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Tesine d’Esame: quando la tesina ha “uno sfondo solidale”

Oggi leggendo il Corriere della Sera ho notato questo articolo che mi ha molto incuriosito… Ve lo segnalo perchè possa far riflettere pure voi…

Ovviamente come sempre ogni vostra riflessione è ben accetta!!!!

da Corriere della Sera

Invenzione Studente del liceo di Carpi

Un braccio bionico come tesina all’esame «Servirà a un’amica»

DAL NOSTRO INVIATO

CARPI (Modena) – Il primo braccio bionico lo ideò e lo co­struì in casa, tutto da solo, tra un compito e l’altro, sotto gli sguardi sempre più attoniti dei genitori, quando aveva poco me­no di 10 anni: «Facevo le scuole elementari e un giorno successe una cosa che mi impressionò moltissimo: una mia amichetta perse in un incidente l’uso di una mano. Mi fece una grande tristezza e decisi che si doveva fa­re qualcosa…». Cominciò allora, Francesco Morselli da Carpi, pro­vincia di Modena, 19 anni e una testa, un talento, un ingegno che sprecare sarebbe un delitto, a co­struire bracci bionici. Uno dopo l’altro. «Prototipi» li chiama lui. L’ultimo, ma solo in ordine di tempo, lo ha portato due giorni fa davanti ai commissari d’esa­me della maturità al liceo scienti­fico Fanti di Carpi. Avrebbe do­vuto essere la sua «tesina».

È stato un trionfo, ovviamen­te. Gli insegnanti non credevano ai propri occhi. Il presidente di commissione si è alzato, gli ha stretto la mano: «Mi congratulo con il candidato che, oltre ad ave­re ampie competenze nel campo dell’informatica e dell’elet­tromeccanica, ha evidenziato un’abilità e un ingegno applicati­vo non comuni». Eppure, per di­re il tipo, poco ci è mancato che Francesco si scusasse: «Ma sì, perché il braccio bionico che ho portato a scuola non è del tutto funzionante: non ho avuto il tempo di completare il sistema di controllo. Però è pur sempre un passo avanti, un’evoluzione, dei precedenti prototipi».

Il primo braccio bionico, quel­lo costruito alle elementari quan­do i coetanei ancora giocavano con il Lego, «era una mano che salutava». Ciao, ciao: pratica­mente un omaggio a quella ami­chetta del banco vicino, «immo­bile al suo posto, impossibilitata a scrivere e a giocare…». Poi, con gli anni, Francesco ha affinato tecniche e competenza: «Merito del mio professore di fisica» rico­nosce. E anche di alcuni periodi di lavoro trascorsi in un’officina meccanica: «Dove ho rubato qualche segreto…». E infine i li­bri di informatica, la sua passio­ne: «Li divoro». I risultati si so­no visti, un crescendo: «Dopo la mano che salutava, ne ho costru­ita una in grado di suonare il pia­noforte e un’altra che afferrava il bicchiere: insomma, mi diver­to… ».

Massì, si diverte. Giocherel­lando con la sua genialità. Hob­by economico, tra l’altro, così al­meno assicura: «Ho sempre usa­to materiali di riciclo, soprattut­to giocattoli che avevo da bambi­no. La struttura dell’arto è in pla­stica e legno, mentre per i mu­scoli utilizzo tubolari in nylon». Nella sua tesina, Francesco ha il­lustrato ai commissari il funzio­namento del braccio bionico: «Il movimento è reso possibile da un’interfaccia elettronica che preleva gli impulsi elettrici dal cervello, mentre una serie di ca­vi pneumatici controllano i mo­vimenti dell’arto». Dai commis­sari nessuna obiezione, ci man­cherebbe. «Il voto? Ancora non lo so, ma so che mi iscriverò a Bologna ad ingegneria dell’auto­mazione…».

