Archivi autore: Saretta Marotta

Il Consiglio Permanente della CEI sull’ora di religione

estratto del passaggio della prolusione del card. Bagnasco che si riferisce alle polemiche per l’insegnamento della religione cattoliche nelle scuole:

6. Sempre questa estate, il Tar del Lazio accoglieva il ricorso presentato da un variegato cartello di associazioni laiciste ed esponenti di altre confessioni religiose non cattoliche, con il quale si chiedeva che l’insegnamento di religione non produca crediti aggiuntivi nella valutazione scolastica di quel 91 per cento degli studenti che liberamente scelgono di avvalersi di tale insegnamento. Le motivazioni di questa iniziativa appaiono speciose, perché in nome di una supposta non discriminazione, di fatto si finisce – e come – per discriminare la stragrande maggioranza degli studenti. Opportunamente, il Ministero della Pubblica Istruzione ha già avanzato ricorso al Consiglio di Stato, ribadendo con altro suo atto la validità della presenza dell’insegnamento di religione nel curriculum scolastico. Occorre dire che la sentenza ha suscitato immediatamente una vivace reazione che ha visto tra i protagonisti la nostra Commissione episcopale per l’Educazione cattolica, la scuola e l’università e gli stessi insegnanti di religione. Soprattutto da loro è venuta un’importante segnalazione: questa reiterata offensiva, su un punto apparentemente limitato della normativa in atto già passata al vaglio di altre sentenze, può fuorviare dal nocciolo della vera questione, depotenziando l’aspetto motivazionale legato all’interesse per la conoscenza del fenomeno religioso. Occorre osservare che la posizione italiana sull’argomento è in sintonia con i più avanzati sistemi scolastici nazionali. Fa testo la Lettera diffusa nel maggio scorso dalla Congregazione vaticana per l’Educazione cattolica, e della quale l’opinione pubblica ha avuto notizia nelle settimane scorse. Vi si legge, tra l’altro: «La specificità di quest’insegnamento non fa venir meno la sua natura propria di disciplina scolastica, con la stessa esigenza di sistematicità e rigore delle altre discipline». Non richiede cioè l’adesione di fede, ma assicura una riflessione argomentata sulle grandi domande di senso e sulla religione cattolica che offre i codici indispensabili per decodificare i segni della storia, dell’identità, dell’arte e della musica dell’Occidente, ma non solo (cfr Benedetto XVI, Discorso agli Insegnanti di religione cattolica, 25 aprile 2009). Per cui parlare in modo sbrigativo di catechismo di Stato finisce per far incespicare quell’indispensabile e prezioso dialogo interculturale, per altri versi e in altri contesti auspicato.
Ma è sullo stesso strumento concordatario che di tanto in tanto si riversano riserve e velleitarismi anche da settori insospettabili dell’opinione pubblica. Trascorsi ormai venticinque anni dalla felice riforma che ha riguardato il Concordato in vigore nel nostro Paese, risulta ulteriormente confermata l’importanza e l’attualità di quel grande accordo di libertà che accomuna Stato e Chiesa non solo nel riconoscimento della reciproca autonomia, ma anche nell’impegno condiviso di collaborazione per la promozione dell’uomo e il bene del Paese. Ci rafforziamo dunque in questa convinzione: se restiamo costantemente aperti al confronto con tutte le posizioni culturali, la nostra Chiesa potrà uscirne migliorata, senza tuttavia trovarsi per ciò stesso condizionata negli orientamenti e nelle scelte da operare. La nostra comunità ecclesiale ha davanti a sé infatti una stagione fervida di incontri e impegni annunciati nel segno della sinergia intellettuale rispetto a sensibilità diverse dalla propria, e ciò non per un eclettismo fine a se stesso, ma perché approfondendo continuamente la nostra identità, e mai rinunciando ad essa, non possiamo non avvertire il vincolo che ci lega all’autentica ricerca condotta da tante persone nei vari campi dell’attività umana. In altri termini, la Chiesa pellegrina in Italia non indietreggia, e mai rinuncerà – secondo la sua tradizione – ad un atteggiamento di apertura virtuosa collaudato negli anni, e spera che altri si affaccino o continuino ad affacciarsi nell’agorà pubblica con onestà e passione, amore disinteressato per le sorti comuni, autentica curiosità intellettuale, in vista – se ci saranno – di alcune convergenti sintonie trovarsi .

Il TuttoGelmini

Ai valorosi che non si sono ancora persi d’animo in questo continuo rincorrersi di regolamenti, dichiarazioni, circolari e dpr che si modificano a vicenda nel mondo della scuola italiana vogliamo offrire un piccolo abbecedario delle cosiddette “riforme Gelmini” operative da questo anno scolastico 2009/2010. Partiamo dalle origini.

Era l’estate 2008 quando l’art.64 di quella che è diventata legge 133 (finanziaria) prevedeva un “piano programmatico” per la razionalizzazione de: a)l’organico del personale docente e ATA b)i piani di studio e relativi quadri orari c)rete scolastica. Una vera rivoluzione nella scuola di ogni ordine e grado, che però restava una “riforma” prevista in un provvedimento di natura economica più che in una legge pensata specificatamente per l’istruzione. In aggiunta a ciò, quindi, il ministro Gelmini a settembre 2008 ha fatto varare un proprio decreto, poi divenuto legge 169, tutto di iniziativa ministeriale. Prevedeva: 1)l’insegnamento di “cittadinanza e costituzione” 2)l’introduzione del voto di condotta 3)la valutazione in decimali anche alla scuola primaria 4)il maestro unico 5)il vincolo per le case editoriali di produrre nuove edizioni dei testi scolastici almeno dopo cinque anni.

Da queste due leggi madri (l’art. 64 della 133 e la 169) è discesa un’intera famiglia di dpr, regolamenti e decreti-legge, una babele che speriamo nelle prossime righe di districare per capire che fine hanno fatto tutti quei propositi di riforma annunciati.

Innanzitutto ecco cosa cambia alla scuola primaria: libera scelta del monte ore settimanale tra tre diverse opzioni: 27, 30 o 40 ore. Il tempo pieno dunque “resta”, secondo le scelte delle famiglie e la disponibilità delle scuole. Il maestro unico è operativo, ma per compensare i “surplus” orari delle varie opzioni gli verranno comunque affiancati altri insegnanti: almeno quello di inglese, se il maestro prevalente non basta, e quello di religione. Eliminate le compresenze, le classi successive alla prima continuano a funzionare secondo i vecchi modelli orari.

Qualche novità anche nella riorganizzazione dei quadri orari delle medie e soprattutto delle scuole superiori, per le quali i vari indirizzi di studio sono stati raggruppati in 6 licei (artistico, classico, scientifico, musicale e coreutico, delle scienze umane, linguistico), 2 istituti tecnici (settore economico con 2 indirizzi, amministrativo e turismo, e settore tecnologico, con 9 curricula) e 2 aree professionali (settore dei servizi con 5 indirizzi al proprio interno e settore dell’industria e dell’artigianato). Scompaiono così i licei delle scienze sociali e socio-psico-pedagogico, che confluiscono nel liceo delle “scienze umane”, e il liceo tecnologico, che diventa sperimentazione dello scientifico.

Novità poi nell’ambito della valutazione. Come ormai noto a tutti, sono in vigore i decimali per tutti i cicli. Il meccanismo di promozione, dopo la grande confusione a conclusione dello scorso anno, è stato invece chiarito: necessario il 6 in ciascuna materia (niente promozione col 6 di “media”, dunque), ma in caso di qualche insufficienza, i docenti saranno chiamati a votare a maggioranza per l’ammissione agli esami e all’anno successivo.

