarà mai il mio mestiere». Così canta Antonello Venditti nella sua celebre canzone Notte prima degli esami e forse queste parole riescono a racchiudere l’emozione e la tensione che avvolgono, in queste ore, migliaia di studenti italiani che domani affronteranno la tanto temuta prima prova degli esami di maturità.

Una notte con tanti “sogni”, scolastici e non (forse anche sogni calcistici – meglio europeistici – ma, per fortuna dei maturandi, la partita dell’Italia è stata disputata ieri e quindi non hanno anche questa tensione da dover affrontare); una notte, forse, segnata anche dalle “lacrime”: lacrime dovute alla tensione pre-esame, ma anche ad un po’ di nostalgia per quel percorso che si sta concludendo e che li ha fatti crescere, maturare appunto; nonché una notte di “preghiere”: perché la maturità vada al meglio, perché i commissari siano clementi, etc.

Gli esami ormai sono davvero troppo vicini – citando ancora Venditti – e nelle stanze di questi maturandi sta regnando, probabilmente, la confusione più totale: i libri per l’ultimo ripasso sparsi ovunque, i “bignami” – di italiano e di storia – buttati sul letto sperando che per osmosi le ultime nozioni entrino nel cervello in vista del tema, il computer aperto alla ricerca di improbabili notizie sulle tracce… anche se statisticamente, c’è da dirselo, non ci azzeccano mai! Tra l’altro quest’anno si aggiunge la speranza che qualche hacker riesca ad accedere al cervellone del Miur che domani mattina trasmetterà, per la prima volta, le tracce online a tutte le scuole, mandando in pensione le fatidiche buste…

Ma tutto questo conta relativamente poco; quello che conta realmente è il ricordo che si porteranno sempre dietro di questa scuola superiore: i tanti compagni con cui hanno condiviso tutto (dalla penna dimenticata a casa ai pomeriggi di studio e di ripasso, per fare degli esempi), i professori che li hanno fatti crescere – e, a volte, pure penare -, le esperienze che hanno vissuto…

Tutti aspetti che sicuramente saranno riusciti “a far stare” nella valigia che hanno riempito in questi anni di scuola superiore. Ora si conclude una strada lungo la quale hanno camminato e che è durata 5 anni – forse per qualcuno qualche anno in più. Ora a loro non resta che rimboccarsi le maniche e percorrere questo ultimo breve sprint.

Quest’anno, per qualcuno, la maturità sarà ancora più speciale che per altri. Allora un ricordo, permettetecelo, va in particolare agli amici maturandi colpiti dal terremoto in Emilia che affronteranno l’esame domani o nella sessione straordinaria predisposta dal Miur per il mese di luglio: a loro un forte abbraccio.

Buona notte prima degli esami, cari ragazzi! Manca davvero poco, ma siam certi che sarà un successo!

 

p.s. un “in bocca al lupo” speciale a due maturande d’eccezione: Adelaide e Rosathea, entrambe dell’equipe nazionale MSAC.

 

Lettera del ministro Profumo ai sindacati della scuola

Pubblichiamo qui di seguito la lettera che il ministro Profumo ha inviato ai sindacati della scuola: una risposta, forte, alle voci che in questi giorni si sono susseguite tra insegnanti, studenti e mondo della politica circa il ddl sul merito che il ministro dovrebbe presentare in Consiglio dei Ministri nei prossimi giorni.

Vi consigliamo di leggerla. Non appena uscirà il testo definitivo del ddl, non mancheremo dall’esprimere i nostri giudizi.

 

LA LETTERA

Care colleghe e cari colleghi,

per cultura e storia personale sono abituato a prestare la massima attenzione e a mettermi in ascolto quando parlano i rappresentanti dei lavoratori. Nella mia esperienza di cittadino, di docente e infine di Rettore ho incontrato tante volte il sindacato, e ho sempre cercato di farlo mettendomi dalla parte giusta: quella della coesione e della solidarietà nell’interesse generale. Tanto più, quindi, desidero ascoltare e interloquire con voi oggi che mi trovo a fare il ministro. Ho riflettuto sulle osservazioni e sulle critiche che avete voluto fare in questi giorni, sulla base di anticipazioni giornalistiche, ai provvedimenti sulla scuola e l’università che saranno da me proposti mercoledì in Consiglio dei ministri.

Desidero rassicurarvi e fugare uno ad uno tutti i dubbi da voi espressi, che mi sembrano nascere in realtà da una più generale paura che la scuola venga abbandonata a se stessa. Non lo sarà. Non da me, almeno. Non potrei nemmeno volendo – e non voglio – visto che nella scuola e nella formazione ho passato quasi tutta la mia vita, prima da studente e poi da professore, ma anche da marito di un’insegnante e da padre di tre figli.

