La “Buona Scuola” sembra arrivata all’ultimo miglio: è stato infatti presentato il “maxi-emendamento” dei relatori e ieri sera il Consiglio dei Ministri ha autorizzato il ricorso al voto di fiducia su questa modifica. In pratica, i 26 articoli della riforma sono riscritti con un unico articolo di 209 commi contenenti tutte le misure già previste dal DDL, con diverse limature e riscritture e alcune modifiche significative:
- Diritto allo studio: si riconosce il ruolo della “Carta dello studente” come strumento identificativo dello status di studente, come avevamo richiesto; ma non si stabilisce uno specifico finanziamento, come avviene invece per la “Carta del docente”. Per quanto riguarda la legge quadro nazionale, rimane soltanto la norma che prevede una delega al governo in materia.
- Valutazione dei docenti: si allarga la composizione del “Comitato di valutazione” interno a ogni scuola: saranno infatti tre i docenti (due scelti dal Collegio docenti e uno dal Consiglio d’istituto); rimangono nelle superiori un rappresentante dei genitori e uno degli studenti (molti avevano chiesto che fossero eliminati) scelti dal Consiglio d’istituto e si aggiunge anche un membro esterno (scelto dall’Ufficio scolastico regionale tra i docenti, presidi o ispettori della regione) oltre al dirigente scolastico che preside il comitato. Il ruolo del Comitato resta quello di formulare i criteri, mentre la valutazione vera e propria rimane in mano ai presidi.
- Valutazione dei dirigenti scolastici: ci sarà una verifica triennale attraverso visite ispettive e si rimanda a una legge delega per definire in modo puntuale i criteri su cui sarà basata, anche se sicuramente si terrà conto di competenze gestionali, risultati raggiunti, trasparenza, correttezza, valorizzazione dell’impegno, promozione della partecipazione, ecc…
- School Bonus: arriva un tetto di 100.000 euro per le donazioni alle scuole da parte di privati e associazioni e un fondo di solidarietà del 10% per gli istituti che ricevono donazioni inferiori alla media nazionale.
- Assunzioni: confermate le 100.000 assunzioni in arrivo a partire da settembre: tali assunzioni avverranno secondo i “metodi tradizionali ” e non per chiamata diretta da parte del dirigente. Per tutti gli altri sarà bandito entro il primo dicembre un nuovo concorso, anche se metà dei posti dovrebbe essere riservato ai precari, non assunti a settembre, che hanno più di 36 mesi di servizio. La “chiamata nominativa” da parte del Preside e la divisione dei docenti negli “albi territoriali” saranno attive solo dal 2016/17.
Su questo maxi-emendamento il Senato voterà già domani, probabilmente con la fiducia (in pratica, se il Senato respinge la riforma della scuola, il Governo Renzi non ha più la sfiducia e deve essere formato un nuovo Governo). Come la pensa il Msac, rispetto a queste novità? Esprimiamo preoccupazione e rammarico. La Segreteria ha spiegato i motivi in questa breve nota:
Movimento Studenti di Azione Cattolica: preoccupazione e rammarico per gli sviluppi della “Buona Scuola”
Il Movimento Studenti di Azione Cattolica esprime preoccupazione e rammarico per i recenti sviluppi che coinvolgono il Disegno di legge “Buona Scuola”. Le nostre perplessità nascono tanto dal merito quanto dal metodo dei recenti passaggi politici.
Nel merito, riteniamo che il maxi-emendamento presentato dai relatori, onorevoli Francesca Puglisi e Franco Conte, non recepisca le proposte che come studenti abbiamo costruito durante tutto l’anno con i circoli territoriali, e presentato nelle sedi governative e parlamentari opportune (l’ultima volta in Senato, durante l’audizione dello scorso 27 maggio).
Rispetto al metodo, non condividiamo la decisione di portare direttamente in aula un testo verosimilmente blindato dall’intenzione di porre su di esso la fiducia. Riteniamo che questa decisione rappresenti una forzatura del dibattito parlamentare, che impedisce di apportare qualsiasi intervento migliorativo al testo definito dai relatori. Ci rattrista vedere come una riforma nodale per il Paese, come quella del sistema d’istruzione, debba procedere in Parlamento senza la necessaria dialettica tra le parti politiche.
Senz’altro occorre dare una risposta alle migliaia di docenti precari storici, con i quali il Governo si è assunto un impegno. Ma la soluzione adottata con il maxi-emendamento (assunzioni subito, ma individuazione dell’organico dell’autonomia e distribuzione dei docenti negli albi territoriali solo a partire dall’a.s. 2016/17) di fatto conferma quanto sostenevamo da tempo: è possibile attuare da subito il piano assunzionale senza procedere immediatamente alla revisione dell’autonomia scolastica. Dunque, qualora ci fosse la volontà politica, esisterebbe ancora un margine per rimettere in discussione le parti della riforma maggiormente criticate e soprattutto affrontare i nodi educativi che il testo della “Buona scuola” non affronta (in primo luogo un serio intervento contro la dispersione scolastica e le diseguaglianze che sono fonte di fallimento formativo). Si tratta di valutazioni pacate e di buon senso, che in questi mesi abbiamo sostenuto anche insieme alle altre trentuno associazioni che hanno aderito all’appello “La scuola che cambia il Paese”, e che continuiamo a porre all’attenzione del Parlamento e del Governo.
Qui si trova il testo della nostra Audizione in Senato lo scorso 27 maggio. E qui il “Manifesto della Buona Scuola” scritto durante la consultazione dai nostri circoli. Quando le premesse di questa riforma erano ben diverse.