Cari amici,
ieri mattina ho vissuto un’esperienza forte. Ero alla cerimonia del premio “Buone pratiche a scuola”: lo indice ogni anno CittadinanzAttiva, un’associazione di partecipazione civica che si batte per la tutela dei diritti dei cittadini in vari ambiti (come sicurezza nei luoghi di vita, sviluppo di stili di vita salutari, tutela e assistenza dei malati, e tanto altro). Scuole di tutta Italia, dalle primarie alle medie superiori, inviano i loro progetti per diffondere benessere e sicurezza a scuola; una commissione – di cui ho avuto l’onore di fare parte in rappresentanza del MSAC – li valuta.
Il premio è intitolato alla memoria di Vito Scafidi, uno studente di Rivoli (To) deceduto a scuola il 22 novembre 2008 per il crollo del controsoffitto della sua aula. Sono presenti i genitori di Vito. Dovrebbero esserci anche i politici. Già, dovrebbero. Gli ospiti di Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, onorevoli Ghizzoni e Vacca, non si presentano. L’esponente del Popolo delle Libertà, on. Centemero, interviene e poi parte per Milano. Anche il sottosegretario Marco Rossi Doria, dopo il suo saluto, lascia la sala per improrogabili impegni.
Non voglio fare populismo, ognuno avrà avuto motivi più che validi. Ma i banchi destinati ai politici, sul podio della sala, restano miseramente vuoti mentre i ragazzi presentano i loro progetti. E sono sempre vuoti quando interviene la madre di Vito, la signora Cinzia Caggiano. Non fa un lungo discorso, ma poche parole sono sufficienti. Dice che, dopo la morte di suo figlio, si è abituata a essere come un vigile ogni volta che mette piede in una scuola. Che le nostre scuole sono spesso in stato precario, ma chi ha il dovere di controllarle non lo fa con il giusto scrupolo. «Ai ragazzi dico sempre: “Dovete essere i controllori dei controllori”, perché loro regolarmente non fanno il proprio dovere. E per questo dovete mettervi in gioco voi. Io non ho altri figli da donare allo Stato». Parla poi Antonio Morelli, presidente del Comitato Vittime San Giuliano di Puglia (un sisma nel 2002 vi causò la strage nella scuola elementare): «Li vedete questi banchi vuoti della politica. Noi li vediamo così da 12 anni, i genitori di Vito da 5. Continuiamo la nostra battaglia per testardaggine. Ma se dalle istituzioni nessuno ci ascolta, l’obiettivo diventa sensibilizzare i cittadini, far sì che essi in prima persona possano verificare la sicurezza dei luoghi in cui vivono».
E l’immagine – credetemi – fa rabbrividire: due genitori che parlano dei loro figli che non ci sono più, e dei banchi vuoti che non possono sentirli. C’ero però io, e c’erano soprattutto gli studenti delle scuole premiate. Almeno noi abbiamo fatto nostra quella richiesta di attivismo.
A fine mattinata mi avvicino alla madre di Vito. Le dico che, nel piccolo della nostra associazione studentesca, il MSAC, ci prenderemo a cuore quella richiesta di sicurezza che i politici non hanno voluto ascoltare. Mi ha detto che, qualsiasi cosa facciamo, dovremo avere solo «la vostra bandiera di studenti, non quella di un partito o di altre organizzazioni. Se no andate solo a dare forza a loro». E loro sono quei banchi vuoti, che oggi hanno perso un’occasione, purtroppo l’ennesima, per dimostrarsi vicini ai cittadini.
Ci siamo presi un piccolo impegno, e nel dire alla signora Cinzia la mia vicinanza ho portato con me i volti e i sogni dei 1000 ragazzi di Fiuggi, della Sfs che ancora ci emoziona. Noi abbiamo sognato per il nostro futuro, per costruire qualcosa che toccheremo con mano. Un genitore che perde un figlio, perde il suo futuro. Per me incontrare questi genitori coraggiosi, che perseverano con costanza ammirevole nella propria battaglia affinché nessun altro Vito muoia mentre costruisce il proprio futuro, è stata una scossa che mi sembra giusto condividere con tutto il Movimento.
All’inizio del prossimo anno, l’OktoberFest MSAC sarà dedicata proprio all’edilizia scolastica. Faremo in modo che il ricordo di Vito Scafidi non vada dimenticato, ci impegneremo per conoscere le nostre scuole e affrontarne i problemi, non solo legati all’insegnamento o alle valutazioni, ma anche quelli degli edifici e delle norme di sicurezza.
Se ci attiveremo per le nostre scuole, faremo politica. Dal basso, con lo spirito di servizio più puro dell’attivismo studentesco, ci impegneremo a fare qualcosa per le nostre scuole e quindi per le nostre città. È un impegno che abbiamo preso con la signora Cinzia, con le vittime dell’irresponsabilità nelle scuole, e se le nostre istituzioni non saranno presenti, saremo noi a esercitare il nostro diritto di cittadini e di studenti.