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Giornata di ascolto nella scuola – Il parere del MSAC

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Il MSAC ha partecipato ieri alla “Giornata di ascolto nel mondo della scuola”, promossa dal Partito Democratico per raccogliere i pareri di associazioni e lavoratori che appartengono al mondo dell’istruzione primaria e secondaria. Obiettivo della giornata era raccogliere spunti utili all’azione di governo del Partito Democratico.

Erano presenti il responsabile scuola della segreteria PD, Davide Faraone, e il sottosegretario all’Istruzione, Roberto Reggi; oltre a diverse personalità importanti nella scuola degli ultimi anni: l’ex ministro Luigi Berlinguer, l’ex sottosegretario Rossi Doria, e diversi deputati.

Il sottosegretario Reggi (in una delle sue prime uscite pubbliche) ha voluto ribadire la sua disponibilità all’ascolto di tutti. Ha sottolineato come le spese per l’edilizia scolastica siano solo l’inizio di un percorso, che dovrà procedere con la lotta alla dispersione scolastica, l’adeguamento all’innovazione tecnologica, un piano per valorizzare il lavoro dei docenti. Il primo “cambiaverso” sarà nel metodo: dopo «i disastri di una centralizzazione esasperata» (statale e regionale), obiettivo del nuovo governo è mettere al centro le esigenze dei territori.

 

Questo l’intervento della segretaria Elena (qui invece l’opinione del MSAC in merito ai primi annunci del premier Renzi sulla scuola):

La scuola che verrà: inclusiva, partecipata, qualificante

Per prima cosa grazie al Partito Democratico per questa giornata di ascolto.

Tante sono le esigenze della scuola e degli studenti. Ho provato a condensarle in tre parole, ma penso ne servirebbero molte altre.

Inclusione: 

nelle nostre scuole ci sono sempre più studenti stranieri che giustamente non possono finire in classi ghetto, ma che allo stesso tempo hanno bisogno di poter contare su un piano di studi che possa permettere loro di imparare la lingua al più presto per sentirsi davvero parte della comunità che li accoglie. Serve mettere in atto una vera e propria strategia d’inclusione nelle scuole, da cui si potrebbe pensare alla cittadinanza per stranieri legata ad un percorso di studi completato con serietà.

Inclusione non vuol dire pensare solo agli studenti stranieri, ma anche ai ragazzi con disabilità che vanno accompagnati nel loro percorso di crescita.

Ma inclusione deve assumere e sta assumendo un significato più ampio: significa non lasciare indietro nessuno, soprattutto i ragazzi più difficili, quelli che vivono situazioni familiari complesse, di povertà, economica certo, ma non solo.

In questo contesto e in questo tempo in cui c’è bisogno di “ristrutturare” un’idea di scuola, possono fare tanto le organizzazioni sussidiarie (penso per esempio alle associazioni studentesche) mettendo a disposizione tempo e competenze per gli altri. Solidarietà e gratuità devono e possono diventare atteggiamenti capaci di fare molto bene al Paese. Serve recuperare il modello della scuola di don Milani per cui i più grandi si mettevano a disposizione dei più piccoli per aiutarli nello studio e nei compiti. Per fare questo c’è bisogno però anche di una scuola sempre aperta che diventi un vero punto di riferimento per la vita dei giovani. Sappiamo bene che è possibile chiedere di utilizzare i locali scolastici in orario extra curricolare, ma sappiamo altrettanto bene quanto questo diritto venga spesso negato con motivazioni scarsamente ragionevoli, ragionate e direi anche lungimiranti.

Una scuola sempre aperta è uno dei presupposti per poter sperare in una scuola inclusiva e in una scuola partecipata.

Partecipare: 

è la seconda grande sfida. Portare a compimento la riforma degli organi collegiali della scuola si sta dimostrando un’impresa titanica e forse lo sta diventando sempre più perché, in moltissime circostanze, gli stessi studenti sembrano non aver chiara l’idea che mettersi in gioco in prima persona all’interno della scuola è presupposto necessario per far funzionare meglio la scuola stessa. La Pira diceva che il soggetto diventa persona con la partecipazione ai “corpi intermedi”, quali sono gli oo.cc. Bisogna risvegliare il desiderio di partecipazione perché a scuola si sviluppi la cultura del “noi” e non solo quella dell’ “io”. L’astensionismo e il populismo nascono a scuola, quando alle elezioni dei rappresentati di classe, di istituto e di consulta si vota scheda bianca o si annulla il voto. Bisogna rivitalizzare gli spazi della scuola, renderli più vivaci perché diventino luoghi non solo di lezione, ma vere e proprie occasioni di relazione attraverso dibatti e confronti sulle idee. È a scuola che si crea pensiero.

Da qui la terza parola.

