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Forum Associazioni

Oggi, giovedì 17 settembre, è stato convocato il Forum delle Associazioni studentesche maggiormente rappresentative presso il Ministero. sono andati in viale Trastever per rappresentare il MSAC il delegato al MIUR Agatino Lanzafame e Marco Maccolini, collaboratore centrale.

IN BOCCA AL LUPO

L’esate che si è appena conclusa di certo, per la scuola italiana, non è stata tra le più tranquille: tutto ha avuto inizio con le dichiarazioni del Ministro Umberto Bossi (anche l’anno scorso era stato Bossi ha dare il via al Valzer delle dichiarazioni estive sulla scuola…) e di altri esponenti della Lega Nord, i quali sostenevano che nella scuola italiana fosse necessaria l’introduzione dello studio obbligatorio del dialetto e l’introduzione, per tutti gli insegnanti, di un test sulla conoscenza del dialetto della regione (o addirittura del paese) nel quale insegnano… Ma ben presto altri autorevoli esponenti del governo hanno dichiarato che queste affermazioni erano dovute soltanto al “caldo estivo”… Sarà? mah…. Poi c’è stato il polverone sulla sentenza del Tar che prevedeva l’esclusione dei professori di religione dallo scrutinio, ma anche questo tema ha avuto vita breve… buon segno??? Forse… Poi sono state anche altre le discussioni che hanno interessato la nostra scuola, ma anche queste sono “morte”!

E ora? Ora che cosa succede?? tutti tornano in classe sotto il segno delle proteste dei precari della scuola che fanno intendere che anche quest’anno è in arrivo un autunno caldo, ovviamente per la scuola italiana…

Ecco perché, anche quest’anno, non può mancare il nostro IN BOCCA AL LUPO a tutti gli studenti e in particolare a tutti i msacchini d’Italia per un buon inizio!!!

w il Movimento!!!!!!!!!!! yeah…

p.s. CANDIDATEVI COME RAPPRESENTANTI di CLASSE o d’ISTITUTO!!! Ricordate: un msacchino non sta mai fermo a guardare 😉

L’ora di religione

Crediti formativi per la religione cattolica: no del Tar Lazio
da Tecnica della Scuola.it
La questione riguarda i crediti acquisiti con la frequenza delle lezioni di religione cattolica. Il Tar ritiene che le norme introdotte dal ministro Fioroni debbano essere rimosse.
Il Tar Lazio ha accolto il ricorso delle associazioni che nel 2007 hanno presentato domanda contro il meccanismo dei crediti formativi ai frequentanti l’ora di religione. Nella sentenza, adottata il 17 luglio scorso e resa nota in questi giorni, il TAR del Lazio chiarisce che “l’attribuzione di un credito formativo ad una scelta di carattere religioso degli studenti e dei loro genitori, quale quella di avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche, dà luogo ad una precisa forma di discriminazione, dato che lo Stato Italiano non assicura identicamente la possibilità per tutti i cittadini di conseguire un credito formativo nelle proprie confessioni ovvero per chi dichiara di non professare alcuna religione”.
Richiamando la sentenza della Corte Costituzionale n.203/89 il Tar evidenzia anzi che “sul piano giuridico, un insegnamento di carattere etico e religioso, strettamente attinente alla fede individuale, non può assolutamente essere oggetto di una valutazione sul piano del profitto scolastico”. Sembra insomma che la frequenza delle attività didattiche di religione cattolica non possa neppure essere oggetto di valutazione.
La sentenza chiarisce poi che “lo Stato, dopo aver sancito il postulato costituzionale dell’assoluta, inviolabile libertà di coscienza nelle questioni religiose, di professione e di pratica di qualsiasi culto “noto”, non può conferire ad una determinata confessione una posizione “dominante” – e quindi una indiscriminata tutela ed un’evidentissima netta poziorità – violando il pluralismo ideologico e religioso che caratterizza indefettibilmente ogni ordinamento democratico moderno”.
Le Associazioni laiche e le confessioni religiose non cattoliche che avevano sottoscritto i ricorsi (tra gli altri: Cidi, Mce, Fnism, Unione Comunità ebraiche, Tavola Valdese, Chiesa evangelica, Associazione per la Scuola della Repubblica, Comitato Bolognese Scuola e Costituzione) hanno diramato un comunicato per dichiarare la propria soddisfazione per la sentenza del Tar Lazio chiedendo al tempo stesso che la decisione del giudice amministrativo venga quanto prima recepita dal Ministero.In questi giorni si levano invece le proteste CEI

E Voi, che ne pensate?

Ma la scuola non deve più educare??

Leggo oggi su Corriere.it l’articolo che riporto alla fine di questo intervento e mi sorge spontanea una domanda: ma la scuola ha perso il suo valore educativo? Deve ancora educare?

