Archivi autore: Saretta Marotta

Nasce sulla rete w il concilio!

Un portale per far conoscere il Concilio Vaticano II alle nuove generazioni!

Viva il Concilio‘ è anzitutto espressione di ringraziamento, poiché lungo i secoli della sua storia alla Chiesa non è mai venuta meno l’assistenza dello Spirito Santo. Nel caso del concilio Vaticano II, ancora una volta, lo Spirito di Dio non ha lesinato i suoi doni, versandoci in grembo «una misura buona, pigiata, scossa e traboccante» (Lc 6,38b). Deo gratias.

Viva il Concilio‘, oltre ad essere una benedizione, costituisce una pro­messa: solo a condizione di rinnovare la fedeltà e la verità di quell’evento spi­rituale sarà possibile per la Chiesa cattolica disporre dei doni ricevuti e tenerne viva la memoria. In modo tenace Paolo VI ha richiamato il dovere ecclesiale della “fedeltà al Concilio”, poiché trattandosi di un evento che chiama in causa la responsabilità apostolica, prima «dobbiamo comprenderlo» poi «dobbiamo seguirlo».

Viva il Concilio‘ è un compito che si fonda sulla memoria, impegna il presente e apre alla profezia. Occorre «ricordare che il Concilio scaturì dal grande cuore del papa Giovanni XXIII […] Noi tutti siamo davvero debitori di questo straordinario evento ecclesiale» (Benedetto XVI). Per questo, la lezione dell’ultimo Concilio dev’essere accolta come «la grande grazia di cui la Chiesa ha beneficiato nel secolo XX: in esso ci è offerta una sicura bussola per orientarci nel cammino del secolo che si apre» (Giovanni Paolo II).

Viva il Concilio‘ vuol essere, per ultimo, un sito web – promosso da Giacomo Canobbio, Piero Coda, Severino Dianich, Massimo Nardello, Gilles Routhier, Marco Vergottini, con i cardinali Carlo M. Martini e Roberto Tucci, e il vescovo Luigi Bettazzi. Vi si troveranno a) fonti; b) interventi magisteriali; c) saggi teologici; d) iniziative (testi, video, convegni e pubblicazioni), utili per sollecitare il popolo di Dio a leg­gere e interpretare “nel cono di luce del Concilio” (Paolo VI) l’agire e la testimonianza ecclesiale nell’oggi della storia.

Milano parla della riforma…

da www.agensir.it

Più che un “progetto di riforma”, quello che si è appena concluso con le ultime disposizioni del ministro Gelmini è “un riordino della scuola italiana, con una riduzione di tempo-scuola e una semplificazione di percorsi per la secondaria, che lasciano però sussistere quattro diversi percorsi – tra loro poco comunicanti – per soddisfare l’obbligo scolastico e/o giungere al diploma”. E’ quanto si legge in un documento a cura dell’Azione Cattolica Ambrosiana, l’Aimc (Associazione italiana maestri cattolici) e l’Uciim (Unione cattolica italiana insegnanti medi) di Milano, che definisce la riforma scolastica “un riordino amministrativo dell’esistente, dettato da esigenze economiche”. “Punto fermo necessario”; comunque, ma “insufficiente”, perché “manca un’idea di fondo, un progetto nuovo, più ambizioso a livello culturale e didattico, almeno all’altezza dei valori sempre rimarcati dai progetti di legge via via emanati”. Una “lacuna”, questa, che per i firmatari del documento non è però attribuibile soltanto alla politica, quanto piuttosto al fatto che “manca nel nostro Paese un’attesa positiva e costruttiva riguardo ala scuola”, percepita da adulti e giovani “come una pratica da sbrigare, un male necessario, come le tasse, distante dai mondi vitali che ne motiverebbero l’esistenza”.

Se il” riordino” giunge al traguardo, è la tesi delle associazioni, “ora la parola passa alle scuole, alle famiglie, perché molto resta ancora da pensare e da fare”. Di qui la necessità di “ripartire seriamente dalla centralità della persona, pensata dentro una trama di relazioni sociali importanti, ragioni per le quali la scuola ha un valore strategico nella crescita di un Paese”. In un Paese, come il nostro, “divenuto multiculturale, multietnico, luogo di immigrazione dopo decenni di emigrazione, ottava potenza mondiale a livello economico” – si legge nel documento – “tornare a pensare a partire dal dato costituzionale è un compito possibile e necessario per dare anima alla scuola e per comprendere la sua decisività per formare giova i dialogici, capaci di convivenza in un contesto pluralista, democratico, europeista, capaci di abitare e di edificare una società realmente multiculturale, integrata, non impaurita, disponibile ad offrire a ciascuno pari opportunità di riuscita”. Raccogliere la “sfida educativa” significa inoltre far sì che i valori della Costituzione si traducano in “processi di cittadinanza attiva”. In ambito scolastico, infine, “urge il completamento della revisione degli organismi che governano sia le autonomie scolastiche che l’intero sistema d’istruzione e formazione, oltre che l’indicazione dell’iter di formazione dei docenti iniziale e in servizio.