Francesco Alberti
15 luglio 2009

I primi dati sull’Esame di Stato (ex esame di maturità)

<B>Maturità, aumentano i bocciati<br>tremila in più rispetto all'anno scorso</B>

Sono usciti i primi dati ufficiosi del Ministero dell’Istruzione riguardanti gli esiti dell’esame di maturità! Le sorprese non mancano e, infatti, già su molti siti internet delle maggiori testate italiane sono comparsi articoli nei quali vengono esposti ed analizzati i dati….

Qui di seguito segnaliamo l’articolo di corriere.it

Quest’anno superano il 3 per cento. A conti fatti, si tratta
di circa 15 mila studenti che dovranno ripetere l’ultimo anno

Maturità, aumentano i bocciati
tremila in più rispetto all’anno scorso

Tremila i bocciati anche per una insufficenza in condotta
di SALVO INTRAVAIA

ROMA – Batosta alla maturità: crescono i bocciati. Gli esami di stato della scuola secondaria di secondo grado sono alle battute finali e in queste ore all’Invalsi stanno affluendo i dati inviati dai presidenti di commissione. Secondo un primo monitoraggio effettuato dai tecnici del ministero dell’istruzione, gli studenti della scuola superiore fermati durante il rush finale sono in aumento rispetto al 2008. Un dato che sommato al numero di non ammessi agli esami consente di tracciare un primo bilancio della maturità 2009.

L’anno scorso, la percentuale di coloro che inciamparono nelle prove finali si attestò attorno al 2,5 per cento: in tutto, 12 mila ragazzi non ce la fecero a conquistare il diploma proprio all’ultimo atto. Quest’anno i bocciati, o “con esito negativo” sul tabellone finale, superano il 3 per cento. A conti fatti, si tratta di circa 15 mila studenti che dovranno ripetere l’ultimo anno se vorranno diplomarsi.

Professori più severi o studenti meno preparati? Forse entrambe le cose. Sta di fatto che le tre prove scritte e l’orale si sono svolti con le stesse regole dello scorso anno. Soltanto i punteggi del colloquio e del credito sono cambiati: il colloquio, anziché 35, vale 30 punti e il credito massimo passa da 20 a 25 punti. E potrebbe essere proprio questa variazione nei punteggi ad avere favorito un maggior numero di non promossi. Perché, mentre i 5 punti in più di credito sono andati soprattutto a coloro che negli anni scorsi hanno riportato le medie più alte (da 8 a 10), all’orale erano disponibili 5 punti in meno per raggiungere il minimo utile per la promozione: 60 centesimi.

Tra non ammessi a bocciati, se i dati verranno confermati, le “vittime” saranno oltre 42 mila, quasi il 9 per cento: un record per le ultime maturità. In sostanza, quasi tre punti in più dello scorso anno scolastico, quando, tra prima e dopo l’esame, vennero fermati poco più di 6 studenti su 100. Viale Trastevere conferma che, per le classi intermedie, cresce il numero di bocciati e non ammessi agli esami della scuola media, mentre al superiore aumentano (30 mila in più dell’anno scorso) i “rimandati” a settembre, che ora sono “con giudizio sospeso”. E, in tutto, sono 3 mila i bocciati con una insufficienza anche nel voto di condotta, introdotto proprio quest’anno dal ministro Marisatella Gelmini per arginare bullismo e comportamenti scorretti.

(13 luglio 2009)

Notte prima degli esami

SShhh….c’è una notte dell’anno, agli ultimi di giugno, in cui ritualmente centinaia di migliaia di giovani studenti si sottopongono al batticuore pre esame di stato. Ognuno ricorda “la sua notte” con tutta la trepidazione che l’ha abitata, i “ce la farò?”, le ansie di una prova “seria” per la prima volta…

Quest’anno sono 470.000 gli studenti maturandi che domani affronteranno la prima prova d’esame. Tra loro, quanti msacchini! E loro, e agli altri, va stanotte la nostre preghiera ed il nostro sostegno. Maturandi di oggi e di ieri, stanotte, questa più delle altre, ci teniamo tutti stretti nel cuore

…Buonanotte cari msacchini

e fateli tutti neri domani!