Beh leggendo la storia del ragazzino napoletano iscritto in una scuola a Treviso (città amministrata dalla Lega Nord) verrebbe subito da dire di no… Come si può permettere che, nel 2009, ci siano ancora ragazzini così incivili che mancano di rispetto ad un loro compagno napoletano, uscendone impuniti? 

Voi cosa ne pensate?? Secondo voi il MSAC dovrebbe dire qualcosa sulla questione?? Attendiamo, come sempre, vostri pareri!

 

LA DONNA HA DENUNCIATO I COMPORTAMENTI RAZZISTI DEI COMPAGNI A UNA TV LOCALE

«Puzzi perché sei meridionale» 
La mamma gli fa cambiare scuola

Gli altri alunni intonavano canzoni contro i napoletani, 
e disinfettavano le penne che lui toccava

TREVISO – I compagni di scuola lo hanno preso di mira fino a quando sua madre, una donna napoletana ha deciso di trasferire il figlio 12enne in un’altra scuola media. Era stanca delle offese e dei comportamenti razzisti che il ragazzino subiva dai compagni. È accaduto a Treviso. La donna, che ha raccontato la vicenda all’emittente televisiva “Antenna Tre Nordest”, ha sostenuto che il figlio veniva preso di mira in quanto «meridionale». La signora, che non ha presentato però alcuna denuncia, ha spiegato che gli altri alunni lo sbeffeggiavano, intonando canzoni contro i napoletani, dicevano che avevano paura di lui, «perché figlio di un camorrista», e lo emarginavano durante le attività scolastiche e ricreative. Tra i gesti più odiosi riferiti dalla donna, anche l’abitudine di alcuni compagni del figlio di disinfettare le penne dopo che lui aveva toccate «perché puzzava». La signora ha provato a far presente la situazione alle insegnanti della scuola – un istituto del centro di Treviso – ma si sarebbe sentita rispondere che era il suo ragazzo ad essere problematico.

NESSUNA DENUNCIA – 

da Corriere.it 21 luglio 2009(ultima modifica: 22 luglio 2009)

Tesine d’Esame: quando la tesina ha “uno sfondo solidale”

Oggi leggendo il Corriere della Sera ho notato questo articolo che mi ha molto incuriosito… Ve lo segnalo perchè possa far riflettere pure voi…

Ovviamente come sempre ogni vostra riflessione è ben accetta!!!!

da Corriere della Sera

Invenzione Studente del liceo di Carpi

Un braccio bionico come tesina all’esame «Servirà a un’amica»

DAL NOSTRO INVIATO

CARPI (Modena) – Il primo braccio bionico lo ideò e lo co­struì in casa, tutto da solo, tra un compito e l’altro, sotto gli sguardi sempre più attoniti dei genitori, quando aveva poco me­no di 10 anni: «Facevo le scuole elementari e un giorno successe una cosa che mi impressionò moltissimo: una mia amichetta perse in un incidente l’uso di una mano. Mi fece una grande tristezza e decisi che si doveva fa­re qualcosa…». Cominciò allora, Francesco Morselli da Carpi, pro­vincia di Modena, 19 anni e una testa, un talento, un ingegno che sprecare sarebbe un delitto, a co­struire bracci bionici. Uno dopo l’altro. «Prototipi» li chiama lui. L’ultimo, ma solo in ordine di tempo, lo ha portato due giorni fa davanti ai commissari d’esa­me della maturità al liceo scienti­fico Fanti di Carpi. Avrebbe do­vuto essere la sua «tesina».

È stato un trionfo, ovviamen­te. Gli insegnanti non credevano ai propri occhi. Il presidente di commissione si è alzato, gli ha stretto la mano: «Mi congratulo con il candidato che, oltre ad ave­re ampie competenze nel campo dell’informatica e dell’elet­tromeccanica, ha evidenziato un’abilità e un ingegno applicati­vo non comuni». Eppure, per di­re il tipo, poco ci è mancato che Francesco si scusasse: «Ma sì, perché il braccio bionico che ho portato a scuola non è del tutto funzionante: non ho avuto il tempo di completare il sistema di controllo. Però è pur sempre un passo avanti, un’evoluzione, dei precedenti prototipi».

Il primo braccio bionico, quel­lo costruito alle elementari quan­do i coetanei ancora giocavano con il Lego, «era una mano che salutava». Ciao, ciao: pratica­mente un omaggio a quella ami­chetta del banco vicino, «immo­bile al suo posto, impossibilitata a scrivere e a giocare…». Poi, con gli anni, Francesco ha affinato tecniche e competenza: «Merito del mio professore di fisica» rico­nosce. E anche di alcuni periodi di lavoro trascorsi in un’officina meccanica: «Dove ho rubato qualche segreto…». E infine i li­bri di informatica, la sua passio­ne: «Li divoro». I risultati si so­no visti, un crescendo: «Dopo la mano che salutava, ne ho costru­ita una in grado di suonare il pia­noforte e un’altra che afferrava il bicchiere: insomma, mi diver­to… ».

