Nuove classi di concorso per i docenti

Editoriale di “libed.news41”
LA CLASSE DEL DOCENTE

Le classi di concorso, come sappiamo, fanno parte del percorso che introduce il neolaureato che ha scelto la professione docente nell’ambito dell’insegnamento stesso.

Il DM 30 gennaio 1998 n. 39 (Ministro Berlinguer) stabiliva la corrispondenza tra materie di insegnamento e classi di concorso secondo determinati criteri. Erano fissati gli insegnamenti compresi nelle classi di concorso stesse e, inoltre, per ciascuna classe di concorso, i titoli di studio validi per l’ammissione ai concorsi a cattedre.

In sostanza, nell’ordinamento vigente fino ad ora, una laurea consente l’accesso a più classi di concorso e la classe di concorso indica un insieme di materie che possono essere insegnate da un docente.

Quindi la classe di concorso ha fin qui definito una particolare cattedra di insegnamento, in quanto un docente insegna più materie, ma tutte appartenenti alla stessa classe di insegnamento.

Ancora, la classe di concorso ha indicato una particolare graduatoria, in quanto tutte le graduatorie sono state divise in base alle classi di concorso.

Il Ministro Gelmini con il D.M n. 37 del 26 marzo 2009 ha composto l’ultimo tassello previsto dalla riforma del I ciclo decretando che, relativamente alla scuola secondaria di primo grado, dal 2009/2010 le classi di concorso a cattedre di cui al D.M. n. 39/1998 siano trasformate in nuove classi di abilitazione.

Il risultato ottenuto è che le nuove appaiono in qualche modo più comprensive delle “vecchie” classi di concorso: per esempio, la 45/A Lingua straniera diviene 45/A – Lingua inglese e seconda lingua straniera; la 33/A Educazione tecnica nella scuola media diviene 33/A – Tecnologia. Un altro esempio ancora: la 59/A Scienze matematiche, chimiche, fisiche e naturali nella scuola media diventa 59/A – Matematica e scienze nella scuola secondaria di I grado.

La conseguenza, come avveniva con il vecchio sistema, è che alla luce delle nuove classi di abilitazione all’insegnamento viene ridefinita la composizione delle cattedre che a sua volta è funzionale ad una razionalizzazione dei piani di studio e dei quadri orario. Stando alle anticipazioni che si hanno, analoga operazione pare stia avvenendo nell’avviata ridefinizione delle classi di concorso delle superiori.

Insomma, sembrerebbe essere stata avviata una trasformazione strisciante del rapporto tra competenze disciplinari del docente e insegnamenti che a nostro parere dovrebbe essere valutato attentamente e portato il più possibile allo stato di riflessione pubblica e consapevole.

Quello che intendiamo sostenere, come contributo alla discussione su questo punto e nell’ottica di una ridefinizione di tutto il sistema delle classi di concorso, è che la comprensibile necessità di utilizzazione più razionale del personale docente qualificato, anche nel senso della maggiore mobilità professionale, deve essere ancorata alle esigenze della scuola e non solo a quelle dell’economia.

In altri termini, è inevitabile supporre che piani di studio e percorsi formativi più essenziali (e questo vale per tutti gli ordini di scuola) conducano ad un accorpamento delle vecchie classi di concorso in nuove classi di concorso e di abilitazione.

Il problema sarà poi quello di decidere come all’accorpamento delle abilitazioni debba corrispondere una eguale quantità di competenze (non generiche) nella persona del docente, che non potrà essere pensato come tuttologo.

Si aprono in tal senso prospettive che attengono alla figura professionale del docente, alla sua soggettività culturale e allo sviluppo della carriera. Infatti, non solo la preparazione disciplinare che precede l’abilitazione dovrà essere messa alla prova nella esperienza di contatto diretto con la scuola (tirocinio), ma la stessa azione di riconversione da una classe di abilitazione ad un’altra nuova e più comprensiva, ove avvenisse, dovrà tenere conto del portfolio maturato dal docente e non essere una semplice operazione burocratica.

Per le info sulle nuove classi di insegnamento, vedi approfondimento (con tabelle allegate) della “Tecnica della scuola”