Qualificante:

a scuola, parlo da studente, siamo innanzitutto chiamati ad imparare e ad apprendere. Per cui è vero che servono docenti di qualità. Serve andare oltre il concetto di classe e di lezione frontale, serve lavorare in gruppo perché è attraverso lo scambio di opinioni fra persone che nascono le idee più innovative ed utili. Ma quello che forse serve più di tutto è far capire agli studenti che la cultura non è solamente estetica, ma è anche e soprattutto etica. L’Italia si sta perdendo perché non riconosce più quelle radici su cui si è sviluppata. Il paradosso è che gode ancora di grande fama nel mondo proprio perché in Italia sono nati e vissuti personaggi come Dante, Petrarca, Galileo, Michelangelo, Raffaello che attraverso le loro professioni ci hanno mostrato la bellezza e la grandezza dell’Italia…

Ecco oggi serve una scuola che ci insegni quali sono i valori su cui costruire la propria vita (primi fra tutti il rispetto delle persone e la legalità). Per questo non capiamo cosa si stia aspettando, per esempio, a rendere obbligatorio l’insegnamento della materia di Cittadinanza e costituzione in tutte le scuole. Serve poi una scuola stimolante in grado di innescare processi creativi perché il genio non ci manca di certo (non ci è mai mancato).

Alla scuola e agli studenti che la abitano serve recuperare la convinzione che è una solida preparazione scolastica il miglior biglietto da visita per il proprio futuro e non la raccomandazione del vicino di casa.

27 novembre, Forum delle associazioni studentesche – report

Si è svolto stamattina il terzo Forum delle associazioni studentesche da quando il ministro è Maria Chiara Carrozza, Dopo un incontro conoscitivo a giugno e un confronto su libri di testo ed e-book in agosto, il Forum è tornato a riunirsi a poche settimane dalla trasformazione in legge del DL 104, il testo noto come “L’istruzione riparte!”. Sostanzialmente due i punti all’ordine del giorno: la presentazione di proposte unitarie da parte del Forum (organismo consultivo che porta al ministro la voce degli studenti raccolta dalle 7 associazioni più rappresentative) e interventi in merito alla già citata legge Carrozza (DL 104) in materia di istruzione. Presenti tutte le associazioni: Movimento Studenti di AC, Movimento Studenti Cattolici, StudiCentro, Unione degli Studenti, Federazione degli Studenti, Rete degli Studenti Medi e Movimento Studentesco Nazionale.

 

Il moderatore odierno, Virgilio Falco di StudiCentro, introduce citando la situazione della Sardegna. C’è bisogno dell’invio di materiali per le scuole a Olbia e Cagliari, i punti di smistamento individuati: nella circolare del Ministero (allegata a questo link) si può leggere come contribuire con donazioni e/o raccolte di attrezzatura (il MIUR si fa carico di spese e logistica delle spedizioni). Tutte le scuole sono invitate a prendervi parte, e volentieri diamo voce a questa richiesta nell’amicizia con gli studenti sardi.

Dopo questa doverosa premessa, a nome del tavolo Virgilio ha poi illustrato tre proposte che il Forum aveva già discusso negli anni scorsi, raggiungendo un’intesa finora vanificata dai vari scossoni dell’attività governativa. Queste le tre proposte ora nelle mani del ministro Carrozza:

proposta di modifica del Decreto del Presidente della Repbblica (D.P.R.) numero 567, sul tema del protagonismo studentesco, per rendere più efficiente e partecipato il funzionamento degli organi collegiali.

proposta di legge quadro nazionale sul diritto allo studio: mentre a oggi ogni Regione, nella sua autonomia, può decidere come intervenire in materia di diritto allo studio, il Forum vuole istituire delle prestazioni essenziali di servizi per gli studenti che vengano rispettati uniformemente su tutto il territorio nazionale.

adozione di uno Statuto per le studentesse e gli studenti in stage, in modo da certificare diritti e dovere degli alunni coinvolti in percorsi formativi all’interno di luoghi di lavoro.

 

Il moderatore ha poi chiesto a nome del Forum dei chiarimenti al ministro Carrozza su due temi di cui si è letto sui media: la possibili emanazione di una nuovo provvedimento in materia d’istruzione collegato al DL 104; e l’avvio di percorsi di sperimentazione per licei della durata di 4 anni.

 

È iniziato quindi il giro di tavolo con i pareri sul DL104. Ogni associazione ha portato le sue osservazioni: tutti hanno chiesto al ministro che le associazioni studentesche vengano convocate ai tavoli tecnici che studieranno i provvedimenti di attuazione della legge. Per il MSAC è intervenuto il delegato al MIUR Michele. Questi, schematicamente, i punti del nostro intervento, ripresi dalle proposte dei circoli e dalle discussioni nelle iniziative nazionali:

Diritto allo studio: ribadiamo la necessità di una legge quadro per fissare livelli essenziali di assistenza e di prestazione (LEA e LEP) compatibili con il programma Europa2020.

Osservatorio per le disabilità: era stato attivato con Profumo e il MSAC era l’associazione del Forum delegata a seguirlo: ora quali prospettive per questo organo?

– Dispersione scolastica: poiché le associazioni studentesche sono esplicitamente citate nella nuova legge con il compito di prendere parte all’organizzazione di attività pomeridiane a scuola, diamo la nostra disponibilità con alcune proposte per impiegare questi tempi: formazione di gruppi di studio; percorsi di educazione alla cittadinanza; sviluppo di attività benemerite come ad esempio l’iniziativa “Quotidiano in classe”; proposte di attività fisica, soprattutto per scuole con strutture inadeguate; percorsi di integrazione con studenti stranieri…

– Orientamento: anche qui le associazioni studentesche sono esplicitamente citate: chiediamo che una circolare del Ministero faccia presente alle scuole la possibilità di coinvolgerci nei percorsi di orientamento; offriamo le nostre esperienze di percorsi d’orientamento  esperienziale già attive in alcune diocesi (Trieste, Rimini, Imola, Lodi, Albano…) e facciamo presente anche la necessità di percorsi di ri-orientamento per gli studenti bocciati nel biennio iniziale.

