Campo nazionale MSAC 2010!!!

Dal 24 al 29 luglio a Fognano (in Emilia Romagna, vicino Faenza) si terrà il Campo nazionale MSAC 2010! Tema di quest’anno sarà il… sale dell’impegno! Proveremo a riscoprire la profezia msacchina per l’impegno, lI CARE milaniano, per le nostre città. Condurremo il campo dunque alla riscoperta degli Orientamenti Culturali e del contributo msacchino al bene comune attraverso la proposizione di temi sociali. Una buona parte del campo sarà poi dedicata allo stato di salute del movimento e alla riprogettazione del MSAC in vista del XIV congresso nazionale che ci attende ad aprile. Un appuntamento quindi da non perdere, soprattutto per chi ha conosciuto il MSAC a Rimini e ha voglia di continuare l’avventura. Vi aspettiamo a Fognano!!

SCARICA la LETTERA, il PROGRAMMA e le NOTE TECNICHE

Le magliette msacchine (quelle della SFS e del centenario) in offerta speciale

Vi ricordate gli stupendi gadget del MSAC??? Dopo aver esaurito i portachiave ad asinello (li stiamo facendo ristampare dall’AVE) e aver quasi finito i fantastici quaderni (provate a chiedere per qualche copia rimasta) siamo qui a rilanciare le magnifiche MAGLIETTE del centenario e della SFS!!!

Potete ordinarle tramite questo sito ad un prezzo specialissimo:

    solo 5 euro per maglietta se ordinate da 1 a 20 magliette

    solo 4 euro a maglietta se ordinate da 20 a 100 magliette

    solo 3 euro se ordinate più di 100 magliette

    scrivete a msac@azionecattolica.it

    LA SPEDIZIONE è GRATUITA per ordini superiori alle 10 magliette!!!

    una buona idea per i vostri campi diocesani, allora!!! potreste utilizzare la maglietta del movimento come gadget ai campi estivi oppure per rivenderla in diocesi. tutte le magliette NON hanno riferimenti temporali (tipo date della sfs) nè altre scritte se non quelle del disegno.

    vi ricordiamo le tipologie di magliette disponibili:


  • maglietta SFS nera con logo dell’impronta “la scuola che lascia il segno”. taglie disponibili S, M, L, XL
  • maglietta MOVI100 blu scuro con logo dell’asinello sul muletto e la scritta “MOVI100”. taglie disponibili S, M, L, XL
  • maglietta MOVI100 verde con logo degli asinelli in sequenza e la scritta “cent’anni in movimento”. taglie disponibili S, M, L, XL

APPROFITTATENE SUBITO!!!!

Oggi la seconda prova. Ecco le soluzioni

MATURITA’ 2010

LA PRIMA PROVA sul sito del ministero:  prima prova

LA SECONDA PROVA: le tracce sul sito del ministero seconda prova

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tracce da www.istruzione.it,  soluzioni da corriere.it, repubblica.it, lastampa.it

Aggiorneremo il post man mano che le soluzioni verranno rese disponibili sulla rete

LICEI

CLASSICO

TESTO GRECO da miur.it

Versione dal Greco

SCIENTIFICO Tradizionale

Matematica tracce
■ Le soluzioni: Problema 1 – Problema 2 Le risposte ai quesiti

SCIENTIFICO – PNI

– matematica Le tracce

Le soluzioni: Problema 1Problema 2Quesiti

LINGUISTICO

Le tracce di tutte le lingue

– Inglese: commento al «Tema generale»

– Francese commento alla prova

–  Tedesco commento della prova
Spagnolo: soluzione al Testo letterario – Testo di Attualità

LICEO DELLE SCIENZE SOCIALI – Pedagogia
tracce ■ Le soluzioni

LICEO ARTISTICO –I e II sezione

Corso tradizionale – Disegno geometrico, prospettiva, architettura
La traccia ■ Il commento

Corso sperimentale Progetto LeonardoIndirizzo Conservazione e Catalogazione dei Beni Culturali (SL06) –Discipline geometriche rilievo architettonico e ambientale
■ La traccia ■ Il commento

Corso sperimentale Progetto Leonardo Indirizzo Architettura e Design (SL03) – Discipline grafico geometriche, rilievo dal vero, disegno professionale
■ La traccia ■ Il commento

Corso sperimentale Progetto Leonardo  – Indirizzo Grafico Visivo (SL04) – Disegno Professionale
■ La traccia ■ Il commento

Corso sperimentale Progetto Leonardo  – Indirizzo Figurativo (SL05) – Discipline pittoriche, teoria della forma e del colore
■ La traccia ■ Il commento

ISTRUZIONE TECNICA

Istituto Tecnico per Geometri  – Estimo
■ Estimo ■ La soluzione

Istituto Tecnico Commerciale (giuridico economico aziendale) –Economia aziendale

■ La traccia ■ La soluzione

Istituto Tecnico Commerciale (Programmatori) –Ragioneria ed economia aziendale

La traccia ■ La soluzione

Istituto Tecnico Commerciale (periti aziendali e corrispondenti in lingue estere)

– TRACCIA in Tecnica professionale e amministrativa, organizzativa, operativa

Istituto Tecnico per il Turismo  – Lingue
■ La soluzione La traccia

Istituto Tecnico Agrario – Agronomia e coltivazioni

LA TRACCIA

Periti Meccanici  – Meccanica applicata e macchine a fluido
LA TRACCIA ■ La soluzione

Periti Costruzioni Aeronautiche – Aerotecnica
La traccia ■ La soluzione

Istituto Tecnico Industriale – Indirizzo Elettronica e Telecomunicazioni – Telecomunicazioni e progettazione di telecomunicazioni

La traccia ■ Il commento

Istituto Tecnico Industriale – Indirizzo Informatico – Informatica generale ed applicazioni tecnico scientifiche

■ La traccia ■ La soluzione

Istituto Tecnico Industriale – Indirizzo Elettrotecnica ed automazione Elettrotecnica

La traccia La soluzione

Istituto tecnico Industriale – indirizzo Chimico  – Tecnologie Chimiche industriali, principi di automazione e di organizzazione industriale
■ La traccia La soluzione

Istituto Tecnico Industriale – Termotecnici  – Termotecnica
■ La traccia – Disegno 1 – Disegno 2

La soluzione

Istituto Tecnico Industriale – indirizzo Edilizia

– TRACCIA di Topografia e disegno

Istituti Professionali

– Economia d’azienda (tecnico della gestione aziendale – indirizzo informatico)

– Economia d’azienda (tecnico della gestione aziendale – indirizzo linguistico)

– Economia e gestione delle aziende ristorative (tecnico dei servizi della ristorazione)

– Economia e tecnica dell’azienda turistica (tecnico dei servizi turistici)

– Sistemi – automazione e organizzazione della produzione
(tecnico delle industrie elettroniche)

– Tecnica della produzione e laboratorio (tecnico industrie meccaniche)

– Tecnica amministrativa (tecnico dei servizi sociali)

Istituti d’Arte

– Progettazione (disegnatori di architettura e arredamento)

– Progettazione (arte metalli e oreficeria)

– Progettazione (decorazione pittorica)

– Progettazione (arte ceramica)

e la prima prova è andata…

E anche quest’anno la prima prova è andata ma, questa volta, con qualche problema: primo fra tutti quello delle indiscrezioni che, nella giornata di ieri, erano apparse su alcuni organi di informazione a seguito della pubblicazione, su un sito per studenti, del testo delle presunte tracce della I prova. Il MIUR, per la prima volta, aveva reagito con una nota ufficiale di smentita. Fatto sta che realmente le tracce apparse ieri sulla stampa non corrispondevano a quelle che i maturandi si son visti consegnare dopo l’apertura della busta: ancora una volta a dimostrazione che quanto si dice su internet la notte prima degli esami è, quasi sempre, una grande bufala!

