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Una petizione per l’Anagrafe nazionale dell’Edilizia Scolastica

di Andrea Facciolo

Poco più di un mese fa il MIUR annunciava per il 22 di aprile la pubblicazione dei dati dell’Anagrafe nazionale dell’Edilizia Scolastica, come già spiegavamo in questo post.

La pubblicazione di questi dati è attesa da molti anni ed è stata più volte rinviata. Anche questa volta ci siamo trovati di fronte a un rinvio da parte del Ministero, perché mancano i dati di molte regioni.

Nel nostro paese la competenza in materia di istruzione è, come stabilito dalla Costituzione, concorrente, cioè dipende sia dallo Stato, che detta tutte le norme generali e gli ordinamenti, che dalle Regioni, che hanno alcune specifiche competenze, come appunto quella di tenere l’anagrafe dell’edilizia scolastica, ovvero i dati aggiornati sullo stato dei circa 40.000 edifici scolastici italiani, ovviamente ogni ente per il suo territorio, comunicando poi al Ministero i dati complessivi per ottenere il quadro nazionale.

Conoscere questi dati è fondamentale per poter programmare gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria (le ristrutturazioni), che per le superiori verranno poi realizzati dalle Province, che gestiscono gli edifici delle superiori, e per stanziare i fondi necessari affinché si possano davvero realizzare tali interventi, anche quelli annunciati e programmati in questi mesi.

Proprio per la pubblicazione dell’Anagrafe dell’Edilizia si sono attivate molte associazioni ed enti che chiedono al Ministero di rendere noti i dati, anche solo quelli parziali finché non arriveranno quelli di tutte le regioni.

In particolare gli amici di CittadinanzAttiva, che già si sono molto battuti per la pubblicazione dell’anagrafe, promuovono una raccolta firme per chiedere al Ministero di pubblicare i dati dell’Anagrafe già presenti, che siano completi o parziali, entro il 30 giugno.

Anche noi possiamo sottoscrivere e far conoscere questa petizione, così da spronare il Ministero a pubblicare i dati e le Regioni a completare la mappatura dei dati di tutti gli edifici scolastici.

 

29 agosto: riforma della scuola?

giannini_rimini

È una settimana importante per la scuola italiana. Venerdì 29, dopo il Consiglio dei Ministri, verranno presentate le linee guida di una non meglio precisata “riforma”.

Finora siamo solo alle indiscrezioni e come MSAC ci riserviamo di giudicare dopo la pubblicazione dei testi. Lunedì intanto il ministro Giannini è intervenuta al meeting di Comunione e Liberazione parlando di “Educazione: dalla periferia al centro”. Nell’incontro di Rimini il ministro ha spiegato che nei prossimi mesi ci sarà spazio per un confronto sulle proposte di riforma tra il governo e i «soggetti della scuola», compresi – ci auguriamo – gli studenti.

Si parla soprattutto di novità per gli insegnanti, ma nel provvedimento dovrebbero essere affrontati anche temi che riguardano molto direttamente la vita degli studenti: dalla valutazione ai percorsi di alternanza scuola/lavoro, dall’esame di maturità ai progetti Erasmus.

Finora abbiamo incontrato il ministro Giannini nel Forum delle Associazioni Studentesche in una sola occasione, a maggio. Abbiamo raccontato l’incontro qui. Ci saremmo aspettati altri spazi di confronto nei mesi successivi, ma tant’è. Da venerdì potremo misurarci con delle proposte concrete da parte del governo, e nella sede del Forum proporremo le nostre osservazioni.

Insieme, confrontandoci con i segretari e i referenti legislativi dei gruppi MSAC di tutta Italia, formuleremo un nostro parere. Intanto è importante cominciare a informarsi e a capire le tematiche in gioco.

Per questo vi proponiamo alcuni materiali utili:

Il link all’intervento del ministro Giannini presso il meeting di Rimini:

http://www.meetingrimini.org/news/default.asp?id=676&id_n=15169.