– Edilizia scolastica: chiediamo tempistiche celeri per il decreto attuativo di concerto tra i Ministeri dell’Economia e dell’Istruzione.

– Potenziamento dell’offerta formativa: quanto ai fondi che verranno stanziati, ci auguriamo che verranno utilizzati per: un effettivo insegnamento di “Cittadinanza & Costituzione”; il potenziamento dell’insegnamento di lingua inglese, possibilmente adattato alle specificità di ogni scuola; l’insegnamento di lineamenti di economia e diritto on ogni scuola, almeno nel biennio.

– Formazione dei docenti: anche qui saranno stanziati fondi, si punti su: inglese; nuove tecnologie; corsi specifici per insegnanti che vivono in aree ad alto tasso di immigrazione.

Stage e alternanza scuola/lavoro: rendere più efficaci i percorsi per gli istituti tecnici e professionali, e valorizzarli anche per i licei spesso esclusi da simili esperienze formative.

– Libri di testo: chiediamo un chiarimento nei prossimi mesi sulla questione Opensource, al momento troppo vaga.

– Bonus maturità: raccogliamo l’appello dei 2000 studenti ancora “nel limbo” dopo il pasticcio estivo sul bonus.

 

Il ministro ha poi iniziato una ricca contro-replica.

Ci ha ringraziato per le proposte presentate, assicurando che le prenderà in esame come frutto di un lavoro di intesa tra le varie anime del mondo studentesco. Ha detto di credere nella partecipazione studentesca e nella presenza degli studenti alla governance della scuola; ma la partecipazione deve essere regolamentata per essere quanto più organica e rappresentativa.

Il ministro riconvocherà a breve il Forum: «se possibile già prima di Natale», per parlare di alternanza scuola/lavoro (con un possibile coinvolgimento degli studenti nella valutazione dei percorsi attualmente esistenti di alternanza scuola/lavoro); e poi a gennaio, per discutere insieme dell’accesso all’università dalle scuole superiori.

Molto netta sulla presunta legge delega: ci saranno dei provvedimenti urgenti in un testo dedicato solo a università e ricerca; ma l’istruzione secondaria non sarà toccata a breve da nuove leggi, anzi il ministro intende dare il via a una Costituente della Scuola in cui siedano attivamente anche gli studenti. La Costituente sarà il luogo adatto per affrontare il discorso dei cicli e altre questioni sostanziali della scuola del futuro. Su questo tema, il ministro si è soffermata rendendoci partecipi anche delle discussioni interne alle riunioni tra ministri dell’istruzione nell’area UE: in Europa ci si interroga su una scuola che sempre più dovrà avere un modello di formazione continua, in stretto dialogo col mondo del lavoro e al servizio non solo dei giovani ma pure degli adulti. Il ministro dice di non avere idee preconcette su temi quali appunto il riordino dei cicli: servirà comunque, oggi e in futuro, una formazione che sappia mantenersi equilibrata tra “formazione di base” e “formazione vocazionale”, correlata alle specificità di ognuno.

Sempre in tema di Europa, il ministro ha annunciato che coinvolgerà gli studenti durante il semestre di Presidenza Europea dell’Italia (dal 1/7/2014), da cui dipenderà molto della reputazione internazionale del nostro Paese.

Altre comunicazione sui test Invalsi, che potrebbero cambiare in quanto il Presidente dell’Istituto è dimissionario. Verrà indetto un bando nazionale per la scelta del nuovo Presidente, e i candidati saranno chiamati a spiegare le loro posizioni sul sistema di valutazione. A coordinare il gruppo che selezionerà il nuovo Presidente dell’Invalsi sarà l’ex ministro De Mauro.

Il ministro ha accolto la richiesta delle associazioni di sedere ai tavoli attuativi del DL 104. Sui chiarimenti chiesti dal MSAC, ha assicurato che verrà riattivato il prezioso lavoro dell’Osservatorio per le disabilità e ha anticipato a ore l’uscita di una circolare che rende noto il destino dei 2000 studenti ancora in attesa di essere ricollocati dopo il caos sul bonus maturità. I prossimi test d’accesso, altro annuncio, si terranno ad aprile 2014.

La chiusura del ministro è stato un invito alle associazioni studentesche, e a tutti gli studenti in genere: sappiate creare consenso sull’importanza della scuola, condividendo i vostri progetti, aprendo i vostri spazi di partecipazione e di protagonismo degli studenti. Soltanto con un consenso diffuso, e non ridotto solo agli ambienti della scuola, che l’istruzione è centrale per il futuro del Paese, la politica potrà metterla al centro dell’agenda.