Ecco le tracce di quest’anno:

per la tipologia A, tema letterario – analisi del testo, è uscito un brano di Primo Levi de “La ricerca delle radici”: nella traccia si chiedeva di far riferimento ai capisaldi della formazione dello scrittore e si chiedeva, nello specifico, di indicare quali erano stati gli autori che ne avevano determinato la formazione.

la tipologia B quella del saggio breve- articolo di giornale, come al solito divisa per ambiti, prevedeva le seguenti tracce:

l’ambito artistico-letterario parlava di “Piacere e piaceri” con testi di D’Annunzio e Leopardi e dipinti di Botticelli e Picasso.

quello socio-economico parlava de La ricerca della felicità”, ma i testi citavano l’articolo 3 della Costituzione, la dichiarazione di indipendenza Usa, il sociologo polacco Bauman e Pellizzari.

l’ambito storico-politico un tema sui giovani e la politica, con brani tratti da discorsi di alcuni leader quali Mussolini, Moro, Togliatti e Giovanni Paolo II, dal titolo “Il ruolo dei giovani nella storia e nella politica: parlano i leader“.

l’ambito scientifico quest’anno era dedicato agli Ufo con il titolo “Siamo soli?“, riferito alle presenze nell’universo. Diversi i testi a disposizione degli studenti fra i quali gli scritti di Kant e quelli di Stephen Hawking.

La tipologia C, quella storica, parlava delle foibe. Partendo dalla decisione del parlamento italiano di introdurre il “giorno del ricordo” per conservare e ricordare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe.

la tipologia D era dedicata al ruolo della musica nella società contemporanea e aveva questa traccia: “la Musica, diceva Aristotele, non va praticata per un unico tipo di beneficio che da essa può derivare, ma per usi molteplici, poichè può servire per l’educazione, per procurare la catarsi e in terzo luogo per ricreazione, il sollievo e il riposo dallo sforzo. Il candidato si soffermi sulla funzione, sugli scopi e sugli usi della musica nella società contemporanea. Se lo ritiene opportuno, può fare riferimento anche a sue esperienze di pratica e/o ascolto musicale”.

Ora non resta che augurare in bocca al lupo ai maturandi, msacchini e non, per la II prova, quella più temuta.

Buona notte, maturandi….

SShhh….c’è una notte dell’anno, agli ultimi di giugno, in cui ritualmente centinaia di migliaia di giovani studenti si sottopongono al batticuore pre esame di stato. Ognuno ricorda “la sua notte” con tutta la trepidazione che l’ha abitata, i “ce la farò?”, le ansie di una prova “seria”, per la prima volta…

In questa notte, tra fisarmoniche e pappe reali, inevitabile non pensare ai progetti annunciati proprio qualche giorno fa dalla Gelmini… di una terza prova all’esame di stato internazionale come quello delle medie, o almeno nazionale, cioè uguale per tutti… Qualcuno diceva (don Milani, chi se no!) che non c’è più grande ingiustizia che far le parti uguali tra disuguali…

Ma al domani ci pensiamo… domani. Stanotte, ragazzi, è vostra e noi la dedichiamo a voi, che affronterete l’esame in questo 2010, che concludete un percorso di studi, di vita, 5 anni che resteranno nel cuore, nel bene e nel male, sempre… avventure che cominceranno a settembre…

Stasera no, stasera pensiamo alla prima prova di domani… un passo alla volta!

Sono circa 500.000 gli studenti che ogni anno affrontano l’esame di stato… e, per questo 2010, che domani affronteranno la prima prova d’esame. Tra loro, quanti msacchini! E loro, e agli altri, va stanotte la nostre preghiera ed il nostro sostegno. Maturandi di oggi e di ieri, stanotte, questa più delle altre, ci teniamo tutti stretti nel cuore

…Buonanotte cari msacchini

un augurio di essere sale… e metterci sale (in zucca!). Lo Spirito Santo vi aiuti a conquistare la serenità del sonno dei giusti…^_^

Tra la carta igienica e i sette sigilli

dove è finita la riforma? Da dove è partita?Viaggio nei meandri delle vicende ministeriali per capire a che punto stiamo…

di Saretta Marotta

apparso su “Ricerca” di maggio 2010

Di ministri che si sono attribuiti il merito di aver compiuto la “prima” riforma organica della scuola italiana dopo quella Gentile la storia della repubblica è piena. Ciascuno per suo conto ha preteso di essere iscritto nell’albo della memoria. Quando la vera riforma verrà speriamo che si faccia annunciare dalle trombe dell’Apocalisse… Al momento, di segni dei tempi non se ne vedono, i sigilli restano chiusi.

