L’illusione dei distributori

L’ultima novità sulle pagine di cronaca scolastica di giornali e homepage giornalistiche è stata determinata dalla questione della delibera del consiglio provinciale di Roma di installare dei distributori automatici di preservativi nelle scuole. Mentre i paladini del liberismo hanno esultato “per un nuovo passo avanti” nella prassi scolastica, lo scandalo si è levato nelle opposizioni politiche. Qualcuno ha detto che “in media stat virtus” e che forse i dubbi che sollevati dal Movimento Studenti di Azione Cattolica sono forse tra quelli che più danno da pensare.

Intervistati dall’ANSA nella giornata del 18 giugno, abbiamo riaffermato quanto sia necessario un ripensamento della strategia di educazione sessuale nelle scuole, spesso schiacciato a mettere in guardia da rischi e pericoli, ma del tutto sorvolante il più complicato problema della dimensione affettiva. Finchè si continuerà ad approcciarsi alla sessualità con approccio sanzionatorio e non educativo (ad una sfera più grande relazionale, donativa, affettiva) la scuola è inadempiente nei confronti dei suoi obblighi educativi. Così un provvedimento come quello dei distributori automatici di preservativi nelle scuole di Roma, se vuole ovviare al rischio che molti ragazzi, per l’imbarazzo di andare in farmacia, non si muniscono di preservativo, conferma una deresponsabilizzazione dell’istituzione scolastica che, se non affianca a provvedimenti del genere un globale progetto educativo, rischia di “lavarsene le mani” rispetto al problema della crescita umana ed affettiva dei giovani.Se è vero che a ciascuno sta il suo, alla scuola sta ben altro.