 

In conclusione: siamo stati piuttosto soddisfatti di questo Forum, perché è sempre utile trovare nell’Istituzione di riferimento un ascolto attento e non passivo. È stato bello portare al ministro le nostre idee, sia quelle condivise come Forum che quelle maturate all’interno del nostro MSAC. È la prova migliore che possiamo dare che i giovani non sono remissivi, disillusi, inerti, ma hanno voglia di impegnarsi e mettersi in gioco per cambiare la scuola dal suo interno. Il lavoro da fare è tanto, e le indicazioni del ministro ci hanno sollecitato: tutti insieme, dovremo mantenerci in contatto per entrare con la forza della proposta in questo procedimento per cui il ministro Carrozza pare davvero intenzionata a spendersi. E, detto tra le righe, sarebbe un peccato che tale fucina di buoni propositi e indicazioni concrete fosse guastata da qualche ennesimo ribaltone politico. Speriamo che le forze interne al Parlamento sappiano mantenere coesione davanti alle sfide dell’Italia: gli studenti hanno tanto da dire, e questo momento, tra semestre di Presidenza europea, Costituente della scuola, tavoli attuativi e tutti gli spazi di confronto evocati dal ministro potrebbe davvero essere il tempo favorevole per farci sentire.

Stati Generali della Conoscenza – 2° Forum Nazionale

La scuola che verrà? Eccola. E si prova a costruirla insieme.

Roma, 1 giugno 2013. È la data del secondo incontro nazionale degli “Stati Generali della Conoscenza”, una piattaforma che comprende oltre 30 associazioni attive nell’ambito della scuola, dell’università, si occupano di educazione e di istruzione e che hanno scelto di farsi promotori di un “progetto concreto per la conoscenza”. Queste associazioni arrivano da cammini diversi, ma hanno scelto ormai tre anni fa di unirsi per dire una parola comune sul tema della conoscenza, consapevoli che più voci in coro possono arrivare dove singole voci dissonanti non riuscirebbero a farsi ascoltare (per saperne di più, www.statigeneralidellaconoscenza.it) .

Questo appuntamento, che ha coinvolto, dunque, sia gli operatori che i fruitori stessi della conoscenza, è stato utile per rivedere il documento frutto del lavoro fatto durante il primo Forum nazionale, avvenuto nel 2011, ma soprattutto per continuare questo cammino di confronto e approfondimento di alcune tematiche cardine, cioè gli ambiti e gli obiettivi da condividere e da raggiungere. Per primi i diritti: la possibilità di accedere ai più elevati gradi d’istruzione è oggi, un elemento imprescindibile in termini di libertà dalla precarietà e di autonomia di decisione dei propri percorsi di vita. In secondo luogo, l’apprendimento permanente, ovvero la garanzia per tutti della possibilità di apprendere durante l’intero corso della vita, che è poi la chiave per una cittadinanza attiva. Cosa, questa, che servirebbe anche a rendere partecipi tutti dei profondi e rapidi cambiamenti della società. Scuole ed università nuove e di qualità, per ottenere le quali, occorre rivedere i processi e le modalità della conoscenza e ripensare metodologie più efficaci per lo sviluppo di competenze di cittadinanza. Inoltre, la scuola e l’università del futuro dovrebbero essere non inclusive, ma aperte, gratuite, garantite oltre che al passo con le nuove tecnologie. Si tratta di un progetto di scuola che non perde mai di vista la centralità dell’istruzione pubblica. Infine sviluppo e occupazione, al fine di trovare una rinnovata sinergia tra conoscenza, lavoro e sviluppo. Tutto questo ripensato sempre a partire da un progetto di sostenibilità e di equità economica e sociale. Si tratta di obiettivi da raggiungere entro il 2020, ma che si concretizzeranno in una proposta vera, coerente rivolta alla politica perché la convinzione è che la politica deve ripartire dall’investimento nella conoscenza o per l’Italia non può esserci un futuro di innovazione, di sviluppo, di crescita. “È proprio la cultura che sveglia le coscienze, la cultura è premessa e garanzia della nostra libertà. La cultura è ciò che ci rende liberi, è fondamentale per la salute della democrazia nel nostro Paese. Mortificare la cultura vuol dire rendere la democrazia molto pallida”. Cosi, Don Ciotti, presidente di Libera (una delle associazioni che fanno parte degli Stati Generali), ribadì durante il primo Forum il legame profondo tra cultura e politica, ciò che fa da sfondo al progetto.

Il secondo Forum nazionale si è dato ora una missione: allargare il dibattito sulla conoscenza anche a livello locale, mediante l’organizzazione di eventi tematici in tutta Italia durante il prossimo anno. Al link http://www.statigeneralidellaconoscenza.it/?p=435 è possibile trovare la documentazione e la relazione introduttiva dell’evento.

Rosathea

Le associazioni studentesche incontrano il ministro Carrozza: report dal primo Forum della nuova legislatura

Ragazzi, ci siamo. Dopo la lunga parentesi tra la caduta del governo Monti in dicembre, le elezioni di febbraio, la faticosa nascita del governo Letta alla fine di aprile e il primo mese di ambientamento, le attività dei ministeri ripartono spedite. E anche il Ministero per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca (MIUR) si rimette in moto.

