Il Msac in Parlamento: Audizione sul D.L. 137

Gli studenti di Azione Cattolica sono stati ricevuti dalla VII Commissione parlamentare, quella che si occupa di Cultura e Istruzione, in merito alla conversione in legge del decreto 137 (quello del voto in condotta e del maestro unico, per intenderci). Qui di seguito il testo del nostro intervento, alla presenza dei deputati della commissione e delle associazioni degli studenti e dei genitori

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AUDIZIONE PARLAMENTARE – 16 SETTEMBRE 2008
CAMERA DEI DEPUTATI – VII COMMISSIONE PERMANENTE

MEMORIA DELLA SEGRETERIA NAZIONALE DEL
MOVIMENTO STUDENTI DI AZIONE CATTOLICA

Onorevoli Deputati di questa commissione, desideriamo innanzitutto ringraziarvi per aver accolto le istanze che in questi giorni sono emerse dalle diverse componenti del mondo della scuola. L’opportunità accordataci per rendere manifeste le nostre posizioni e proposte in riferimento alla legge di conversione del D.l. 137 oggi in discussione ci conforta e ci incentiva nel nostro impegno associativo tra gli studenti, per l’attenzione che le massime istituzioni democratiche del paese mostrano nei nostri confronti, nella contestuale speranza che un pari livello di premura sia adottato nell’ascolto e nella ricezione delle sollecitazioni da tutti noi provenienti.

Il fatto che si apra un luogo di dibattito e discussione nel contesto dei lavori per la conversione in legge del D.l. 137 è per noi un segnale di cruciale importanza, perché ci pare teso a porre rimedio a quell’assenza di confronto nei luoghi istituzionalmente preposti, che invece ha preceduto l’approvazione del decreto. Proprio a questo riguardo teniamo a sottolineare che qualsiasi riforma di rilievo del sistema scolastico debba essere frutto della più ampia condivisione possibile, scaturendo da un approfondito dibattito in sede parlamentare, così come da un aperto confronto con le parti sociali coinvolte.

Crediamo poi che il Paese abbia bisogno di una riforma del sistema scolastico che sia frutto di una riflessione pedagogica ed educativa a più ampio respiro, piuttosto che di singoli provvedimenti che incidono solo sulla superficie e sugli effetti più visibili del problema. C’è bisogno di una riforma organica, che non sia il puzzle venuto fuori dalla somma di singoli provvedimenti tecnici, condivisa, da maggioranza e opposizione, perché non si debba ricominciare da capo ad ogni cambio di governo, studiata, cioè che sia il frutto della messa in rete delle competenze di esperti in campo pedagogico, al di là degli schieramenti politici.

Posta questa imprescindibile premessa metodologica, avanziamo le nostre perplessità in merito ai punti del provvedimento che a nostro parere presentano aspetti problematici meritevoli di ulteriore analisi.

• Per quanto riguarda la scuola Primaria, riteniamo che la reintroduzione del Maestro Unico sia stata una scelta piuttosto delicata, che, in quanto tale, avrebbe meritato a nostro parere una più attenta ed ampia riflessione pedagogica. La fretta invece con la quale questo provvedimento è stato varato, nonostante pareri contrastanti anche all’interno della stessa maggioranza, ci lascia pensare che alla base dello stesso vi siano motivazioni di mera razionalizzazione e riduzione della spesa.
Chiediamo dunque che prima di procedere ad una tale “innovazione” venga adeguatamente interrogato il patrimonio di esperienza accumulato in questi anni di sperimentazione e che si metta in conto l’attuale stato di preparazione e formazione della classe docente.

• A questo proposito, ci pare appunto che il miglioramento del sistema scolastico debba passare necessariamente e prioritariamente dalla formazione degli insegnanti. Tecniche e strumenti metodologici sono necessari ma non sufficienti da soli a garantire un’educazione di qualità. È indispensabile una classe docente preparata e appassionata al proprio lavoro. Riteniamo dunque che sia necessario un serio ripensamento del sistema di reclutamento degli insegnanti che premi, qui si, il merito, e che venga posta al più presto una soluzione al blocco delle graduatorie, che attualmente preclude l’accesso all’insegnamento a tanti giovani neolaureati preparati, e motivati. Questa precisazione ci sembra quantomeno opportuna visto che, dopo il decreto fiscale che ha implicato una notevole riduzione del personale ATA (meno 15%, cioè 43mila posti di lavoro), il tanto atteso piano di “razionalizzazione” dell’istituzione scolastica previsto dalla legge finanziaria comporterà, secondo le stime, 35mila cattedre in meno solo agli istituti superiori, con conseguente riduzione del monte orario dalle scuole professionali ai licei e probabile accorpamento delle classi.

• Riguardo la cosiddetta “razionalizzazione”, ci sembra necessario ribadire che, pur essendo consapevoli della necessità di ridurre la spesa pubblica, non è possibile che sia sempre la scuola italiana a far la fine di Cenerentola. L’istruzione non può continuare ad essere considerata, come è stato fatto finora, come un capitolo di spesa tra gli altri. E’ invece una importante leva di cambiamento sociale, premessa indispensabile alla costruzione di una società democratica, in cui i cittadini si riconoscano nella comune partecipazione al bene comune. Non c’è democrazia senza istruzione, dice Noam Chomsky, e noi aggiungiamo che non può esserci una società democratica solida senza un’istruzione di qualità, che significa non tanto privilegiare il merito, quanto preoccuparsi che il prezioso dono dell’educazione venga offerto davvero a tutti. A nostro avviso è necessario che il governo prenda consapevolezza che la Scuola è una risorsa e che i fondi spesi per il mantenimento ed il miglioramento del sistema scolastico sono un investimento per il futuro.

• Tornando ai provvedimenti previsti dal decreto, riguardo all’introduzione del voto numerico in sostituzione ai giudizi, non ci sembra che tale scelta sia stata supportata da adeguate motivazioni pedagogiche ed è nostra opinione che l’aridità dei criteri matematici non basti a valutare il processo di apprendimento del ragazzo, aiutandolo a migliorarsi, ma anzi rischi di indurlo ad identificarsi con un numero, favorendo il formarsi di classifiche prive di valore educativo all’interno della classe.

• Riguardo invece alla reintroduzione della rilevanza del voto di condotta nell’ambito della valutazione complessiva dello studente, ci rammarica profondamente il fatto che in questo modo si cancelli così rapidamente un articolo fondamentale dello Statuto delle Studentesse e degli Studenti, frutto di un lungo percorso di dialogo e concertazione tra associazioni studentesche e ministero. Condividiamo l’esigenza che il percorso formativo dello studente venga valutato integralmente e non soltanto riguardo ai “contenuti e competenze” perché, come più volte ribadito da Edgar Morin e prima di lui dal filosofo Montaigne, servono teste “ben fatte e non ben piene”, ma ci pare che in merito a questo provvedimento il decreto rimanga nebuloso nella definizione delle disposizioni a questo riguardo. Raccomandiamo quindi che si proceda ad una regolamentazione prudente della materia in esame, al fine di evitare gli abusi in cui inevitabilmente potrebbero incorrere le singole istituzioni scolastiche e i singoli collegi dei docenti nell’utilizzo della nuova normativa.

