Lettera aperta al Ministro e alle associazioni studentesche

On. Ministro Gelmini,

…dopo quanto accaduto la settimana scorsa durante l’ultima riunione del Forum delle Associazioni studentesche maggiormente rappresentative, sentiamo l’urgenza di esprimerLe i nostri sentimenti. Innanzitutto ci teniamo a ribadire il nostro dispiacere per come si sono svolti i lavori del tavolo, un esito al quale ha contribuito il comportamento di tutti noi. Capiamo la delusione e la sfiducia che deve aver provato dopo averci incontrato e per questo comprendiamo il motivo delle Sue affermazioni al termine della riunione (toni duri sono stati utilizzati da tutti). Le comprendiamo, ma rispettosamente ci permettiamo di non condividerle, continuando a sperare che tali dichiarazioni fossero solo frutto del clima di tensione che si era generato e che non intenda davvero perseguire il proposito annunciato di non voler più incontrarci, delegando alla struttura ministeriale il confronto con le associazioni studentesche e privando di fatto il tavolo della sua partecipazione.
Riteniamo infatti che il Forum abbia bisogno più che mai di un confronto continuo e cadenzato con Lei, Ministro, e forse proprio i fatti di giovedì scorso lo hanno dimostrato. Immaginiamo che in questo momento ciò Le possa sembrare tempo perso, ma La sollecitiamo a continuare a convocare e a presenziare le nostre riunioni, perché è solo con la Sua presenza e con quella di tutte le diverse associazioni studentesche che il ritrovarsi insieme attorno al tavolo assume valore e significato.
Rinnovi, Ministro, la fiducia nei nostri confronti e nelle altre associazioni, come già più volte ha dimostrato mettendoci a disposizione i tecnici del Ministero e portando avanti con noi, anche se a distanza, importanti progetti insieme, come il tavolo che sta lavorando alla proposta di una legge-quadro sul diritto allo studio.
Deve credere in noi, Ministro, e soprattutto deve continuare ad incontrarci. Più di quanto, Suo malgrado, è stato fatto finora. Di più. Perché è solo incontrando gli studenti che potrà conoscerli e fidarsi di loro ed è solo incontrandoLa che noi potremo riuscire ad instaurare un rapporto di dialogo con Lei, fatto di stima reciproca, comprensione, rispetto, anche restando su posizioni diverse. Ci incontri, Ministro, e incontri le nostre associazioni, gli studenti delle scuole d’Italia. Accetti gli inviti ai nostri convegni, vada in giro per le scuole, magari nell’ambito di un progetto di visita alle regioni da curare insieme come tavolo delle associazione. Soprattutto non abbandoni il Forum, non abbandoni il dialogo con noi, perché è attraverso questi incontri, con noi come con i presidenti di Consulta, che potrà conoscere il volto partecipativo degli studenti italiani e potrà anche aiutarci a rigettare gli stereotipi che ci vedono come generazione senza progetti, senza costanza e senza responsabilità, capace solo di opporsi a tutto e a tutti. È vero, Ministro, le contestazioni ci sono sempre state, ma negli studenti c’è una voglia partecipativa ed una capacità propositiva che Lei, ci permetta la forza del verbo, deve darci la possibilità di poterLe dimostrare. Solo così si può formare una vera rete fra Ministro, Ministero e studenti. Le discussioni, anche quando accese, se condotte nel rispetto dei ruoli, delle istituzioni che Lei rappresenta e delle idee di tutti, potranno essere dimostrazione della nostra passione e cura per la scuola. Noi da parte nostra, ci impegniamo in questo senso; Lei, da parte Sua, ci dia ancora una volta fiducia. Se non a noi, agli studenti che rappresentiamo. È possibile, si può, si deve. Riteniamo infatti che la Sua proposta di incontrare d’ora in avanti le associazioni singolarmente non possa sostituire quel tavolo di confronto che anche noi abbiamo contribuito a fondare e che da più di 10 anni ci sentiamo di onorare.
Per quanto ci riguarda ribadiamo la nostra disponibilità ad essere ponti e non muri, onde ricambiare quella fiducia accordataci nelle occasioni in cui siamo messi a confronto con gli uffici ministeriali e, in particolare, con l’Ufficio III della direzione generale per lo studente guidato dalla dott.ssa Giovanna Boda. Speriamo di poterci ritrovare al più presto, con Lei e con le altre associazioni, per poter riprende quel dialogo che giovedì, purtroppo, è venuto a mancare.