Le tabelle della legge 133 imponevano poi la riorganizzazione della rete scolastica, dei criteri di aggregazione delle classi e la razionalizzazione dell’organico, prevedendo 45.000 tagli nel settore ATA (bidelli, segreterie, ecc) e 130.000 docenti in meno. Oltre a classi più numerose, la novità, è il caso di dirlo, più clamorosa è il fatto che le cattedre da quest’anno sono obbligatoriamente di 18 ore nello stesso istituto. Non esistono dunque cattedre a metà, tipicamente “precariali”. I soprannumerari verranno trasferiti “d’ufficio”. Il che spiega l’agitazione che è in corso in questi giorni nel mondo dei precari della scuola. Riguardo infine al meccanismo di “arruolamento” dei docenti, nulla di definito per il momento, se non un piano ministeriale che è più di una semplice dichiarazione d’intenti. Messo da parte il progetto Aprea, il nuovo meccanismo dovrebbe prevedere per l’insegnamento nel secondo ciclo (superiori e medie) un anno di Tirocinio Formativo Attivo (a numero chiuso) di 475 ore prima dell’immissione in ruolo dei nuovi docenti, per una didattica che non sia solo teoria, oltre all’attivazione di nuovi corsi di laurea magistrali abilitanti (a numero chiuso). Il numero di docenti sarà determinato dal fabbisogno, il che equivale nelle previsioni alla “fine del precariato”. Per insegnare alla scuola primaria invece rimane abilitante la laurea in scienze della formazione (a numero chiuso, naturalmente!) seguita da tirocinio.

Saretta Marotta

Bologna festeggia gli anniversari del novecento

Segnaliamo a tutti gli emiliano-romagnoli un’iniziativa culturale nel territorio di Bologna. Domenica 20 settembre 2009 un ciclo di incontri storico-culturali, con ospiti “di riguardo”, come Romano Prodi, Francesco Guccini, Filippo Andreatta, Giuseppe Ruggieri, Alberto Melloni e altri, aperti gratuitamente a tutto il pubblico bolognese, festeggeranno dieci anniversari del novecento accounati dalla terminazione in… “punto9”. 1909, 1919, 1929… dieci date per ricordare appuntamenti epocali della storia politica, della cultura, e perfino dello sport. Un regalo a Bologna da chi la cultura la fabbrica: le università, i centri di ricerca, l’informazione. Una cooperazione a costo zero per un “non-festival” offerto con riconoscenza ad una città che la cultura, prima di consumarla, la produce Guarda il programma!

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Il regolamento sulla valutazione diventa Decreto del Presidente della Repubblica

Per la verità il dpr porta la firma del presidente del 22 giugno 2009, ma è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale (condizione necessaria per la sua entrata in vigore) solo il 19 agosto. E’ così definitivo il varo del nuovo regolamento sulla valutazione degli studenti, che ha messo in chiaro molti punti di incertezza riguardo voti, medie e promozioni.

Innanzitutto l’art. 1 ricorda la finalità della valutazione, volta a certificare “il processo di apprendimento, il comportamento e il rendimento scolastico” degli alunni.Si conferma dunque che la condotta “fa media” ma anche che gli studenti e le famiglie hanno diritto ad un voto trasparente e tempestivo, anche ai fini di un processo di autovalutazione da parte dei ragazzi.

Gli articoli 2 e 3 riguardano la valutazione nel primo ciclo di istruzione (l’art. 3 riguarda l’esame finale). Si conferma il voto numerico anche alle elementari, mentre la promozione è decisa dal consiglio di classe su votazione di maggioranza. Per l’ammissione all’esame finale al termine del primo ciclo (passaggio dalle elementari alle medie) bisogna però avere comunque almeno 6 in tutte le materie.

l’ARTICOLO 4 riguarda la scuola superiore. si è promossi anno per anno col 6 in tutte le materie (non di media). è previsto il recupero dei debiti entro l’inizio dell’anno successivo (come aveva disposto Fioroni).
in questo articolo, da sottolineare, in risposta alla questione TAR del Lazio, è il comma 3, che riporta: “La valutazione dell’insegnamento della religione cattolica resta disciplinata dall’articolo 309 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297 ed è, comunque, espressa senza attribuzione di voto numerico, fatte salve eventuali modifiche”