Il 5 in pagella fa media o boccia?

da “La tecnica della scuola”

Esami di Stato: ammessi con la media del sei

di A.T.
Risolto il rebus dell’ammissione agli esami di Stato: per quest’anno resta valida la norma introdotta dall’ex ministro Fioroni. Alunni ammessi, dunque, con la media del sei (ma con l’insufficienza in condotta scatta la bocciatura). Un criterio che dovrebbe essere adottato anche per le scuole di istruzione secondaria di I grado, anche se, a tutela degli alunni, la decisione sull’ammissione è comunque prerogativa collegiale del consiglio di classe.
Dopo le polemiche scaturite dall’annuncio del ministro Mariastella Gelmini, che aveva ipotizzato la non ammissione agli esami di Stato per coloro che agli scrutini di giugno presentassero anche una sola insufficienza, il Miur, in data 7 aprile, ha emanato un’ordinanza – il cui testo non è ancora però disponibile – in cui viene chiarito che (almeno per quest’anno) potranno partecipare alla maturità (la prima prova scritta è in programma il 25 giugno) gli studenti con una media non inferiore al sei.
Ricordiamo che il Consiglio dei ministri lo scorso 13 marzo aveva approvato uno schema di regolamento sulla valutazione degli alunni, che però deve ancora ottenere il parere favorevole del Consiglio di Stato e poi seguire tutto l’iter previsto prima della pubblicazione sulla G.U. Insomma, tempi lunghi di fronte alle poche settimane che restano alla fine dell’anno scolastico. Così, anche per evitare i ricorsi di coloro che sarebbero stati non ammessi agli esami magari per un solo cinque, il Miur ha preferito soprassedere, almeno per il momento. 
Infatti, in un comunicato, molto stringato, del Ministero dell’istruzione si legge che “in attesa del perfezionamento del regolamento sulla valutazione degli studenti, saranno ammessi all’esame gli studenti con una media non inferiore a 6”.
Quindi, valgono le regole introdotte dall’ex ministro Giuseppe Fioroni: il D.M. n. 42 del 22 maggio 2007 prevede che “a decorrere dall’anno scolastico 2008/2009, ai fini dell’ammissione all’esame di Stato sono valutati positivamente nello scrutinio finale gli alunni che conseguono la media del sei”. Il suddetto decreto faceva seguito alla legge n.1 dell’11 gennaio 2007 in cui si introduceva l’ammissione agli esami di Stato per gli studenti “che siano stati valutati positivamente in sede di scrutinio finale e abbiano comunque saldato i debiti formativi contratti nei precedenti anni scolastici”.
Nel breve comunicato ministeriale del 7 aprile si conferma che con l’insufficienza nel voto di condotta lo studente non sarà ammesso alla maturità. Inoltre, viene reintrodotta la pubblicazione del punteggio finale dei singoli alunni (e non più soltanto l’esito dell’esame) nell’albo dell’istituto sede della commissione.
Secondo alcune stime, con le nuove regole annunciate dalla Gelmini, a rischiare di non essere ammessi sarebbe stato il 60-70% degli studenti degli istituti tecnici e professionali, più del 40% nei licei scientifici e circa il 30% degli alunni al classico. Nei giorni scorsi, peraltro, alcuni dirigenti scolastici avevano sottolineato come il provvedimento avrebbe incentivato una “menzogna collettiva”, costringendo i consigli di classe ad alzare i voti negli scrutini di ammissione per non “decimare gli alunni in sede di valutazione finale”.
Parole, quelle del Ministro, che, come avevamo segnalato proprio qualche giorno fa in un articolo dal titolo “Valutazione alunni, col cinque non si passa?”, avevano prodotto dubbi e preoccupazioni in presidi, insegnanti, studenti e genitori, oltre che polemiche sull’opportunità di cambiare le regole del gioco a “partita quasi conclusa”, quando mancano meno di due mesi alla fine dell’anno scolastico.

