Cittadinanzattiva, 20 settembre, X rapporto “Sicurezza, qualità e comfort nelle scuole” + IV indagine “Conoscenza e percezione del rischio sismico”:
La mattinata si divide in due parti, la prima dedicata alle scuole, la seconda alla percezione dei rischi sul territorio. Alla presentazione del rapporto sulla sicurezza nelle scuole segue il dibattito con gli interventi di:
– Mario Di Costanzo per il MIUR
– Mariangela Bastico, senatrice PD, membro della Commissione Affari Costituzionali
– Rosa De Pasquale, parlamentare PD, Commissione Cultura, Scienza ed Istruzione
– Elena Centemero, parlamentare PDL, Commissione Cultura, Scienza ed Istruzione
– Daniela Ruffino, sindaco PDL di Giaveno (TO), Responsabile settore scuola e formazione dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani)
I dati presentati dai rappresentanti di Cittadinanzattiva (scaricabili all’indirizzo http://www.cittadinanzattiva.it) sono poco rassicuranti. Solo il 24% delle scuole possiede tutte le certificazioni richieste (valutazione rischi, conformità antisismica, prevenzione incendi); varie strutture presentano segni di fatiscenza; palestre e giardini sono spesso assenti o versano in condizioni che li rendono impraticabili. Un buon segnale invece viene dalla cultura della sicurezza che pare essere in aumento (si fanno più prove d’evacuazione, cresce l’attenzione degli studenti alle procedure di sicurezza).
Tre sono i punti di particolare attenzione:
1) L’anagrafe con i dati delle scuole italiane è ancora largamente incompleta: perché mancano i dati? Negligenza? O ci sono talmente tante strutture non a norma che è meglio non parlarne? Comunque il MIUR ha fatto due cose positive: l’apertura del portale “Scuola in chiaro” e la diffusione dei dati sull’edilizia scolastica nazionale pubblicati il 14 settembre scorso e qui consultabili: http://www.ilsole24ore.com/pdf2010/SoleOnLine5/_Oggetti_Correlati/Documenti/Notizie/2012/09/Anagrafe-nazionale.pdf?uuid=0fa27d66-fdd4-11e1-b576-5015a320f2d8.
Insomma. l’impegno del MIUR è apprezzato; ma l’emergenza è ancora forte.
2) Questione fondi:
a) di 1 miliardo di € destinati all’edilizia scolastica, oltre 200 mln sono stati impiegati bene nella ricostruzione delle scuole abruzzesi. Poi ne sono stati sbloccati un primo stralcio di 358 mln per interventi in 1706 scuole, ma solo 73 mln sono stati effettivamente spesi. Altri 400 mln per interventi in 1809 scuole sono ancora bloccati. Non si hanno notizie dei 114 mln a disposizione delle Commissioni di Camera e Senato, né dei 680 mln di fondi UE per le 4 regioni della cosiddetta “area della convergenza” (Campania, Puglia, Calabria, Sicilia).
b) si propongono modalità per risparmiare denaro e ottenere altri fondi:
– 1500 edifici scolastici sono in affitto, è una spesa che lo Stato dovrebbe fare in modo di evitare
– la piccola manutenzione deve essere affidata alle singole scuole
– incoraggiare le sperimentazioni sul concorso di soggetti privati nelle spese
– 8×1000 all’edilizia scolastica (così da recuperare fondi “dal basso”)
3) Programmazione e controlli: servono interventi rapidi sulle priorità (per questo è fondamentale un’anagrafe aggiornata); c’è bisogno di una programmazione (quinquennale?) degli interventi, non servono più le opere occasionali “a spot”; la continuità nell’erogazione dei fondi deve essere assicurata (è stata invece più volte sospesa dal 1996 a oggi); va rivisto il numero massimo di alunni per aula; si dovrebbe inserire l’obbligo di controlli periodici da parte degli uffici tecnici comunali/provinciali (un po’ come fanno le ASL con le mense).
