Anche ieri mattina, come tutti i giorni, ho acceso il mio computer per cercare di tenermi aggiornato sui fatti del mondo e, come al solito, navigando per i vari siti internet dei quotidiani nazionali mi è saltata all’occhio una notizia; il titolo diceva così: “Padova: mercato nero delle traduzioni al liceo: sufficienza a 5 euro”. Incuriosito (e parecchio) inizio a leggere la notizia e immediatamente inizio a rabbrividire!
Dall’articolo, infatti, si capiva che, sebbene copiare sia, come tutti gli studenti sanno bene, un’attività ben conosciuta e nota, quello che era successo al liceo classico Tito Livio di Padova aveva dell’incredibile. In questo liceo, che è assai noto (è, infatti, il liceo dove si diplomò l’attuale presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano), i ragazzi erano riusciti a realizzare un vero e proprio “mercato nero” delle traduzioni di greco e latino, mediante il quale, pagando 5 €, si otteneva la traduzione della versione che si doveva tradurre durante il compito in classe, assicurandosi in questo modo la sufficienza.
Il metodo escogitato, secondo quanto riportato dal quotidiano “Il Messaggero”, era questo: “appena conosciuto il contenuto del compito in classe uno studente chiedeva di uscire (ma dico io: si può essere così ingenui – per usare un termine educato – da consentire di uscire dall’aula all’inizio di un compito??? vabbè…), si accordava con alcuni colleghi di classi superiori in attesa fuori dall’aula e questi, dopo pochi minuti, consegnavano direttamente o attraverso telefonino il compito eseguito a regola d’arte. La sufficienza era assicurata”.
Il losco mercato delle traduzioni è stato scoperto da alcuni docenti che hanno trovato sul social network più diffuso fra i giovani, Facebook, un gruppo nel quale veniva sponsorizzato questo sistema; docenti che, non appena han scoperto il tutto, insieme alla dirigenza scolastica hanno inflitto pesanti sanzioni (sospensioni di parecchi giorni) scatenando le ire dei genitori che, sempre secondo quanto riportato dal quotidiano “Il Messaggero”, – considerando l’intervento punitivo troppo duro – “ora meditano di impugnare i provvedimenti a carico dei loro figli”.
La cosa che mi ha lasciato maggiormente perplesso non è la punizione inflitta dalla scuola, nemmeno la reazione dei genitori e nemmeno il fatto in se della copiatura quanto, piuttosto, il fatto che per “passare un compito” questi ragazzi si facessero pagare 5€: a mio modesto parere, una vera e propria associazione mafiosa!
Voi cosa ne pensate?