Anche la commissione cultura del Senato approva la riforma

è arrivato anche l’ultimo parere prima del varo definitivo al Consiglio dei Ministri

La riforma di licei, tecnici e professionali colleziona quindi un altro voto, dopo quello della VII commissione Cultura della Camera

Anche la commissione del Senato ha detto sì, ma con alcune importanti condizioni, che potrebbero mettere in difficoltà il Governo

  • inizio della riforma nell’anno 2010/2011 sì, ma solo a partire dalle prime classi (non il biennio, cioè le prime di quest’anno scolastico)
  • invito a “riconsiderare, nel contesto del medesimo quadro orario complessivo, la riduzione delle discipline scientifiche e di indirizzo”, specie per i professionali, per i quali si è chiesto di non “tagliare” più di 2 ore a settimana (che già in un anno sono tantissime!)
  • revisione del riordino delle cattedre, come già suggerito dal parere del Consiglio di Stato, tramite regolamenti e non decreti (ci vorrà quindi più tempo)

vedremo come il Consiglio dei Inistri recepirà tali condizioni… intanto la riforma slitta per ora alla fine di marzo

Riforma della scuola approvata anche dalla Commissione Cultura della Camera

manca pochissimo alla riforma della scuola, che ormai resta solo da approvare da parte del Consiglio dei Ministri. Il primo CdM utile è previsto per venerdì 22 gennaio, ma è abbastanza improbabile che si tratterà della seduta del CdM che approverà la riforma Gelmini. Il primo motivo, meramente gossipparo, ma che comunque costiruisce un impedimento “pratico” è che il Ministro dell’Istruzione prevede di SPOSARSI il giorno dopo. Anche se la riforma della scuola superiore potrebbe costituire per lei un bel dono di nozze, per fortuna ci vorrà ancora del tempo prima che il testo diventi decreto legge.

Infatti la commissione Cultura della Camera, presieduta da Valentina Aprea, ha offerto il proprio parere favorevole ai tre regolamenti, ma ha proposto alcune modifiche. Ad esempio, che la riforma sia operativa dall’anno prossimo solo per le prime classi e non per tutto il biennio. e poi, e questo forse piacerà al prof di cui abbiamo pubblicato la lettera qualche giorno fa, che il liceo scientifico tecnologico si chiami “informatico”.

Notevole è il fatto che il parere abbia ricevuto in commissione i soli vti dei deputati della maggioranza, mentre l’opposizione e persino l’Udc hanno votato polemicamente contro.

è dunque questione di giorni. I prossimi passi della riforma gelmini saranno l’aprovazione in Consiglio dei Ministri, la firma di Napolitano e la revisione della Corte dei Conti. L’anno 2010/2011 sarà decisamente l’anno della nuova riforma.

Lettera aperta di un prof. sui tecnici

Avendo ricevuto preghiera di pubblicazione, postiamo qui, all’interno della rubrica “dico la mia” la lettera aperta al Ministro Gelmini del prof. Daniele Manni, dell’ITC Costa di Lecce

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Lettera aperta

Al Ministro della Pubblica Istruzione Mariastella Gelmini

e per conoscenza

Al Direttore Generale per gli Ordinamenti Scolastici Mario Giacomo Dutto

Gent.mo Ministro Gelmini,

mi chiamo Daniele Manni, sono un docente di Informatica in servizio da 18 anni presso l’Istituto Tecnico Commerciale “Costa” di Lecce, e quanto Le sto per scrivere esprime, probabilmente, il pensiero di molti, se non di tutti, i miei colleghi in Italia che insegnano la mia materia nell’indirizzo “Programmatori” presso i Tecnici Commerciali.

Prendendo visione del riordino degli Istituti Tecnici non si può non constatare come sia stato eliminato del tutto nel Settore Economico l’indirizzo “Programmatori” (indirizzo in cui l’Informatica è una delle principali materie e che, tra l’altro, negli ultimi venti anni ha visto crescere esponenzialmente il numero degli iscritti, data la richiesta sul mercato della specifica figura uscente) e come dalle attuali 5 e 6 ore settimanali di Informatica si passerà a settembre, nel migliore dei casi, a solo 2 ore (per i primi quattro anni) e a 0 (zero) ore per il quinto anno.