Il dibattito successivo è stato moderato da Domenico Iannacone, giornalista RAI autore di varie inchieste dopo la tragedia di san Giuliano di Puglia (31/10/2002). Dopo il suo intervento col racconto delle situazioni personalmente constatate di disagi organizzativi in varie scuole (soprattutto nel Meridione), si passa al dibattito. Mario Di Costanzo del MIUR: “L’anagrafe è avviata, ma i dati sono bloccati al 2009; i fondi sono bloccati per vari motivi burocratici e tecnici; comunque il ministro Profumo sta uscendo dalla logica degli ‘interventi spot’, e ha previsto uno stanziamento di 80 mln di € per comuni e province”. Interviene Daniela Ruffino dell’ANCI: l’edilizia scolastica dovrebbe essere tolta dal patto di stabilità (qui una semplice spiegazione di cos’è il patto: http://viadeisalici.blog.tiscali.it/2010/11/05/patto-di-stabilita-ecco-spiegato-cose/), perché questo genera un’impasse negli interventi. Il resto del dibattito genera una serie di rimpalli abbastanza imbarazzanti tra Ministero che può intervenire fino a un certo punto, parlamentari che hanno visto alternarsi negli anni disposizioni effimere, Comuni che non hanno possibilità di intervenire per mancanza di fondi/autorizzazioni. Si è arrivati addirittura a parlare dell’annosa questione della carta igienica nelle scuole, cui deve provvedere l’ente responsabile della scuola (Comune/Provincia…) perché le scuole non possono assumersi la “manutenzione ordinaria”. Insomma, l’impressione è che le lungaggini burocratiche dominino, e che nessuno (MIUR, politica, Comuni) sappia assumersi le proprie responsabilità. La senatrice Mariangela Bastico, già Viceministro dell’Istruzione, è la più propositiva: bisogna applicare la legge Masini del ’96, che disciplina bene gli interventi in materia di edilizia scolastica; bisogna operare come nelle emergenze: in Emilia si sono ricostruite scuole in 45 giorni, con le stesse procedure si possono compiere tanti interventi urgenti.
Nella parte seguente viene presentato il rapporto sulla conoscenza dei rischi sul territorio. Qui non si parla solo di scuole, ma gli interventi sono francamente ben più concreti. I più interessanti: Franco Gabrielli, capo della Protezione Civile: “Dalle mie esperienze ho capito che in questo Paese vige la cultura del ‘speriamo non succeda’; bisogna passare alla cultura della consapevolezza. In Italia si pensa alla Protezione Civile come chi risolve le emergenze; non è così, anche se è capitato che lo fosse (vedi L’Aquila); è in realtà una delle tante organizzazioni di volontariato che sono ‘veicolo di contaminazione’ per diffondere la giusta attenzione civica”. Titti Postiglione, sempre della Protezione Civile: “Prevenzione e consapevolezza si vanno diffondendo, ma ancora troppo poco. Come incentivarle? Con la ‘partecipazione attiva’: nei Comuni, ad esempio, i cittadini vengano informati e coinvolti nella preparazione dei piani di sicurezza municipali (obbligatori). Importante fare rete tra associazioni per sollecitare la partecipazione attiva: in questo anche la scuola ha un ruolo, ma non si può delegare tutto alla scuola”. Daniela Occhiali, sindaco di Sant’Agata bolognese: “Abbiamo bisogno di due cose, come Comuni: regole e risorse. Impossibile fare piani se le regole cambiano sempre, se ogni due anni c’è una finanziaria; si sperperano troppi fondi, ad esempio con le nuove norme sul numero degli studenti bisognerebbe rifare tutte le porte delle scuole, con insostenibile spreco di risorse per il Comune”. Fausto Casini, presidente dell’ANPAS (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze): diffondere le conoscenze anche nelle scuole: non solo studiando moduli didattici ma creando eventi di comunità con altri enti affini alla scuola.
Le conclusioni di Cittadinanzattiva:
– i “cittadini attivi” possono fare la differenza
– troppe volte si è usato il condizionale nella mattinata: denota che l’edilizia scolastica non gode di interventi sicuri, ma di operazioni eventuali
– sulla manutenzione ordinaria è ora di darsi una mossa
– soddisfazione per la stabilizzazione di alcune buone prassi, come le prove d’evacuazione
– dopo il rimpallo delle responsabilità tra politici, è chiaro: serve all’Italia non solo una “cultura della consapevolezza” (Gabrielli), ma anche una “cultura della responsabilità”
– teoria della “broken window”: un edificio non curato è sintomo di poca cura per ciò che vi si svolge dentro
– ancora troppe sono le barriere architettoniche per gli studenti disabili
Insomma, un flash di conclusioni: il parere della politica è troppo vago, mentre dal basso (Protezione Civile, comuni, movimenti territoriali…) ci sono persone con esperienze e contenuti veri per diffondere la sensibilità sull’edilizia scolastica e i rischi nel territorio. Anche per la nostra attività di associazione studentesca, una collaborazione con queste realtà potrebbe essere davvero interessante e proficua.
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