Facendo riferimento alla scuola media, se non si vogliono penalizzare gli alunni di questo percorso scolastico più di quelli delle superiori, quanto deciso con la nuova ordinanza per gli esami di maturità di quest’anno dovrebbe valere anche per gli esami della scuola secondaria di I grado. Ricordiamo che il decreto legge n. 137 del 1° settembre scorso prevede che siano “ammessi alla classe successiva, ovvero all’esame di Stato a conclusione del ciclo, gli studenti che hanno ottenuto un voto non inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline”. Nella legge n. 169 del successivo 30 ottobre, di conversione, con modifiche, del suddetto decreto, viene aggiunto: “con decisone assunta a maggioranza dal consiglio di classe”. Insomma, passa il principio della collegialità, ma certo non si parla di media del sei e quindi per l’ammissione all’esame conclusivo di questo ciclo di studi permane la necessità di non avere neppure un’insufficienza.
Peraltro, anche in riferimento alle classi intermedie, nel precedente articolo avevamo sottolineato l’importanza che nelle scuole medie l’esito complessivo della valutazione (promozione, bocciatura) resti prerogativa del consiglio di classe, considerando anche che in questo grado di scuola gli allievi non fruiscono del sistema dei “debiti” e quindi rischiano di essere bocciati (senza la possibilità di partecipare ai corsi di recupero e di sostenere le successive prove di valutazione) per un solo quattro o addirittura per un cinque. Il criterio della collegialità esplicitato nella legge 169/2008 appare quindi un’importante garanzia a tutela dell’alunno.

Che fine hanno fatto le “classi ponte”

DA: LA TECNICA DELLA SCUOLA

Stranieri: classi ponte “congelate”, nel 2010 arriva il tetto del 30%

di A.G.
In attesa di conoscere il destino delle classi ponte prende largo l’ipotesi di un numero massimo di stranieri per ogni gruppo-classe: una ipotesi, annunciata alla stampa il 19 marzo a Palazzo Chigi direttamente dal Ministro Gelmini, che per la Lega rappresenterebbe comunque un ottimo risultato. Non la pensa così la Cgil, secondo cui il Governo sulle classi d’integrazione avrebbe in realtà deciso di tornare sui suoi passi accontentandosi del provvedimento del 30% massimo di alunni per corso.
Per il partito del Carroccio il provvedimento annunciato dal Ministro Gelmini, che non permetterebbe agli alunni stranieri di prevalere numericamente su quelli italiani, non sembra proprio rappresentare una mezza sconfitta: tanto che la senatrice leghista Irene Aderenti ha detto che una sua auspicabile applicazione andrebbe “proprio contro le classi e le scuole ghetto che impediscono l’integrazione culturale e sociale del minori stranieri”: la soglia del 30% impedirà quindi di “distribuire gli alunni stranieri nelle scuole italiane” favorendone piuttosto la “vera integrazione”, ha concluso Aderenti.
In effetti, andando a verificare la sua paternità si scopre che la proposta è in realtà contenuta nella stessa mozione Cota sulle classi ponte approvata alla Camera ad inizio autunno. Un “pacchetto” di proposte legate da uno stesso fine: evitare da una parte che la presenza sempre maggiore di alunni stranieri in classe (complessivamente 700mila, per una media al di sotto del 10%, con alcune realtà scolastiche dove però la percentuale diventa altissima) pregiudichi in qualche modo l’apprendimento degli studenti italiani e dall’altra favorire un inserimento più graduale degli ultimi arrivati. I quali spesso non conoscono nulla della nostra scuola, ad iniziare dalla lingua italiana sino al semplice far di conto.
Ora che l’ipotesi delle classi ponte, poi trasformate in integrazione, sia tramontata rimane tutta da dimostrare. Di sicuro il Governo ha dato un’accelerazione sul tetto minimo di stranieri, che a detta del Ministro dovrebbe entrare in vigore dal 2010: sulla decisione hanno pesato non poco le recenti indicazioni dell’Ue, la quale non sembrerebbe disdegnare un’eventualità di questo genere. D’altro canto diversi istituti hanno già adottato quest’anno sperimentalmente il modello della soglia massima di tre alunni stranieri ogni sette italiani. E’ accaduto a Chiarano in provincia di Treviso, in diverse scuole del Trentino, della Valle D’Aosta ed in alcune di Sanremo. Decisamente significativo che l’indicazione di introdurre dei limiti (anche se non rigidi) sia stata presa anche dalla nota scuola primaria Carlo Pisacane di Roma: un istituto, nella cuore di Tor Pignattara, un quartiere storicamente in mano alla sinistra, dove gli alunni stranieri oramai sovrastano numericamente quelli capitolini. I quali si sono riversati su altre realtà scolastiche romane. Di fronte a queste realtà, presenti in netta prevalenza nel Centro-nord, un provvedimento era necessario. Il problema rimane quello di capire come applicarlo senza ledere il diritto allo studio e all’uguaglianza di tutti gli alunni. Stranieri compresi.