Massì, si diverte. Giocherel­lando con la sua genialità. Hob­by economico, tra l’altro, così al­meno assicura: «Ho sempre usa­to materiali di riciclo, soprattut­to giocattoli che avevo da bambi­no. La struttura dell’arto è in pla­stica e legno, mentre per i mu­scoli utilizzo tubolari in nylon». Nella sua tesina, Francesco ha il­lustrato ai commissari il funzio­namento del braccio bionico: «Il movimento è reso possibile da un’interfaccia elettronica che preleva gli impulsi elettrici dal cervello, mentre una serie di ca­vi pneumatici controllano i mo­vimenti dell’arto». Dai commis­sari nessuna obiezione, ci man­cherebbe. «Il voto? Ancora non lo so, ma so che mi iscriverò a Bologna ad ingegneria dell’auto­mazione…».

Francesco Alberti
15 luglio 2009

I primi dati sull’Esame di Stato (ex esame di maturità)

<B>Maturità, aumentano i bocciati<br>tremila in più rispetto all'anno scorso</B>

Sono usciti i primi dati ufficiosi del Ministero dell’Istruzione riguardanti gli esiti dell’esame di maturità! Le sorprese non mancano e, infatti, già su molti siti internet delle maggiori testate italiane sono comparsi articoli nei quali vengono esposti ed analizzati i dati….

Qui di seguito segnaliamo l’articolo di corriere.it

Quest’anno superano il 3 per cento. A conti fatti, si tratta
di circa 15 mila studenti che dovranno ripetere l’ultimo anno

Maturità, aumentano i bocciati
tremila in più rispetto all’anno scorso

Tremila i bocciati anche per una insufficenza in condotta
di SALVO INTRAVAIA

ROMA – Batosta alla maturità: crescono i bocciati. Gli esami di stato della scuola secondaria di secondo grado sono alle battute finali e in queste ore all’Invalsi stanno affluendo i dati inviati dai presidenti di commissione. Secondo un primo monitoraggio effettuato dai tecnici del ministero dell’istruzione, gli studenti della scuola superiore fermati durante il rush finale sono in aumento rispetto al 2008. Un dato che sommato al numero di non ammessi agli esami consente di tracciare un primo bilancio della maturità 2009.

L’anno scorso, la percentuale di coloro che inciamparono nelle prove finali si attestò attorno al 2,5 per cento: in tutto, 12 mila ragazzi non ce la fecero a conquistare il diploma proprio all’ultimo atto. Quest’anno i bocciati, o “con esito negativo” sul tabellone finale, superano il 3 per cento. A conti fatti, si tratta di circa 15 mila studenti che dovranno ripetere l’ultimo anno se vorranno diplomarsi.

Professori più severi o studenti meno preparati? Forse entrambe le cose. Sta di fatto che le tre prove scritte e l’orale si sono svolti con le stesse regole dello scorso anno. Soltanto i punteggi del colloquio e del credito sono cambiati: il colloquio, anziché 35, vale 30 punti e il credito massimo passa da 20 a 25 punti. E potrebbe essere proprio questa variazione nei punteggi ad avere favorito un maggior numero di non promossi. Perché, mentre i 5 punti in più di credito sono andati soprattutto a coloro che negli anni scorsi hanno riportato le medie più alte (da 8 a 10), all’orale erano disponibili 5 punti in meno per raggiungere il minimo utile per la promozione: 60 centesimi.

Tra non ammessi a bocciati, se i dati verranno confermati, le “vittime” saranno oltre 42 mila, quasi il 9 per cento: un record per le ultime maturità. In sostanza, quasi tre punti in più dello scorso anno scolastico, quando, tra prima e dopo l’esame, vennero fermati poco più di 6 studenti su 100. Viale Trastevere conferma che, per le classi intermedie, cresce il numero di bocciati e non ammessi agli esami della scuola media, mentre al superiore aumentano (30 mila in più dell’anno scorso) i “rimandati” a settembre, che ora sono “con giudizio sospeso”. E, in tutto, sono 3 mila i bocciati con una insufficienza anche nel voto di condotta, introdotto proprio quest’anno dal ministro Marisatella Gelmini per arginare bullismo e comportamenti scorretti.

(13 luglio 2009)

Forum delle Associazioni Studentesche

Ieri (9 luglio 2009), presso il Ministero della Pubblica Istruzione, si è tenuta la riunione del Forum delle associazioni studentesche maggiormente rappresentative. All’incontro hanno partecipato alcuni dirigenti del Ministero e il Consigliere politico del Ministro Gelmini per l’edilizia scolastica. Assente il Ministro impegnata ad accompagnare le first ladies nella visita all’Aquila per il G8. 

I punti all’ordine del giorno erano Edilizia Scolastica, Diritto allo Studio, Riordino istruzione tecnica e professionale e riordino dei licei.

