Cari ragazzi,
sono molto contento di potervi rivolgere un messaggio di auguri per il Santo Natale e le festività che sono oramai vicine.
Un augurio a voi, alle vostre famiglie, ai vostri insegnanti nella speranza soprattutto che il 2013 possa essere finalmente l’anno in cui il nostro paese ricomincia a crescere e ad essere protagonista di una ripresa economica che ridia certezze soprattutto a voi giovani, che vedete sempre più avvicinarsi il tempo delle scelte e cercate un’occupazione stabile e dignitosa.
I problemi che voi ragazzi vi ponete per il vostro futuro sono gli stessi che si pongono per il futuro dell’Italia. Perché un paese che non ascolta e non indirizza le nuove generazioni è un paese vecchio, stanco e che difficilmente riuscirà a vincere le sfide a cui è chiamato.
Osservo con attenzione la disillusione con cui molti di voi affrontano le sfide della vita quotidiana. Oggi bisogna essere consapevoli che ogni rinuncia è una perdita grave. Non possiamo e non dobbiamo permettercela. Bisogna reagire.
Abbiamo messo in sicurezza il paese, adesso dobbiamo ripartire. Occorreranno sempre più persone preparate, serie, capaci di leggere il cambiamento e saperlo guidare.
Dobbiamo scommettere sul futuro, voler essere attori protagonisti del rinnovamento nazionale. Chi più dei giovani ha interesse a prendere le redini del proprio futuro?
Adesso che, grazie all’impegno del Parlamento, molte riforme sono state completate mentre altre sono in dirittura d’arrivo, il mio desiderio è che il 2013 possa essere l’anno degli investimenti in capitale umano. L’anno nel quale tutto il Paese si mobilita per la ripresa scommettendo sui propri giovani e sulle loro competenze e i loro talenti. L’anno nel quale le imprese faranno uno sforzo particolare per immettere il maggior numero possibile di giovani lungo il percorso di inserimento lavorativo tracciato dalla riforma del mercato del lavoro.
Per ripartire, si potrebbe cominciare da qui. Da un investimento straordinario in capitale umano al quale concorrano tutte le forze del Paese e soprattutto le imprese. Perché se lo Stato da solo non può risolvere ogni problema, ciò non significa che non possano riuscirci gli italiani – soprattutto quelli più giovani – se sapremo affrontare uniti i problemi che abbiamo di fronte.
Avete ragione quando affermate che bisogna fare di più e meglio.
Sono il primo a dire che non basta enunciare per voi la speranza: occorre organizzarla; stimolare una creatività più fresca, una fantasia più liberante, la gioia turbinosa dell’iniziativa. Dobbiamo convincerci che per crescere occorre spalancare la finestra del futuro: progettando insieme, osando insieme, cambiando insieme.
Il mio governo ha fatto proprio della questione giovanile una priorità e sono sicuro che chiunque verrà dopo di noi dovrà impegnarsi per rendere più efficiente e moderno il sistema scolastico, le università, insieme a favorire l’accesso al mercato del lavoro.
Sono convinto che se ciò non verrà fatto, se non vi aprissimo nuove possibilità di occupazione, nuove opportunità di affermazione sociale, la partita del futuro è persa non solo per voi, ma per tutti.
Immaginare il futuro e renderlo possibile è la prerogativa indispensabile per ciascuno di noi. Per dare un senso al nostro percorso e per mordere il mondo con lo sguardo di chi sa vedere lontano.
I miei più sinceri auguri.