Il ministro Maria Chiara Carrozza ha voluto incontrare nel tardo pomeriggio di ieri i rappresentanti delle associazioni studentesche. Come sapete le sette associazioni maggiormente rappresentative (Movimento Studenti di Azione Cattolica; Movimento Studenti Cattolici; Movimento Studentesco Nazionale; StudiCentro; Federazione degli Studenti, Unione degli Studenti, Rete degli Studenti Medi) siedono a un tavolo consultivo ministeriale, con la funzione di portare la voce dei ragazzi aderenti alle associazioni direttamente al Ministro, e di formulare proposte condivise pur partendo da diverse sensibilità.

Il Forum col ministro è stato preceduto da un incontro tra le associazioni e la dottoressa Boda, che è la responsabile della “Direzione generale per lo studente, l’integrazione, la partecipazione e la comunicazione”. Ci ha sottolineato una duplice urgenza: di una situazione economica drammatica, che richiede risposte in tempi quanto più brevi; e di una situazione politica eccezionale, per cui occorre velocizzare i tempi delle decisioni fintanto che il ministro è nella pienezza delle sue funzioni. La risposta delle associazioni è stata compatta: dal momento che esistono alcune questioni prioritarie già individuate durante il ministero di Profumo, e bruscamente interrotte dalla fine dell’esperienza governativa precedente, siamo tutti d’accordo nel riprendere le proposte già formulate e nel presentarle quanto prima al Parlamento. In particolare, i due temi fondamentali di lavoro sono l’edilizia scolastica e il diritto allo studio. Quanto all’edilizia, occorre formare un coordinamento tra Ministero e province per individuare le emergenze su cui stanziare i fondi che verranno destinati alla messa in sicurezza delle scuole; per fare questo è necessario completare quanto prima l’anagrafe con lo stato di salute delle scuole italiane. Invece sul tema del diritto allo studio, il Forum aveva già presentato una proposta di legge che però si era bloccata nella Commissione parlamentare dedicata a cultura, scienza e istruzione. La proposta di legge prevede che siano stabiliti livelli generali di prestazioni richiesti a tutte le scuole del Paese, così da garantire effettivamente che non ci siano disparità regionali o locali tra le scuole di tutta Italia. Se la discussione della proposta di legge sarà calendarizzata velocemente in Commissione Cultura, aumentano le probabilità che la legge sul diritto allo studio venga promulgata già nei prossimi mesi.

E viene il momento dell’incontro col ministro. Siamo in un salone elegantissimo al secondo piano del MIUR, in viale Trastevere. Il ministro entra, ci saluta uno per uno, si presenta. Si dice provata da una giornata in cui ha incontrato i rappresentanti dei genitori, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI) e l’Unione delle Provincie d’Italia (UPI) e ha dovuto rispondere alle polemiche sulla questione dei cosiddetti “bonus maturità” (http://www.repubblica.it/scuola/2013/06/02/news/scuola_ministro_carrozza_su_bonus_maturit-60217898/). Ma ci dice che «è qui per ascoltare», raccogliere le nostre sollecitazioni e portarle al Consiglio de ministri e al Parlamento (dove il ministro sarà ascoltata in audizione giovedì 6 giugno alle 13). Si parte così con il giro di tavolo, in cui ciascuna associazione elenca alcune priorità da sottoporre al ministro. Diritto allo studio ed edilizia scolastica ritornano nelle argomentazioni di tutti; altre questioni riguardano: la rappresentanza studentesca, da ampliare e migliorare; i progetti di alternanza scuola/lavoro e la valorizzazione degli istituti tecnici e professionali; la riforma della didattica, con il riordino dei cicli d’istruzione e lo studio di progetti trasversali che accompagnino gli studenti nei passaggi tra scuole medie e superiori e tra superiori e università; la formazione meritocratica dei docenti; l’innovazione tecnologica; la lotta alla dispersione scolastica; la funzione della scuola come presidio di legalità. Nel suo intervento a nome del MSAC, Elena invita il ministro a proseguire nelle sue visite alle scuole di tutta Italia, per incontrare i ragazzi nei luoghi di vita; ribadisce le priorità espresse dal resto del tavolo, e suggerisce come spunti l’insegnamento a scuola di competenze fondamentali per comprendere il mondo contemporaneo e nello specifico il nostro Paese (ad esempio cenni di economia e insegnamento della Costituzione in tutte le scuole). Riporta poi una priorità emersa dagli aeroplanini di Fiuggi (ricordate?): molti dei ragazzi che il MSAC ha potuto incontrare chiedono insegnanti preparati e che sappiano appassionare alla scuola e al sapere. Per questo è indispensabile puntare sulla formazione constante del corpo docente.

Nel suo intervento conclusivo, il ministro Carrozza ringrazia per la concretezza e l’omogeneità dei temi proposti. Sottolinea (due volte) che priorità di questo governo è la creazione di posti di lavoro per i giovani: anche la scuola sarà coinvolta in questo processo, in particolare perfezionando i percorsi di orientamento in uscita dalla scuola superiore non solo in direzione dell’università, ma anche verso il mondo del lavoro. Il ministro ribadisce con forza che la scuola deve aiutare nel sopperire alle esigenze delle famiglie: in un momento di crisi drammatica, è compito ancora più importante. In conclusione, il ministro ci informa che il Forum sarà chiamato a formulare proposte relative a due eventi che impegneranno il nostro Paese nei prossimi anni: il semestre di presidenza italiana al Consiglio dell’Unione Europea nel 2014 in cui ci sarà l’occasione di esprimersi anche in merito alla youth guarantee (un programma dell’Unione Europea per trovare lavoro ai giovani); e l’Expo di Milano, nel 2015, che sarà anche un’importante occasione partecipativa per tutte le scuole del Paese per mettere “in mostra” i propri progetti e le proposte riguardanti le tematiche dell’Expo (ambiente, nutrizione, ecc..).