Ora, volendo anche trascurare gli aspetti legati alla pura e semplice meraviglia sul perchè venga così drasticamente ridotto il monte ore di una materia talmente attuale e professionalizzante nell’ambito dell’istruzione tecnica ed in particolare Continua a leggere

Il Consiglio di Stato ha dato parere favorevole alla riforma Gelmini

Ieri sera (13 gennaio) è pervenuto al ministero dell’Istruzione il testo dei pareri sui tre regolamenti che dovrebbero cambiare la scuola superiore a partire dal prossimo anno scolastico.

A questo punto mancano solo i pareri delle due commissioni parlamentari “Cultura” di Camera e Senato, che avevano atteso, per completare la loro discussione sul testo, proprio che il Consiglio di Stato si pronunciasse sulla riforma

Nei prossimi giorni dunque i testi dei regolamenti potrebbero essere già passati al voto conclusivo sia alla Camera che al Senato.

Prevediamo dunque un periodo di grosse agitazioni nel mondo della scuola e raccomandiamo a tutti i msacchini prontezza e dedizione nel servizio (soprattutto di informazione, di esercizio critico e analisi propositiva) ai propri compagni

In bocca al lupo a tutti!

Tetto al 30%

Invece di andar contro sistematicamente ad ogni cosa esca fuori dal palazzo in viale Trastevere, ogni tanto ci toccherebbe star zitti e zittire le polemiche, e mettere al lavoro il cervello.

Qualche tempo fa a proposito degli stranieri a scuola ci fu la proposta delle classi d’inserimento, presto chiamate le “classi ghetto”, che avrebbero dovuto convogliare tutti gli stranieri impossibilitati per barriera linguistica a seguire i programmi didattici delle “classi normali”. Anche noi ci siamo fortemente opposti a quella proposta (la mozione Cota), a nostro parere olezzante razzismo e poco lungimirante. La scuola italiana è famosa in Europa per il suo modello di integrazione degli stranieri, che non li vede separati dagli altri ma integrati nella classe, proprio per stimolare maggiormente gli alunni stessi ad un più veloce apprendimento della lingua ed a una migliore educazione alla convivenza interculturale.

Ora però si denuncia come razzistico anche il provvedimento Gelmini di prevedere un tetto massimo (del 30%) degli alunni stranieri in ciascuna classe. Riflettiamo.

Ci vuole equilibrio. se è interessante e stimolante la presenza multiculturale tra le mura di un’aula, questa non deve superare certe proporzioni, proprio perchè non venga superato quel limite per cui ai vantaggi si sostituiscono gli scompensi di una didattica sicuramente rallentata da problemi linguisitici e di integrazione che altrimenti si porrebbero in minor misura.

Ancora una considerazione. In Italia ci sono moltissimi esempi di scuole virtuose, in cui fortissima è la presenza straniera proprio per ottimi modelli di didattica integrata, ricezione della diversità, dialogo interculturale e multilinguistico. Altre, molte altre purtroppo, su questo piano sono molto indietro. Ma cosa accadrebbe se, per un normale meccanismo del passaparola, in quelle scuole si concentrasse la presenza straniera sgravando le altre, deresponsabilizzandole da compiti che comunque dovrebbero assumere? Le scuole virtuose finirebbero per non esserlo più, a causa della rottura del virtuosismo degli equilibri. Al contrario le scuole pigre si atrofizzerebbero nella loro incapacità di recepire la presenza di alunni stranieri. Le prime allora diventerebbero sì scuole ghetto. E pensate al rischio , senza un tetto alla presenza di stranieri, che nei singoli istituti si formino per prassi naturale “classi ghetto”, in cui mozione Cota o no, verrebbero concentrati tutti i “didatticamente indesiderabili”

E’ giusto allora prevedere dei limiti, delle proporzioni.

Ma… come è buona norma per tutto ciò che di umano si trova sotto il sole, “cum grano salis”.

La soglia del 30% non deve diventare un vincolo più dannoso del rischio che vuole evitare. Non si può pensare, per esigenze di percentuale, che degli alunni stranieri vengano sbattuti di istituto in istituto, a kilometri di distanza, per la burocrazia della norma. Vanno pensate e regolamentate le eccezioni, che ogni buona norma deve avere. Elasticità sia il criterio d’ispirazione per tutti

voi che ne dite?

Cominciano gli incontri regionali di preparazione alla SFS!!!

Dal 16 al 18 aprile a RIMINI il Movimento Studenti di Azione Cattolica organizza la quarta edizione della Scuola nazionale di Formazione per Studenti (SFS), l’appuntamento triennale del MSAC, che in questo 2010 compie 100 anni di storia!

La SFS è aperta a tutti gli studenti delle scuole superiori d’Italia, appartenenti o no al movimento o all’associazione. Clausola fondamentale è l’iscrizione attraverso il centro diocesano AC.