Boom di 5 in condotta

 

ROMA (1° marzo) – Il 5 in condotta ha fatto strage nel primo quadrimestre. E le lingue battono la matematiche nelle insufficienze. Sono i dati del ministero dell’Istruzione che segnala come ci siano «più insufficienze rispetto all’anno scorso: al termine degli scrutini del primo quadrimestre, infatti, nella scuola secondaria di secondo grado, risulta che il 72% degli studenti ha riportato almeno una insufficienza (lo scorso anno erano il 70,3%). Il 28% degli studenti non ha riportato insufficienze. L’anno scorso erano il 29,7%. 


Più insufficienze nei professionali. Maggiori carenze si registrano negli Istituti professionali e nelle regioni del Centro Sud. Sud che ha anche il record dei 5 in condotta. Nei professionali i rendimenti più scarsi con l’80% dei ragazzi che ha riportato insufficienze (valore identico a quello dello scorso anno). Seguono gli istituti tecnici con il 78,1% (dato peggiore del 76,4% dello scorso anno), i licei artistici e gli istituti d’arte 77,2% (73,8%), gli ex istituti magistrali con il 70,9% (57,6%), i licei scientifici 64,5% (61,9%), i classici 60,1 (57,6%). Gli studenti «più bravi» sono stati i ragazzi del Liceo Linguistico, in cui il 40,1% è arrivato agli scrutini intermedi senza insufficienze (lo scorso anno il 67,4% aveva avuto voti negativi). Le carenze si riscontrano in modo abbastanza uniforme tra le diverse zone del paese (Nord 70,1%, Centro 74,0%, Sud ed Isole 74,4%). Ma le insufficienze al sud crescono. 

Le lingue battono la matematica. Tra le discipline, le lingue straniere superano la matematica e diventano la materia che registra il maggior numero di insufficienze, con il 63,3% (il 62,2% lo scorso anno). La matematica segue con il 61,1% (lo scorso anno era il 62,4%). Per quanto riguarda i 5 in condotta, sono stati 34.311, dei quali 8.151 con la sola insufficienza in comportamento. I più indisciplinati agli istituti professionali, seguono i tecnici. Meno indisciplinati nei licei classici e negli scientifici Nei licei classici e scientifici 3.000 alunni hanno riportato una insufficienza nel comportamento. 