La promessa con cui ci lascia il ministro è di rivederci a breve; intanto già la prossima settimana il Forum si riunirà ancora con i responsabili della direzione generale per cominciare a lavorare sulle priorità riconosciute dal ministro. La sensazione è che il ministro Carrozza sia persona pragmatica, poco “politica” e molto concreta, e anche se le sue competenze più spiccate sono sul settore dell’università (fino all’inverno scorso era rettore della Scuola Superiore di studi universitari S. Anna di Pisa) insieme ai suoi sottosegretari e collaboratori si impegnerà per migliorare le condizioni di tutto il ciclo scolastico. L’insistenza con cui ha presentato la priorità di creare posti di lavoro lascia trasparire che su questo tema il Consiglio dei Ministri presieduto da Enrico Letta si sta davvero focalizzando con impegno. Auguriamo a lei per il bene di tutto il Paese di contribuire, dal delicato Ministero di cui è titolare, a questa tematica di drammatica urgenza. E come associazione studentesca, ci impegneremo per rappresentare al meglio gli msacchini e gli studenti di tutta Italia in un passaggio tanto delicato della vita nazionale.

Abitare le nostre scuole per renderle più sicure (premio Vito Scafidi report)

Cari amici,

ieri mattina ho vissuto un’esperienza forte. Ero alla cerimonia del premio “Buone pratiche a scuola”: lo indice ogni anno CittadinanzAttiva, un’associazione di partecipazione civica che si batte per la tutela dei diritti dei cittadini in vari ambiti (come sicurezza nei luoghi di vita, sviluppo di stili di vita salutari, tutela e assistenza dei malati, e tanto altro). Scuole di tutta Italia, dalle primarie alle medie superiori, inviano i loro progetti per diffondere benessere e sicurezza a scuola; una commissione – di cui ho avuto l’onore di fare parte in rappresentanza del MSAC – li valuta.

Il premio è intitolato alla memoria di Vito Scafidi, uno studente di Rivoli (To) deceduto a scuola il 22 novembre 2008 per il crollo del controsoffitto della sua aula. Sono presenti i genitori di Vito. Dovrebbero esserci anche i politici. Già, dovrebbero. Gli ospiti di Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, onorevoli Ghizzoni e Vacca, non si presentano. L’esponente del Popolo delle Libertà, on. Centemero, interviene e poi parte per Milano. Anche il sottosegretario Marco Rossi Doria, dopo il suo saluto, lascia la sala per improrogabili impegni.

Non voglio fare populismo, ognuno avrà avuto motivi più che validi. Ma i banchi destinati ai politici, sul podio della sala, restano miseramente vuoti mentre i ragazzi presentano i loro progetti. E sono sempre vuoti quando interviene la madre di Vito, la signora Cinzia Caggiano. Non fa un lungo discorso, ma poche parole sono sufficienti. Dice che, dopo la morte di suo figlio, si è abituata a essere come un vigile ogni volta che mette piede in una scuola. Che le nostre scuole sono spesso in stato precario, ma chi ha il dovere di controllarle non lo fa con il giusto scrupolo. «Ai ragazzi dico sempre: “Dovete essere i controllori dei controllori”, perché loro regolarmente non fanno il proprio dovere. E per questo dovete mettervi in gioco voi. Io non ho altri figli da donare allo Stato». Parla poi Antonio Morelli, presidente del Comitato Vittime San Giuliano di Puglia (un sisma nel 2002 vi causò la strage nella scuola elementare): «Li vedete questi banchi vuoti della politica. Noi li vediamo così da 12 anni, i genitori di Vito da 5. Continuiamo la nostra battaglia per testardaggine. Ma se dalle istituzioni nessuno ci ascolta, l’obiettivo diventa sensibilizzare i cittadini, far sì che essi in prima persona possano verificare la sicurezza dei luoghi in cui vivono».

E l’immagine – credetemi – fa rabbrividire: due genitori che parlano dei loro figli che non ci sono più, e dei banchi vuoti che non possono sentirli. C’ero però io, e c’erano  soprattutto gli studenti delle scuole premiate. Almeno noi abbiamo fatto nostra quella richiesta di attivismo.

A fine mattinata mi avvicino alla madre di Vito. Le dico che, nel piccolo della nostra associazione studentesca, il MSAC, ci prenderemo a cuore quella richiesta di sicurezza che i politici non hanno voluto ascoltare. Mi ha detto che, qualsiasi cosa facciamo, dovremo avere solo «la vostra bandiera di studenti, non quella di un partito o di altre organizzazioni. Se no andate solo a dare forza a loro». E loro sono quei banchi vuoti, che oggi hanno perso un’occasione, purtroppo l’ennesima, per dimostrarsi vicini ai cittadini.