Cominciamo dal principio. I prologhi sono sempre istruttivi, in particolare nel caso delle leggi. Nel caso della nota “riforma Gelmini”, la chiave di tutto l’ingranaggio fu posta in un contesto che parla da solo: era l’estate 2008 quando veniva approvata la legge 133, la finanziaria, il cui art. 64 cambiava definitivamente faccia alla scuola italiana. Il Ministero dell’Economia soffiava la cattedra a quello in viale Trastevere, disponendo un programma di “razionalizzazione” della scuola italiana sotto tre punti di vista: delle strutture (la rete di scuole sul territorio), dell’organico (fu posto il “taglio” del 15% del personale ATA e di 80.000 docenti in tre anni) e degli ordinamenti. Al Ministro a capo del MIUR non restava che dover predisporre i regolamenti attuativi di tale articolo, il “piano programmatico”, appunto, cioè la cosiddetta “riforma”. Innanzitutto non facciamo confusioni: la “riforma” Gelmini non c’entra nulla con il brevissimo dpr 169, quello, per intenderci, che in soli dodici articoli, accostati un po’ alla Readers Digest, ha introdotto il voto in condotta, il maestro unico (per la verità sottinteso nelle conseguenze della finanziaria), la valutazione in cifre anche alle elementari e medie e la fatidica nuova materia “cittadinanza e costituzione” (due anni dopo lo sbandieramento di quella presunta innovazione, chiedete al prof. Luciano Corradini, vittima qualche tempo fa degli strali di Galli della Loggia, quanto questa materia abbia dovuto rassegnarsi ad un destino non diverso di quello della cugina educazione civica). Una “leggina” nata nell’estate 2008 proprio per consolare il detronizzato Ministro, dandole un progetto di legge tutto suo, dedicato integralmente alla scuola, proprio perché non si dicesse che il sistema formativo lo si cambiava solo con la calcolatrice. Ma questo ddl, nato il 1 agosto in forma molto più ampia, a fine mese, il 28, s’era dovuto accontentare dei ristretti panni di decreto, per la consueta prassi a cui purtroppo ci siamo abituati, per cui, pur di accelerare i processi legislativi, si finisce per fare gaffe incredibili, come quella recentemente avuta con un articolo del dl 134 “salva-precari” convertito in legge il 24 novembre 2009 e cassato il 27, che ci ha fatto gloriosamente entrare nel Guinness dei primati per essere durato solamente 48 ore…

Ma torniamo alla “riforma Tremonti”. Che più che altro è un “riordino”, nato di tutta fretta dal necessario rimpasto tra la riforma precedente targata Moratti, l’obbligo scolastico alzato a 16 anni da Fioroni e gli urgenti ed esigenti i limiti imposti dall’art. 64 della finanziaria.

Impossibile, dati i tempi, predisporre un piano organico, nessun “rapporto” o documentazione pedagogica (come invece fu il rapporto Bertagna per il Ministro Moratti, che pure ebbe modo di convocare nel 2001 gli “Stati Generali dell’Istruzione”) è sorta a sostenere il cambiamento e, purtroppo, a smentire l’accusa che si trattasse solo di una razionalizzazione economica.

Primo elemento: da 396 indirizzi sperimentali di licei e una sessantina tra diplomi di professionali e tecnici tutto è stato ricondotto a sei licei (artistico, classico, linguistico, musicale, scientifico e scienze umane), 2 settori per i tecnici (economico e tecnologico) e 2 per i professionali (servizi e industria-artigianato), con un numero limitato di indirizzi al proprio interno. Sembrerebbe un passo in avanti, necessario ed incontestabile. Peccato però che molte di queste sperimentazioni, consolidate da decenni e che hanno costituito il punto di forza della scuola dell’autonomia, siano eredità difficili con cui fare i conti. Ne sono una dimostrazione le miriadi di eccezioni, che purtroppo agiscono in senso tutt’altro che confermativo della regola e che stanno brulicando per l’Italia, tra istanze di professori, famiglie ed enti locali che riescono a salvare i propri istituti, vantando a buon diritto anche premi e riconoscimenti a livello europeo, e una meno nota eccezione, il “liceo della comunicazione”, che indisturbato continua la sua esistenza nelle scuole paritarie. Le regole o valgono per tutti o per ciascuno devono esserne chiari i criteri, altrimenti è ben difficile intravedere dove si concretizzi il risparmio e la tanto inseguita razionalizzazione.

Passiamo ai contenuti: i corsi sono organizzati, come stabilito dalla Moratti, in due bienni più anno finale. Il primo biennio Fioroni l’avrebbe voluto uguale o quasi uguale per tutti, nei variegati licei come nell’istruzione tecnica e professionale. Sarebbe questo il senso dell’obbligo scolastico elevato a 16 anni, per garantire una formazione “di base” più o meno omogenea a chiunque, attorno a quattro assi culturali e formativi essenziali: linguaggi, matematica, scienza e tecnologia e infine quello della storia e delle scienze sociali. Eppure la riforma Gelmini nel primo biennio dello scientifico (ma anche dell’artistico e del musicale) prevede solo 3 ore a settimana per una materia fondamentale come la storia, che tra l’altro le deve pure spartire con la forzatamente collega geografia e con la sempre dimenticata educazione civica. Praticamente un’ora e mezza, meno persino della ginnastica o quasi quanto la religione. Dei saperi sociali forti, quelli che connotano la cittadinanza, tipo diritto ed economia, in tutti i licei neanche l’ombra, a parte l’opzione economica del liceo delle scienze umane. Il latino, però, passa pure al linguistico! Va meglio ai tecnici e professionali, più rispettosi degli obiettivi formativi dell’obbligo scolastico e più omogenei: tra loro il sistema delle “passerelle” (ovvero la possibilità di cambiare percorso formativo) funziona a meraviglia, ma rispetto ai licei, così come tra i licei stessi, il muro è invalicabile.

Non si hanno notizie poi neanche della tanto attesa didattica laboratoriale. Difficile immaginarla, se in ogni regolamento si ripete la premurosa premessa “da attuarsi senza ulteriori oneri per lo Stato”. Per di più, la generalizzata riduzione delle ore ad una media di 27/30 a settimana non soltanto ha reso più ardua l’attuazione di approfondimenti, ma anche il normale andamento della didattica, che si ritrova con meno tempo ma in compenso più alunni per classe, rallentando pesantemente lo svolgimento di verifiche e lezioni. Sono soprattutto i professionali, passati da 40 a 30 ore settimanali, a scontare le conseguenze più dure di questa riforma all’insegna del risparmio. Scelte orarie e aumento della densità media delle nostre aule purtroppo dimostrano che più che gli obiettivi educativi degli studenti la priorità inseguita è quella di ridurre le cattedre. Del resto è stato sempre l’art. 64 della legge finanziaria a chiudere le SISS, bloccando in questo modo l’abilitazione all’insegnamento, per cui le graduatorie dei docenti restano blindate mentre un’intera classe di freschi e appassionati neolaureati, da due anni tagliati fuori, contempla vaste prospettive di ancora lunghe attese prima che venga indicato loro il modo di accedere alla docenza, persino da precari.

L’epilogo della saga, si stenta a crederci, è persino più inquietante. Secondo la legge finanziaria i “tagli” (e quindi anche il riordino della scuola) dovevano essere operativi già dal primo anno del triennio 2009/2012. Ma i frutti dei sofferti risparmi non potranno essere incassati prima del 2010/2011, quando i provvedimenti saranno operativi. Tra l’altro, solo per le prime classi. Su questo punto l’hanno avuta vinta le commissioni parlamentari ed il Consiglio di Stato che hanno condizionato il parere favorevole ai regolamenti al fatto che la riforma fosse operativa nel 2011 solo per le classi prime e non per il biennio, come invece si sarebbe voluto. Ciò rassicura i ragazzi che quest’anno hanno appena cominciato il proprio percorso scolastico, alle elementari come alle medie e alle superiori. Ma non rassicura affatto Tremonti che, a questo punto, a legge 133 approvata, naufragata l’ipotesi di risparmio attraverso la razionalizzazione strutturale della scuola, deve pur sempre trovare il modo di far quadrare i conti. E i fondi preventivati come ricavo nell’ambito dell’istruzione – risparmi che solo al 30% sarebbero stati reinvestiti nella scuola – bisogna in qualche modo che saltino fuori.