Carissime associazioni che con noi condividete l’impegno al Forum,dopo averci dormito qualche notte e aver fatto riposare pensieri ed emozioni, vorremmo condividere con voi alcune nostre riflessioni in merito a quanto avvenuto giovedì scorso.
In primo luogo siamo dispiaciuti. Dispiaciuti perché con lo spettacolo a cui abbiamo contribuito tutti noi, nessuno escluso, di fronte al Ministro, alla presidente della Commissione Cultura della Camera, on.Valentina Aprea, e a tutti i dirigenti MIUR presenti, ci siamo giocati gran parte della nostra credibilità. È molto grave che il Ministro sia stato portato ad affermare che la sua presenza non era gradita: ricordiamoci tutti che, sebbene non sempre si possano condividere le idee e le iniziative del Ministro, l’on. Gelmini rappresenta l’istituzione a cui comunque è sempre dovuto rispetto. Rispetto che è quello che tributiamo alla nostra Costituzione, alle istituzioni ed alle forme della nostra Repubblica, che è un valore persino superiore al nostro dissenso sulla riforma. Sì, superiore, perché crollati i presupposti democratici crollano tutte le nostre ragioni, anche tutti i nostri sogni per una scuola ed un’Italia migliore. È ciò che contestiamo alla politica di oggi e ci ritroviamo, noi che siamo la speranza del Paese, ad imitare le stesse prassi.
Per questo vorremmo dirci vicendevolmente che ci impegniamo a mantenere modi e toni più pacati e allo stesso tempo auspichiamo che, facendo tesoro di questa esperienza, in futuro non si presentino, mai più, situazioni simili. Mai più. Non solo per quest’anno, ma anche per il prossimo, per l’ottobre dopo e quello dopo ancora.
Alle associazioni che hanno abbandonato il Forum presentando le proprie ragioni senza aspettare la replica del Ministro vorremmo dire che la scelta di diramare un comunicato in cui era annunciato, ancor prima dell’inizio della riunione del Forum, ciò che di fatto è poi avvenuto, non è coerente e non ha contribuito a creare il clima necessario per affrontare i punti presenti all’ordine del giorno. Presentare le proprie opinioni, ma non essere disposti a sentire il parere degli altri non rientra nello spirito del Forum e tra l’altro purtroppo non dà forza ai propri argomenti. Condividiamo il pensiero che il confronto debba avvenire prima del varo dei provvedimenti, come tra l’altro affermato nel vostro comunicato, ma mantenere uno stile aperto al dialogo e al confronto, anche quando si ha il dubbio di non essere ascoltati, non è sintomo di debolezza, ma piuttosto di coerenza e fedeltà innanzitutto rispetto a ciò che per tutti noi il Forum delle associazioni studentesche presso il Ministero rappresenta. Un luogo che abbiamo costruito con fatica, in un percorso durato anni, durante il quale ci siamo guadagnati la fiducia dei vari Ministri e delle istituzioni. Non abbiamo guadagnato questa posizione e questa fiducia per noi, ma per gli studenti che rappresentiamo, per garantire loro che un luogo e un tempo in cui il Ministro ascolta direttamente dalla voce di altri studenti le loro istanze c’è ed esiste per decreto del Presidente della Repubblica. Il che non è poco.
La scelta che avete fatto, come speriamo abbiate potuto constatare voi stressi, si è dimostrata contropruducente. Il modo migliore per assicurarsi che qualcuno non ci dia ascolto è sbattergli in faccia la constatazione che non siamo disposti a repliche. Questo non ha dato autorità alle vostre pur condivisibili e documentate istanze e non ha dato autorità alla manifestazione nazionale che in questi giorni vi preparate a organizzare. La meta che tutti, e siamo più forti insieme, dobbiamo cercare di perseguire è il bene della scuola italiana, che vuol dire bene degli studenti e degli insegnanti. Per questo insieme dobbiamo concordare uno stile, una posizione nel rapportarci al Ministro. Il fatto che l’abbiano contestata le associazioni “solite” non l’ha disposta all’ascolto. Un documento condiviso, almeno per punti essenziali, se non da tutte almeno dalla maggior parte delle associazioni del Forum, accompagnato da un dossier di pareri delle sigle avrebbe forse avuto più incisività. È una via più faticosa, più lunga, ma va tentata.
È un invito che rivolgiamo a tutte le associazioni, anche a quelle rimaste, alle quali chiediamo di recuperare tutti insieme quello spirito di confronto che solo può dar valore al nostro impegno di servizio agli studenti. Avremo sempre idee diverse, ma siamo in quel luogo per dimostrare che qualcosa insieme lo possiamo costruire. Lo dobbiamo agli studenti che rappresentiamo, che nel protagonismo studentesco ci credono, ed è il Forum il luogo in cui dimostriamo al Ministro che negli studenti si può scommettere. È una responsabilità che dovremo sempre essere capaci di onorare.



