Diritto allo Studio: al via ieri il confronto

Si è svolto ieri (2 dicembre) presso la sede del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca il primo incontro del tavolo sul Diritto allo Studio. Al tavolo hanno preso parte i ministri Mariastella Gelmini (Istruzione) e Giorgia Meloni (Gioventù), le associazioni dei genitori e le associazioni studentesche che fanno parte del Forum delle associazioni studentesche. A seguito di questo incontro i due ministri con alcuni tecnici del MIUR hanno preso parte anche ad un confronto con gli Enti locali ed in particolare con la conferenza Stato-Regioni. Per il MSAC hanno preso parte Marco Maccolini, collaboratore centrale, e Michele Azzoni, incaricato MSAC per il Triveneto.

L’incontro aveva lo scopo, secondo quanto preannunciato dalla Gelmini, di conoscere le proposte e le istanze delle associazioni studentesche e dei genitori. Tutte le associazioni si sono dette molto soddisfatte dell’idea del governo di intervenire sul tema del diritto allo studio elaborando un testo condiviso dalle associazioni e dalle Regioni da presentare alle Camere che, come sottolineato dall’On. Giorgia Meloni, manterranno il loro potere legislativo e quindi potranno apportare tutte le modifiche che riterranno opportune.

Tutte le associazioni, sia quelle degli studenti sia quelle dei genitori, hanno però fatto emergere la necessità di un confronto diretto da parte delle associazioni con la conferenza Stato-Regioni per capire anche le loro disponibilità ma soprattutto la necessità di garantire risorse finanziarie per poter elaborare qualcosa di nuovo sul diritto allo studio. I ministri hanno assicurato il loro impegno in prima persona su questi punti anche se il ministro Meloni ha sottolineato che le risorse finanziarie disponibili, in un periodo di crisi, non sono illimitate e che quindi è necessario uno studio dei costi-benefici delle varie proposte avanzate.

Molti sono stati gli ambiti del diritto allo studio trattati durante il confronto. Il MSAC ha evidenziato la necessità (urgente!!) di una legge quadro sul diritto allo studio che garantisca livelli essenziali di prestazioni erogabili in modo che, in Italia, non ci siano più troppe disparità fra le regioni pur consapevoli del fatto che la scuola superiore, secondo quanto stabilito dall’articolo 117 comma 3 della nostra Carta Costituzionale, è di competenza concorrente fra Stato e Regioni. Questa legge quadro dovrebbe quindi garantire alle famiglie un sostegno economico per far fronte al problema del caro libri (pensando magari anche alla possibilità dell’introduzione del servizio prestito libri come già avviato da alcuni comuni italiani, fra i quali quello di Roma), la possibilità di usufruire dei trasporti pubblici a prezzi agevolati, di usufruire di borse di studio, come stabilito dall’articolo 34 della nostra Costituzione, dovrebbe incentivare la diffusione della Carta dello Studente “Io Studio”, rendendo possibili convenzioni locali. Insomma una legge che punti a garantire davvero una scuola “aperta a tutti” e che eviti il più possibile la dispersione scolastica. La necessità di una legge quadro sul diritto allo studio è stata condivisa anche dalle altre associazioni degli studenti e dai genitori e in particolare dai ministri che hanno spiegato che proprio su questo vorrebbero puntare.

Tutte le associazioni studentesche, a partire dal MSAC, hanno chiesto però di garantire, all’interno di questa legge sul diritto allo studio, iniziative per l’edilizia scolastica con lo scopo di intervenire ALMENO nelle zone a rischio sismico e in quelle scuole a rischio crollo, trovando il favore del ministro Gelmini che ha ricordato che ad oggi, con l’anagrafe degli istituti scolastici, si è giunti a monitorare più del 70% degli istituti.

Sul problema del caro libri, i ministri hanno garantito che in finanziaria saranno previste le risorse economiche necessarie per finanziare l’acquisto dei libri di testo per la Scuola Primaria, a seguito di un chiarimento chiesto dalla Rete degli Studenti, e il ministro Meloni ha illustrato brevemente l’iniziativa approvata dal suo ministero di introdurre nelle scuole italiane degli e-book. Su questo punto tutte le associazioni hanno sottolineato che questa innovazione tecnologica è molto apprezzata ma che bisogna tener conto che non tutte le famiglie italiane sono dotate di un computer.