• Accogliamo infine positivamente l’introduzione della materia “Cittadinanza e Costituzione”, segno della buona volontà del Ministero nel rilanciare l’insegnamento dell’Educazione Civica nelle scuole. Ci chiediamo però perché piuttosto non si sia scelto di potenziare quanto già esistente. A tal proposito ci è sembrata infatti inopportuna la scelta di non prevedere un monte ore autonomo per l’insegnamento: temiamo che questa scelta abbia come possibile conseguenza la riproposizione di quanto già avviene nel caso dell’educazione civica, materia già presente nei licei e istituti di formazione, ma il cui insegnamento viene spesso fagocitato da parte delle cattedre a cui viene affidata

Roma, 16 settembre 2008

La Segretaria Nazionale

Dott.sa SARETTA MAROTTA

Il Delegato per i rapporti con il MIUR

AGATINO LANZAFAME

33 pensieri su “Il Msac in Parlamento: Audizione sul D.L. 137

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  2. mirella

    se può essere utile…
    LA RIFLESSIONE DEL MIEAC:
    “La scuola, da diversi anni, sta vivendo una crisi profonda.
    Non sempre le politiche scolastiche sono state indirizzare verso quelle riforme necessarie per garantire qualità, efficienza e un più alto livello di formazione, come viene reclamato da tutti: l’accesso alla formazione, infatti, è ritenuto diritto fondamentale perché ogni persona possa vivere una cittadinanza attiva e responsabile nella società della conoscenza. Così siamo passati, in attesa di realizzare gli obiettivi di Lisbona, che impegnano l’Italia assieme agli altri paesi europei, dalla riforma Moratti (che tanto spaesamento ha generato nella scuola e anche tra le famiglie) alla politica del “cacciavite” di Fioroni (o del piccolo cabotaggio), mentre nell’era Gelmini assistiamo ad un processo di disgregazione della scuola italiana.
    Quel ch’è peggio, sembra che manchino, ancora una volta, una visione complessiva e un orizzonte; è assente un progetto, anche minimo, di uomo e di società.
    Non c’è nessuna riflessione pedagogica, ma la nuda esigenza, pur legittima, di risparmiare risorse, a danno – come inizio – di un segmento di scuola che funziona, per riconoscimento internazionale.
    Fa problema l’assenza di un confronto, di un dialogo aperto sulle scelte da compiere, è l’autosufficienza del potere che ci disorienta e ci turba. L’apparato centrale, nonostante il riconoscimento dell’autonomia, continua a gestire tutte le operazioni, accentrando sempre più il sistema e aumentando il numero delle ordinanze, circolari, note, avvisi, mentre la realtà scolastica necessita di maggiore vicinanza ai reali bisogni formativi degli alunni, delle famiglie e del territorio.
    La scuola ha bisogno di rinnovarsi, senza strappi e colpi di mano, ma attraverso percorsi condivisi di riflessione da maturare dal basso, così come si sta faticosamente realizzando attraverso la sperimentazione dei curricoli sulla base delle Indicazioni nazionali per il primo ciclo e per il biennio dell’istruzione obbligatoria.
    Per quanto attiene ai contenuti, poi, preoccupa, riguardo al maestro unico – nostalgico ritorno ad un passato ormai per sempre perduto -, la grave riduzione del tempo scolastico didatticamente strutturato e la completa cancellazione dei tempi e delle possibilità di compresenza dei docenti nelle classi. Si tratta di una sottrazione di opportunità a chi ha meno possibilità “culturali” (sociali, economiche); spinge ad “affrettare i tempi”; legittima la preoccupazione che si ridurrà tutto quello che non conduce con efficienza ed immediatezza ad acquisire conoscenze ed abilità quantificabili (a preoccupazioni simili va pure soggetta la ventilata modifica dell’esame di terza media con prima due, e poi tre, cosiddette “prove oggettive”).
    Una scuola nella quale si riducono contitolarità, collegialità, corresponsabilità nella progettazione, nelle attività didattiche, nella valutazione degli apprendimenti e nel recupero del gap maturato, difficilmente sarà rispettosa dei tempi e delle possibilità di ciascuno, quasi necessariamente lascerà alcuni indietro, abbasserà per loro gli obiettivi (bambini stranieri, in handicap, socialmente e culturalmente svantaggiati) allargando il solco che li separa dai “Pierini” (per i quali, sosteneva don Milani, a scuola è tutto facile). Una reale crescita personale avviene, infatti, solo nel contesto di significative, autentiche relazioni con le figure educative, con insegnanti motivati, disponibili, competenti, riconosciuti nella loro significatività. E a nulla serve ricorrere al 5 in condotta per acquisire autorevolezza e dignità, significa riconoscere il fallimento del sistema educativo: con la paura e la minaccia non si è mai costruito nulla di buono. Cominci la famiglia ad assumere stili educativi adeguati, la società ad interrogarsi circa comportamenti devianti diffusi e accolti.
    La scuola ha bisogno di un’anima, di slanci forti, dell’impegno concorde di tutte le istituzioni e della comunità, di una antropologia legata alla centralità della persona e al suo pieno sviluppo. La formazione deve mirare a questo: dare a tutti il diritto di sapersi orientare nella vita, avendo gli strumenti e le competenze necessarie per affrontare la complessità da soggetti liberi, autonomi e responsabili.
    Per fare ciò, non sono possibili tagli: occorre da una parte evitare gli sprechi, semplificando e razionalizzando il sistema, ma sono indispensabili forti investimenti. Se si vuole puntare sul futuro, occorrono risorse per la riqualificazione dei docenti, perché siano messi in grado di aggiornare conoscenze e competenze, promuovendo massicce azioni formative, laboratori di ricerca-azione per migliorare i processi di apprendimento, attraverso metodologie efficaci in grado di sconfiggere la dispersione scolastica e realizzare gli obiettivi fissati a livello europeo.
    E’ questo l’auspicio. Se così non sarà, è facile pensare ad un inevitabile autunno non solo della nostra scuola, ma anche della nostra democrazia”.

  3. roberto

    più che un’audizione del Msac sembra quella della Cgil-scuola…….
    (e allora meglio l’originale della copia).

  4. Agatino

    Ciao Roberto,
    perchè dici cosi? Non ho sentito la relazione della CGIL scuola, ma ho sentito quella della Rete degli Studenti (sindacato studentesco vicino alla CGIL) e il contenuto era diverso, sicuramente, pur essendoci alcuni punti di convergenza (cosi come con altre associazioni studentesche…

    Cosa è che non ti convince? Confrontiamoci sul merito del parere… o del D.L.

  5. Roberto

    Cgil a parte, io non ho paura della “razionalizzazione”, se si pensa allo stato pietoso della scuola italiana tutt’altro che “razionale”: magari se ne introduca un pò…laddove le esigenze del “personale” (cioè degli insegnanti e degli amministrativi ergo del sindacato) hanno sempre fatto premio su quelle di studenti e famiglie, utenti (e vittime) finali e non rappresentate ai tavoli “negoziali”. Questo dovremmo in premessa denunciare, amico mio.
    Vediamo poi i singoli punti.
    Il maestro unico – prevalente – può costituire una polarità positiva, in luogo del frenetico viavai di certe ragazzette (e non parliamo degli avvicendamenti da un anno all’altro, un vero casino) troppo “intercambiabili” sotto il profilo delle varie discipline per non suscitare sospetti.
    Il voto numerico – accompagnato ai giudizi, che mi pare restino confermati – semplifica il necessario e non inaridisce affatto, quelli prima di noi, giudicati sui “numeri” erano forse trattati da cretini? non mi pare.
    E il voto di condotta? che male c’è a renderlo significativo, in tempi di sbraco e bullismo, per non dire di peggio?
    Contenuti, competenze e merito….vade retro? e invece avèrcene nelle zucche vuote che ci ritroviamo!
    Di maggiore pragmatismo, unito ad una sana manutenzione per provvedimenti, a mio parere, è proprio ciò di cui si sente il bisogno, altrochè!
    Di sociologismi e pedagogismi, e nella declinazione che se n’è data in Italia ispirando reiterate e inapplicabili “riforme organiche”, all’ombra dei quali si è consumato lo scempio che vediamo, ne abbiamo abbastanza noi studenti per primi, con famiglie al seguito.
    E il vecchio, sano buon senso evangelico non dovrebbe difettare dalle nostre parti, anzichè fare il verso, sia pure in modo più educato e infiocchettato (Chomsky, Montaigne, Morin…decchè?), al rivendicazionismo partigiano.
    Scrivete e parlate un pò più facile, infine, e non come libri stampati e per pochi intimi.
    Cordialità.