all’art. 5 si conferma, per l’obbligo di istruzione, quanto previsto dalla

all’art. 6 si regolamenta l’accesso all’esame di stato (maturità). possono accedervi anche coloro che hanno appena concluso il quarto anno che ne facciano domanda e che abbiano non meno di 8 in ciascuna materia e che abbiano avuto non meno di 7 in ciascuna materia al secondo e terzo anno. ovviamente devono anche avere avuto un percorso di studi di secondaria superiore “regolare” (niente passerelle tra indirizzi e niente bocciature)
anche qui da sottolineare, in risposta alla questione TAR del LAZIO, ma anche per risolvere il dibattito sull’insegnamento dell’educazione fisica, il comma 3 che dice: “In sede di scrutinio finale il consiglio di classe, cui partecipano tutti i docenti della classe, compresi gli insegnanti di educazione fisica, gli insegnanti tecnico-pratici (…), i docenti di sostegno, nonché gli insegnanti di religione cattolica limitatamente agli alunni che si avvalgono di quest’ultimo insegnamento, attribuisce il punteggio per il credito scolastico”

all’art. 7 si parla della “valutazione del comportamento”. il voto in condotta inferiore al 6 resta attribuibile solo agli alunni che siano incorsi nelle sanzioni disciplinari previste dallo statuto degli studenti mdificato

Ecco il testo del decreto sulla valutazione degli studenti


La nota MSAC sulla sentenza del TAR del Lazio

Ufficio stampa

Ora di religione: una sentenza che non fa bene a nessuno

Una sentenza che non fa bene a nessuno, e soprattutto confonde docenti, studenti e famiglie circa le finalità dell’insegnamento della religione. L’insegnamento della religione, nell’esperienza di molti ragazzi, rappresenta innanzitutto un importante momento di confronto, di condivisione e di apertura ai grandi temi del vivere umano. Per questo motivo non può essere assorbito in diatribe di ordine esclusivamente ideologico.

L’Azione cattolica italiana e il Movimento studenti di Ac si augurano dunque che della cosiddetta “ora di religione” si parli nell’ambito dei processi educativi degli studenti, e non nell’ambito di polemiche che non contribuiscono allo sviluppo, nel nostro Paese, di una autentica e sana laicità, che intesa in modo corretto non può mettere in disparte la religione.

Nello specifico, sconcerta l’ipotesi sottesa alla sentenza di estromettere dagli scrutini i professori di religione, perché impedisce ad uno studente di essere valutato in una materia che ha liberamente scelto.

Roma, 12 agosto 2009

Con preghiera di pubblicazione

Inchiesta di Legambiente sull’edilizia pubblica

Il paese dai piedi d’argilla

Ci sono, strade, ponti, gallerie, scuole, ospedali sparsi in tutta Italia e soprattutto nel Meriodione nel lungo elenco stilato da Legambiente nel dossier “Cemento disarmato. Storie di un Paese a rischio crollo, tra sabbia e cemento”. Dopo il caso della casa dello Studente de l’Aquila, Legambiente, che per monitorare la situazione dell’illegalità ambientale in Italia ha messo in piedi un vero e proprio Osservatorio, ha raccolto in un documento l’elenco delle opere oggetto d’inchiesta da parte delle Procure della Repubblica in giro per l’Italia. Elemento comune di ogni storia è la mano della criminalità organizzata che lucra e realizza fondi neri risparmiando sul cemento e sostituendolo con la sabbia. CEMENTO DEPOTENZIATO, si chiama. Cemento briciola, se preferite. perchè la sabbia del mare corrode l’acciaio già dopo i primi tre-cinque anni e di antisismico non resta più niente.

Tra le storie del dossier Sicilia, Campania, Puglia, Molise, Calabria, ma anche il nord, con le aitostrade e i trafori del Trentino, per un intero paese dai piedi d’argilla. “Riteniamo – afferma Legambiente – che questi casi siano solo la punta di un iceberg di un sistema che per trent’anni ha prodotto manufatti e opere soprattutto d’interesse pubblico sulle quali è necessario, a nostro avviso, un’azione di monitoraggio e severo controllo. Per questo chiediamo al Ministro delle Infrastrutture di avviare un piano straordinario che, partendo da ospedali e scuole, effettui una ricognizione sulla qualità del costruito”.

Il dossier

Il MSAC per l’Abruzzo: appello ai circoli!

Carissimi msacchini, il Ministero dell’Istruzione ci chiama a collaborare per la proposta estiva agli studenti delle città terremotate dell’Abruzzo. La richiesta è questa: ospitare, a gruppi di 2,3 o più, i giovanissimi studenti delle città colpite dal terremoto in occasione dei propri campi diocesani o comunque delle proprie attività estive. Se ogni circolo diocesano ospitasse al proprio campo diocesano 2 ragazzi abruzzesi, offrendo loro vitto alloggio e magari un contributo per il viaggio, sarebbe una bella occasione di scambio ed un gesto di solidarietà concreta per animare l’estate di questi giovani.

Vi ricordiamo invece di agire insieme alla vostra CARITAS regionale per andare in Abruzzo come volontari per periodi di qualche settimana (piccoli gruppi al max di 10-15 volontari)

Per le offerte di ospitalità contattate invece il ministero all’indirizzo di giovanna.boda@istruzione.it

Se questi sono gli studenti…

mi chiedo in percentuale per quanti studenti sia stato vero… e se non si stia gridando troppo all’allarme. Secondo la vostra esperienza, voi che la maturità l’avete fatta o avete amici e conoscenti che stanno attraversando questa prova, confermate quanto si afferma in questo articolo tratto da “La tecnica della scuola”?

io personalmente ci credo poco (cioè non penso che la maggioranza degli studenti abbia fatto ricorso a questi mezzucci), ma la parola sta a chi la maturità la vive davvero…

Se anche voi pensate che non sia così, per favore, diamo inizio alla riscossa studentesca, perchè non ci stiamo ad essere etichettati così. e se invece anche voi siete indignati da questi comportamenti perchè li avete vissuti, ecco lo spazio del vostro sfogo.

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Gli Esami dei “furbi”: soluzioni via web in tempo reale

di A.G.
Durante gli scritti i siti e blog studenteschi riempiti di richieste d’aiuto: “vi prego latino”, “matematica al più presto per favore”. Tracce e risposte on line in pochi minuti. Per il Miur tutto regolare. Ma gli esperti dicono che così non può andare avanti: si danneggiano i ragazzi.
Nel 2009 essere provetti informatici e ed esperti di tecnologie interattive è sicuramente un punto a favore: per riuscire nella vita come nel lavoro. Ma anche agli Esami di Stato. Dopo le avvisaglie riscontrate nelle ultime sessioni, quest’anno le prime due prove scritte cui hanno partecipato i 470.000 candidati al diploma secondario superiore hanno infatti avuto come protagonista la pubblicazione su internet di tracce e soluzioni. Fin qui nulla di strano: peccato che sia avvenuto a distanza di pochi minuti, o meglio solo pochi secondi, dall’apertura delle buste sempre rigorosamente sigillate in cera lacca.
Così per gli studenti più scaltri è stato un gioco da ragazzi reperire via sms da amici o familiari le informazioni più importanti ed ottenere un voto positivo. Certo, viale Trastevere anche quest’anno ha dettato le condizioni: durante le prove, come anche le lezioni, niente telefonini, né computer o ‘palmari’. Lo stesso vale per internet: tutte le aule informatiche delle scuole che ospitano le prove d’esame sarebbero dovute infatti essere rigorosamente chiuse a chiave. Di fatto però, almeno in alcune delle 13.000 Commissioni, le cose devono essere andate diversamente. Come è certo che una parte dei maturandi abbiano avuto accesso alla comunicazione a distanza, attraverso strumentazioni tecnologiche nascoste, approfittando evidentemente di una sorveglianza a maglie troppo larghe.
Per rendersi conto della situazione, che secondo qualcuno metterebbe anche a repentaglio la regolarità degli esami, bastava recarsi i giorni dei primi due scritti sui vari social network e i portali studenteschi e leggere le richieste di sostegno pratico: “vi prego latino”, “matematica al più presto per favore”, “aiuto non so fare niente, spero che la prof mi passi il compito”, sono solo alcune delle miriadi di richieste formulate dai candidati durante la realizzazione dei compiti. E come hanno inviato messaggi è praticamente scontato che buona parte degli stessi studenti abbiano ricevuto le risposte. La conclusione è che a molti di questi studenti internet, almeno per la formulazione delle prime due prove, abbia dato una mano indifferente.
La macchina organizzativa dei candidati più “furbastri” ha funzionato al meglio in occasione del secondo scritto. Appena otto minuti dopo l’apertura delle buste, avvenuta alle 8,30, i siti on line come skuola.net, e a seguire i social network, come Facebook, o i blog, come Tuttomatura, hanno proposto delle tracce perfettamente uguali (evidentemente fotografate o scannerizzate) a quelle proposte dagli esperti di viale Trastevere. Attorno alle 8,45, per gli studenti del Classico arrivava già la prima soluzione esatta: la traduzione di latino di un brano tratto dal De Officiis di Cicerone. Da lì a poco blog e portali giovanili si sarebbero “scatenati” anche per le altre tracce mettendo a disposizione di tutti le non facili soluzioni ai problemi di geometria e trigonometria proposte al liceo scientifico; e poi, man mano, temi rispondenti ai quesiti proposti a seconda dei diversi indirizzi.
Dal ministero dell’Istruzione si limitano a difendere il sistema tradizionale basato sulle prove cartacee (“la trasmissione delle tracce via internet alle scuole, quella sì che sarebbe un pericolo”) e a sottolineare che dopo l’apertura delle buste “la responsabilità è delle commissioni perché sono loro che vigilano in classe”. Del resto, fanno sapere sempre da viale Trastevere, “è impossibile blindare tutto e impedire totalmente che dalle scuole emerga qualche contenuto”.
Di diverso parere gli esperti. Secondo il pedagogista Benedetto Vertecchi “ormai questo esame è una farsa che peraltro serve a poco visto che chi vuole andare all’Università tra poco dovrà sostenere un altro test dove il voto della maturità non conta”. Delusa per la piega che hanno preso le prove conclusive della secondaria anche Marisa D’Alessio, psicologa dell’età evolutiva e docente alla Sapienza di Roma: “ormai in questo Paese – spiega D’Alessio – c’è la cultura dello spionaggio: del resto la società insegna ai giovani che chi vince è furbo. Ma chi ha messo su internet le tracce non ha fatto un buon servizio ai ragazzi, non li ha rispettati: i protagonisti dell’esame devono essere loro, non la Rete”. L’ultima bacchettata è per i genitori che si sono prestati ad inviare le riposte del web sui cellulari dei figli impegnati nelle prove: “devono lasciare in pace i figli – sostiene la psicologa – e responsabilizzarli invece di giustificare la ricerca dell’aiutino”.