A questo scopo viene in aiuto l’eredità lasciata da Padoa-Schioppa, ovvero la cosiddetta “clausola di sicurezza”, in virtù della quale quanto non risparmiato col taglio degli organici previsto nella finanziaria viene recuperato riducendo i trasferimenti diretti dal Ministero alle istituzioni scolastiche, ovvero i fondi per l’autonomia (legge 440/97)

Per intenderci, sono i soldi che regolano il normale funzionamento delle scuola, dall’acquisto degli arredi (scrivanie, registri, lavagne) al piano dell’offerta formativa, dalle supplenze alle attività promosse da studenti e insegnanti. Per Padoa-Schioppa era un virtuoso principio per cui dall’incentivo si arrivava prima o poi ad accelerare il risparmio. Applicato alla legge 133 è un dichiarato assassinio.

Non si arrossisca allora di fronte allo tzunami di “proteste della carta igienica”, diffuse tra i genitori di tutta Italia, o all’acceso dibattito intorno alla questione se sia lecito e costituzionale nella scuola pubblica chiedere volontari “contributi” alle famiglie. E mentre i dirigenti scolastici hanno matasse sempre più difficili da sbrogliare (ammesso che resti quel po’ di lana), c’è chi si è inventato perfino le lotterie scolastiche. Nel trambusto, la verità è cristallina per tutti: questa sarà la vera riforma.

Una scuola che dura… tutto l’anno!

di Don Nicolò Tempesta – apparso su “Il fatto del Giorno”

Giorni fa mi è capitato di condividere su un autobus a Roma un po’ di tempo con alcuni giovani ragazzi che commentavano con piacere la notizia apparsa quasi a sigillare l’anno scolastico (già tormentato) 2009-2010: la proposta dell’apertura delle scuole dopo il 30 settembre.

Si tratta di una proposta contenuta in un disegno di legge presentato alla commissione istruzione del Senato e che vede il posticipo dell’inizio dell’anno scolastico al 30 settembre. Un ritorno al passato, come negli anni Sessanta/Settanta, quando la scuola iniziava i primi di ottobre, proposto anche per aspettare la fine del caldo di settembre e “allungare la stagione estiva anche rispetto al ciclo meteorologico. Ciò permetterebbe alle regioni a vocazione balneare un prolungamento della stagione turistica” e di conseguenza “potrebbe aiutare le famiglie a organizzare meglio il periodo delle vacanze e dare anche un aiuto al turismo”.

Basta questa bella notizia  commentavano i ragazzi con i loro zainetti pieni di libri e i loro sorrisi furbi – per anticipare le vacanze! Che gran bella notizia! E intanto il dibattito (non solo politico!) è aperto, proprio come le vacanze che sono ormai alle porte.

Guardavo l’orologio e mancava più di mezz’ora alla mia fermata, mi sono ricordato dei tempi belli della mia età scolare, gli ultimi compiti in classe e le vacanze che sembravano una conquista perché avevo avuto un buon voto sulla pagella scolastica: la vera firma di chiusura all’anno che era ormai al termine.

Così nell’isolamento da trasporto, tipico di chi usa i mezzi per spostarsi, mi sono nate un po’ di domande. Mi sono chiesto se questo è proprio quello che ci vuole alla nostra istituzione scolastica sempre più sotto l’occhio del ciclone; mi sono pure domandato se in un contesto socio-economico più che “liquido”, direi anzi abbastanza fluttuante, come il nostro, l’immagine un po’ fantozziana della famiglia che può programmare le sue vacanze sino a settembre corrisponda alla realtà concreta di chi, con molta probabilità, quest’anno non potrà neppure permettersi “le ferie” considerando soltanto i costi dell’apertura della scuola (settembrina o meno) e il loro peso sul bilancio familiare di fine mese. Mi sono posto pure il quesito circa la data di chiusura delle scuole: se essa verrà posticipata, gli alunni saranno costretti ad andare a scuola fino alla fine di giugno e ad affrontare la maturità fino a luglio. Sono ancora obbligatori secondo la direttiva europea i 200 giorni di scuola su 365? Dal momento che il calendario scolastico è competenza delle regioni e non del governo centrale, non sarebbe opportuno un accordo tra Stato e poteri locali? E infine m chiedo se gli effetti della proposta garantiscono un miglior rendimento scolastico, sebbene ciò interessi ancora a qualcuno.