Ci siamo presi un piccolo impegno, e nel dire alla signora Cinzia la mia vicinanza ho portato con me i volti e i sogni dei 1000 ragazzi di Fiuggi, della Sfs che ancora ci emoziona. Noi abbiamo sognato per il nostro futuro, per costruire qualcosa che toccheremo con mano. Un genitore che perde un figlio, perde il suo futuro. Per me incontrare questi genitori coraggiosi, che perseverano con costanza ammirevole nella propria battaglia affinché nessun altro Vito muoia mentre costruisce il proprio futuro, è stata una scossa che mi sembra giusto condividere con tutto il Movimento.

All’inizio del prossimo anno, l’OktoberFest MSAC sarà dedicata proprio all’edilizia scolastica. Faremo in modo che il ricordo di Vito Scafidi non vada dimenticato, ci impegneremo per conoscere le nostre scuole e affrontarne i problemi, non solo legati all’insegnamento o alle valutazioni, ma anche quelli degli edifici e delle norme di sicurezza.

Se ci attiveremo per le nostre scuole, faremo politica. Dal basso, con lo spirito di servizio più puro dell’attivismo studentesco, ci impegneremo a fare qualcosa per le nostre scuole e quindi per le nostre città. È un impegno che abbiamo preso con la signora Cinzia, con le vittime dell’irresponsabilità nelle scuole, e se le nostre istituzioni non saranno presenti, saremo noi a esercitare il nostro diritto di cittadini e di studenti.

 

20/9/2012, presentazione del X rapporto “Sicurezza, qualità e comfort nelle scuole” di Cittadinanzattiva

 

Cittadinanzattiva, 20 settembre, X rapporto “Sicurezza, qualità e comfort nelle scuole” + IV indagine “Conoscenza e percezione del rischio sismico”:

 

La mattinata si divide in due parti, la prima dedicata alle scuole, la seconda alla percezione dei rischi sul territorio. Alla presentazione del rapporto sulla sicurezza nelle scuole segue il dibattito con gli interventi di:

–         Mario Di Costanzo per il MIUR

–         Mariangela Bastico, senatrice PD, membro della Commissione Affari Costituzionali

–         Rosa De Pasquale, parlamentare PD, Commissione Cultura, Scienza ed Istruzione

–         Elena Centemero, parlamentare PDL, Commissione Cultura, Scienza ed Istruzione

–         Daniela Ruffino, sindaco PDL di Giaveno (TO), Responsabile settore scuola e formazione dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani)

I dati presentati dai rappresentanti di Cittadinanzattiva (scaricabili all’indirizzo http://www.cittadinanzattiva.it) sono poco rassicuranti. Solo il 24% delle scuole possiede tutte le certificazioni richieste (valutazione rischi, conformità antisismica, prevenzione incendi); varie strutture presentano segni di fatiscenza; palestre e giardini sono spesso assenti o versano in condizioni che li rendono impraticabili. Un buon segnale invece viene dalla cultura della sicurezza che pare essere in aumento (si fanno più prove d’evacuazione, cresce l’attenzione degli studenti alle procedure di sicurezza).

Tre sono i punti di particolare attenzione:

1)      L’anagrafe con i dati delle scuole italiane è ancora largamente incompleta: perché mancano i dati? Negligenza? O ci sono talmente tante strutture non a norma che è meglio non parlarne? Comunque il MIUR ha fatto due cose positive: l’apertura del portale “Scuola in chiaro” e la diffusione dei dati sull’edilizia scolastica nazionale pubblicati il 14 settembre scorso e qui consultabili: http://www.ilsole24ore.com/pdf2010/SoleOnLine5/_Oggetti_Correlati/Documenti/Notizie/2012/09/Anagrafe-nazionale.pdf?uuid=0fa27d66-fdd4-11e1-b576-5015a320f2d8.

Insomma. l’impegno del MIUR è apprezzato; ma l’emergenza è ancora forte.

2)      Questione fondi:

a)      di 1 miliardo di € destinati all’edilizia scolastica, oltre 200 mln sono stati impiegati bene nella ricostruzione delle scuole abruzzesi. Poi ne sono stati sbloccati un primo stralcio di 358 mln per interventi in 1706 scuole, ma solo 73 mln sono stati effettivamente spesi. Altri 400 mln per interventi in 1809 scuole sono ancora bloccati. Non si hanno notizie dei 114 mln a disposizione delle Commissioni di Camera e Senato, né dei 680 mln di fondi UE per le 4 regioni della cosiddetta “area della convergenza” (Campania, Puglia, Calabria, Sicilia).

b)      si propongono modalità per risparmiare denaro e ottenere altri fondi:

– 1500 edifici scolastici sono in affitto, è una spesa che lo Stato dovrebbe fare in modo di evitare

            – la piccola manutenzione deve essere affidata alle singole scuole

            – incoraggiare le sperimentazioni sul concorso di soggetti privati nelle spese

            – 8×1000 all’edilizia scolastica (così da recuperare fondi “dal basso”)

3)      Programmazione e controlli: servono interventi rapidi sulle priorità (per questo è fondamentale un’anagrafe aggiornata); c’è bisogno di una programmazione (quinquennale?) degli interventi, non servono più le opere occasionali “a spot”; la continuità nell’erogazione dei fondi deve essere assicurata (è stata invece più volte sospesa dal 1996 a oggi); va rivisto il numero massimo di alunni per aula; si dovrebbe inserire l’obbligo di controlli periodici da parte degli uffici tecnici comunali/provinciali (un po’ come fanno le ASL con le mense).