Cari studenti di AC, cari msacchini,

tra pochissimi giorni le vostre scuole verranno scosse da numerose manifestazioni, scioperi, contestazioni. Vi abbiamo raccontato quello che è accaduto ai tavoli ministeriali. Abbiamo provato a spiegarvi in che modo si riesca (e non si riesca) a far giungere alle orecchie del Ministro la voce degli studenti. Spesso le urla ne confondono la sostanza. In Azione Cattolica abbiamo imparato che anche la forma è già un contenuto, che da questo non è separabile e che è inevitabile che influenzi il messaggio, valorizzandolo o, all’opposto, facendogli perdere efficacia. Nel ricorrere dei 150 anni dall’Unità d’Italia, ricordiamo la lezione democratica della nostra storia repubblicana, e impegniamoci già noi, già adesso, a recuperare l’eredità dei nostri fondamenti costituzionali. Le forme democratiche ci diano l’occasione di dimostrarci cittadini degni del Vangelo.
Cari studenti, nei prossimi giorni, per favore, non scendete in piazza, non lasciate le vostre aule deserte. La scuola italiana attraversa un momento di grande trasformazione e di grande crisi, anche. Crisi di fiducia, crisi economica, crisi educativa. Proprio per questa ragione ha bisogno di non essere abbandonata. Allora anche voi, non lasciate quei banchi vuoti, non lasciate deserte le vostre scuole. Abitatele piuttosto, vivetele il più possibile! È di questo che la nostra scuola ha bisogno: di gente che dimostri di continuare a scommettere su di lei, sulle giovani generazioni e che abbia voglia e capacità di incidere sul cambiamento!
La piazza dai toni alti e urlati purtroppo è sempre più svuotata di senso. Non ci difende, purtroppo, dall’accusa più volte ribadita dal ministro “di manifestazioni ce ne sono state sempre”. Allora continuiamo a costruire, perseveriamo a sognare. Non abbandoniamo le armi del dialogo, del confronto, che sono le armi che ci ha insegnato la democrazia. Se è vero che la mobilitazione di questo ottobre non è come le altre, se è vero che la situazione della scuola italiana è più preoccupante di tutte le emergenze che hanno preceduto questa, dobbiamo trovare modi, simboli e linguaggi alternativi per manifestare il nostro dissenso. L’obiettivo deve essere il contribuire al dibattito in corso e fare tutto ciò che è in nostro potere per assicurarsi di essere ascoltati. Perché gli studenti hanno molti (e molto buoni) argomenti da offrire. Dobbiamo regalarci l’occasione di dimostrarlo. Dobbiamo impegnarci perché ci sia data credibilità. È un invito alla responsabilità di tutti noi.

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