Più indisciplinati al Sud. A livello di aree geografiche i ragazzi più indisciplinati sono nel sud, seguono le isole, il centro e poi il nord. Nella scuola media i ragazzi con almeno una insufficienza sono stati il 46%, ma a differenza delle scuole superiori le carenze si distribuiscono in modo abbastanza omogeneo tra le principali discipline: matematica (59,7%), inglese (54%), seconda lingua comunitaria (51,4%), storia (51,1%), scienze (45,7%), geografia (42,8%), italiano (42,6%), tecnologia (38%), arte e immagine (25,7%), musica (24,7%), scienze motorie e sportive (7,4%).

(da Il Messaggero-1 marzo)

 

Cari Msacchini cosa ne pensate??? Siete anche voi fra gli studenti che hanno avuto il 5 in condotta?? Ne conoscete?? Cosa pensate di questi dati??

3, 2, 1 …. Via alla discussione!

 


Professore accoltellato: giovani senza valori?

Cari msacchini,

avrete sicuramente letto tutti, la settimana scorsa, la storia di quel professore di Chioggia (provincia di Venezia) accoltellato da un suo studente di 13 anni durante l’ora di lezione.

Se devo essere sincero io, quando ho letto la notizia, ne sono rimasto allibito per due motivi: da un lato per il gesto in se, ma, dall’altro, anche per il fatto che l’autore di tale gesto è un ragazzino che frequenta la scuola media.

Mi chiedo: siamo così presi male in Italia? A questo punto non è certo un problema “formale”: con la reintroduzione del voto di condotta cambierà davvero qualcosa? Io ne dubito, e voi??

Attendo vostre delucidazioni!

 

Riporto l’articolo del Sole 24 ore sull’argomento:

Un ragazzo introverso, ma tranquillo e «rispettoso». Così viene descritto uno studente di 13 anni che ha pugnalato ieri il suoprofessore di musica durante una lezione pomeridiana in una scuola di Chioggia, la media «Silvio Pellico». Il fatto è accaduto intorno alle 18: mentre il docente, Fabio Paggioro, 36 anni, stava tenendo una lezione, lo studente si è avvicinato a lui e, facendolo voltare con una scusa, lo ha colpito violentemente alla schiena con un grosso coltello da cucina. Gli altri alunni della classe sono rimasti immobili per lo shock, finchè l’insegnante non è riuscito a trascinarsi fuori dall’aula ed è stato soccorso da un suo collega.

Paggioro è attualmente ricoverato nel reparto di Chirurgia dell’ospedale di Chioggia. I medici assicurano che non è in pericolo di vita: il colpo inferto dal tredicenne avrebbe provocato una ferita di pochi centimetri e non avrebbe leso alcun organo. 

La polizia sta cercando in queste ore di ricostruire la vicenda. Nei giorni precedenti pare ci fosse stata una discussione tra l’insegnante e l’alunno in merito allo scarso rendimento del ragazzo nella materia, anche se il giovane, che proviene da una stimata famiglia di piccoli imprenditori, non avrebbe mai manifestato particolari disagi all’interno della scuola. 

Il primario dell’ospedale di Chioggia, dove è ricoverato l’insegnante ferito, ha ricevuto la telefonata del ministro dell’Istruzione Maria Stella Gelmini, che dopo essersi accertata delle condizioni di salute dell’insegnante, si è detta sgomenta per quanto accaduto e ha espresso la sua solidarietá e vicinanza al professore aggredito.

Ministro on the tube

“Ho deciso di apirire un canale su Youtube perchè intendo confrontarmi con voi sulla scuola e sull’università. Voglio accogliere idee, progetti, proposte, anche critiche. Una cosa non farò mai: difendere lo status quo o arrendermi ai privilegi e agli sprechi. Dobbiamo avere il coraggio di cambiare e lo dobbiamo fare insieme.”

http://www.youtube.com/mariastellagelmini

e voi? che ne pensate?

EDILIZIA SCOLASTICA

Carissimi,

riportiamo anche in questo caso il testo del comunicato apparso sul sito di Palazzo Chigi riguardante alcune iniziative legislative in materia di edilizia scolastica…. Che cosa ne pensate???