Una giornata sulla scuola per i campi giovanissimi diocesani

Il MSAC propone per l’estate 2009 un piccolo sussidio che potrebbe aiutare le equipes diocesane del settore giovani (e del msac!) a preparare nelle proprie realtà un momento (una giornata, un pomeriggio) dedicato al tema della scuola e del protagonismo studentesco all’interno della proposta del campo giovanissimi diocesano. Nell’opuscolo tante idee per vari percorsi, ciascuno centrato su un aspetto particolare dell’esperienza studentesca. Per vivere un’estate un MSACcco in movimento e invitare i propri giovanissimi ad uno stile di consapevolezza più attivo tra i banchi di scuola, in attesa della ripresa delle attività a settembre. E..state in movimento!!!!Buon lavoro a tutti

Clicca qui per scaricare l’opuscolo!

La CEI fiera di “Occhio allo studente!”

Al convegno presidenze AC di maggio 2009, Settore Giovani dell’Azione Cattolica Italiana, MSAC e FUCI hanno presentato insieme un testo, “Occhio allo studente”, dedicato al tema della spiritualità dello studio, dell’orientamento e della missione negli ambienti di vita. L’Ufficio Nazionale per l’educazione, la scuola e l’università della CEI, diretto da don Bruno Stenco, che alla vigilia del suo ritorno in diocesi ringraziamo di cuore per il suo generoso servizio agli studenti e alla scuola italiana, ha pubblicato tra le pagine del suo sito il sussidio elaborato dalla collaburazione fucino-msacchina, assumendolo come attività esemplare per l’anno sociale che sta volgendo al termine. Qui il link della pagina cei con il sussidio in pdf

PS. Buona la seconda! Adesso in bocca al lupo per la terza prova!