Per prepararsi a questo attesissimo appuntamento, l’Equipe Nazionale MSAC organizza una serie di incontri regionali per tutti i msacchini, responsabili e studenti che intendono partecipare e organizzarsi per la SFS! Saranno incontri di preparazione tematica (e logistica! ^_^), insieme agli incaricati regionali e agli ospiti della Segreteria Nazionale

Cominciamo col weekend prossimo:

  • La SICILIA si incontra a Palermo dal 9 al 10 gennaio! per info: miriennailo@tiscali.it e alessandra88@yahoo.com. Dell’equipe nazionale saranno presenti: Laura La Placa, Alessandra Migliara e per la Segreteria Nazionale Marco Maccolini
  • La LOMBARDIA si riunisce in occasione del consiglio regionale del 9 e 10 gennaio, a cui interverrà la Presidenza Nazionale di AC. Per info: lorylory_88@hotmail.it e velvetste@hotmail.it Presenti l’incaricato regionale Lorenzo Rossi e per la Segreteria Nazionale Stefano Veluti e don Nicolò Tempesta.
  • La TOSCANA si incontra il 10 gennaio! Per info ale.garu@tiscali.it. Presenti l’incaricato regionale Alessandro Garuglieri e la Segretaria Nazionale Saretta Marotta
  • La CAMPANIA si incontra tutta la giornata del 10 gennaio. Per info: a.scognamiglio@inwind.it. Presenti l’incaricata regionale Lisa Scognamiglio e la Segretaria Nazionale Saretta Marotta
  • L’EMILIA ROMAGNA si incontra nel pomeriggio del 10 gennaio (ma si fa il bis il 21 febbraio a RIMINI). Per info: marco.maccolini@libero.it. Presenti per l’Equipe Nazionale Cristina Malanca, Serena Bartolini, Alessandra Berlinii e per la Segreteria Nazionale Marco Maccolini
  • Il PIEMONTE e la VALLE D’AOSTA si incontra il 6-7 febbraio. La LIGURIA invece riceverà visite “a DOMICILIO” (^___^) da parte di Elena Poser e Diletta Balduzzi. Info: poser_elena@msn.com e dilebaldux@hotmail.it
  • il TRIVENETO prepara la SFS il 7 febbraio! Per info contattare i due incaricati regionali, Michele Azzoni e Veronica Vanzo: michele.azzoni@hotmail.it e veve_1@libero.it. Saranno presenti poi per l’Equipe Nazionale Stefano Dalla Mora, Stefano Voltan e Francesco Zignol.
  • appuntamento in CALABRIA in occasione dell’incontro regionale con la Presidenza Nazionale ed il Consiglio Nazionale di AC il 13 marzo a Reggio C.
  • per le date di PUGLIA, LAZIO, SARDEGNA ed ABRUZZO-MOLISE restate sintonizzati. Oppure chiedete info a: msac@azionecattolica.it

Il MSAC di Lodi sui crocifissi

Abbiamo chiesto al MSAC di Lodi per la nostra newsletter msacchina P&D express di scrivere un articolo sulla questione dei crocifissi a scuola. Lo pubblichiamo qui ringraziando l’equipe diocesana di Lodi per il suo splendido contributo. Ancora buon 2010 a tutti!!!

Sono passati due mesi dal 3 novembre, data in cui la Corte europea per i diritti dell’uomo ha deliberato che la presenza dei crocefissi nelle aule scolastiche costituisce una inadempienza «del diritto per i genitori a educare i figli secondo le loro convinzioni» nonché «una violazione alla libertà di religione degli alunni stessi». Una sentenza bollata come “scioccante” in gran parte d’Italia, dato che nel nostro paese il crocefisso è appeso in ogni aula, come in ogni altro edifico pubblico, dal lontano 1924. Già in altre occasioni non sono mancati tentativi di rendere nulla quella legge promulgata in piena era fascista, ma la croce ha sempre mantenuto il suo posto nelle aule scolastiche fino a quando una signora italiana di origine finlandese, atea, non ha chiesto che nella scuola di Abano Terme (Padova) frequentata dai suoi due figli il crocefisso venisse rimosso. In attesa dell’appello (lo stesso Ministero dell’Istruzione italiano ha fatto ricorso contro la sentenza), il crocefisso resta ancora sui muri delle nostre scuole, ma per quanto ancora non possiamo saperlo. Possiamo però riflettere su questa decisione, e sulle decine di interventi che il dibattito ha scatenato con forza nel nostro Paese.

È quello che abbiamo fatto nell’èquipe del nostro circolo lodigiano del MSAC, composta da sette studenti delle superiori, cinque studenti universitari e un sacerdote, e il risultato è l’articolo che ora state leggendo. Continua a leggere