I tre regolamenti sul secondo ciclo dell’istruzione (uno per i licei, uno per i tecnici e uno per i professionali) sono stati ancora una volta stoppati. La prima battuta d’arresto l’avevano avuta per l’introduzione della legge sui decreti legislativi che prevede almeno un passaggio per le commissioni parlamentari prima della loro trasformazione in legge. Un’iter prolungato che ha quindi richiesto più tempo, ma ad oggi sembra che, nonostante fossero stati previsti entro la fine di novembre, tali pareri proprio delle commissioni parlamentari non siano ancora pervenuti
Il 9 dicembre la notizia del secondo alt: il Consiglio di Stato ha temporaneamente stoppato i tre dpr perchè vuole vederci chiaro: “Sui punti segnalati occorre che il Ministero dell’istruzione fornisca i chiarimenti richiesti”.
Il Ministero infatti deve chiarire:1) LE MODALITA’ di attuazione dei regolamenti che prevedono, lo ricordiamo, la ristrutturazione dei piani orari e degli indirizzi di studi. Il ministero deve appunto prima fornire le nuove indicazioni nazionali riguardo gli Obiettivi Specifici di Apprendimento (i nuovi “OSA”). sono previste poi cattedre riarticolate, ma la cui riforma ancora non si vede, e nuovi criteri di valutazione
Bisogna poi verificare 2)che i dpr non confliggano con la legge sull’AUTONOMIA DIDATTICA. non solo per le porzioni orarie lasciate all’autodeterminazione delle scuole, ma anche per quella costituzione di consigli scientifici di docenti con ospiti esterni, dipartimenti, ecc che a parte del consiglio di stato andrebbero lasciate, per il principio dell’autonomia, all’autodeterminazione degli istituti. Anche perchè per la costituzione di tali organi non sono previsti finanziamenti
Da chiarire poi, è del il passaggio più controvero, 3)le modalità del PASSAGGIO AL NUOVO ORDINAMENTI, una confusione che ha lasciato le scuole in balia del caos e dell’incertezza: “E’ opportuno che il Ministero dell’istruzione illustri la graduazione di tale passaggio, anche con riguardo alla tutela dell’affidamento degli studenti che, trovandosi nelle situazioni di transito, subiranno una modificazione dell’iter formativo prescelto”.
Stando così le cose, è assodato che i tempi si allungano ed è improbabile che la riforma sia operativa dal prossimo anno.