Pubblichiamo un articolo sulla MoCa inviatoci dal circolo MSAC Piergiorgio Frassati di Nocera Inf-Sarno
Ciao a tutti ragazzi! L’articolo di questo mese tratterà di un evento a cui noi dell’equipe Msac abbiamo partecipato: il Movimento in Cantiere (Mo.Ca.), il quale si è tenuto a Napoli dal 20 al 22 aprile. “Se mi lasci non vale”, questo è stato il tema della Mo. Ca. inerente alla problematica dell’abbandono e di dispersione scolastica, fenomeno diffusissimo
in Italia che colpisce indiscriminatamente Nord e Sud. “La scuola non è più scuola, è un ospedale che cura i sani e respinge i malati” diceva don Milani e noi studenti non vogliamo un simile trattamento, bensì pretendiamo una palestra di vita che ci accompagni durante il percorso di crescita e di maturazione. Crediamo in una scuola da non abbandonare!
In questi tre giorni i nostri “cantieri” hanno affrontato i temi dell’orientamento, della cultura della valutazione e del sogno di avere scuole aperte il pomeriggio; approfonditi da esperti esterni.
Per quanto riguarda il primo, l’orientamento si è diviso in due parti: in entrata e in uscita. Nella prima fase si è sottolineata la necessità di un percorso di diversi incontri suddivisi in fasi per aiutare i ragazzi a fare una scelta consapevole della scuola superiore che vogliono frequentare. Nella seconda fase, invece, ci siamo concentrati su come affrontare la scelta dell’università e se decidere di continuare gli studi o intraprendere subito una carriera lavorativa. Siamo giunti alla conclusione che lo studente, entrante o uscente, ha bisogno di maggiori servizi per essere guidato in una dimensione formativa finalizzata a costruire persone forti e autonome; capaci di fare scelte di ambito tecnico o vocazionale per il loro futuro abolendo ogni stereotipo.
Il secondo cantiere si è occupato della valutazione, un tema cruciale della scuola italiana, in quanto noi studenti siamo abituati, spesso erroneamente, a considerare i giudizi che noi riceviamo ogni giorno come giudizi alla persona, permettendo alle valutazioni negative di abbattere la nostra autostima . Ma oggi anche le scuole vengono valutate attraverso i test invalsi, test anonimi che hanno il compito di valutare i livelli di apprendimento dei ragazzi di
ciascuna scuola, da poco introdotti anche per gli allievi delle scuole superiori . Quindi sarà valutato non anche l’operato dei docenti e dei dirigenti scolastici.
Un’altro argomento collegato alla “dispersione scolastica” che abbiamo trattato nei laboratori è quello della “scuola aperta”. Ma cos’è la scuola aperta? La scuola aperta è una scuola che vuole aprirsi a ciò che ora non viene considerato come “scolastico” in senso stretto, ma che fa parte della vita degli studenti, concretamente garantisce una “presenza” anche dopo le cinque ore scolastiche. Ogni studente deve aver la possibilità di essere autonomo, di riuscire a “fare rete”con gli altri enti del territorio, con le stesse istituzioni scolastiche, deve dunque partecipare dandosi da fare! Quindi, l’iniziativa di “scuole aperte” è quella di mettere a disposizione degli enti scolastici una serie di competenze e conoscenze così da formare una persona a “trecentosessanta gradi”.
Tutto ciò è stato presentato al sottosegretario Marco Rossi-Doria durante un convegno tenuto al convitto “Vittorio Emanuele II”, il quale ha espresso i suoi pareri e le sue più sincere congratulazioni per aver “colpito nel segno” alcuni dei reali problemi della scuola italiana. Noi tutti studenti ci auguriamo che questi progetti ideati durante il Movimento in Cantiere possano essere realmente realizzati, affinché la NOSTRA scuola ci insegni ad amare la cultura e dia senso e sapore allo studio dei più giovani perché questi sono gli anni in cui dobbiamo investire per il futuro.
Perciò noi del Msac ripetiamo ancora una volta: I care!
in Italia che colpisce indiscriminatamente Nord e Sud. “La scuola non è più scuola, è un ospedale che cura i sani e respinge i malati” diceva don Milani e noi studenti non vogliamo un simile trattamento, bensì pretendiamo una palestra di vita che ci accompagni durante il percorso di crescita e di maturazione. Crediamo in una scuola da non abbandonare!
In questi tre giorni i nostri “cantieri” hanno affrontato i temi dell’orientamento, della cultura della valutazione e del sogno di avere scuole aperte il pomeriggio; approfonditi da esperti esterni.
Per quanto riguarda il primo, l’orientamento si è diviso in due parti: in entrata e in uscita. Nella prima fase si è sottolineata la necessità di un percorso di diversi incontri suddivisi in fasi per aiutare i ragazzi a fare una scelta consapevole della scuola superiore che vogliono frequentare. Nella seconda fase, invece, ci siamo concentrati su come affrontare la scelta dell’università e se decidere di continuare gli studi o intraprendere subito una carriera lavorativa. Siamo giunti alla conclusione che lo studente, entrante o uscente, ha bisogno di maggiori servizi per essere guidato in una dimensione formativa finalizzata a costruire persone forti e autonome; capaci di fare scelte di ambito tecnico o vocazionale per il loro futuro abolendo ogni stereotipo.
Il secondo cantiere si è occupato della valutazione, un tema cruciale della scuola italiana, in quanto noi studenti siamo abituati, spesso erroneamente, a considerare i giudizi che noi riceviamo ogni giorno come giudizi alla persona, permettendo alle valutazioni negative di abbattere la nostra autostima . Ma oggi anche le scuole vengono valutate attraverso i test invalsi, test anonimi che hanno il compito di valutare i livelli di apprendimento dei ragazzi di
ciascuna scuola, da poco introdotti anche per gli allievi delle scuole superiori . Quindi sarà valutato non anche l’operato dei docenti e dei dirigenti scolastici.
Un’altro argomento collegato alla “dispersione scolastica” che abbiamo trattato nei laboratori è quello della “scuola aperta”. Ma cos’è la scuola aperta? La scuola aperta è una scuola che vuole aprirsi a ciò che ora non viene considerato come “scolastico” in senso stretto, ma che fa parte della vita degli studenti, concretamente garantisce una “presenza” anche dopo le cinque ore scolastiche. Ogni studente deve aver la possibilità di essere autonomo, di riuscire a “fare rete”con gli altri enti del territorio, con le stesse istituzioni scolastiche, deve dunque partecipare dandosi da fare! Quindi, l’iniziativa di “scuole aperte” è quella di mettere a disposizione degli enti scolastici una serie di competenze e conoscenze così da formare una persona a “trecentosessanta gradi”.
Tutto ciò è stato presentato al sottosegretario Marco Rossi-Doria durante un convegno tenuto al convitto “Vittorio Emanuele II”, il quale ha espresso i suoi pareri e le sue più sincere congratulazioni per aver “colpito nel segno” alcuni dei reali problemi della scuola italiana. Noi tutti studenti ci auguriamo che questi progetti ideati durante il Movimento in Cantiere possano essere realmente realizzati, affinché la NOSTRA scuola ci insegni ad amare la cultura e dia senso e sapore allo studio dei più giovani perché questi sono gli anni in cui dobbiamo investire per il futuro.
Perciò noi del Msac ripetiamo ancora una volta: I care!