Alcuni articoli di siti internet che anticipano modalità e temi della “riforma”:

“Scuola, la ministra Giannini: ‘Supplenze addio con la riforma’” corriere.it

“Riforma scuola, punto per punto la scommessa Renzi-Giannini” repubblica.it

– “Scuola, basta con le supplenze. E più mestieri” avvenire.it

“Sereni, a breve vi daremo la nostra visione della scuola” tecnicadellascuola.it

“Al Meeting di Rimini, il Ministro dell’istruzione parla di precari, reclutamento, nuovi linguaggi, merito” orizzontescuola.it

Inoltre, uno strumento davvero prezioso per approfondire è la rassegna stampa online del MIUR, che raccoglie tutti gli articoli sul mondo della scuola in uscita nei quotidiani. Ecco il link:

– http://rstampa.pubblica.istruzione.it

In questi giorni più che mai, per dirla con don Milani, WE CARE. La scuola oggi è al centro del dibattito pubblico. Da venerdì valuteremo le proposte del governo e in questo dibattito proveremo a far sentire la nostra voce, tutti insieme, con passione e dialogo.

A presto! #gomsac

Nota congiunta Msac-Fuci

Alla luce della circolare pubblicata dal Ministero dell’Istruzione, che ha reso noto il calendario dei test di ammissione ai corsi di laurea e di laurea magistrale ad accesso programmato per l’a.a. 2013/2014 e 2014/2015, il MSAC – Movimento Studenti di Azione Cattolica – e la FUCI – Federazione Universitaria Cattolica Italiana – desiderano esprimere le loro perplessità in merito al provvedimento in questione e manifestano la loro solidarietà a quegli studenti che quest’anno affronteranno nel mese di luglio, senza preavviso, le prove d’ammissione all’Università pochi giorni dopo aver sostenuto l’esame di maturità.
Riteniamo la decisione di anticipare a luglio i test di ammissione all’Università per l’a.a. 2013/2014 inopportuna in quanto, modificando l’ordinamento vigente, incide sulla programmazione dell’anno scolastico in corso con tempi troppo ristretti, influenzando in maniera non indifferente l’organizzazione dello studio tanto per l’esame di maturità quanto per i test di ammissione ai corsi di laurea ad accesso programmato.
Tale provvedimento, preso al termine della legislatura, mostra di essere slegato da un progetto più ampio di cambiamento che riguardi la scuola e l’Università.
La pubblicazione della suddetta circolare ci offre però la possibilità di riportare in primo piano almeno due “pratiche” che riteniamo necessarie per fornire agli studenti che si apprestano a compiere il passaggio dalla scuola superiore al mondo universitario gli strumenti adeguati per affrontare una delle scelte più importanti della loro vita. Speriamo possano essere la base, in un futuro prossimo, per una riflessione seria e condivisa.
Riemerge forte la necessità di fornire percorsi adeguati di orientamento (tanto per l’università che per il mondo del lavoro) che tengano conto della necessità degli studenti in formazione (e in continuo cambiamento e maturazione) di aver chiare quali siano le proprie passioni, attitudini e desideri. E’ inoltre fondamentale per gli studenti conoscere gli aspetti più tecnico/oggettivi relativi alle effettive possibilità e opportunità di studio e lavoro, attraverso esperienze concrete, in particolare nei territori di appartenenza e in una logica di valorizzazione e conoscenza delle offerte delle proprie zone di abitazione. Serve quindi un grande sforzo da parte delle scuole che, facendo leva sulla propria autonomia, devono essere in grado di istituire validi percorsi di orientamento da distribuire durante i 5 anni di scuola superiore e da intensificare negli anni del triennio favorendo oltre ad un importante scambio di informazioni anche il lavoro di rete fra generazioni.
E’ necessario provvedere all’organizzazione da parte delle scuole superiori (o anche meglio da reti di scuole che decidono di lavorare insieme) di corsi di preparazione ai test universitari in modo tale da accompagnare e sostenere gli studenti nell’importante prova di accesso alle università a numero programmato.
Infine ci chiediamo se un progetto più serio e strutturato di riforma non debba prendere avvio da una riflessione che, entrando nel merito del meccanismo di accesso alle facoltà a numero programmato, si interroghi sull’efficacia e sulla validità dei test universitari, anche riguardo alle modalità di svolgimento e al loro contenuto.

la prima prova

E anche quest’anno la prima prova può dirsi archiviata e la grande novità del c.d. “plico telematico” pare abbia funzionato molto bene. Ad ora, infatti, non si registrano grossi problemi nel funzionamento del nuovo sistema di trasmissione delle tracce: pare quindi sia stata una novità che ha sortito un grande successo e che ha permesso al Miur di risparmiare oltre 250mila euro.

Ma andiamo a vedere, in sintesi, gli argomenti oggetto delle tracce 2011-2012:

per la tipologia A, tema letterario – analisi del testo, è uscito “Ammazzare il tempo”, brano di Eugenio Montale tratto da “Auto da fé”.

la tipologia B, saggio breve – articolo di giornale, come al solito divisa in quattro ambiti, prevedeva le seguenti tracce:

– l’ambito artistico-letterario parlava de “Il labirinto” con testi di Ariosto, Borges, Calvino ed Eco e quadri di Picasso, Pollock ed Escher.

– l’ambito socio-economico si intitolava “I giovani e la crisi”, con riflessioni di Mario Sensini e di Steve Jobs (quest’ultima tratta dal libro di Giovanna Favro) e dati tratti dal 45° Rapporto CENSIS e da una ricerca dell’ISTAT.

– l’ambito storico-politico aveva come titolo “Bene individuale e bene comune”, con brani di S. Tommaso d’Aquino, Jean.Jacques Rousseau, Einaudi e Giuseppe De Rita e testi anche molto recenti (del 2011).

– l’ambito scientifico aveva ad oggetto un argomento molto discusso negli ultimi anni, vale a dire “La responsabilità della scienza e della tecnologia”. Fra gli autori dei testi a disposizione Hans Jonas, Primo Levi, Leonardo Sciascia, Pietro Greco e Margherita Hack

La tipologia C, il tema di ordine storico, forniva come spunto di partenza un brano di Hannah ARENDT tratto da “La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme.” e chiedeva al candidato di soffermarsi sullo sterminio degli ebrei pianificato e realizzato dai nazisti durante la seconda guerra mondiale

la tipologia D, infine, chiedeva di riflettere su una dichiarazione di Paul Nizan («Avevo vent’anni. Non permetterò a nessuno di dire che questa è la più bella età della vita») discutendo problemi, sfide e sogni delle nuove generazioni.

Potete consultare le tracce complete della prova scritta di italiano cliccando qui

e voi che traccia avete scelto??? Raccontateci la vostra prima prova!

In bocca al lupo, maturandi!

«Notte di sogni di coppe e di campioni, notte di lacrime e preghiere, la matematica non sarà mai il mio mestiere». Così canta Antonello Venditti nella sua celebre canzone Notte prima degli esami e forse queste parole riescono a racchiudere l’emozione e la tensione che avvolgono, in queste ore, migliaia di studenti italiani che domani affronteranno la tanto temuta prima prova degli esami di maturità.

Una notte con tanti “sogni”, scolastici e non (forse anche sogni calcistici – meglio europeistici – ma, per fortuna dei maturandi, la partita dell’Italia è stata disputata ieri e quindi non hanno anche questa tensione da dover affrontare); una notte, forse, segnata anche dalle “lacrime”: lacrime dovute alla tensione pre-esame, ma anche ad un po’ di nostalgia per quel percorso che si sta concludendo e che li ha fatti crescere, maturare appunto; nonché una notte di “preghiere”: perché la maturità vada al meglio, perché i commissari siano clementi, etc.

Gli esami ormai sono davvero troppo vicini – citando ancora Venditti – e nelle stanze di questi maturandi sta regnando, probabilmente, la confusione più totale: i libri per l’ultimo ripasso sparsi ovunque, i “bignami” – di italiano e di storia – buttati sul letto sperando che per osmosi le ultime nozioni entrino nel cervello in vista del tema, il computer aperto alla ricerca di improbabili notizie sulle tracce… anche se statisticamente, c’è da dirselo, non ci azzeccano mai! Tra l’altro quest’anno si aggiunge la speranza che qualche hacker riesca ad accedere al cervellone del Miur che domani mattina trasmetterà, per la prima volta, le tracce online a tutte le scuole, mandando in pensione le fatidiche buste…

Ma tutto questo conta relativamente poco; quello che conta realmente è il ricordo che si porteranno sempre dietro di questa scuola superiore: i tanti compagni con cui hanno condiviso tutto (dalla penna dimenticata a casa ai pomeriggi di studio e di ripasso, per fare degli esempi), i professori che li hanno fatti crescere – e, a volte, pure penare -, le esperienze che hanno vissuto…

Tutti aspetti che sicuramente saranno riusciti “a far stare” nella valigia che hanno riempito in questi anni di scuola superiore. Ora si conclude una strada lungo la quale hanno camminato e che è durata 5 anni – forse per qualcuno qualche anno in più. Ora a loro non resta che rimboccarsi le maniche e percorrere questo ultimo breve sprint.

Quest’anno, per qualcuno, la maturità sarà ancora più speciale che per altri. Allora un ricordo, permettetecelo, va in particolare agli amici maturandi colpiti dal terremoto in Emilia che affronteranno l’esame domani o nella sessione straordinaria predisposta dal Miur per il mese di luglio: a loro un forte abbraccio.

Buona notte prima degli esami, cari ragazzi! Manca davvero poco, ma siam certi che sarà un successo!

 

p.s. un “in bocca al lupo” speciale a due maturande d’eccezione: Adelaide e Rosathea, entrambe dell’equipe nazionale MSAC.

 

Lettera del ministro Profumo ai sindacati della scuola

Pubblichiamo qui di seguito la lettera che il ministro Profumo ha inviato ai sindacati della scuola: una risposta, forte, alle voci che in questi giorni si sono susseguite tra insegnanti, studenti e mondo della politica circa il ddl sul merito che il ministro dovrebbe presentare in Consiglio dei Ministri nei prossimi giorni.

Vi consigliamo di leggerla. Non appena uscirà il testo definitivo del ddl, non mancheremo dall’esprimere i nostri giudizi.

 

LA LETTERA

Care colleghe e cari colleghi,

per cultura e storia personale sono abituato a prestare la massima attenzione e a mettermi in ascolto quando parlano i rappresentanti dei lavoratori. Nella mia esperienza di cittadino, di docente e infine di Rettore ho incontrato tante volte il sindacato, e ho sempre cercato di farlo mettendomi dalla parte giusta: quella della coesione e della solidarietà nell’interesse generale. Tanto più, quindi, desidero ascoltare e interloquire con voi oggi che mi trovo a fare il ministro. Ho riflettuto sulle osservazioni e sulle critiche che avete voluto fare in questi giorni, sulla base di anticipazioni giornalistiche, ai provvedimenti sulla scuola e l’università che saranno da me proposti mercoledì in Consiglio dei ministri.

Desidero rassicurarvi e fugare uno ad uno tutti i dubbi da voi espressi, che mi sembrano nascere in realtà da una più generale paura che la scuola venga abbandonata a se stessa. Non lo sarà. Non da me, almeno. Non potrei nemmeno volendo – e non voglio – visto che nella scuola e nella formazione ho passato quasi tutta la mia vita, prima da studente e poi da professore, ma anche da marito di un’insegnante e da padre di tre figli.