E’ stata raggiunta con le regioni, le province e i comuni una importante intesa sull’edilizia scolastica.

Mai più scuole insicure: fin da giugno, attraverso una serie di azioni e provvedimenti di legge, il governo ha individuato in questo tema una priorità assoluta. “Con l’intesa raggiunta ci sono tutte le condizioni per acquisire i dati necessari e verificare il grado di sicurezza del patrimonio edilizio delle nostre scuole” ha affermato il ministro dell’istruzione, Mariastella Gelmini, nel corso della conferenza stampa che si è svolta a Palazzo Chigi il 29 gennaio scorso dopo l’accordo sottoscritto in sede di conferenza unificata il 28 gennaio 2009.

Per la prima volta – nel nostro Paese – si riesce a superare la frammentazione delle competenze, a creare un tavolo di lavoro che si da dei tempi certi e degli obiettivi precisi, ha aggiunto il ministro Gelmini che ha fornito alcuni dati: la messa in sicurezza del patrimonio edilizio riguarda 9 milioni di persone (tra alunni, docenti e personale amministrativo) e 45 mila scuole.

Il Ministero dell’istruzione ha promosso un grosso sforzo organizzativo al fine di prevenire eventuali situazioni di rischio presenti nelle scuole italiane di ogni ordine e grado. Per questo ha convocato ripetutamente i tavoli di confronto con gli enti locali e ha chiesto alle Regioni un impegno vincolante per stilare l’anagrafe strutturale e non strutturale delle scuole italiane. Per la prima volta si supera la frammentazione delle competenze sull’edilizia scolastica per favorire un piano organico di intervento e per la prima volta nella storia della Repubblica si ha finalmente (già oggi) una anagrafe strutturale degli edifici.

Cosa prevede l’accordo

1. Costituzione gruppi di lavoro in ogni regione composti da rappresentati dei provveditorati per le opere pubbliche, dall’ufficio scolastico regionale, dai dirigenti scolastici interessati, dall’anci, dall’uncem, dell’upi che nominano squadre tecniche con il compito di compilare la scheda di rilevazione dati di tutte le scuole attraverso un sopraluogo.

2. Sono previsti termini perentori: 
- entro 10 giorni dalla pubblicazione dell’intesa devono essere costituiti i gruppi lavoro, 
- entro 25 giorni le squadre tecniche

3. Se entro 40 giorni non sono stati costituiti i gruppi di lavoro e la squadra tecnica, lo farà il prefetto

4. Le attività devono essere concluse entro 6 mesi

5. Le squadre tecniche informeranno l’istituzione locale competente su eventuali criticità e interventi da eseguire e invierà al ministero, attraverso le regioni, la descrizione dei dati non strutturali.

6. Qualora nel corso delle ispezioni dovessero emergere situazioni tali da mettere in pericolo l’incolumità degli alunni, verranno immediatamente attivati i necessari interventi di messa in sicurezza da parte dei competenti Enti locali e del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.

Quali saranno le informazioni presenti nell’anagrafe non strutturale 
-la data di costruzione e di ultima ristrutturazione degli edifici;
-lo stato generale di conservazione e di eventuale degrado della scuola e degli impianti; 
-l’eventuale rischio sismico delle zone nelle quali essi si trovano; -l’esistenza di eventuali barriere architettoniche e natura delle stesse; 
-la presenza delle necessarie condizioni di sicurezza; 
-l’esistenza delle varie certificazioni richieste, con particolare riferimento all’agibilità, all’idoneità sismica e statica ed alla conformità alla normativa in materia “anti-incendio”; 
-la presenza di eventuali strutture in amianto..

Studenti stranieri. Un consiglio bibliografico

per chi volesse informarsi sull’inserimento degli studenti stranieri nella scuola italiana: