Un’altro anno è passato e ancora una volta l’8 dicembre diciamo sì al nostro impegno nella Chiesa e nel mondo attraverso l’Azione Cattolica, festa per tutta l’associazione e quindi per tutti i msacchini
Allora ci piace augurare a tutti buona adesione con le parole che ci rivolge il nostro Presidente nazionale, Franco Miano:
Cinque buoni motivi per dire sì
di Franco Miano
L’Azione cattolica italiana riparte di slancio, dopo il grande e gioioso incontro dei ragazzi e dei giovanissimi con papa Benedetto XVI, in piazza San Pietro, il 30 ottobre. L’associazione – incoraggiata dalle parole del Santo Padre e dalla frizzante vivacità delle sue più giovani generazioni – ha avviato un anno particolarmente fecondo che ci porterà, attraverso le assemblee parrocchiali e diocesane, all’assemblea nazionale del maggio 2011.
E, come consuetudine, il nuovo anno prevede anche l’appuntamento, irrinunciabile, con l’adesione. In particolare l’8 dicembre, festa dell’Immacolata, viviamo in tutta Italia laGiornata dell’adesione, in vista della quale vorrei soffermarmi su cinque motivi fondamentali per sottolineare la rilevanza della scelta del tesseramento Ac.
In primo luogo vi è sottinteso un forte elemento ideale. Aderire all’Azione cattolica è unascelta personale, un segno decisivo che “traduce” la nostra più ampia adesione a Cristo e alla Chiesa universale. Dice, pur nella semplicità di un gesto e di una tessera, un impegno di vita cristiana fondata sul vangelo, che cerca di portare novità e speranza sulle strade del mondo.
Vi è poi una dimensione comunitaria dell’adesione, la quale è scelta “pubblica”, dinanzi alla comunità e per la comunità. Il socio di Azione cattolica, inserendosi in una ricca storia associativa, si pone al servizio della crescita della comunità parrocchiale e diocesana, dichiara la propria disinteressata ma ferma volontà di collaborare alla Chiesa locale, con un riguardo speciale alla “questione educativa”, e dunque in piena sintonia con gli Orientamenti pastorali per il decennio 2010-2020 appena definiti dalla Conferenza episcopale italiana.
L’adesione esprime quindi – terzo elemento – la responsabilità laicale, altro tratto tipico dell’Ac. Nel solco di una tradizione che ci consegna innumerevoli e limpide testimonianze di cristiani “robusti nella fede” e impegnati nella realtà secolare (pensiamo solo ai fondatori, Giovanni Acquaderni e Mario Fani, a Piergiorgio Frassati, Armida Barelli, Carlo Carretto, Giuseppe Lazzati, Vittorio Bachelet…), i soci di Ac vorrebbero essere cristiani che prendono decisamente in mano la propria vita, assumendosi precise responsabilità verso la Chiesa e lapolis. In questo senso il Manifesto al Paese, diffuso in occasione delle celebrazioni per i 100 e 40 anni di fondazione, resta un prezioso testo di riferimento, così come il recente documento associativo La vita quotidiana reclama risposte dice di uno stile, di una modalità peculiare nel rapportarsi alle questioni del Paese.
Una quarta e semplice sottolineatura si riferisce al fatto che i soci di Ac, mediante il tesseramento, si assumono la responsabilità economica di sostenere la propria associazione, a livello locale e nazionale, consentendole di avere mezzi adeguati per realizzare la molteplicità di iniziative, di pubblicazioni, di progetti che ne fanno una grande associazione popolare. Essere capaci di autofinanziarsi significa continuare a lavorare con autonomia in una libertà di azione che si traduce in libertà di scelte, sempre e comunque al servizio della Chiesa, dell’evangelizzazione, dell’animazione cristiana del nostro tempo.
Una quinta e ultima annotazione vorrei riservarla al valore dell’essere associazione oggi. Un valore che non esiterei a definire “profetico”, in quanto espressione della volontà di “mettere assieme”, di crescere assieme. In un’epoca spesso segnata da lacerazioni e divisioni, l’Ac indica, nella sua semplicità, che è possibile unire, avvicinare, costruire assieme. In Ac camminano, fianco a fianco, sostenendosi reciprocamente, persone di tutte le età, con percorsi condivisi di formazione umana e cristiana: gli adulti si prendono cura dei giovani e dei più piccoli; gli educatori e i sacerdoti assistenti si mettono a disposizione dei soci loro affidati; i responsabili parrocchiali, diocesani e nazionali, svolgono con dedizione i rispettivi ruoli. L’Ac accomuna soggetti di ogni condizione economica e sociale ed è presente in tutti gli angoli dell’Italia, per il cui sviluppo, integrale e solidale, opera con determinazione. Ne è testimonianza lo sforzo straordinario operato da tutta l’associazione in vista della recente Settimana sociale di Reggio Calabria, dove sono emerse costruttive indicazioni per una “Agenda di speranza” indirizzata a far crescere il nostro Paese in un più ampio orizzonte internazionale.
Ecco dunque alcune ragioni per le quali mi sento di chiedere ai nostri soci di rinnovare l’adesione, cercando anche modalità – originali e rispettose – per proporre il cammino di Ac ai tanti altri amici ed estimatori che guardano con simpatia, nella Chiesa e nella società civile, alla nostra associazione.
(Questo articolo è pubblicato sul mensile Segno n. 11/12 del 2010)