  6. Michele

    Allora, vediamo di procedere per “fondamentali”, che dopo tante parole, è, appunto, l’essenziale.L’intervento in parlamento è “Nostro” (?), cioè del MSAC, Movimento Studenti di Azione Cattolica. Perfetto. Precisiamo però che il movimento è appunto realtà DELLA DIOCESI in cui è, per portare Gesù nell’AMBIENTE IN CUI SI TROVA. Che è la scuola SECONDARIA SUPERIORE.
    Io mi chiedo francamente come il movimento possa (?) dare una propria opinione riguardo cose che non ci sono vicine. Infatti, siamo nella scuola, ma quella superiore! Io non ci sono nella scuola primaria, o secondaria inferiore, non c’è nessuno del mio gruppo del msac di Pisa, non c’è nessuno del msac in tutta Italia. Se fossi ignorante, e qualcuno lì dentro c’è veramente…beh a quel punto dategli un altro nome.
    Secondo me, e passo all’ultima lettera della nostra sigla, dobbiamo portare NELLA SCUOLA (poi se ci fanno parlare in parlamento, ottimo.. -io stesso ho partecipato a un seminario in ministero e ne sono felice) in primo luogo GESU’, e in secondo luogo i VALORI CRISTIANI, propri del nostro incontro in Gesù.
    Allora, uno dei più importanti, a mio parere, è l’UMILTA’.
    Non credo che possiamo pretendere un posto in parlamento, non possiamo pretendere che il ministero ci ascolti per forza. Dobbiamo portare Gesù prima nel quotidiano, ma se ci viene posto un rifiuto, dobbiamo RISPETTARE IL RIFIUTO DELL’ALTRO.
    Non possiamo nemmeno pretendere di dare un’ opinione che non è propria della nostra esperienza, e del nostro rapporto con le PERSONE (perchè sono i destinatari del nostro servizio).
    E questo è perchè siamo un GRUPPO DI CHIESA, non un gruppo POLITICO. Anche se è nostra caratteristica intrinseca l’invogliare alla partecipazione politica.
    Perciò secondo me bisognerebbe essere più cauti in dare certi giudizi (beninteso, molte volte condivisibili…), e se proprio vogliamo darli, che siano VERA ESPRESSIONE DEL NOSTRO VIVERE LA SCUOLA (condivisa e dibattuta precedentemente da chi è nella scuola, possibilmente non solo universitari). NON DOBBIAMO RESTRINGERCI A UNA IDEOLOGIA!! Così si riesce solo a morire e essere discussi.
    Ripeto che non ci tiene uniti una storia, una rivoluzione studentesca, un movimento culturale (questo lasciamolo agli altri gruppi), ma ciò che ci tiene assieme è la PERSONA DI GESU’.

    Auspico una densa, fruttuosa e bella discussione dopo questi input,
    chiedendo allo Spirito di darci la forza.

    Grazie dell’ascolto,

    Michele

  7. Michele (un altro...) Venezia

    Ciao a tutti,
    mi pare giusto rispondere a quanto affermato fino ad ora. Soprattutto a quanto detto dal mio omonimo ma non solo….

    Caro michele, è vero che essendo una movimento Cattolica abbiamo come carisma quello di annunciare Gesù nelle scuole (basti pensare ad una delle quattro stanze formative: i momenti di primo annuncio) ma è vero anche che come associazione cattolica che ha a cuore la scuola siamo chiamati ad interrogarci e ad interessarci su quanto accade nella scuola cercando di sviluppare una coscienza critica. é quello che emerge anche da un’altra “stanza formativa”: la formazione specifica.
    ti riporto qui di seguito il testo preso dagli itinerari formativi “Sentieri di Speranza” (cfr. editrice Ave pag.137 e seguenti):
    (…) FORMAZIONE SPECIFICA: i momenti di formazione specifica coinvolgono direttamente il Msac e sono occasioni per maturare conoscenze e competenze rispetto alle dinamiche, alle politiche e alla legislazione scolastica. Gli incontri di formazione specifica accompagnano gli studenti di Ac nel maturare uno stile di protagonismo e partecipazione responsabile. (…)
    mi sembra quindi chiaro che il Movimento non è chiamato ad essere “tiepido” (cfr. Proposta formativa di quest’anno) ma a prendere in qualche modo una “posizione”.
    quindi, caro michele, diamo sì importanza alla testimonianza di Gesù ma ricordiamoci anche che non è l’unico aspetto del Msac anzi…
    Ho letto poi che, secondo te, dobbiamo essere più cauti: sono PERFETTAMENTE D’ACCORDO CON TE, ma in quanto associazione che fa parte del Forum delle associazioni studentesche siamo, alcune volte, chiamati a dare pareri senza avere il tempo materiale di confrontarci con tutti: non è logicamente pensabile.
    per quanto detto invece da Roberto vorrei fare un appunto: dare un valore al voto di condotta, a mio avviso, è correttissimo ma ci sono modi e modi per farlo.
    si voleva infatti criticare il METODO. esiste uno statuto che è stato realizzato grazie al contributo anche del Msac. in questo statuto si delinea una netta separazione tra il valore del voto di condotta e quello che invece hanno i voti delle materie.
    NON ERA NECESSARIO UN DECRETO D’URGENZA: era più importante discutere e magari arrivare alla stessa soluzione. ma così si sarebbe seguito lo stile che dovrebbe avere sempre il nostro paese: lo stile democratico.
    e lasciami dire una cosa: per essere chiari la scelta di fare un decreto d’urgenza è stata fatta per evitare che un partito della Maggioranza si opponesse in parlamento creando una crisi!!!

    Michele
    (spero di essere stato chiaro)…

  8. Michele (un altro...) Venezia

    ah dimenticavo: c’è uno spazio in questo blog dedicato alle opinioni di tutti: “dico la mia”… utilizzatelo se volete dare un vostro parere così aiutate anche noi, membri d’equipe, a capire cosa gli studenti del Msac pensano su una riforma o su altro… DOBBIAMO PARTECIPARE

  9. Michele

    Allora, evitiamo di fare confusione…
    Il movimento è diviso in quattro stanze, metodo contestabile, discutibile, bello, magari non ugualmente attuato in tutte le diocesi: perchè?
    Probabilmente perchè ogni diocesi ha una sua realtà e ambiente specifico con ESIGENZE specifiche, per la quale è necessario affrontare alcune cose maggiormente, altre di meno.
    Allora ogni diocesi può affrontare maggiormente il “primo annuncio”, altri la dimensione di catechesi, altri la presenza politica,altri gli “orientamenti culturali” ognuno con ciò che ritiene più giusto.
    Ma io parlo di un’altra cosa:
    Parlo della necessità di non rilegare la TESTIMONIANZA in uno dei quattro ambienti, ma di attuarla, viverla, praticarla in ogni aspetto. E NON POSSIAMO ACCETTARE COMPROMESSI CON QUESTO.
    Perciò è necessario dare la propria opinione SECONDO I VALORI CRISTIANI! (docilità, umiltà…)
    E sono d’accordo con te che la tiepidezza non appartiene agli atteggiamenti da tenere in queste cose molto importanti.
    Ma ricordiamoci che siamo un’associazione, e un’associazione fatta di PERSONE. Per cui ritengo che si possa contrastare senza tiepidezza SOLO ciò che è intrinseco alla nostra associazione, e quindi al nostro credo.
    Mi ritrovo un po’ perplesso di fronte a delle “linee dure” su cose indubbiamente opinabili! E riguardo alle quali sicuramente in associazione ci sono opinioni diverse. Per cui mi preoccupo delle persone nell’associazione, che possono sentire, lontano, diverso, spregiudicato, sbagliato, ciò che viene affermato con durezza dalle persone che ha eletto, o che lo rappresentano!
    E se diamo una nostra “certezza” alle cose che diciamo, quando sono in realtà opinabili…beh..poi vieni preso molto meno sul serio…e puoi essere confuso con una qualsiasi altra associazione studentesca.
    Per cui io propongo (non voglio solo criticare, anche perchè ci sono cose non buone, buonissime!) di cambiare il NOSTRO atteggiamento e di conformarlo a quello del Signore.
    Cambiarlo in questi punti:
    -Non dare risposte, ma provocare domande
    -Mettere in “crisi”(=movimento) attraverso il toccare punti FONDAMENTALI e condivisibili, non opinabili o dedotti da un sentire generale. Ma farlo in maniera FORTE!!!
    -Parlare solo di ciò che veramente viviamo, altrimenti siamo presi per dei parlatori. E facciamolo capire, che noi lo viviamo ogni giorno! (quindi escluse scuole primarie)
    -Non pretendere mai nulla, ma viverlo come un dono!

    Non pieghiamoci alle leggi della politica! Facciamo POLITICA DA CRISTIANI, e da partecipanti a un’ASSOCIAZIONE ECCLESIALE. Svolgiamo ogni lavoro, ogni attività, ogni cosa in Cristo, e non perchè siamo nel rettangolino che delimita il Primo Annuncio dagli altri quattro pezzetti.

    Scusate se rompo, ma forse ogni tanto fa bene,

    Michele

  10. Agatino

    Scusatemi se intervengo solo adesso ma causa concerto di Jovanotti a Pergusa sono stato fuori tutto il pomeriggio oggi.

    Alcune considerazioni:
    1) Per quanto riguarda gli interventi di Michele, io ritengo che il nostro ruolo principale come Movimento Studenti di Azione Cattolica sia quello di essere presenza viva nelle scuole, ogni giorno, nelle nostre realtà diocesane. Come movimento siamo infatti come le braccia attraverso le quali l’Azione Cattolica abbraccia il mondo e si proietta al di fuori della parrocchia nel luogo del quotidiano.
    Questo smisurato amore per la scuola in cui viviamo fa sorgere in noi la responsabilità di conoscere ed interessarci delle regole che sono presenti in questa realtà in quanto siamo chiamati, in virtù del nostro essere cristiani, ad essere CORRESPONSABILI della scuola.
    Questa corresponsabilità si attua su vari livelli: innanzitutto c’è il dovere primario dello studio e del rispetto di ciò che ci è affidato, poi c’è la corresponsabilità esercitata attraverso la rappresentanza, e poi c’è la responsabilità esercitata attraverso lo studio e la riflessione sulle tematiche scolastiche.
    In quanto Associazione Studentesca rappresentativa (a causa della nostra presenza viva nelle singole scuole, e del nostro impegno quotidiano in ogni diocesi che ben conosciamo) siamo stati chiamati dal Ministero, ed in questa occasione dal Parlamento a dire la nostra in tavoli di confronto (il Forum) o commissioni dove le varie associazioni si confrontano per disegnare insieme alle istituzioni il volto della Scuola portando l’esperienza e il parere degli studenti.

    2) In queste occasioni di confronto la posizione che viene elaborata dal Msac è innanzitutto una posizione che viene CONDIVISA da tutta l’associazione e non è espressione soltanto del parere del movimento studenti. Ovviamente questo non può accadere mediante la consultazione di ogni singolo socio ma tutto questo avviene tramite la consultazione di quegli organi che sono stati DEMOCRATICAMENTE eletti all’interno dell’associazione e che pertanto sono RAPPRESENTATIVI dei soci: mi riferisco alla PRESIDENZA dell’AC che viene coinvolta nella stesura dei nostri pareri e che più volte ci ha fatto pervenire osservazioni e consigli. A questi consigli si sommano quelli provenienti dai nostri assistenti, sia di settore che generali.
    Inoltre il parere non è mai frutto di una volontà individuale, io come persona posso anche avere delle idee divergenti da quelle espresse dal parere, ma viene elaborato in maniera collegiale dalla Segreteria Msac insieme al Delegato ed è soprattutto il frutto di anni di riflessione vissuti all’interno del movimento. La posizione sul voto di condotta ad esempio, pur avendo subito con il passare del tempo alcune modifiche è il frutto di numerosee partecipate riflessioni in vari momenti della storia dell’associazione.

    3) Fatte queste premesse concludo dicendo, caro michele, che quindi è nostro dovere essere in prima linea nell’affrontare queste tematiche facendo sentire forte la nostra voce, al di là degli schieramenti politici, unicamente orientati da Cristo e da quel patrimonio di esperienze associative di cui si nutre la nostra formazione. E se per caso ci fossero delle divergenze all’interno dell’associazione? Si dialoga, sia di presenza che attraverso questi doni che ci sono forniti dalle moderne comunicazioni e si cercano dei punti di incontro.

    4) Per quanto riguarda le obiezioni di merito fatte da Roberto voglio innanzitutto dire che qui nessuno è contrario a priori ad un piano di razionalizzazione all’interno della scuola volto a migliorare la qualità del sistema scolastico. Anzi molti di noi condividono la preoccupazione che la scuola venga vista da qualcuno come uno “stipendificio”. Questo però non significa che questi piani di razionalizzazione possano essere fatti agendo contro l’interesse degli studenti e della scuola italiana.
    Partiamo da un dato di fatto: secondo TUTTE le statistiche EUROPEE la scuola italiana ha un solo punto di eccellenza: la scuola PRIMARIA. Ora la prima domanda è: se la scuola primaria Italiana è considerata da tutti a livelli di eccellenza (troverai ovunque conferma su internet) perchè riformarla tornando ad un modello (maestro unico) che presenta senz’altro alcuni aspetti positivi ma che d’altro canto ne presenta molti negativi (immagina certi maestri che già fan molto danno quando lavorano in equipe cosa potranno fare come maesti unici)?

    Il risparmio e la riorganizzazione non può mai essere fatto a spese dell’efficenza della didattica. Di conseguenza anche alle scuole superiori, se riorganizzazione e razionalizzazione significa andare a creare delle classi di 35 studenti per classe onestamente meglio rimanere dove siamo. Piuttosto si potrebbe pensare a come fare per ottenere di più dagli insegnanti piuttosto che pensare a come tagliarli. Magari prevedendo iniziative obbligatorie di aggiornamento, mettendo degli incentivi che premino il merito degli insegnanti. Queste potrebbero essere senz’altro proposte da discutere a mio parere.

    Per quanto riguarda il voto di condotta, siamo i primi (e a questo punto credo che forse non siamo stati chiari?) a dire che è necessario che lo studente venga valutato integralmente e non soltano riguardo alle cose che sa. Poichè la scuola lo deve formare come persona.
    Questo passaggio però non può essere effettuato soltanto attraverso una logica repressiva.
    Infatti, fermo restando che questa reintroduzione del voto di condotta è una cosa se la vogliamo dire tutta un po’ demagogica visto che il decreto fioroni aveva già varato norme molto più pesanti contro il bullismo, l’introduzione del voto di condotta non responsabilizza assolutamente gli studenti e le famiglie ma fonda la propria efficacia su un meccanismo repressivo che non condivido affatto.
    La conseguenza piu probabile è che questo spauracchio del voto di condotta venga utilizzato da qualche insegnante troppo zelante per tenere a freno lingue e idee scomode di tanti studenti di buona volontà. Ovviamente a pensar male si fa peccato… ma come diceva qualcuno spesso ci si azzecca.

    La questione della riforma organica non sono in grado di affrontarla con competenza a questo orario quindi ti rispondo con una metafora adatta all’ora:
    – Se nel tuo letto hai una coperta vecchia e un po logora, che ha alcune falle e non ti copre per bene secondo te è meglio:
    a) rattoppare in fretta e furia qualcuna di queste falle con alcuni pezzi di stoffa che ti ritrovi, finchè alla fine ti ritrovi con un bel collage che alla prima lavata va in mille pezzi?

    b) avendo gli strumenti (ad esempio una solida maggioranza e un grande patrimonio di esperienza) prendi le misure del letto, valuti il materiale migliore per le tue esigenze, e cominci a realizzare una nuova coperta su misura con una tramatura uniforme e che si adatta perfettamente al tuo letto soddisfacendo i tuoi bisogni in maniera duratura?

  11. Agatino

    P.s. Michele dimenticavo di dirti che abbiamo scelto di parlare anche della scuola primaria pur non vivendola in prima persona perchè in parlamento abbiamo rappresentato l’intera Azione Cattolica che quindi è chiamata a dire la propria anche su un aspetto tanto delicato per bambini, famiglie e insegnanti che vivono la nostra associazione

    Inoltre da laici quali siamo dobbiamo mettere le mani in pasta per tradurre i principi, le idee, la fede in scelte concrete: e mentre i principi, le idee e la fede non sono opinabili, le scelte concrete in cui le traduciamo possono essere oggetto di dibattito e anche divergenze, ma questo non significa non cimentarsi anche nel dibattito e nel confronto su queste scelte concrete. Non con arroganza, come giustamente dici tu, ma con lo spirito del Cristiano che solleva dei dubbi, mette in evidenza le contraddizioni, propone una strada, senza avere mai soluzioni preconfezionate ma facendosi compagno di viaggio (ed in questo caso di “dibattito”) delle persone che ha accanto.

  12. Roberto

    Agatino, Agatino….per farla breve, consentimi di metterla così: si vede che tornavi da un concerto di Jovanotti.

    Saluti a tutti.

  13. Agatino

    Si in effetti come argomentazione mi sembra davvero efficace… Proprio colpisce il merito di quanto detto, evidenziandone gli aspetti non condivisibili: cosi si dialoga…

  14. Michele (un altro...) Venezia

    ciao roberto,
    non riesco a capire il tuo atteggiamento.
    perché non tenti di spiegare ancora le tue idee anche alla luce di quanto io e agatino ti abbiamo detto? mi sembra che sia agatino che io abbiamo dimostrato la volontà di dialogare tu, invece, un po’ meno….

  15. Michele (un altro...) Venezia

    caro michele,
    non sto facendo confusione; comunque come ti ha detto Agatino e come ti avevo già detto io è impossibile sentire l’opinione di tutti; ci sono delle persone (presidenza nazionale in primis), elette democraticamente, che vengono consultate in modo da ottenere sempre l’opinione di molti.
    per roberto: per quanto concerne il voto di condotta ripeto che la critica del Movimento riguarda il metodo!

  16. Paolo

    Allora allora, caro Agatino,
    secondo me la questione deve essere meglio specificata.

    Potrei dirti il perché sono d’accordo con questa riforma…
    – la scuola italiana ha più insegnanti della media europea, se ce la fanno gli altri ce la faremo anche noi a tagliare…

    – sarò anche un amante del “mos maiorum”, ma non mi pare che la scuola italiana dopo la tragica riforma Berlinguer del ’96 (se non erro) funzioni meglio di quella dei miei genitori, che avevano il maestro unico, e sicuramente molta più disciplina di quanta ce ne sia ora;

    – il voto in condotta è giusto, perché è giusto che la gente che fa cose gravi ( e di certo, per prendere 5, bisogna farne) venga bocciata. L’atttuale voto fino al 7 era bloccato, e tutti prendevano tra 8 e 9, non distinguendo chi effettivamente si comportava bene da chi si comportava male.
    Per quanto riguarda l’oggettività o meno del voto, tutti i voti sono variabili, ma dimentichi che il voto in condotta lo decide l’intero consiglio di classe: se un professore ha antipatia per un alunno, fa molto prima a mettergli 5 a matematica (e non come dici tu per “per tenere a freno lingue e idee scomode di tanti studenti di buona volontà”; mi sembri sostenitore – e inserisco anch’io la frase di Andreotti “a pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca” – della “convincente” linea di Famiglia Cristiana riguardo alla dittatura);

    – inutile dire perché il grembiule è fondamentale alle elementari: tutti sanno quanto sia importante l’immediata identificazione, anche da lontano, di bambini perduti, soprattutto durante le gite scolastiche (ma anche in cortile ecc.);

    – per quel che riguarda il voto-giudizio li vedo sinonimi, e ad essere precisi per un bimbo di 7 anni è molto più chiaro vedere quanto vale un 8 in una scala da 1 a 10 rispetto ad un “Distinto”, che in Italiano ormai si usa solo per i saluti alla fine delle lettere (distinti saluti);

    Detto questo, però, incapperei in un errore: queste sono mie opinioni personali, e di certo non è materialmente possibile che l’equipe nazionale ascolti ogni sigolo “membro” del movimento.

    Oltre al fatto che a parere mio è sbagliato che non venga richiesta l’opinione dei segretari diocesani (nel senso che viene data la possibilità di esprimersi, ma se la maggioranza non si esprime, l’idea ufficiale del movimento è quella della minoranza che si è espressa?), le cose sono due:

    1) O il movimento è un movimento cattolico che si tiene lontano dalla politica ed evita di lanciare comunicati stampa che vengono riportati sui giornali accanto a quelli della Sinistra Giovanile (lei si che è caratterizzata politacamente), come se fossero due associazioni di uguale struttura politica;

    2) Oppure il movimento ha una sua idea in materia di riforme; questa linea viene ovviamente data dai membri dell’equipe e dalla Saretta; però, quando a Viterbo quest’anno abbiamo votato i membri d’equipe e la segretaria, loro dovevano dirci come la pensavano politicamente durante le candidature (politicamente sulla scuola, non partiticamente). A quel punto sì che loro avrebbero rappresentato le nostre posizioni… e di certo, se e quando entrerà la candidatura con idee politche, potrò votare chi più rappresenta la mia opinione e quella del mio “circolo”.

    Detto questo,
    distinti saluti
    Paolo

  17. Macco

    Mi inserisco nel dibattito e facendo ciò mi presento: sono Marco, incaricato regionale MSAC dell’Emilia-Romagna.
    Per quanto riguarda la scelta di esprimersi anche su questioni che non riguardano la scuola superiore oltre a quanto già detto penso che fosse stato richiesto di esprimersi sul decreto legge nella sua interezza e quindi anche su questioni che non sperimentiamo nella vita quotidiana a scuola.
    Poi concordo sulla necessità di una razionalizzazione della spesa pubblica che sta raggiungendo picchi abominevoli, ma non quando questo significa tagli incondizionati all’istruzione perchè se, come molti affermano, i giovani sono il futuro del Paese e non solo, bisognerà investire su ciò che concorre alla loro formazione.
    La perplessità sul voto di condotta, oltre al fatto che si presta a divenire così uno strumento di ricatto perdendo ogni connotazione valutativa ed educativa, consiste nella facilità con cui è stato cancellato un punto importante dello Statuto delle Studentesse e degli Studenti, senza consultare il Forum delle Associazioni Studentesche.
    Venendo al modo di dire le cose e al linguaggio Gesù sicuramente ha tra le sue innumerevoli qualità l’umiltà e la docilità, ma gli appartiene anche la fermezza e non ha lesinato dure parole quando necessario, ovviamente questo stile deve andare di pari passo con la consapevolezza che non siamo portatori di risposte assolute, tutt’altro, ma dal testo dell’audizione non mi sembra che emerga questa presunzione. Il linguaggio deve, secondo me, essere commisurato al contesto nel quale ci si esprime: sono convinto che ognuno di noi non parla nello stesso modo con un bambino o col proprio Vescovo, per fare un esempio, e purtroppo in certi ambiti conta anche come si esprimono i concetti.
    Il fatto che il parere non sia frutto di una riflessione molto condivisa, soprattutto con le diocesi, è una critica condivisibile, ma ciò è figlio dello scarso interesse che spesso i singoli circoli hanno o manifestano per certe questioni, ma vi posso assicurare che la segreteria e l’equipe sarebbero ben contente di ricevere il maggior numero di contributi possibile, ma come è emerso all’ultimo congresso nazionale e anche dalla penuria di commenti in questo blog, per citare alcuni esempi, questo purtroppo non avviene e vi garantisco che ci interroghiamo spesso al riguardo.
    Concludo dicendo che se vogliamo dialogare facciamolo con franchezza come ci insegna la nostra associazione.

    Ciao

    Marco

  18. Roberto

    La mia nel merito pensavo si fosse capita, e vedo con piacere che non siamo pochi a pensarla grosso modo uguale, e dunque bravo Paolo, forza ragazzi…diamoci dentro sul quartier generale, comitato centrale, soviet supremo…dei nostri capi e capetti: è tutta na’ politica, mica siamo fessi, giù in “periferia”!

  19. Macco

    Caro Roberto, spero vivamente che il tuo intervento sia un modo di dire perchè i ragazzi che sono parte dell’equipe nazionale sono lì per fare un servizio all’associazione e non per imporre un’ideologia politica dato che l’Azione Cattolica non è sul libro paga di nessuno se non dei suoi soci e questo la rende più libera di altre associazioni (e questa non è farina del mio sacco, ma viene da don Giuseppe Masiero assistente nazionale degli adulti).
    Se ciò che esprimiamo non corrisponde al pensiero dei circoli diocesani è giusto che ci venga fatto notare, ma sempre nell’ottica della correzione fraterna: c’è modo e modo. Inoltre se avete suggerimenti su come in futuro poter elaborare pareri più condivisi sono sicuramente i benvenuti.

  20. Alessandro

    Sono molto dispiaciuto per le insinuazioni ideologiche che vengono fuori da certi commenti di Roberto, perchè purtroppo dovremmo essere stati educati, in associazione e nel cammino di formazione alla fede, a ben altri atteggiamenti. Agatino e Saretta hanno avuto la nostra fiducia. Saretta come democraticamente permette la nostra associazione e Agatino su disponibilità e scelta dell’equipe. Le opinioni diverse all’interno della nostra realtà ci sono, ci sono state e sarà bene che ci siano SEMPRE, perchè altrimenti sarebbe segno negativo di una mancanza di “movimento”. Ma essere definiti un soviet è purtroppo molto triste, sopratutto da chi è parte della stessa nostra realtà. Probabilmente non si ha neanche idea del lavoro che Agatino e Saretta, e prima di loro Stefano Montaldo con Nisia e tutti coloro che si occupavano del Forum delle Associazioni studentesche abbiano fatto, mediando e facendo un lavoro di dialogo con tutte le associazioni studentesche veramente (quelle sì) partitiche. E’ difficile stare in mezzo alle faziosità e alle ideologie, riuscire a cercare di trasmettere un messaggio che abbia un valore più forte e di più ampio orizzonte e riuscire a farlo capire a chi non vede altro che il proprio punto di vista….ma poi tornare a “casa” e sentirsi categorizzati come un soviet da chi poi dovrebbe essere un fratello è davvero brutto.
    Al congresso è stato lamentato dall’equipe nazionale che manca una partecipazione delle diocesi ad un lavoro di pensiero riguardo all’ambito più prettamente “politico” della vita scolastica. Invece che scrivere al blog chiedo di farsi vivi direttamente sulla posta del msac, di far presente le proprie posizioni, di farsi sentire in modo diretto, così saremo tutti più utili uno all’altro. Lanciare commenti su un blog può essere utile, ma prenderci per gente che raggira la “periferia” e che fa il capetto significa generalizzare, oltretutto senza mai aver mosso un dito. Quindi muoviamoci per favore per rendere le intenzioni qualcosa di concreto anzichè solo invettive estemporanee: sono settimane che il msac scrive a proposito delle iniziative del Ministro, perchè ora ti fai vivo roberto?? è stata persa una occasione di confronto in più. questa si che è ideologia.

    Le opinioni diverse ci sono in associazione, basta che vai a un consiglio diocesano e te ne accorgi. ma le decisioni che vengono prese mettono alla prova per il fatto che chi non è d’accordo deve saper ATTENDERE. voler avere ragione sempre, pretendere che le cose che vogliamo noi si realizzino subito, adesso, è una logica da bambini. saper vivere e resistere nelle contraddizioni e nella capacità di guardare oltre nell’attesa di una crescita, lavorando nella carità reciproca, è la cosa più difficile. siamo abituati a volere tutto e subito. e questo purtroppo è ragionare con la logica di questo mondo.

    Concludo con una riflessione di carattere più generale, ma che credo sia importante oggi, in questo momento storico. Siamo una generazione che è cresciuta (e cresce tutt’ora) all’ombra dei grandi contrasti su quale sia il ruolo dei cattolici nel mondo, dopo che la DC è caduta e il grande baluardo cattolico in politica non esiste più. I nostri nonni e genitori sono parte di quella generazione che ancora si scanna sui giornali e nelle chiese con riflessioni e contrasti che ormai hanno perso ogni capacità di dialogo; i nostri politici cattolici (per quelli che si possono definire tali) sono un malo esempio. Direi che adesso la palla tocca a noi, ad imparare a mettere fuori la capacità di vivere una unità che è nella fede, e che sul resto si mette in gioco di continuo. ancora oggi due cattolici di diverse prospettive politiche non riescono a parlare con calma per più di 5 minuti di seguito. Quelli prima di noi non ci sono riusciti. possiamo decidere cosa fare.

    credo si sia capito che anche io sono del soviet…ergo, dell’equipe nazionale.
    Ringrazio michele (non quello di venezia) della sua riflessione critica, che come sempre lui e i ragazzi della sua diocesi portano avanti con umiltà e grande onestà.
    Roberto, per favore, ed anche paolo, fatevi vivi anche direttamente sulla mail del msac per condividere con noi la vostra posizione. ve ne saremo grati. chiedetevi comunque se probabilmente le vostre riflessioni non possano essere già state sollevate quassù, tra i “capi”, e che la decisione finale sia stata alla fin fine questa che è venuta fuori con l’audizione..non crediate che i pensieri di tutti non siano rappresentati in equipe; abbiate fiducia, per favore.
    L’equipe magari si impegnerà maggiormente per continuare a spingere le singole realtà a dire la loro e a tenerle informate su quelle che sono le riflessioni tra i “capi”. abbiate però la pieta di comprendere che non abbiamo trenta vite e non possiamo essere capaci di tenere conto di tutti in tutto. siamo umani! e sopratutto volontari! e dobbiamo venirci incontro. quello che può sembrare un gesto antidemocratico è perchè magari non abbiamo i mezzi e le giornate di 72 ore per mettervi al corrente di tutto, ma l’età che abbiamo è quella giusta per potersi muovere anche autonomamente per sapere meglio le cose, o per chiedere spiegazioni.

    Buonanotte!

    Alessandro

  21. Agatino

    Non voglio tener conto dell’ultimo topic di Roberto perchè onestamente non merita risposta anche se a questo punto mi sorge un dubbio legittimo sull’appartenenza di Roberto stesso al Movimento, e proprio a tal proposito a questo punto mi chiedo un po’ di che diocesi sia il nostro Roberto, cosi tanto per conoscere il nostro interlocutore (il rischio troll su internet è sempre molto diffuso)

    Carissimo Paolo, per quanto riguarda le idee politiche del movimento, come tu ben sai, se realmente come dici eri a Viterbo nel documento congressuale redatto insieme a voi e sottoposto al vostro voto c’erano molti contenuti riguardanti le politiche scolastiche: ad esempio sul voto di condotta o sulle modifiche allo statuto, e queste sono state oggetto di pochissimi contributi da parte delle diocesi oltre che di nessun emendamento in sede congressuale. Questo fa presupporre che quanto scritto dall’equipe nazionale sia stato condiviso interamente dal movimento.

    Ferma restando la legittimità della nostra posizione, prima di andare sul merito delle nostre idee mi sorge una domanda, tu sei uno studente? Per capire bene come fai a conoscere l’andamento della scuola italiana prima della tragica riforma Berlinguer del 96… Neanche io dalla mia venerando età di 22 anni sarei capace di un raffronto cosi azzardato…

    Per quanto riguarda il voto di condotta una conoscenza approfondita della legge preesistente ti permetterebbe di sapere che i fatti gravi di cui parli (che possono portare al 5 in condotta) sono già punibili con la bocciatura da quando il ministro Fioroni ha approvato di concerto con le associazioni studentesche del forum le modifiche allo Statuto.

    Per quanto riguarda il grembiule posso anche essere d’accordo peccato che NESSUNA NORMA del decreto ne parli quindi stiamo parlando di aria fritta…

  22. Roberto

    Appartengo, appartengo….se vi può tranquillizzare, c’ho pure er distintivo (ma faccio poche chiacchiere, perché sono uno che studia).
    “insinuazioni” ideologiche le mie?
    ma se tra voi per primi vedo è in voga il famoso adagio “a pensar male si fa peccato ecc ecc”…scagli la prima pietra chi è senza peccato!
    (detto sempre per correzione fraterna, eh, così è contento pure Macco).
    Tutto il resto è noia.

  23. Agatino

    Appunto a dir la verità ci siamo annoiati un po’ tutti con questo stile.

    P.s. Il movimento studenti di azione cattolica non mi sembra abbia mai avuto un distintivo, al massimo avrai quello dell’associazione, e comunque appartenere è molto più che avere un distintivo…

  24. Alessandro

    Le insinuazioni sono ben palesate nel momento in cui definisci le persone “soviet”, Roberto. Forse infatti non sono insinuazioni, ma chiare dichiarazioni. ideologiche, appunto. e quando le cose vengon dette da una persona come parere personale, non generalizziamo sul “voi”, grazie. la generalizzazione è il primo passo dell’ideologia.

    basta, credo che questo post possa continuare con altri mezzi più interattivi di un semplice schermo. è servito a far emergere dei pareri discordanti ma ora è il caso che ci si muova per poter fare qualcosa per approfondire le posizioni, se lo riteniamo utile. con dieci righe di post non si ottiene niente.

  25. Paolo

    Ciao a tutti!
    Non appartengo al MSAC, ma sono aderente di AC ed educatore ACR, quindi, come potrete immaginare, sono capitato qui un po’ per caso. 🙂
    Essendo molto abituato a blog, forum e web in generale vi consiglio di lasciar perdere Roberto che sembra voler innescare un flame ad ogni intervento. L’unico suo intervento da tenere in considerazione fin qui è forse quello (il primo con Roberto in maiuscolo) in cui ha cercato di spiegare la sua idea.
    E da quello riparto io per dire la mia.

    Su una cosa onestamente Roberto ha ragione: l’intervento è in politichese stretto. Adattissimo certo al Parlamento, ma non per essere presentato su un blog dove vorreste le opinioni dei giovani msacchini, credo.
    Come avete scritto altrove “questo blog nasce con la speranza di costruire uno spazio INTERATTIVO nel quale tutti gli studenti del Msac possano dire la loro e dare il loro contributo”.
    Ecco, forse l’intervento in Parlamento è stato molto utile, forse no, ma sicuramente non invita al dialogo, se non consideriamo i flame dovuti a incomprensioni o i commenti che assomigliano a poemi epici per la lunghezza.
    Sia chiaro: il mio è un invito a riflettere maggiormente sulla forma.

    Per quel che riguarda il contenuto.. Solo una battuta: al Parlamento dove oggi c’è la maggioranza che conosciamo, con il Presidente del Consiglio che conosciamo, ammesso che loro conoscano Noam Chomsky, pensate che loro considerino l’autore de “La Fabbrica del Consenso”, qualcosa di più che un fastidio o uno da cui prendere spunto? 😉
    O forse si voleva ottenere un effetto ironico sugli uditori?

    Infine, un ultimo consiglio da sviluppatore di siti web: fate un maggiore uso delle possibilità che il blog vi offre. Un esempio banale: io conosco Noam Chomsky per averlo studiato per la maturità, ma quanti dei lettori possono dire lo stesso? Cosa vi costava mettere un banale link alla relativa pagina di Wikipedia? (http://it.wikipedia.org/wiki/Noam_Chomsky) Usare il web come se fosse la carta stampata non funziona, mi spiace. Forse questi sono alcuni dei motivi per cui gli studenti in realtà leggono poco e rispondono ancora meno ai post del blog, non credete?

    Ovviamente tutto questo sono i miei 2 centesimi. Poi nemmeno appartengo al MSAC, quindi fate pure come preferite. 🙂

    PS: comunque state facendo ugualmente un ottimo lavoro. Come si dice da noi (Romagna) Piutost’ che ‘gnint l’è mei piutost. Chiedere a Maurizio o ad Alessandra x la traduzione 😛 😉

  26. Macco

    Ciao Paolo, deduco dal tuo post, e dal tuo dialetto :), che sei un Cesenate (se non sbaglio) quindi quasi mio vicino di casa dato che sono della diocesi di Imola.
    Ti ringrazio dei tuoi consigli e delle tue osservazioni, questa si che è correzione fraterna, ne terremo conto sicuramente nella futura gestione di questo spazio.
    Ciao e buon cammino
    Marco

  27. Roberto

    Grazie anche da me Paolo della tua benevola comprensione, sia pure limitata a un punto solo, ma non irrilevante, del mio intervento, e benchè a tratti intrisa, ahitè, da quella stessa, cerebrale, gergalissima sicumera che caratterizza, non da oggi, interventi e documenti delle piccole caste di burocrati della fede di stanza nella Capitale: ci sarà pure una ragione se l’AC e i suoi movimenti son ridotti al lumicino, e di rado ormai presenti sul territorio, condividendo lo stesso destino, se è permesso il paragone, della partecipazione nei partiti politici tradizionali (ma già sento l’ipocrita scusante: il dilagare dei movimenti carismatici e leaderistici, le ingerenze della gerarchia, come le televisioni, l’antipolitica, il Cavaliere nero….meglio pochi ma buoni ecc ecc… secondo il classico, supponente scaricabarile per cui la colpa è sempre di chi si allontana e mai di chi allontana).
    Comunque la mia l’ho detta, e scusate qualche impertinenza.
    Auguro buon anno scolastico a chi la scuola, ad ogni livello, la vive e ci fa il mazzo, come in parrocchia e in diocesi, e sa come vanno le cose dal basso e dall’interno, piuttosto che dalle remote alture dove sarà pure molto bello “fare tre tende…” e colà “optime manere”, ma sovente disincarnati.
    Oppure pensa, oramai da universitario (sic!), di giocare al piccolo/a leader dei più piccoli, bacchettando a destra e confidando che qualcuno, a manca e in Parlamento, abbia orecchie tese per sentire …e non ce l’ha! essendosi perso, con il popolo, pure quelle, e rimanendogli tristemente e solamente…..chiacchiere e distintiv’, chiacchiere e distintiv’, chiacchiere e distintiv’……
    Pace a voi.

  28. Saretta

    Eccoci qua, presuppongo che, evocate le “remote alture delle tre tende”, sia stato richiesto un mio intervento. Non scenderò nei particolari della vostra discussione, anche perchè, mi perdonerete, ma mi pare abbia partecipato un campione veramente poco rappresentativo dei msacchini (roberto paolo michele e il resto tutta equipe nazionale), tra l’altro mi sembra di capire pochissimi associativi. Ma questo non importa, ci interessa il parere di tutti, specie se di AC, anche se non strettamente legati al movimento.
    I luoghi più propri al contributo al lavoro della segreteria nazionale sono già stati indicati dai membri d’equipe e invito di nuovo tutti a farne uso. A Roberto, Paolo e Michele lascio il mio indirizzo mail personale, per continuare la discussione a tu per tu, se ne hanno desiderio, e col resto dell’equipe nazionale (s.marotta@azionecattolica.it)

    Ad ogni modo permettetemi di fare un piccolo e umilissimo commento
    sono davvero molto rasserenata da questo confronto. I dubbi che avete sollevato sono gli stessi che ci siamo posti anche noi nel confrontarci in Equipe Nazionale. Davvero è difficile e ci si sente a disagio a presentare un parere msacchino a nome di tutti quando non si sa bene quanto e come i circoli elaborino pareri su questi argomenti. A riguardo, l’esperienza della discussione sull’ultimo documento congressuale ci ha preoccupati molto. Quindi sono contenta! certamente anche il blog si popola, ma soprattutto finalmente sembra che ci avviamo sulla strada per vivere la piena cittadinanza di associazione studentesca! Che è poi la condizione in cui ci troviamo a “giocarci il cielo a dadi” nell’esperienza quotidiana che trascorriamo sui banchi, ed è quindi anche il luogo della nostra testimonianza cristiana (che si gioca ovviamente nel nostro annuncio diretto, ma anche nello stile del nostro vivere come lievito in mezzo ai fratelli e NEL MONDO, come ci ricorda la lettera a DIogneto)

    Soprattutto ho una piccola conferma di quella che ritengo sia una necessità del movimento: elaborare un “cantiere” sulla scuola italiana, costruito dai contributi dei segretari diocesani, elaborando criteri e linee di indirizzo pensate insieme, in collegialità e corresponsabilità.
    Mi pare allora questo il luogo opportuno per anticiparvi la convocazione della seconda edizione della Mo.Ca msacchina, il “cantiere del movimento”, come avete già visto nella proposta formativa annuale. Tenete ben in caldo questo vostro “fremere” per la scuola e per il movimento, sollecitudine che va sempre stimolata, ma che insieme e con la “correzione fraterna” di cui tanto in queste righe avete parlato, si può “orientare” in senso propositivo. Così anche il movimento nazionale può avere ben chiaro con quali criteri e linee d’indirizzo procedere riguardo a questi temi. A primavera allora avremo tempo, modo e opportunità di riflettere insieme sul senso del nostro essere associazione studentesca. E magari potremo riuscire ad elaborare anche dei pareri o almeno “criteri” da suggerire al Ministro per la riforma della legislazione studentesca. Sono felice del fatto che in questo si sia in sintonia.
    E mi fa sentire davvero confortata sapere di poter contare sul sostegno dei segretari diocesani in questo cammino

    in MSAC we trust! ed è un MSACco bello ricordare che nelle diocesi e nelle parrocchie, come tra i banchi di scuola, abbiamo tutti fatto lo stesso cammino

    vi salutocchio, oh-yeah

  29. Enrico

    […]riteniamo che la reintroduzione del Maestro Unico sia stata una scelta piuttosto delicata, che, in quanto tale, avrebbe meritato a nostro parere una più attenta ed ampia riflessione pedagogica. La fretta invece con la quale questo provvedimento è stato varato, nonostante pareri contrastanti anche all’interno della stessa maggioranza, ci lascia pensare che alla base dello stesso vi siano motivazioni di mera razionalizzazione e riduzione della spesa […].
    Questa parte non la vedevo necessaria, penso che le preopccupazioni siano doverose ma credo anche che il MSAC debba occuparsi del mondo scolastico in modo da essere conscio che per poter accusare la scelta dell’unico maestro bisognerebbe avere le giuste basi conoscitive economico finanziarie. da qui il dialogo lo vedrei più aperto se fossimo compresivi anche delle problematiche legate alla scelta del maestro unico (a mio avviso fatta non pèer la volontà di lasciare senza lavoro tanti insegnanti).
    Personalmente la ritengo giusta poichè credo sia cosa buona che sia un’unica figura, oltre ai genitori a preoccuparsi della formazione culturale dei bambini.
    Se il MSAC e l’Azione Cattolica devono rappresentare tutti i soci, terrei la parte che ho riportato come un qualcosa da non ripetere.
    Anche io sono di AC e non mi ritrovo in queste righe.
    Per tutto il resto del discorso, appoggio i pieno e faccio i miei complimenti. Grazie.

  30. Vecchio Responsabile

    Sono un responsabile adulto a livello diocesano dell’Ac. Non voglio entrare nel merito della questione ma mi piace (e capisco) quello che ha detto la segretaria Saretta in tema di collegialità, e della fatica di rappresentare. E’ il primo dei crucci di ogni responsabile a qualunque livello. Enrico dice giustamente: bisogna che siano rappresentati tutti i soci, e io invece in queste righe non mi ritrovo. Ma come si fa, se i soci sono mezzo milione e legittimamente ognuno ha una sua rispettabile opinione sulle cose del mondo? Non si parla di nulla? Eppure tante altre realtà ecclesiali si esprimono, e persino i vescovi, e magari a qualcuno spiace. Per esempio, non tutti i cattolici che votano Pdl o la Lega avranno condiviso le ultime parole di Bagnasco in tema di immigrazione, come non tutti gli elettori cristiani del Pd sono in sintonia con l’insistenza della Cei sul tema dei finanziamenti alla scuola paritaria. E nessuno dei due argomenti è Magistero, eh! quindi sono assolutamente normali critiche e assensi allo stesso tempo.
    C’è però, nella nostra esperienza associativa, una legittimazione importante che consente ai responsabili di esprimersi a nome dell’associazione: la nostra scelta democratica. Gli studenti del Msac della mia diocesi hanno eletto il loro segretario, che è andato all’assemblea regionale e ha eletto il suo responsabile regionale (che sta nell’equipe nazionale) e poi è andato al congresso nazionale a eleggere i responsabili nazionali, che alla fine mi risultano essere tanti e rappresentativi di tutto il territorio.
    Naturalmente questo non vuol dire che a un eletto è tutto consentito, ci vuole studio e contatto continuo con l’associazione. Ma io posso assicurare che, avendo conosciuto negli anni tanti responsabili nazionali, vengono tutti dalle parrocchie e dalle diocesi come gli altri, e lavorano faticosamente per fare un servizio che porta via tempo, energie e tante possibilità di vita, e che fanno in tanti dividendosi tra la propria parrocchia e il centro nazionale. Trovo un po’ antipatiche le critiche di Roberto sui vertici e sui capetti: mi sembrano dette con il qualunquismo che tante volte ho sentito esprimere persino dai parrocchiani che si lamentavano del responsabile parrocchiale, invece di dargli una mano. Mi chiedo: come mai la discussione su questo blog s’è animata DOPO il comunicato, mentre su tanti argomenti riportati in anticipo nei mesi scorsi i commenti latitano (per esempio sul voto di condotta)?
    E poi dire che l’Ac è al lumicino significa conoscerla pochetto, per quel che ne so io.
    Per chiudere: nemmeno io condivido riga per riga il documento del Msac, ma mi piace che ci si sia presa la briga di farlo, mi piace che se ne discuta, mi piace che, anche se è difficile e qualche volta si sbaglia, non ci si tiri indietro dalla responsabilità e dalla vocazione di essere “cittadini degni del Vangelo”.

  31. Enrico

    ok, grazie vecchio responsabile di AC, la tua testimonianza mi potrà aiutare a discernere per capire quale direzione devo prendere…
    Grazie di cuore. e ribadisco che cmq il fatto che l’ac si faccia sentire fa respirare quell’aria di quell’ac che cambiò l’Italia tanti anni orsono e che è da un pò che non gustavo…
    Bella l’AC, davvero!

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