 

Per l’edilizia scolastica, il consigliere politico della Gelmini ha illustrato il lavoro fatto durante questo anno, i progetti futuri e la situazione dell’anagrafe dell’edilizia scolastica

Per il riordino dell’Istruzione Secondaria di Secondo Grado, invece, è intervenuto un dirigente ministeriale che, insieme al Ministro, si è occupato della stesura del testo di “riforma”: molte le novità. Il dirigente del ministero comunque si è dimostrato disponibile ad un confronto con le associazioni per migliorare il testo. 

è stato anche annunciato che entro la fine di Luglio il Ministro Gelmini incontrerà le varie associazioni

Sul tema del diritto allo studio per ora è ancora tutto fermo – ha spiegato la dott.ssa Boda. Si dovrà attendere l’inizio del nuovo anno scolastico per aprire una nuova riflessione sul tema.

Gelmini contestata

Le vacanze sono iniziate e molti si stanno già godendo il meritato riposo in modo da arrivare carichi al campo nazionale….Oppure studiano come me in attesa della maturità! Intanto però la scuola italiana continua ad essere al centro di novità e allo stesso tempo di numerose polemiche…

In settimana è stato approvato dal CdM la riforma dei Licei, un mese fa quella degli istituti tecnici. E ancora si contina a protestare. Proteste che non sono nello stile proposto dal movimento; sapete bene come la pensa il msac in merito alle forme di protesta e di certo quello che è successo oggi, a Milano, non è una forma condivisibile.

Sorge quindi spontanea una domanda: cosa si deve fare per far comprendere che il metodo da perseguire è quello del dialogo, del confronto e non quello dello scontro; che, per utilizzare uno degli slogan della Mo.Ca., bisogna passare, ancora una volta, dalla protesta alla proposta.

E invece questo, purtroppo, non accade: abbiamo visto, infatti, anche oggi in Tv  l’ennesima contestazione di alcuni genitori, docenti e studenti nei confronti della Gelmini, che ha constretto gli organizzatori della tavola rotonda ad annullare l’incontro.

Lasciamo qui di seguito il link alla pagina di Corriere.it dove potete vedere il video della contestazione e farvi una vostra idea; Inutile ripetere l’invito, anche questa volta, a lasciare commenti e impressioni!

Video contestazione Gelmini

Al via la riforma dei Licei

Oggi, 12 giugno 2009, il CdM ha approvato la riforma dei licei che inizierà nel 2010.

Molte le novità previste da questa riforma che prevede, tra le tante, il passaggio da 400 sperimentazioni a 6 licei effettivi; due quelli nuovi: il liceo musicale-coreutico e il liceo delle scienze umane (ex psicopedagogico). Qui di seguito il comunicato del MIUR…. Cosa ne pensate? dite la vostra opinione!!!

COMUNICATO STAMPA

Roma, 12 giugno 2009 Approvata oggi in prima lettura dal Consiglio dei Ministri la riforma dei licei. Si tratta di una riforma epocale che partirà dal 2010 e che segna un passo fondamentale verso la modernizzazione del sistema scolastico italiano. L’impianto complessivo dei licei, infatti, risale alla legge Gentile del 1923.

Con questa riforma si vuole:

  • fornire maggiore sistematicità e rigore e coniugare tradizione e innovazione;
  • razionalizzare i piani di studio, privilegiando la qualità e l’approfondimento delle materie di studio;
  • caratterizzare accuratamente ciascun percorso liceale;
  • riconoscere ampio spazio all’autonomia delle istituzioni scolastiche;
  • consentire una più ampia personalizzazione, grazie a quadri orari ridotti che danno allo studente la possibilità di approfondire e recuperare le mancanze.

Il Regolamento recante “revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico dei licei” approvato oggi completa la riforma della scuola secondaria superiore avviata dal ministro Mariastella Gelmini con la riforma degli istituti tecnici e professionali e partirà dal 2010.

Il nuovo modello dei licei partirà gradualmente, coinvolgendo a partire dall’anno scolastico 2010-2011 le prime e le seconde. La riforma entrerà a regime nel 2013.

Le novità della riforma:

Per cancellare la frammentazione e consentire alle famiglie e agli studenti di compiere scelte chiare i 396 indirizzi sperimentali, i 51 progetti assistiti dal Miur e le tantissime sperimentazioni attivate saranno ricondotte in 6 licei.