Capisco però questi timori. La scuola italiana ha attraversato negli ultimi anni un periodo di grande difficoltà, fatto di tagli e di marginalizzazione rispetto all’agenda politica del paese. Di questa messa all’angolo la scuola ha sofferto molto, ed in primis i suoi lavoratori, che si sono sentiti feriti e colpiti.

Sin dall’inizio del mio mandato, però, tutto il mio lavoro è stato indirizzato ad invertire questa tendenza e a rimettere la scuola al centro dell’agenda del Paese. Perché sono fermamente convinto che la scuola, soprattutto in tempi di crisi economica, sia parte della soluzione e non del problema. E voglio anzi dire di più: senza di essa nessuna soluzione potrà mai funzionare.

Non sono solo parole, perché il governo ha già operato con grande concretezza in questa direzione. Nella prossima stagione, nonostante le difficoltà di bilancio, per la prima volta dopo sette anni consecutivi i cicli scolastici manterranno lo stesso organico del 2011-2012. Vi assicuro, non è stato semplice. Così come non è stato semplice  reperire un miliardo di fondi europei per il sud e principalmente per la scuola del bisogno. Ed ancora, scovare 117 milioni per cento scuole di “seconda occasione”, che offrono un’altra possibilità a chi ha abbandonato. Così come altri 400 milioni per gli asili nido, ancora al sud, in modo da dare cura all’infanzia e possibilità a molte donne di poter lavorare nel tessuto produttivo nazionale.

Non è mia intenzione rifugiarmi dietro un elenco notarile, che pure è costato tanta fatica e segnala una precisa scelta politica, per eludere il nodo da voi evidenziato. Mercoledì in Consiglio dei ministri non proporrò certo provvedimenti sul premio a chi si impegna nella scuola alternativi allo  sforzo, che invece deve essere sempre più intenso, per fare della scuola un mondo dove nessuno è lasciato indietro, a cominciare dai più deboli e svantaggiati. Questi provvedimenti li intendo invece come del tutto complementari. Così come prevede l’articolo 34 della nostra Costituzione. Mantenendo la giusta proporzione fra i diversi obiettivi: impegniamo qualche decina di milioni per le misure a favore dell’impegno nell’eccellenza, e più di un miliardo di euro per la scuola di tutti.

Questa è anche la logica che lega il nostro impegno per la scuola a quello per l’università, che pensiamo indissolubilmente congiunti. E’ in questa prospettiva, per esempio, che abbiamo previsto una presenza non occasionale dei docenti universitari nelle scuole e forme più efficaci di orientamento. Il tipo di scuola e di università che il governo intende promuovere non è quello dove vi è posto solo per i più bravi, ma al contrario quello dove la centralità della funzione didattica viene esaltata a vantaggio di  tutti. E questo lo si può fare solo se si concepiscono diritto allo studio e misure premio per chi si impegna di più come due facce della stessa medaglia di una scuola moderna, europea ed inclusiva. Per questo ho inteso lavorare in queste settimane prima ad un provvedimento sul potenziamento del diritto allo studio universitario, dove nell’appena pubblicato decreto legislativo n. 68 del 29 marzo 2012  le risorse disponibili sono passate da 110 milioni di euro a quasi 150, per poi proporre un pacchetto di misure premiali per chi si impegna nel sistema formativo, sia da studente sia da professore.

Non sempre è stato così, nella storia della cultura politica dei partiti e in quella sindacale, dove pure grande è l’attenzione per la coesione sociale e a non lasciare nessuno indietro. Questa esclusività e visione di due sistemi come alternativi poteva essere forse vera qualche decennio fa, in tutt’altro contesto economico e politico, prima della globalizzazione. Oggi non lo è più, ed è la stessa Europa – è stata la commissaria europea in visita a Roma a dirmelo con grande decisione – a volere da noi una modernizzazione della nostra visione della formazione.

Quel che stiamo facendo, però, non lo facciamo solo per l’Europa o perché qualcuno ce lo impone. Lo facciamo per un dovere di fedeltà alla nostra Costituzione e ai valori di eguaglianza, di dignità e di opportunità in essa sanciti. La rinuncia della scuola e dell’università italiane a valorizzare al suo interno i “capaci e meritevoli” rappresenta una scelta di fatto – anche se non di diritto – elitaria e discriminatoria proprio nei confronti dei più deboli. Se la scuola e l’università rinunciano a fornire a chi ne potrebbe usufruire e a chi si impegna in esse possibilità formative di “eccellenza”, di fatto le lascia alla pura forza di chi ha una famiglia alle spalle che se le possa permettere. L’antagonismo ideologico tra equità e merito non ha più ragion d’essere nel mondo globalizzato di oggi e si rivela sempre più una scelta di classe a favore dei ricchi, indipendentemente dal loro merito e dall’apporto che sapranno portare all’intero paese. La competizione di un volta tra sistemi nazionali è divenuta oggi anche competizione mondiale tra individui e noi italiani non possiamo fare a meno di confrontarci seriamente con questo passaggio d’epoca.

Lo ripeto: diritto allo studio e misure premio per chi si impegna di più sono due facce della stessa medaglia di una scuola moderna, europea ed inclusiva. Ne sono davvero convinto. Certo, non è un concetto di immediata intuizione, perché il diritto allo studio è universale, mentre il premio è per sua natura selettivo. Ma sono sicuro che, esaminando nel merito tutte le proposte, su cui sono sempre aperto al confronto, potrete riconoscere che la filosofia che le innerva non è quella di  un modello elitario e spietato,  bensì quello di una democrazia aperta e attenta soprattutto ai più deboli.  Solo così potremo fare il bene allo stesso tempo del nostro paese e dei nostri ragazzi. E a questo modello inclusivo ma flessibile intendo lavorare nei mesi che rimangono del mio incarico, spero con il vostro sostegno.

A presto

Francesco Profumo

 

#natividigitali

Venerdì 25 e sabato 26 maggio segui su Twitter l’hashtag #natividigitali, in occasione della Conferenza Nazionale Scuola dei nativi digitali organizzata dal PD con numerosi ospiti.

Tra i tanti, interverranno il ministro Francesco Profumo, il presidente Ipsos Nando Pagnoncelli, la direttrice Rai Scuola Silvia Calandrelli e Laura Bononcini di Google Italia.

 

Qui MoCa… raccontata dal circolo PiGi

Pubblichiamo un articolo sulla MoCa inviatoci dal circolo MSAC Piergiorgio Frassati di Nocera Inf-Sarno
Ciao a tutti ragazzi! L’articolo di questo mese tratterà di un evento a cui  noi dell’equipe Msac abbiamo partecipato: il Movimento in Cantiere (Mo.Ca.),  il quale si è tenuto a Napoli dal 20 al 22 aprile. “Se mi lasci non vale”, questo è stato il tema della Mo. Ca. inerente alla  problematica dell’abbandono e di dispersione scolastica, fenomeno diffusissimo
in Italia che colpisce indiscriminatamente Nord e Sud. “La scuola non è più scuola, è un ospedale che cura i sani e respinge i malati” diceva don Milani e noi studenti non vogliamo un simile trattamento, bensì pretendiamo una palestra di vita che ci accompagni durante il percorso di crescita e di maturazione. Crediamo in una scuola da non abbandonare!
In questi tre giorni i nostri “cantieri” hanno affrontato i temi dell’orientamento, della cultura della valutazione e del sogno di avere scuole aperte il pomeriggio; approfonditi da esperti esterni.
Per quanto riguarda il primo, l’orientamento si è diviso in due parti: in entrata e in uscita. Nella prima fase si è sottolineata la necessità di un percorso di diversi incontri suddivisi in fasi per aiutare i ragazzi a fare una  scelta consapevole della scuola superiore che vogliono frequentare. Nella  seconda fase, invece, ci siamo concentrati su come affrontare la scelta dell’università e se decidere di continuare gli studi o intraprendere subito una carriera lavorativa. Siamo giunti alla conclusione che lo studente, entrante o uscente, ha bisogno di maggiori servizi per essere guidato in una dimensione formativa finalizzata a costruire persone forti e autonome; capaci di fare scelte di ambito tecnico o vocazionale per il loro futuro abolendo ogni stereotipo.
Il secondo cantiere si è occupato della valutazione, un tema cruciale della scuola italiana, in quanto noi studenti siamo abituati, spesso erroneamente, a considerare i giudizi che noi riceviamo ogni giorno come giudizi alla persona, permettendo alle valutazioni negative di abbattere la nostra autostima . Ma oggi anche le scuole vengono valutate attraverso i test invalsi, test anonimi che hanno il compito di valutare i livelli di apprendimento dei ragazzi di
ciascuna scuola, da poco introdotti anche per gli allievi delle scuole superiori . Quindi sarà valutato non anche l’operato dei docenti e dei dirigenti scolastici.
Un’altro argomento collegato alla “dispersione scolastica” che abbiamo trattato nei laboratori è quello della “scuola aperta”. Ma cos’è la scuola aperta? La scuola aperta è una scuola che vuole aprirsi a ciò che ora non viene considerato come “scolastico” in senso stretto, ma che fa parte della vita degli studenti, concretamente garantisce una “presenza” anche dopo le cinque ore scolastiche. Ogni studente deve aver la possibilità di essere autonomo, di  riuscire a “fare rete”con gli altri enti del territorio, con le stesse istituzioni scolastiche, deve dunque partecipare dandosi da fare! Quindi, l’iniziativa di “scuole aperte” è quella di mettere a disposizione degli enti scolastici una serie di competenze e conoscenze così da formare una persona a “trecentosessanta gradi”.
Tutto ciò è stato presentato al sottosegretario Marco Rossi-Doria durante un convegno tenuto al convitto “Vittorio Emanuele II”, il quale ha espresso i suoi pareri e le sue più sincere congratulazioni per aver “colpito nel segno” alcuni dei reali problemi della scuola italiana. Noi tutti studenti ci auguriamo che questi progetti ideati durante il Movimento in Cantiere possano essere realmente realizzati, affinché la NOSTRA scuola ci insegni ad amare la cultura e dia senso e sapore allo studio dei più giovani perché questi sono gli anni in cui dobbiamo investire per il futuro.
Perciò noi del Msac ripetiamo ancora una volta: I care!

La MoCa vista dai nostri circoli…

Pubblichiamo un articolo sulla MoCa ricevuto dal circolo di Nola.

Se si perde loro ( i ragazzi più difficili) la scuola non è più scuola. Ma è un ospedale che cura i sani e respinge i malati.

Con queste parole, di don Lorenzo Milani, hanno avuto l’avvio i lavori del Cantiere del Movimento (Mo.Ca.), svoltosi a Napoli dal 20 al 22 aprile. Circa 140 studenti,tra segretari e membri di equipe dei circoli diocesani, delegati regionali e responsabili nazionali del MSAC, hanno impegnato il loro tempo e le loro energia per iniziare a rispondere a una sfida che i nostri tempi continuano a porre: la dispersione e l’abbandono scolastico. Da qui il titolo della Mo.Ca. Se mi lasci non vale.

Le premesse dei lavori sono state chiarite fin da subito dalla scelta di iniziare i lavori con un momento di preghiera presieduto da don Tony ( neo assistente del MSAC) e dal saluto di  Elena Poser, segretaria nazionale, che ha sottolineato che i capisaldi di questo impegno nella Scuola , per la Scuola e per il paese, per noi msacchini sono una fede matura e una professionalità eccellente.
La scelta della tematica nasce dalla osservazione che ancora oggi in tutta Italia, con picchi maggiori in alcune regioni tra cui la stesa Campania, troppo studenti fuoriescono dal sistema dell’istruzione/formazione.
A guidare i partecipanti nella fase iniziale di studio iniziale sono stati Franco Venturella ( provveditore di Vicenza) e la dott.ssa Speranzina Ferraro della Direzione Generale per lo Studente del MIUR.

In particolare è stato ribadito il ruolo della Scuola nella formazione del cittadino,  a cominciare dai legami di comunità che a scuola andrebbero costruiti. In quest’ottica le boccature, la dispersione e l’abbandono scolastico sono delle condizioni di “mortalità scolastica” in cui fallisce l’intero progetto della repubblica italiana di garantire a tutti  la realizzazione di sé, rimuovendo gli ostacoli, perché i ragazzi non siano più sudditi ma cittadini sovrani.
Lo studio tecnico, svoltosi nella mattinata di sabato con la dott.ssa Speranzina Ferraro, ha ulteriormente consentito di ridefinire i concetti di abbandono e dispersione scolastica  confrontandoli con le direttive europee. Appare eclatante che a fronte di un progetto “Europa 2020” che implicherebbe per gli stati delle UE una riduzione a meno del 10% degli Early School Leavers ( tra 18 e 24 anni), in Italia nel 2000 fossero il 25.1 % scesi al 19.1% nel 2009.
Di fronte a questo problema, occorre un approccio sistemico che ponga al centro di una community care l’apprendimento e non più l’insegnamento, cioè lo studente con le sue fragilità e potenzialità nella sua unicità.
Cuore della Mo.Ca. sono stati i laboratori di cantiere in cui sono state individuate e discusse  le macroaree in cui bisogna agire per raggiungere gli obiettivi indicati dalla Costituzione e dalla comunità internazionale.
Cultura della valutazione, scuole aperte  e orientamento ( in entrata e in uscita) sono stati variamente declinati, con il supporto di esperti dell’associazione e non, per  rispondere alle molteplici difficoltà, che sono cause e concause, fin dall’inizio del percorso di istruzione, del fenomeno,  che esplode in modo manifesto nel periodo della scuola secondaria di secondo grado.

I dubbi e le riflessioni emersi sono stati poi condivisi, nel pomeriggio di sabato, con il sottosegretario del MIUR Rossi Doria, presso il Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II di Napoli.
Il sottosegretario ha dato speranze confortanti circa i 23milioni e 700mila euro che finanzieranno il progetto delle scuole della seconda occasione nelle quattro regioni più a rischio ( Campania, Puglia, Sicilia e Calabria) e la possibilità di rinnovamento degli stessi. Con lui si sono poste questioni su orientamento vocazionale, test INVALSI, problematica del diritto allo studio, necessità di una valutazione dei dirigenti scolastici e delle scuole …
Di questo pomeriggio, sicuramente tre sono stai gli aspetti, al di là del contenuto del confronto, che lo hanno reso centrale: la possibilità per il MSAC di dialogare, al di fuori del luogo istituzionale  del forum presso il Ministero, con un esponente del governo ( cosa che non accadeva dalla partecipazione del ministro Fioroni alla SFS del 2007), l’opportunità di rendere partecipanti attivi anche quei msacchini rimasti a casa che hanno seguito l’incontro in streaming e su Twetter o FB, e l’attenzione appassionata ai problemi della Scuola di oggi, emersa dalle innumerevoli domande e da un desiderio forte di confronto.

Rinfrancati da pizza e passeggiata notturna per Napoli ( resa ulteriormente allegra dalla partita e  vittoria del Napoli ottenuta in serata!), sostenuti dalla preghiera di don Vito Piccinonna ( assistente nazionale del Settore giovani) e dalla grazia della celebrazione eucaristica presiedute da S.E. Domenico Sigalini, assistente ecclesiastico generale ( sabato mattina), e S.E. Mons. Lucio Lemmo, vescovo ausiliare di Napoli ( domenica), i partecipanti alla Mo.Ca. hanno terminato i lavori con un bilancio di cantiere sui  risultati dei laboratori e valutando alcuni progetti, già in essere, che mirano alla riduzione dei fenomeni della dispersione e dell’abbandono scolastico.

Questo desiderio di occuparsi di una questione che riguarda la vita delle nostre scuole, che è poi la vita dei nostri compagni, ponendo, come proprio dello stile associativo al centro la persona, rappresenta, come ha affermato all’avvio dei lavori il presidente nazionale di AC Franco Miano, la certezza che un futuro è possibile in quanto c’è un presente, che è l’impegno che già ci stiamo mettendo.
Un presente diverso per la Scuola e il Paese che si costruisce solo continuando  a riflettere e progettare, dialogando con  tutti i nostri compagni e docenti,  collaborando anche con  tecnici e uomini della politica, studiando e pregare, sostenuti dai nostri assistenti e dalla intera associazione, perché, come direbbe don Milani, a che servono le mani pulite se si tengono in tasca?!?

 

 

 

Pasqua 2012 – Gli auguri del Ministro Francesco Profumo

Cari insegnanti, cari professori, cari ricercatori, cari studenti e cari genitori,

Nella ricorrenza delle festività pasquali, rivolgendo a tutti i miei più cordiali auguri di Buona Pasqua, desidero ringraziarvi per l’impegno che ognuno di voi sta dimostrando a favore della scuola, dell’università e della ricerca. Un impegno prezioso, che rappresenta un contributo decisivo affinché il nostro Paese si confermi all’altezza delle sfide che sta affrontando. Per vincerle, infatti, ritengo sia ineludibile rimettere l’istruzione e la formazione al centro dell’agenda politica del Paese. Come pure la ricerca e il trasferimento tecnologico.

Da tempo non è più così, ed è ora di invertire la rotta. Pensiamo alle sfide che ci pone la crisi economica: senza formazione non è possibile pensare un futuro di sviluppo. Allo stesso modo, senza considerare la scuola il necessario complemento a una visione moderna del mercato del lavoro non è possibile immaginare un suo ammodernamento: se il lavoratore è infatti una persona, e non solo un numero, le sue scelte professionali nascono già nel suo percorso formativo.

Questo è il senso del mio lavoro come Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Un lavoro che non potrebbe avere speranza di successo senza il vostro insostituibile apporto fatto di competenza, passione e fatica quotidiana. Per questo desidero ringraziarvi ancora, augurando a voi e alle vostre famiglie una serena Pasqua.

Francesco Profumo
Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca