ALLA SCOPERTA DEL TUO PAESE

Cari msacchini,

vi segnaliamo un’iniziativa proposta dai ministeri dell’Istruzione e dei Beni Culturali…. Ecco qui di seguito il testo del comunicato apparso sul sito di Palazzo Chigi:

 

 Il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Mariastella Gelmini e il ministro per i Beni e le Attività Culturali Sandro Bondi hanno firmato il 29 gennaio 2009  un protocollo d’intesa con il quale si dà il via al programma “Alla scoperta del tuo Paese”.

Obiettivo dell’iniziativa incentivare il turismo scolastico in Italia, promuovendo la conoscenza della storia nazionale e delle culture locali, nello spirito delle celebrazioni per il 150^ Anniversario dell’Unità d’Italia che ricorre nel 2011.

La tendenza prevalente nelle scuole, invece, secondo i dati forniti dall’Osservatorio sul turismo scolastico del Touring Club, privilegia i viaggi all’estero, che raggiungono il 59,7% del totale contro il 51,3% delle mete italiane.

Il progetto “Alla scoperta del tuo Paese”, promosso dall’Associazione Mecenate 90, vuole portare i ragazzi a riflettere sul senso e sul significato contemporaneo dell’essere italiani, a riscoprire l’identità nazionale attraverso una migliore conoscenza delle identità locali. 
La gita di fine anno, in quest’ottica, può essere la conclusione di un processo di avvicinamento condiviso con i ragazzi, attraverso lo scambio, la conoscenza e la ricostruzione di importanti eventi della storia d’Italia.  

Sarà bandito il concorso “Un viaggio alla scoperta dell’Italia”: per parteciparvi le scuole secondarie di I e II grado dovranno gemellarsi e compiere insieme un lavoro di ricerca e di studio allo scopo di presentare un progetto per la realizzazione di un viaggio d’istruzione consapevole.
I migliori progetti di viaggio, selezionati secondo criteri qualitativi indicati nel bando predisposto dal ministero dell’Istruzione, di concerto con il Mibac, saranno realizzati in collaborazione con i due ministeri.   
Un sito dedicato al turismo scolastico consentirà di condividere e di fruire di numerosi materiali sulla storia e la cultura del nostro Paese, e renderà possibile la collaborazione continua di ragazzi provenienti da Istituti distanti fra loro.

Gli studenti avranno la possibilità di accedere ad archivi e a testimonianze d’eccezione; si definiranno apposite convenzioni per aiutare i ragazzi portatori di handicap o provenienti da famiglie disagiate. Saranno incentivati i viaggi in treno per contribuire allo sviluppo del trasporto meno inquinante.

Fonte: ministero per i Beni e le Attività culturali, ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca

 

Maturità 2009

Carissimi msacchini,

venerdì il Ministro Mariastella Gelmini ha annunciato tramite il suo canale su YouTube le materie scelte per la seconda prova dell’esame di stato 2009. Le riportiamo qui di seguito*:

LICEI:

classico: Latino (commissario esterno)

scientifico: matematica (commissario esterno)

linguistico: lingua straniera (commissario interno)

artistico: elementi di architettura

pedagogico: pedagogia

ISTITUTI TECNICI E PROFESSIONALI

ind. ragionieri: Economia aziendale

ind. geometri: Tecnologie delle costruzioni

tecnici commerciali per programmatori: informatica generale e applicazioni gestionali

periti aziendali e corrispondenti in lingue straniere: lingua straniera

ind. elettronica e telecomunicazioni: sistemi elettronici automatici

ind. meccanica: disegno, progettazione e organizzazione industriale

ind. chimico: tecnologie chimiche industriali, principi di automazione e di organizzazione industriale

tecnico della grafica pubblicitaria: progettazione grafica

tecnico dell’abbigliamento e della moda: disegno professionale

Riportiamo anche le materie affidate ai commissari esterni (nel caso se ne riportino solo due ciò significa che la terza materia esterna è quella oggetto della seconda prova):

classico: matematica, filosofia

scientifico: disegno e st. arte, scienze

linguistico: italiano, filosofia, scienze naturali

artistico: italiano, figura e ornato modellato, storia dell’arte

ragionieri: geografia economica, diritto

per tutti gli altri indirizzi potete consultare il sito www.istruzione.it

*le materie della seconda prova e quelle affidate ai commissari esterni qui riportate sono valide solo per i corsi ordinari. Per le sperimentazioni controllare sul sito del Ministero www.istruzione.it

Il ministro nel suo messaggio-video ha dichiarato: “mi piacerebbe che in un futuro molto vicino la terza prova della maturità fosse una prova valutata con criteri particolarmente oggettivi sulla falsariga dei test internazionali; credo che uno dei problemi, delle debolezze della nostra maturità è che un compito può essere valutato in maniera molto diversa a seconda delle commissioni; noi abbiamo la necessità di uniformare gli standard qualitativi dentro il nostro sistema scolastico e allora si potrebbe pensare ad una esperienza simile alla terza prova fatta quest’anno nella scuola secondaria di primo grado (nella scuola media) con il test Invalsi. Credo che una terza prova valutata in maniera molto oggettiva e molto simile ai test internazionali potrebbe essere una buona iniziativa, ma su questo mi piacerebbe conoscere la vostra opinione”

Quindi msacchini, maturandi e non, fate avere alla ministra la vostra opinione; vale sempre lo stesso motto: partecipate e, soprattutto, “abitate” la scuola.

Che fine ha fatto la “riforma”?

Rimandati al 2010. Sarebbe questa la fine ingloriosa degli “urgenti provvedimenti in materia di istruzione” che tanto hanno fatto scaldare gli animi e le piazze in questo lunghissimo autunno di mobilitazione. La riforma degli ordinamenti delle superiori sarebbe posticipata all’anno scolastico 2010/2011, mentre il tanto discusso “maestro unico” o maestro prevalente a 24 ore settimanali sarebbe una scelta lasciata alla discrezione delle famiglie. Ma allora riforma sì o riforma no? C’è o non c’è questo tanto conclamato passo indietro? Vediamo di fare chiarezza…

Cominciamo dal dl 137, quello approvato a fine ottobre, quello col voto di condotta, maestro unico e cittadinanza e costituzione, per capirci. Nato il 1 agosto 2008, nell’amniotico calderone di disegno di legge dentro al quale galleggiavano provvedimenti disparati, dai debiti formativi alla formazione degli insegnanti, dalla carta dello studente al monte di 33 ore (poi cassato) per la “nuova” materia Cittadinanza e costituzione, il dl 137, presentato il 28 agosto, ereditava le contraddizioni dovute ai tagli del decreto fiscale 112 (poi diventato legge 133) e veniva accolto dalla comunità studentesca con la massima agitazione, allibita dalla reintroduzione della valutazione del comportamento e dalla votazione numerica per elementari e medie. Il dl, però, non conteneva ancora il famigerato art. 4, quello del “maestro unico”, che è inspiegabilmente apparso nell’arco del brevissimo tragitto (meno di un paio di giorni) intercorso tra la presentazione al tavolo del Consiglio dei ministri e la firma alla scrivania del Presidente Napolitano, il 1 settembre. È stato quell’articolo a toccare le delicatissime terminazioni nervose di interessi corporativi e di sindacato che da quel momento hanno scatenato orde di insegnanti scesi in piazza a protestare fianco a fianco con gli studenti, prima col lutto al braccio, poi con le parate sotto ai balconi del ministero. Solo allora la protesta ha cominciato a far rumore.

Eppure già in giugno, da quel contestatissimo articolo 64 del decreto di programmazione fiscale triennale, si era cominciata ad intendere l’antifona che avrebbe accompagnato la marcia decisa ed inesorabile dell’intera legislatura. L’art. 64 della legge 133, ovvero la vera “riforma” della scuola. Perché sarà pur vero che non c’è nessun piano organico di ristrutturazione del sistema scolastico, che non c’è nessun “rapporto” (come invece per la Moratti fu il rapporto Bertagna) o documentazione pedagogica che sostenga quelli che restano provvedimenti singoli e slegati rispetto ad un unico articolato legislativo che continua palesemente a mancare, ma quell’unico articolo della legge 133, e soprattutto il “piano di programmazione della scuola” che esso ha implicato, la scuola la cambiano eccome. Del resto è difficile che l’istituzione scolastica resti la stessa quando si annuncia il taglio di 130.000 organici (tra docenti e ATA), il riordino (leggi “razionalizzazione”) amministrativo e strutturale della rete scolastica e la riorganizzazione (leggi “taglio dell’orario settimanale”) dei curricula e degli ordinamenti didattici. Tre ambiti di intervento che si traducono semplicemente in 1)più alunni per classe -in MEDIA 30!- 2)accorpamento delle classi di concorso e quindi delle cattedre 3)chiusura –speriamo solo amministrativa – delle scuole con meno di 500 studenti (300 per le zone di montagna)

Eppure come sempre il cambiamento lo determinano non gli articolati legislativi quanto i regolamenti di attuazione. Ed erano proprio quelli ad essere attesi in questi giorni, quando tutta la comunità scolastica si chiedeva che ne sarebbe stato in traduzione pratica di quanto previsto dalla “riforma”. Se lo sono chiesto soprattutto le regioni che hanno dato battaglia accanita al governo, dopo quel dl 154 che le costringeva ad approntare, entro il 30 novembre di ogni anno (a partire già dal 2008) il piano di riorganizzazione delle proprie strutture scolastiche, pena il commissariamento della faccenda ad uno speciale incaricato inviato dal governo centrale… a spese delle regioni, naturalmente. Gli enti locali non hanno voluto saperne e alla fine il braccio di ferro si è concluso con il rinvio della riorganizzazione della rete scolastica al 2010-2011. Sconfitta dunque per la Gelmini, ma soprattutto per il piano di risparmio di Tremonti che, a questo punto, a legge 133 approvata, naufragata l’ipotesi di risparmio attraverso la razionalizzazione strutturale della scuola, deve pur sempre trovare il modo di far quadrare i conti. E i fondi preventivati come risparmio nell’ambito dell’istruzione – risparmi che solo al 30% sarebbero stati reinvestiti nella scuola – bisogna in qualche modo farli saltar fuori.

A questo scopo viene in aiuto l’eredità lasciata da Padoa-Schioppa, ovvero la cosiddetta “clausola di sicurezza”, in virtù della quale quanto non risparmiato col taglio degli organici previsto nella finanziaria viene recuperato riducendo i trasferimenti diretti dal Ministero alle istituzioni scolastiche, ovvero i fondi per l’autonomia, i fondi della legge 440.

Per intenderci, sono i soldi che regolano il normale funzionamento delle scuola, dall’acquisto degli arredi (scrivanie, registri, lavagne) al piano dell’offerta formativa, dalle supplenze alle attività promosse da studenti e insegnanti. Significa che se in una casa ci sono troppi domestici, siccome ci vuole tempo a riformulare i contratti, intanto si comincia a tagliare i viveri. Per Padoa-Schioppa era un virtuoso principio per cui dallo stimolo si arrivava ad accelerare il risparmio. Applicato alla legge 133 è un dichiarato assassinio.

E mentre si delinea questo scenario finanziario per le scuole affidate alle cure e alle coliti dei dirigenti scolastici, ci si chiede in che modo possa essere applicato il dl 137, la cui approvazione presso Camera e Senato è stata ottenuta, è proprio il caso di dirlo, sub conditionem. Le “condizioni” imposte dalle commissioni Cultura del Parlamento hanno imposto, ad esempio, che il tempo pieno nella scuola primaria sia in ogni caso assicurato, che per le elementari le famiglie abbiano la possibilità di scelta tra modelli a 24 ore, a 27 o 30, (quindi il maestro “unico” diventa scelta facoltativa), che gli insegnanti di sostegno siano in numero di 1 ogni 2 disabili, eccetera. Anche in questo caso si pone il problema di quanto queste ragionevoli garanzie siano conciliabili con i tagli previsti dalla finanziaria e che il “piano programmatico” avrebbe dovuto attuare. Se non si taglia sugli insegnanti e sulle ore d’insegnamento, dove si praticherebbe il risparmio? la risposta è sempre nella legge 440.

Intanto oggi [18 dicembre] il ministro ha trionfalmente annunciato la “prima riforma organica di tutti i cicli (elementari, medie, superiori) dai tempi della riforma Gentile del 1923”. Riforma appunto che partirà dal 2010 e che vedrà la riorganizzazione (o piuttosto “riductio ad unum”) degli indirizzi di studio, dei curricula, dei piani orari, il passaggio dalle ore di 50 minuti a quelle di 60’, più inglese e matematica ai licei, riduzione a 32 ore da 40 dell’offerta dei professionali, molti dei quali smembrati negli indirizzi affini degli istituti tecnici, veri e propri “premi di produttività” (quali i meccanismi di valutazione?) per incentivare il merito degli insegnanti…

Sono provvedimenti che costituiscono l’applicazione di quanto stabilito nel “piano programmatico” per la scuola, ma l’impressione è che il “piano” resti una riforma a metà. Non soltanto sul piano pedagogico (manca totalmente una organica riflessione sui “saperi”), ma anche nelle intenzioni dello stesso governo e del ministro. La questione delle cattedre è infatti essenziale per la definizione dei nuovi quadri orari e finché tale questione non sarà chiarita, l’intera applicazione (appunto posticipata di due anni) della sbandierata “riforma” dell’istruzione pare ancora molto nebulosa.

In mezzo a questa linea d’ombra si delineano allora solo le vittime al momento certe della mannaia del risparmio, i soggetti che, nel gran polverone dell’Onda, sono rimasti difesi da nessuno: il personale ATA, il cui taglio del 35% è una delle poche certezze della legge 133, e l’autonomia della scuola. Gira e rigira, in questo senso la riforma è già adesso.

(scritto per “Argomenti 2000“)

Come sono andate le SdP ad Andria

“I CARE: l’importante è partecipare” è questo il motto che accompagna le Scuole di Partecipazione per Studenti (Anno primo e secondo), progetto partito nel’Ottobre 2007 e ripreso nell’Ottobre dell’anno successivo e destinato a mai concludersi.

Il Movimento Studenti di Azione Cattolica di Andria, circolo diocesano “Alberto Marvelli” ha deciso di abitare la scuola intensamente e attivamente, con la cadenza di tre giorni ogni anno, ha affrontato con la comunità studentesca diocesana e con l’aiuto di alcuni esperti alcuni degli argomenti più scottanti e che più deve premere conoscere lo studente per “sopravvivere” e poi “vivere al meglio” in quella giungla quotidiana che è la società moderna. Il modo migliore per educare la comunità è partire da quest’età, perché è il momento migliore per porre lo studente in rapporto al territorio in cui vive e in cui comincia ad affacciarsi al bisogno di partecipazione alla vita studentesca e successivamente cittadina.

Torna così sempre più attuale l’I CARE di don Lorenzo Milani, quel “mi interessa, mi sta a cuore” che ci invita ad essere semplici “eroi” nel quotidiano e del quotidiano. La “missione” avviata il 1 Ottobre 2007 ha animato il cuore di tutti gli studenti che credono nel’importanza della Responsabilità, “quasi eroica”, che tutti i giorni consapevolmente e inconsapevolmente è loro affidata. Studenti che cercano nella scuola un fine grande. Oggi proprio noi studenti abbiamo bisogno di una scuola che sia punto di riferimento, luogo di crescita formativa ed educativa, di confronto e dialogo, una scuola che aiuti a costruire le basi del nostro futuro. Abbiamo bisogno di una Scuola di Partecipazione.

Barbiana ha insegnato a sapere, a saper fare, a saper essere. Questa è la scuola che ha insegnato a diventare uomini, donne, cittadini di un domani che è già oggi. E’ quel sapere non fine a se stesso, quel sapere che serviva solo per metterlo al servizio del prossimo. E’ con questo spirito che nasce il progetto Scuole di Partecipazione per studenti.

Il MSAC di Andria ha deciso di trasformare la scuola in palestra di vita per fare esercizi molto particolari, di cittadinanza studentesca con degli atleti altrettanto particolari: gli studenti, rappresentanti (di classe e di istituto) e rappresentati.

Durante il primo anno (nei giorni 1-3-5 Ottobre 2007) ci siamo chiesti perché partecipare, che senso ha la partecipazione scolastica. Ripercorrendo la storia degli ultimi 40 anni abbiamo analizzato in modo critico il protagonismo studentesco, a partire da quell’anno rivoluzionario che è stato il 1968 sino ad arrivare ai giorni nostri. Soprattutto si è affrontata la crisi della partecipazione studentesca con l’intervento di un docente universitario che i cambiamenti li ha voluti e li ha vissuti fino in fondo (avv. Sabino Liso).

Nel secondo giorno ci siamo spinti verso la ricerca di uno “studente-cittadino” coscienzioso, con l’aiuto di un giovane assessore (Francesco Delfino) e di un docente di geografia ( Francesco Bartucci). L’insegnamento trasmesso è che noi tutti possiamo essere cittadini e studenti allo stesso tempo, che si prendono cura della loro vita. E’ molto importante informarsi e informare quante più persone di quello che accade non solo tra i banchi di scuola ma soprattutto agli angoli delle strade. Il buon cittadino e buon studente sente la responsabilità di sapere, e questo consente a tutti noi di essere attenti osservatori di tutto ciò che ci succede intorno.

“Statuto-autonomia-disciplina: regoliamoci!!!” è stato, invece, il titolo dell’ultimo giorno di Scuole di Partecipazione – Anno I. Lo studente deve sentire il bisogno di conoscere e di sapere “tutto ciò che lo regola”. Durante la trattazione del tema, abbiamo riscontrato che ben pochi erano a conoscenza di cosa fosse lo Statuto delle Studentesse e degli Studenti, eppure esiste, è la nostra carta, dovremmo conoscerla, anche perché descrive in modo (quasi) esaustivo come dovrebbe svolgersi la vita all’interno della scuola, dai diritti ai doveri degli studenti, alla coordinazione della vita scolastica, alla neointrodotta disciplina. Per l’illustrazione del documento ci è venuta in aiuto l’allora segretaria Nisia Pacelli e come se non bastasse ha presentato in maniera approfondita il Manifesto degli Studenti approvato a Chianciano lo stesso anno.

Passa un anno, e ad Ottobre 2008, nei giorni 6, 8 e 10, torniamo ad abbracciare la seconda parte del progetto: l’autonomia scolastica e l’importanza di fare rete. Riscopriamo vecchie conoscenze, che sono tornati a sostenerci, e conosciamo volti nuovi, ansiosi di affrontare le tematiche preannunciate e saziare quella fame di conoscenza che dovrebbe caratterizzare un adolescente. E la responsabilità ha giocato un ruolo cruciale in questo secondo anno.

Ma come imparare a partecipare? Innanzitutto vivendo la scuola a 360 gradi, agendo, parlando, prendendo lezioni di vita, portandole fuori dalle mura scolastiche, abitando la città, diventando “responsabili”. E’ da qui che siamo partiti per discutere con i ragazzi presenti il primo giorno della responsabilità (quella dei rappresentanti di classe e di istituto) e della responsività (quella di tutti gli studenti). Cosa ne è emerso? Tutti siamo degli ottimi rappresentanti e/o rappresentanti ma sono davvero in pochi quelli che assolvono alle “proprie funzioni” con la responsabilità necessaria di chi ha un incarico ed ha l’obbligo di portarlo a termine. E’ dunque necessario che chi elegge e chi viene eletto conosca bene anche un po’ di “cose della scuola” motivo per cui il secondo e il terzo giorno si sono affrontati temi riguardanti la legislazione scolastica, dall’autonomia (legge “Bassanini uno”), allo “Statuto delle Studentesse e degli Studenti” spesso tirato in ballo durante la tre giorni di formazione e alla Riforma dei Saperi. Un po’ di cenni dai quali prende spunto il tema “scottante” di queste “Scuole di Partecipazione”: Scuola-Famiglia-Territorio, “La ricchezza di fare Rete”, un confronto diretto tra studenti per la scuola e rappresentanti per le altre componenti educative.

Con la collaborazioni di ospiti d’eccezione come la Segretaria Nazionale del Movimento, Saretta Marotta e i professori Nicoletta Ruggiero e Antonio Quacquarelli, infatti, si è esplorato in modo esaustivo l’argomento attraverso 3 incontri “faccia a faccia” diversi tra loro, come dopotutto lo sono le persone, ma legate dal filo sottile del progetto di una rete che si estende a tutto lo scibile umano. Scuola-Famiglia-Territorio non sono che l’inizio di una rete ancora più grande, sterminata, che ricopre il mondo intero, fatta di informazioni, di confronti, di collaborazione che partono e tornano però sempre alle fondamenta dove verranno raccolte e messe in pratica come insegnamenti a chiunque voglia coglierle e quindi rendersi partecipe.

Con la presentazione della Proposta Formativa dell’Anno Scolastico 2008/09 e l’invito all’intera comunità studentesca di partecipare anche alle nostre future iniziative e di portare nel cuore gli insegnamenti loro regalati si è conclusa anche la seconda edizione delle Scuole di partecipazione per Studenti e il ciclo biennale che lo caratterizza.

MSAC – Diocesi di Andria

slitta a settembre 2010 la riforma del II ciclo

Riportiamo qui di seguito il testo del Comunicato stampa del Ministero della Pubblica Istruzione nel quale si rende noto che il ministro Gelmini ha deciso di far slittare l’inizio della Riforma del II ciclo a settembre 2010.

il ministro Gelmini

il ministro Gelmini

Sarà presentata oggi ai sindacati la riforma del sistema dell’istruzione e degli ordinamenti scolastici. Parte da oggi una vera e propria rivoluzione e riorganizzazione della scuola in Italia.
La riforma ha come obiettivo quello di modernizzare l’offerta formativa in Italia ed è il risultato del lavoro di questo governo e dei precedenti ministri Moratti e Fioroni. Il provvedimento sarà portato in Consiglio dei Ministri il 18 dicembre e prevede l’avvio dal settembre 2009 della riforma del primo ciclo.
Dal 1° settembre 2010 invece partirà la riforma del secondo ciclo, inizialmente prevista per il 1° settembre 2009, per dare modo alle scuole e alle famiglie di essere correttamente informate sui rilevanti cambiamenti e sulle innovazioni degli indirizzi. In particolare sul secondo ciclo si aprirà un confronto con tutti i soggetti della scuola sull’applicazione metodologico-didattica dei nuovi regolamenti. I punti principali della riforma sono lo snellimento e la semplificazione degli indirizzi scolastici, più legame tra le richieste del mondo del lavoro e la scuola, il riordino degli istituti tecnici e più opportunità per le famiglie. In particolare saranno messe a regime le migliori esperienze delle sperimentazioni, l’aumento dello studio della lingua inglese, l’aumento delle ore scientifiche e di matematica, la riforma degli istituti tecnici che passano da 39 a 11 e la riorganizzazione del sistema dei licei.

(dal sito internet del ministero)

Sicurezza… dello studio

Dedicato a Vito Scafidi…
25 novembre, Giornata nazionale della sicurezza scolastica promossa da Cittadinanzattiva. Eventi ed attività in 10.000 scuole. A Roma appuntamento all’Istituto Galilei per “dipingere” la sicurezza

Roma, 12 novembre 2008

Il 25 novembre diecimila scuole partecipano alla VI Giornata nazionale della sicurezza scolastica, promossa da Cittadinanzattiva: attività, eventi, manifestazioni in tutta Italia per promuovere la cultura della sicurezza e della salute tra i più giovani e richiamare l’attenzione delle istituzioni. L’evento nazionale si svolgerà a Roma, presso l’Istituto tecnico industriale Galilei, in via Conte Verde 51 (fermata metro Manzoni), ore 9-13.

L’iniziativa coinvolgerà circa 120 studenti di scuole secondarie della città perché realizzino graffiti e pannelli artistici sul tema della sicurezza a scuola, declinata in tutti i suoi aspetti: sicurezza strutturale, prevenzione e lotta ai comportamenti violenti e al bullismo, prevenzione dall’uso di droghe e fumo, corretto utilizzo delle nuove tecnologie. All’iniziativa di Roma sono stati invitati a partecipare rappresentanti di: Ministero dell’Istruzione, Ministero della Gioventù, Commissione Cultura della Camera, Provincia di Roma, Dipartimento della Protezione civile.

Cittadinanzattiva invita a segnalare situazioni di insicurezza nelle scuole, di ogni ordine e grado: sovraffollamento delle aule, barriere architettoniche e qualità della vita dei disabili, crolli di intonaco e infiltrazioni di acqua, incidenti a scuola, palestre scolastiche inagibili.Si può inviare la segnalazione sul sito www.cittadinanzattiva.it oppure telefonare allo 06.36718555 (PIT Servizi, dal lunedì al venerdì ore 9-13.30).

La Giornata, in collaborazione con il Dipartimento della Protezione civile, si colloca nell’ambito della Campagna IMPARARESICURI di Cittadinanzattiva, giunta quest’anno alla sua VI Edizione. La Campagna Impararesicuri 2008 si svolge sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, con la collaborazione del Dipartimento della Protezione civile e con i Patrocini del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, del Ministero delle Politiche Giovanili e delle Attività Sportive, del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali.

Domani Forum delle associazioni

Si riunisce domani il tavolo della Associazioni Studentesche maggiormente Rappresentative (ASR) presso il MInistero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Sarà presente il ministro Mariastella Gelmini che ci illustrerà, tra le altre cose:

– Linee Guida per l’insegnamento di “Cittadinanza e Costituzione” (VEDI LA BOZZA)

Circolare sulla sperimentazione dell’insegnamento di “Cittadinanza e Costituzione”  (VEDI LA BOZZA)

– Decreto di applicazione degli Art. 2 e 3 della Legge n. 169 (VEDI LA BOZZA)

Caro libri-il parere del Msac

Vi riportiamo qui di seguito il testo del parere che il Msac ha inviato al Dipartimento Istruzione del Comune di Roma; L’assessorato all’Istruzione del Comune di Roma, infatti, da circa un mese, ha istituito un tavolo di lavoro sul problema “Caro libri”: A questo tavolo di lavoro hanno preso parte numerose associazioni di studenti e di genitori oltre ai rappresentanti delle Istituzioni.

Lassessore allIstruzione del Comune di Roma, Laura Marsilio

L’assessore all’Istruzione del Comune di Roma, Laura Marsilio

 

 

Roma, 13 novembre 2008

Il Movimento studenti di Azione Cattolica (Msac) comunica, come richiesto dall’assessore Laura Marsilio durante la prima riunione del gruppo di lavoro “caro libri”,  alcune proposte in merito a tale problema, che molto abbiamo a cuore e riguardo al quale auspichiamo al più presto l’approvazione di una legge quadro nazionale, al fine di garantire il diritto allo studio a tutti gli studenti italiani, secondo quanto stabilito dagli articoli 3 e 34 della Costituzione Italiana, per operare finalmente la perequazione delle gravi disparità che attualmente sussistono in materia tra le regioni più ricche e quelle più povere del paese.

Nell’attesa di questo importante intervento legislativo, riteniamo che gli Enti Locali a tutti i livelli abbiano la possibilità di destinare delle somme che permettano l’acquisto da parte delle singole scuole di una sufficiente quantità di libri di testo in adozione nelle varie classi. Verrebbero create in questo modo delle biblioteche con un gran numero di libri di testo che potrebbero quindi essere presi in prestito. Ciò sarebbe necessario in particolare per i libri di testo più costosi, che gli studenti potrebbero evitare di comprare usufruendo dei libri in dotazione nella biblioteca scolastica. Al termine dell’anno scolastico il libro verrebbe riconsegnato e, qualora fosse danneggiato o la famiglia, superata la difficoltà economica, desiderasse riscattarlo, lo studente e/o la famiglia sarebbero tenuti a rimborsare il costo di copertina o una percentuale dello stesso.

Riterremmo poi importante garantire almeno una semigratuità per l’acquisto dei libri di testo nelle scuole secondarie di primo e di secondo grado, privilegiando questo ciclo di studi rispetto alla scuola primaria, che attualmente gode della totale gratuità e che rispetto alle scuole secondarie, prevede una spesa totale di gran lunga inferiore per l’acquisto della dotazione.

Riguardo al sistema dell’adozione dei libri di testo, è necessario attuare un intervento di monitoraggio, specialmente nella scuola secondaria di secondo grado, volto da un lato a verificare la piena attuazione dell’art. 2 comma 4 del DPR 249/1998 secondo il quale “gli studenti, i genitori e i docenti devono collaborare nella scelta dei libri di testo tenendo conto anche del fattore economico” e dall’altro, qualora nelle scuole risultino “libri consigliati”, a verificare che questi siano realmente tali, prevedendo delle sanzioni amministrative per le scuole che impiegano il sistema del libro di testo con acquisto consigliato, ma che in realtà obbligano lo studente all’acquisto dello stesso.

Inoltre sarebbe importante nell’attribuzione dei buoni scuola tenere conto non solo dell’Isee, ma anche, in una certa misura, del merito, coniugando la necessità di andare incontro alle famiglie in situazioni economiche disagiate, con la volontà di premiare gli studenti meritevoli.

Riteniamo fondamentale infine un monitoraggio ministeriale che garantisca il rispetto da parte degli editori dell’art. 5 del Dl 137/2008 recentemente convertito in legge, con particolare attenzione a garantire che la possibilità di aggiornamento mediante appendici non consenta agli editori di eludere quanto disposto dalla Legge.  

 

Il Movimento Studenti di Azione Cattolica