Rispetto al vecchio impianto che prevedeva solo il liceo classico, il liceo artistico e lo scientifico, oltre all’istituto magistrale quadriennale e a percorsi sperimentali linguistici, con la riforma avremo:

  • Liceo artistico, articolato in tre indirizzi:
    • arti figurative – a conclusione del percorso di studio gli studenti dovranno essere in grado di cogliere i valori estetici nelle opere artistiche ed individuare le problematiche estetiche, storiche, economiche, sociali e giuridiche connesse alla tutela e alla valorizzazione dei beni artistici e culturali;
    • architettura, design, ambiente – a conclusione del percorso di studio gli studenti dovranno essere in grado di conoscere e utilizzare i codici della comunicazione visiva e audiovisiva nella ricerca e nella produzione artistica, in relazione al contesto storico-sociale;
    • audiovisivo, multimedia, scenografia – a conclusione del percorso di studio gli studenti dovranno essere in grado di impiegare tecnologie tradizionali e innovative nella ricerca, nella progettazione e nello sviluppo delle proprie potenzialità artistiche.
  • Liceo classico. Con la riforma sarà finalmente introdotto l’insegnamento di una lingua straniera per l’intero quinquennio.
  • Liceo scientifico. Oltre al normale indirizzo scientifico le scuole potranno attivare l’opzionescientifico tecnologica che consentirà l’approfondimento della conoscenza di concetti, principi e teorie scientifiche e di processi tecnologici, anche attraverso esemplificazioni operative.
  • Liceo linguistico. Il liceo linguistico prevederà l’insegnamento di 3 lingue straniere. Dalla terza liceo un insegnamento non linguistico sarà impartito in lingua straniera e dalla quarta liceo un secondo insegnamento sarà impartito in lingua straniera.
  • Liceo musicale e coreutico. E’ una delle novità della riforma. Il liceo musicale sarà articolato nelle due sezioni musicale e coreutica. Inizialmente saranno istituite 40 sezioni musicali e 10 coreutiche e potranno essere attivati in collaborazione con i conservatori e le accademie di danza per le materie di loro competenza.
    Gli studenti, a conclusione del percorso di studio, devono essere in grado di:

    • cogliere i valori estetici delle opere musicali;
    • conoscere repertori significativi del patrimonio musicale e coreutico nazionale e internazionale, analizzandoli mediante l’ascolto, la visione e la decodifica dei testi;
    • individuare le ragioni e i contesti storici relativi ad opere, autori, personaggi, artisti, movimenti, correnti musicali e allestimenti coreutici;
    • conoscere ed analizzare gli elementi strutturali del linguaggio musicale e coreutico sotto gli aspetti della composizione, dell’interpretazione, dell’esecuzione e dell’improvvisazione;
    • conoscere le relazioni tra musica, motricità, emotività e scienze cognitive.
  • Liceo delle scienze umane. Altra novità della riforma è il liceo delle scienze umane.  Sostituisce il liceo sociopsicopedagogico portando a regime le sperimentazioni avviate negli anni scorsi. Il piano di studi di questo indirizzo si basa sull’approfondimento dei principali campi di indagine delle scienze umane, della ricerca pedagogica, psicologica e socio-antropologico-storica.
    • Le scuole potranno attivare l’opzione sezione economico-sociale in cui saranno approfonditi i nessi e le interazioni fra le scienze giuridiche, economiche, sociali e storiche.

Altre novità introdotte:

  • valorizzazione della lingua latina. Il latino è presente come insegnamento obbligatorio nel liceo classico, scientifico, linguistico e delle scienze umane; come opzione negli altri licei;
  • incremento orario della matematicadella fisica e delle scienze per irrobustire la componente scientifica nella preparazione liceale degli studenti (gli insegnamenti di fisica e scienze possono essere attivati dalle istituzioni scolastiche anche nel biennio del liceo classico);
  • potenziamento delle lingue straniere con la presenza obbligatoria dell’insegnamento di una lingua straniera nei cinque anni ed eventualmente di una seconda lingua straniera usando la quota di autonomia.
  • presenza nel liceo scientifico di una opzione in cui confluisce l’esperienza del liceo tecnologico, che ha rappresentato negli anni trascorsi un significativo filone di innovazione;
  • presenza delle discipline giuridiche ed economiche sia nel liceo scientifico (opzione tecnologica), sia nel liceo delle scienze sociali (opzione economico-sociale), sia negli altri licei attraverso la quota di autonomia.
  • insegnamento, nel quinto anno, di una disciplina non linguistica in lingua straniera,che ci allinea alle migliori esperienze del resto d’Europa.
  • Sarà valorizzata la qualità degli apprendimenti piuttosto che la quantità delle materie. I quadri orari saranno adeguati a quelli dei Paesi che hanno raggiunto i migliori risultati nelle classifiche Ocse Pisa come la Finlandia (856 ore all’anno). Il quadro orario sarà annuale e non più settimanale, in modo da assegnare alle istituzioni scolastiche una ulteriore possibilità di flessibilità.
    Tutti i licei prevederanno 27 ore settimanali nel primo biennio e 30 nel secondo biennio e nel 5° anno, ad eccezione del classico (31 ore negli ultimi tre anni), per preservare le caratteristiche rafforzando la lingua straniera, dell’artistico (massimo 35), musicale e coreutico (32), perché questi ultimi prevedono materie pratiche ed esercitazioni.
  • Entrano a regime le sperimentazioni che hanno coinvolto gli istituti d’arte, i percorsi musicali, i vecchi istituti magistrali e le sperimentazioni scientifico tecnologiche e linguistiche, queste ultime nate dall’esperienza delle scuole non statali, private o degli enti locali.

Nuova organizzazione

La nuova organizzazione dei licei prevede:

  • Maggiore autonomia scolastica:
    • Possibilità per le istituzioni scolastiche di usufruire di una quota di flessibilità degli orari del 20% nel primo biennio e nell’ultimo anno e del 30% nel secondo biennio. Attraverso questa quota, ogni scuola può decidere di diversificare le proprie sezioni, di ridurre (sino a un terzo nell’arco dei 5 anni) o aumentare gli orari delle discipline, anche attivando ulteriori insegnamenti previsti in un apposito elenco.
    • Possibilità di attivare ulteriori insegnamenti opzionali anche assumendo esperti qualificati attraverso il proprio bilancio.
  • Un rapporto più forte scuola-mondo del lavoro-università
    Possibilità, a partire dal secondo biennio, di svolgere parte del percorso attraverso l’alternanza scuola-lavoro e stage o in collegamento con il mondo dell’alta formazione (università, istituti tecnici superiori, conservatori, accademie).
  • Nuove articolazioni del collegio dei docenti:
    • costituzione in ogni scuola di dipartimenti disciplinari, che riuniscono i docenti di uno stesso ambito disciplinare, per sostenere la didattica, la ricerca, la progettazione dei percorsi.
    • costituzione di un comitato scientifico composto paritariamente da docenti ed esperti del mondo della cultura e del lavoro.

Dipartimenti disciplinari e comitato scientifico non ledono comunque la sovranità del collegio docenti.
fonte: sito Miur

RIORDINO ISTRUZIONE TECNICA E PROFESSIONALE

Il 28 maggio il CdM (Consiglio dei Ministri) ha approvato i nuovi regolamenti per il riordino dell’istruzione tecnica e professionale. Riportiamo qui di seguito il comunicato stampa del Miur. Maggiori informazioni possono essere trovate sul sito http://www.pubblica.istruzione.it/

COMUNICATO STAMPA

Roma, 28 maggio 2009
Questa mattina, infatti, dopo 78 anni dall’ultimo riordino datato 1931, il Consiglio dei Ministri ha approvato 2 Regolamenti che riformano gli istituti tecnici e gli istituti professionali.
Le norme introdotte con i nuovi Regolamenti riorganizzano e potenziano questi istituti a partire dall’anno scolastico 2010-2011 come scuole dell’innovazione.
“Il rilancio della cultura tecnica e professionale – ha affermato il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini – è la migliore risposta della scuola alla crisi, perché favorisce la formazione del capitale umano necessario per il rilancio del made in Italy e perché consente una pluralità di scelte formative integrate con la formazione professionale regionale, in contrasto con i rischi di dispersione scolastica.
I nuovi regolamenti vanno in continuità con il già annunciato scopo di rilanciare e potenziare la formazione tecnica e professionale – ha ribadito il ministro – che ha già dato importanti risultati come un aumento del numero degli iscritti già per il prossimo anno, soprattutto nelle regioni con maggiore presenza industriale.
Recenti indagini dimostrano che esiste una domanda di tecnici che è esattamente il doppio dell’offerta (300.000 tecnici richiesti dalle imprese contro i 140.000 attualmente offerti). Iscriversi ai nuovi istituti tecnici e professionali consentirà ai giovani maggiori opportunità occupazionali e una riduzione dei tempi di transizione tra scuola, formazione e lavoro”.
Ecco i punti principali dei due regolamenti:

Riordino degli istituti tecnici


Attualmente in Italia gli istituti tecnici sono 1.800 suddivisi in 10 settori e 39 indirizzi. Le classi dei tecnici sono 40.307 frequentate da 873.522 alunni.
Con il nuovo Regolamento, invece, si è puntato a limitare la frammentazione degli indirizzi, rafforzando il riferimento ad ampie aree scientifiche e tecniche di rilevanza nazionale.

Nuovi istituti tecnici: 2 settori e 11 indirizzi
I nuovi istituti tecnici si divideranno in 2 settori: economico e tecnologico ed avranno un orario settimanale corrispondente a 32 ore di lezione. Saranno ore effettive contro le attuali 36 virtuali (della durata media di 50 minuti).

Nel settore economico sono stati inseriti 2 indirizzi:

  1. amministrativo, finanza e marketing;
  2. turismo.

Nel settore tecnologico sono stati definiti 9 indirizzi:

  1. meccanica, meccatronica ed energia;
  2. trasporti e logistica;
  3. elettronica ed elettrotecnica;
  4. informatica e telecomunicazioni;
  5. grafica e comunicazione;
  6. chimica, materiali e biotecnologie;
  7. sistema moda;
  8. agraria e agroindustria;
  9. costruzioni, ambiente e territorio.

Tutti gli attuali corsi di ordinamento e le relative sperimentazioni degli istituti tecnici confluiranno gradualmente nel nuovo ordinamento.

Più ore di laboratorio
Il Regolamento prevede, inoltre, lo sviluppo di metodologie innovative basate sulla didattica laboratoriale, ovvero su una metodologia che considera il laboratorio un modo efficace di fare scuola in tutti gli ambiti disciplinari, compresi gli insegnamenti di cultura generale (per esempio. Italiano e storia).

Gli indirizzi del settore tecnologico hanno inoltre i seguenti spazi di insegnamento in laboratorio:

  • 264 ore nel biennio;
  • 891 ore nel triennio di cui 561 ore in terza e quarta e 330 ore in quinta.

Più autonomia e flessibilità dell’offerta formativa
I nuovi istituti tecnici sono caratterizzati da un’area di istruzione generale comune a tutti e due i percorsi e in distinte aree di indirizzo che possono essere articolate, sulla base di un elenco nazionale continuamente aggiornato nel confronto con le Regioni e le Parti sociali, in un numero definito di opzioni legate al mondo del lavoro, delle professioni e del territorio. Per questo, gli istituti tecnici avranno a disposizione ampi spazi di flessibilità (30% nel secondo biennio e 35% nel quinto anno) all’interno dell’orario annuale delle lezioni dell’area di indirizzo. Questi spazi di flessibilità si aggiungono alla quota del 20% di autonomia rispetto al monte ore complessivo delle lezioni di cui già godono le scuole. In questo modo possono essere recuperati e valorizzati settori produttivi strategici per l’economia del Paese (come, ad esempio, la plasturgia, la metallurgia, il cartario, le costruzioni aereonautiche ecc.)

Ore dedicate alle 2 aree:

AREA ISTRUZIONE GENERALE AREA INDIRIZZO
Primo biennio 660 ore 396 ore
Secondo biennio e quinto anno 495 ore 561 ore

Struttura del percorso didattico
Il percorso didattico degli istituti tecnici è strutturato in:

  • un primo biennio, dedicato all’acquisizione dei saperi e delle competenze previsti per l’assolvimento dell’obbligo di istruzione e di apprendimenti che introducono progressivamente agli indirizzi in funzione orientativa;
  • un secondo biennio e un quinto anno, che costituiscono un complessivo triennio in cui gli indirizzi possono articolarsi nelle opzioni richieste dal territorio e dal mondo del lavoro e delle professioni;
  • il quinto anno si conclude con l’esame di Stato. Le commissioni giudicatrici possono avvalersi anche di esperti.

Più inglese
Inoltre sono state incrementate le ore dello studio della lingua inglese ed è stata prevista la possibilità di introdurre lo studio di altre lingue straniere.

Insegnamento di scienze integrate
E’ previsto l’insegnamento di scienze integrate, al quale concorrono, nella loro autonomia, le discipline di “Scienze della terra e biologia”, di “Fisica” e di “Chimica”, con l’obiettivo di potenziare la cultura scientifica secondo una visione sistemica.

Nuovi modelli organizzativi
Il Regolamento prevede l’introduzione di nuovi modelli organizzativi per sostenere il ruolo delle scuole come centri di innovazione, attraverso la costituzione di

  • Dipartimenti, quali articolazioni funzionali del collegio dei docenti per un aggiornamento costante dei percorsi di studio, soprattutto nelle aree di indirizzo;
  • l’istituzione di un Comitato tecnico-scientifico, con composizione pariretica di docenti ed esperti, finalizzato a rafforzare il raccordo sinergico tra gli obiettivi educativi della scuola, le innovazioni della ricerca scientifica e tecnologica, le esigenze del territorio e i fabbisogni professionali espressi dal mondo produttivo;
  • la realizzazione di un Ufficio tecnico per migliorare l’organizzazione e la funzionalità dei laboratori e la loro sicurezza per le persone e per l’ambiente.
  • monitoraggio e valutazione delle innovazioni anche in relazione alle indicazioni dell’Unione europea.

Rafforzato rapporto con il mondo del lavoro e delle professioni
Le norme introdotte hanno come obiettivo la creazione di un raccordo più stretto con il mondo del lavoro e delle professioni, compreso il volontariato e il privato sociale, attraverso la più ampia diffusione di stage, tirocini, alternanza scuola-lavoro.
I risultati di apprendimento previsti a conclusione degli istituti tecnici saranno definiti entro il 2009 con uno specifico decreto ministeriale, attraverso il più ampio confronto e il pieno coinvolgimento dei docenti, dei dirigenti e del personale degli istituti tecnici.
Per preparare l’applicazione del Regolamento sono previste misure di accompagnamento con attività di Informazione/formazione del personale scolastico sui contenuti della riforma e con unaCampagna di informazione in relazione alle scelte per gli studenti e le famiglie per l’anno scolastico 2010/2011.

Riordino istituti professionali

In Italia, attualmente studiano in 1.425 istituti professionali 545.229 alunni, suddivisi in25.762 classi. Esistono 5 settori di istruzione professionale, con 27 indirizzi.
Con il riordino dell’istruzione professionale sarà riaffermata l’identità di questo tipo di scuola nell’ambito dell’istruzione superiore e i giovani acquisiranno le conoscenze e le competenze necessarie per ricoprire ruoli tecnici operativi nei settori produttivi di riferimento.
Gli studenti e le loro famiglie avranno immediatamente risposte chiare sulle possibilità di inserimento nel mondo del lavoro e sul passaggio all’istruzione universitaria.
Verrà superata la sovrapposizione con l’istruzione tecnica, si pongono le basi per un raccordo organico con il sistema d’istruzione e formazione professionale, di competenza delle Regioni. I servizi d’istruzione saranno più efficaci e le risorse utilizzate più efficientemente.

I nuovi istituti professionali
Gli istituti professionali si articolano in 2 macrosettori: istituti professionali per il settore dei servizi e istituti professionali per il settore industria e artigianato. Ai 2 settori corrispondono6 indirizzi.

Il percorso Settore dei servizi si articola negli indirizzi:

  1. Servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale;
  2. Servizi per la manutenzione e l’assistenza tecnica;
  3. Servizi socio-sanitari;
  4. Servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera;
  5. Servizi commerciali.

Il percorso Settore industria e artigianato:

  1. produzioni artigianali e industriali

Tutti gli attuali corsi di ordinamento e le relative sperimentazioni degli istituti professionali confluiranno gradualmente nel nuovo ordinamento.

Ore di insegnamento
Gli istituti professionali avranno un orario settimanale corrispondente di 32 ore di lezione. Saranno ore effettive contro le attuali 36 virtuali (della durata media di 50 minuti).

Più flessibilità dell’offerta formativa
Gli istituti professionali avranno maggiore flessibilità rispetto agli istituti tecnici. In particolare gli spazi di flessibilità nell’area di indirizzo riservati agli istituti professionali, aggiuntivi alla quota del 20% di autonomia già prevista, ammontano al 25% in prima e seconda, al 35% in terza e quarta, per arrivare al 40% in quinta.

Nelle quote di flessibilità, è possibile:

  • articolare le aree di indirizzo in opzioni;
  • introdurre insegnamenti alternativi inclusi in un apposito elenco nazionale, definito con decreto ministeriale, per rispondere a particolari esigenze del mondo del lavoro e delle professioni, senza incorrere in una dispendiosa proliferazione e frammentazione di indirizzi.

La struttura del percorso quinquennale

AREA ISTRUZIONE GENERALE AREA INDIRIZZO
Primo biennio 660 ore 396 ore
Secondo biennio e quinto anno 495 ore 561 ore

La struttura del percorso quinquennale
Il percorso è articolato in:
2 bienni e 1 quinto anno
(il secondo biennio è articolato in singole annualità per facilitare i passaggi tra diversi sistemi di istruzione e formazione)

Offerta coordinata con la formazione professionale regionale
Gli istituti professionali potranno utilizzare le quote di flessibilità per organizzare percorsi per il conseguimento di qualifiche di durata triennale e di diplomi professionali di durata quadriennale nell’ambito dell’offerta coordinata di istruzione e formazione professionale programmata dalle Regioni nella loro autonomia, sulla base di accordi con il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca.

Più laboratorio e tirocini

  • Più ore in laboratorio;
  • Stage, tirocini e alternanza scuola-lavoro per apprendere in contesti operativi soprattutto nel secondo biennio e nel quinto anno.

Nuovi modelli organizzativi
Il Regolamento prevede l’introduzione di nuovi modelli organizzativi per sostenere il ruolo delle scuole come centri di innovazione, attraverso la costituzione di

  • Dipartimenti, quali articolazioni funzionali del collegio dei docenti per favorire l’integrazione disciplinare e la progettazione formativa;
  • l’istituzione di un Comitato tecnico-scientifico, con composizione paritetica di docenti e di esperti del mondo del lavoro, delle professioni, che ha funzioni consultive e di proposta per organizzazione aree di indirizzo e utilizzazione degli spazi di autonomia e flessibilità;
  • la realizzazione di un Ufficio tecnico (per gli istituti settore industria e artigianato) con il compito di organizzare in maniera funzionale i laboratori, il loro adeguamento alle innovazioni tecnologiche, le misure necessarie per la sicurezza delle persone e dell’ambiente.

I risultati di apprendimento previsti a conclusione dei percorsi quinquennali degli istituti professionali saranno definiti entro il 2009 con uno specifico decreto ministeriale, attraverso il dialogo con i docenti, i dirigenti e il personale degli istituti professionali, e il confronto con le Regioni e le parti sociali.
Per preparare l’applicazione del Regolamento sono previste misure di accompagnamento con attività di Informazione/formazione del personale scolastico sui contenuti della riforma e con unaCampagna di informazione in relazione alle scelte per gli studenti e le famiglie per l’anno scolastico 2010/2011.

fonte: sito Miur