Capisco però questi timori. La scuola italiana ha attraversato negli ultimi anni un periodo di grande difficoltà, fatto di tagli e di marginalizzazione rispetto all’agenda politica del paese. Di questa messa all’angolo la scuola ha sofferto molto, ed in primis i suoi lavoratori, che si sono sentiti feriti e colpiti.

Sin dall’inizio del mio mandato, però, tutto il mio lavoro è stato indirizzato ad invertire questa tendenza e a rimettere la scuola al centro dell’agenda del Paese. Perché sono fermamente convinto che la scuola, soprattutto in tempi di crisi economica, sia parte della soluzione e non del problema. E voglio anzi dire di più: senza di essa nessuna soluzione potrà mai funzionare.

Non sono solo parole, perché il governo ha già operato con grande concretezza in questa direzione. Nella prossima stagione, nonostante le difficoltà di bilancio, per la prima volta dopo sette anni consecutivi i cicli scolastici manterranno lo stesso organico del 2011-2012. Vi assicuro, non è stato semplice. Così come non è stato semplice  reperire un miliardo di fondi europei per il sud e principalmente per la scuola del bisogno. Ed ancora, scovare 117 milioni per cento scuole di “seconda occasione”, che offrono un’altra possibilità a chi ha abbandonato. Così come altri 400 milioni per gli asili nido, ancora al sud, in modo da dare cura all’infanzia e possibilità a molte donne di poter lavorare nel tessuto produttivo nazionale.

Non è mia intenzione rifugiarmi dietro un elenco notarile, che pure è costato tanta fatica e segnala una precisa scelta politica, per eludere il nodo da voi evidenziato. Mercoledì in Consiglio dei ministri non proporrò certo provvedimenti sul premio a chi si impegna nella scuola alternativi allo  sforzo, che invece deve essere sempre più intenso, per fare della scuola un mondo dove nessuno è lasciato indietro, a cominciare dai più deboli e svantaggiati. Questi provvedimenti li intendo invece come del tutto complementari. Così come prevede l’articolo 34 della nostra Costituzione. Mantenendo la giusta proporzione fra i diversi obiettivi: impegniamo qualche decina di milioni per le misure a favore dell’impegno nell’eccellenza, e più di un miliardo di euro per la scuola di tutti.

Questa è anche la logica che lega il nostro impegno per la scuola a quello per l’università, che pensiamo indissolubilmente congiunti. E’ in questa prospettiva, per esempio, che abbiamo previsto una presenza non occasionale dei docenti universitari nelle scuole e forme più efficaci di orientamento. Il tipo di scuola e di università che il governo intende promuovere non è quello dove vi è posto solo per i più bravi, ma al contrario quello dove la centralità della funzione didattica viene esaltata a vantaggio di  tutti. E questo lo si può fare solo se si concepiscono diritto allo studio e misure premio per chi si impegna di più come due facce della stessa medaglia di una scuola moderna, europea ed inclusiva. Per questo ho inteso lavorare in queste settimane prima ad un provvedimento sul potenziamento del diritto allo studio universitario, dove nell’appena pubblicato decreto legislativo n. 68 del 29 marzo 2012  le risorse disponibili sono passate da 110 milioni di euro a quasi 150, per poi proporre un pacchetto di misure premiali per chi si impegna nel sistema formativo, sia da studente sia da professore.

Non sempre è stato così, nella storia della cultura politica dei partiti e in quella sindacale, dove pure grande è l’attenzione per la coesione sociale e a non lasciare nessuno indietro. Questa esclusività e visione di due sistemi come alternativi poteva essere forse vera qualche decennio fa, in tutt’altro contesto economico e politico, prima della globalizzazione. Oggi non lo è più, ed è la stessa Europa – è stata la commissaria europea in visita a Roma a dirmelo con grande decisione – a volere da noi una modernizzazione della nostra visione della formazione.

Quel che stiamo facendo, però, non lo facciamo solo per l’Europa o perché qualcuno ce lo impone. Lo facciamo per un dovere di fedeltà alla nostra Costituzione e ai valori di eguaglianza, di dignità e di opportunità in essa sanciti. La rinuncia della scuola e dell’università italiane a valorizzare al suo interno i “capaci e meritevoli” rappresenta una scelta di fatto – anche se non di diritto – elitaria e discriminatoria proprio nei confronti dei più deboli. Se la scuola e l’università rinunciano a fornire a chi ne potrebbe usufruire e a chi si impegna in esse possibilità formative di “eccellenza”, di fatto le lascia alla pura forza di chi ha una famiglia alle spalle che se le possa permettere. L’antagonismo ideologico tra equità e merito non ha più ragion d’essere nel mondo globalizzato di oggi e si rivela sempre più una scelta di classe a favore dei ricchi, indipendentemente dal loro merito e dall’apporto che sapranno portare all’intero paese. La competizione di un volta tra sistemi nazionali è divenuta oggi anche competizione mondiale tra individui e noi italiani non possiamo fare a meno di confrontarci seriamente con questo passaggio d’epoca.

Lo ripeto: diritto allo studio e misure premio per chi si impegna di più sono due facce della stessa medaglia di una scuola moderna, europea ed inclusiva. Ne sono davvero convinto. Certo, non è un concetto di immediata intuizione, perché il diritto allo studio è universale, mentre il premio è per sua natura selettivo. Ma sono sicuro che, esaminando nel merito tutte le proposte, su cui sono sempre aperto al confronto, potrete riconoscere che la filosofia che le innerva non è quella di  un modello elitario e spietato,  bensì quello di una democrazia aperta e attenta soprattutto ai più deboli.  Solo così potremo fare il bene allo stesso tempo del nostro paese e dei nostri ragazzi. E a questo modello inclusivo ma flessibile intendo lavorare nei mesi che rimangono del mio incarico, spero con il vostro sostegno.

A presto

Francesco Profumo

 

Pasqua 2012 – Gli auguri del Ministro Francesco Profumo

Cari insegnanti, cari professori, cari ricercatori, cari studenti e cari genitori,

Nella ricorrenza delle festività pasquali, rivolgendo a tutti i miei più cordiali auguri di Buona Pasqua, desidero ringraziarvi per l’impegno che ognuno di voi sta dimostrando a favore della scuola, dell’università e della ricerca. Un impegno prezioso, che rappresenta un contributo decisivo affinché il nostro Paese si confermi all’altezza delle sfide che sta affrontando. Per vincerle, infatti, ritengo sia ineludibile rimettere l’istruzione e la formazione al centro dell’agenda politica del Paese. Come pure la ricerca e il trasferimento tecnologico.

Da tempo non è più così, ed è ora di invertire la rotta. Pensiamo alle sfide che ci pone la crisi economica: senza formazione non è possibile pensare un futuro di sviluppo. Allo stesso modo, senza considerare la scuola il necessario complemento a una visione moderna del mercato del lavoro non è possibile immaginare un suo ammodernamento: se il lavoratore è infatti una persona, e non solo un numero, le sue scelte professionali nascono già nel suo percorso formativo.

Questo è il senso del mio lavoro come Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Un lavoro che non potrebbe avere speranza di successo senza il vostro insostituibile apporto fatto di competenza, passione e fatica quotidiana. Per questo desidero ringraziarvi ancora, augurando a voi e alle vostre famiglie una serena Pasqua.

Francesco Profumo
Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Lettera del Ministro alle scuole per i 150 anni dell’Unità d’Italia

 

Cari dirigenti scolastici, cari docenti, carissimi studenti,

lo scorso 17 marzo, in occasione dell’incontro “Bilancio e significato delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia”, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha voluto elogiare il Vostro impegno e il Vostro ruolo come promotori di eventi e iniziative didattiche sulla nostra storia e sui nostri valori.

Il riconoscimento che la più alta carica dello Stato ha voluto tributare al sistema scolastico italiano è certamente meritato: nel corso degli ultimi mesi infatti sono state molteplici le occasioni volute e realizzate grazie all’impegno di centinaia di docenti e al coinvolgimento di studenti di tutte le età, dalle scuole dell’infanzia, alle università, agli enti di ricerca, su tutto il territorio nazionale.

Tali lavori, frutto di un percorso didattico-educativo sulla storia del nostro Paese e sulle grandi tematiche della democrazia, dell’uguaglianza, della solidarietà e della legalità, hanno contribuito a trasmettere alle giovani generazioni il senso di appartenenza alla comunità nazionale e ai valori unitari che, sedimentati ed evoluti nel tempo, restano sempre attuali e pongono le basi per la crescita futura del Paese.

Adesso è importante che il 17 marzo non rimanga un momento puramente evocativo, ma continui a essere una tappa viva del percorso di conoscenza che sperimentate quotidianamente. E’ per questo che il Consiglio dei ministri, all’unanimità e su grande impulso del Presidente Mario Monti, ma anche sulla scia di tante richieste raccolte in questo senso tra docenti e studenti, ha da poco istituito il 17 marzo come “Giornata dell’Anniversario dell’Unità d’Italia”.

Mi unisco perciò all’invito del Presidente Napolitano nel chiedere a Voi tutti di continuare a sviluppare e potenziare tali percorsi, nonché le visite ai Luoghi della Memoria (www.iluoghidellamemoria.it) che hanno  già coinvolto migliaia di studenti, anche nell’anno futuro e in quelli che verranno. Al di là delle date simboliche e delle ricorrenze, non devono mai venire meno nella scuola l’educazione a una cittadinanza responsabile e partecipata, così come il senso di appartenenza a una comunità nazionale in continua evoluzione, ma coesa nei suoi principi fondamentali.

Nel ringraziare ciascuno di Voi per quanto già fatto e nell’esortarVi a non fare mai mancare il Vostro impegno e la Vostra passione in futuro, Vi auguro buon lavoro.

Prof. Francesco Profumo
Ministro dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca

Maggiori info: qui

Al via la consultazione pubblica sul valore legale del titolo di studio

Da giovedì scorso è possibile partecipare – collegandosi al sito del MIUR – alla Consultazione pubblica Online sul valore legale del titolo di studio.

L’annuncio era arrivato a fine gennaio dallo stesso Presidente del Consiglio dei Ministri, che aveva comunicato di voler predisporre una consultazione pubblica sul tema del valore legale del titolo di studio.

Da ciò è nata l’idea di realizzare una consultazione pubblica online – previa registrazione delle proprie credenziali – su questo tema in modo che giovani e i meno giovani (facendo questi tesoro della loro esperienza) possano dire la loro: ascoltare la voce dei destinatari delle decisioni è la volontà espressa dallo stesso ministro Profumo.

Il valore legale del titolo di studio è presente in alcuni Paesi, ma allo stesso tempo altri hanno deciso di abolirlo o di limitarne il “peso”. Ecco dunque che il governo ha voluto partire proprio da una consultazione con la cittadinanza per avviare la discussione su questo tema – molto dibattuto-, pur consapevoli del fatto che si tratta solo di un’indicazione che ha poco peso statistico. Sono state pertanto individuate una serie di domande raggruppate in quattro distinti gruppi per argomento di interesse.

Invitiamo percò msacchini, ex msacchini e ogni navigante che si trova in questo pagina a collegarsi al seguente link (MIUR – Consultazione pubblica) per partecipare alla consultazione.

In movimento!