Il dibattito successivo è stato moderato da Domenico Iannacone, giornalista RAI autore di varie inchieste dopo la tragedia di san Giuliano di Puglia (31/10/2002). Dopo il suo intervento col racconto delle situazioni personalmente constatate di disagi organizzativi in varie scuole (soprattutto nel Meridione), si passa al dibattito. Mario Di Costanzo del MIUR: “L’anagrafe è avviata, ma i dati sono bloccati al 2009; i fondi  sono bloccati per vari motivi burocratici e tecnici; comunque il ministro Profumo sta uscendo dalla logica degli ‘interventi spot’, e ha previsto uno stanziamento di 80 mln di € per comuni e province”. Interviene Daniela Ruffino dell’ANCI: l’edilizia scolastica dovrebbe essere tolta dal patto di stabilità (qui una semplice spiegazione di cos’è il patto: http://viadeisalici.blog.tiscali.it/2010/11/05/patto-di-stabilita-ecco-spiegato-cose/), perché questo genera un’impasse negli interventi. Il resto del dibattito genera una serie di rimpalli abbastanza imbarazzanti tra Ministero che può intervenire fino a un certo punto, parlamentari che hanno visto alternarsi negli anni disposizioni effimere, Comuni che non hanno possibilità di intervenire per mancanza di fondi/autorizzazioni. Si è arrivati addirittura a parlare dell’annosa questione della carta igienica nelle scuole, cui deve provvedere l’ente responsabile della scuola (Comune/Provincia…) perché le scuole non possono assumersi la “manutenzione ordinaria”. Insomma, l’impressione è che le lungaggini burocratiche dominino, e che nessuno (MIUR, politica, Comuni) sappia assumersi le proprie responsabilità. La senatrice Mariangela Bastico, già Viceministro dell’Istruzione, è la più propositiva: bisogna applicare la legge Masini del ’96, che disciplina bene gli interventi in materia di edilizia scolastica; bisogna operare come nelle emergenze: in Emilia si sono ricostruite scuole in 45 giorni, con le stesse procedure si possono compiere tanti interventi urgenti.

Nella parte seguente viene presentato il rapporto sulla conoscenza dei rischi sul territorio. Qui non si parla solo di scuole, ma gli interventi sono francamente ben più concreti. I più interessanti: Franco Gabrielli, capo della Protezione Civile: “Dalle mie esperienze ho capito che in questo Paese vige la cultura del ‘speriamo non succeda’; bisogna passare alla cultura della consapevolezza. In Italia si pensa alla Protezione Civile come chi risolve le emergenze; non è così, anche se è capitato che lo fosse (vedi L’Aquila); è in realtà una delle tante organizzazioni di volontariato che sono ‘veicolo di contaminazione’ per diffondere la giusta attenzione civica”. Titti Postiglione, sempre della Protezione Civile: “Prevenzione e consapevolezza si vanno diffondendo, ma ancora troppo poco. Come incentivarle? Con la ‘partecipazione attiva’: nei Comuni, ad esempio, i cittadini vengano informati e coinvolti nella preparazione dei piani di sicurezza municipali (obbligatori). Importante fare rete tra associazioni per sollecitare la partecipazione attiva: in questo anche la scuola ha un ruolo, ma non si può delegare tutto alla scuola”. Daniela Occhiali, sindaco di Sant’Agata bolognese: “Abbiamo bisogno di due cose, come Comuni: regole e risorse. Impossibile fare piani se le regole cambiano sempre, se ogni due anni c’è una finanziaria; si sperperano troppi fondi, ad esempio con le nuove norme sul numero degli studenti bisognerebbe rifare tutte le porte delle scuole, con insostenibile spreco di risorse per il Comune”. Fausto Casini, presidente dell’ANPAS (Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze): diffondere le conoscenze anche nelle scuole: non solo studiando moduli didattici ma creando eventi di comunità con altri enti affini alla scuola.

Le conclusioni di Cittadinanzattiva:

–         i “cittadini attivi” possono fare la differenza

–         troppe volte si è usato il condizionale nella mattinata: denota che l’edilizia scolastica non gode di interventi sicuri, ma di operazioni eventuali

–         sulla manutenzione ordinaria è ora di darsi una mossa

–         soddisfazione per la stabilizzazione di alcune buone prassi, come le prove d’evacuazione

–         dopo il rimpallo delle responsabilità tra politici, è chiaro: serve all’Italia non solo una “cultura della consapevolezza” (Gabrielli), ma anche una “cultura della responsabilità”

–         teoria della “broken window”: un edificio non curato è sintomo di poca cura per ciò che vi si svolge dentro

–         ancora troppe sono le barriere architettoniche per gli studenti disabili

Insomma, un flash di conclusioni: il parere della politica è troppo vago, mentre dal basso (Protezione Civile, comuni, movimenti territoriali…) ci sono persone con esperienze e contenuti veri per diffondere la sensibilità sull’edilizia scolastica e i rischi nel territorio. Anche per la nostra attività di associazione studentesca, una collaborazione con queste realtà potrebbe essere davvero interessante e proficua.

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