Al di là dell’immediatezza e forse della superficialità di queste considerazioni che mi fanno pensare alla ferialità della vita delle nostre famiglie, mi domando anche quale sia la differenza tra la nostra scuola e, magari, un centro commerciale, senza orari e forse con l’unico criterio oggi valido, quello finanziario, uno spazio solo “economico” dove far scorazzare i bilanci, i tagli e tutto il resto. I tempi di inizio e fine, le vacanze extra estive si accorciano, si allungano, si spostano senza tener conto di quanto sia cambiata materialmente (e non solo) la vita di genitori, figli e nonni.

Conviene forse che recuperiamo una delle più belle definizioni di scuola (attribuita ad Alberto Magno maestro di san Tommaso d’Aquino! Scusate se è poco!) come laboratorium animae. Spazio dove ci si educa e si cresce: questo è importante! Credo che l’urgenza sia quella di una scuola che riscopra in modo nuovo il suo compito educativo e si organizza per assolvere in modo rinnovato la sua dimensione di “laboratorio” dove si costruisce mattone dopo mattone, con pazienza, la comunità degli uomini di domani.

La scuola educa non ad intermittenza, quasi diluendo in pillole di tempo un tipo di cultura che corre il rischio di diventare sempre più informativa e poco formativa, ma mostrando ai ragazzi il carattere vitale del sapere e facendo assaporare la ricchezza che la scuola stessa ha in ordine alla crescita dell’umanità di ciascuno. Sarebbe utile riproporre le istanze culturali di questo nostro tempo per capire meglio la realtà e per saper interagire con essa; ma sarebbe meglio proporre il sapere per comprendere la propria umanità, nel suo senso e nei suoi valori. Una scuola che nel suo bilancio preventivo alla fine dell’anno scolastico si propone di assumere in pieno la sua funzione educativa, in questo nostro tempo di emergenza educativa (o forse di emergenza educatori!!) è una scuola che ripensa complessivamente il suo progetto riproponendosi come laboratorium animae.

La scuola è luogo di vita, un piccolo universo in cui si intrecciano molte dimensioni: è spazio di cultura, ma anche luogo di relazioni, di trasmissioni di valori, di legame con il territorio e le sue istituzioni… ciascuno di questi aspetti credo debba essere ripensato e re-interpretato alla luce del compito educativo che qualifica e orienta la nostra cara scuola.

Abbiamo bisogno di quella stessa scuola che ha educato tutti quanti noi ad andare a “scuola da grandi”, tutti i giorni, secondo una bella poesia di un educatore che sin da piccoli abbiamo incontrato sui banchi della scuola del nostro paese: Gianni Rodari. C’era tempo sufficiente per poterlo studiare e imparare a memoria le sue filastrocche.

Anche i grandi a scuola vanno
tutti i giorni di tutto l’anno.
Una scuola senza banchi,
senza grembiuli nè fiocchi bianchi.
E che problemi, quei poveretti,
a risolvere sono costretti:
“In questo stipendio fateci stare
vitto, alloggio e un po’ di mare”.
La lezione è un vero guaio:
“Studiare il conto del calzolaio”.
Che mal di testa il compito in classe:
“C’è l’esattore delle tasse”!


Il MSAC raddoppia i delegati!

Durante l’Equipe Nazionale del 3-6 giugno, la Segreteria nazionale ha nominato un nuovo delegato MSAC al Forum delle associazioni studentesche maggiormente rappresentative presso il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Si tratta di Michele Azzoni, della diocesi di Venezia e già incaricato regionale del Triveneto. Assieme al veterano Agatino Lanzafame, Michele rappresenterà il Movimento ai tavoli del MIUR.

In bocca al lupo e grazie ad entrambi!

Il Msac sul diritto allo studio

«I capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi,

hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi»

Costituzione Italiana, Art. 34.3

1. Cos’è questo documento

Questa riflessione è l’elaborazione delle idee e delle attenzioni emerse durante i lavori di uno dei “cantieri” sui quali il Movimento Studenti di Azione Cattolica (MSAC) ha riflettuto in occasione del suo convegno nazionale della scorsa primavera, la “Mo.Ca” (sigla per “Movimento in Cantiere”). La Mo.Ca. è l’ormai tradizionale appuntamento triennale in cui il movimento entra in “cantiere”, chiamando a raccolta tutti i segretari ed i responsabili diocesani per riflettere insieme e confrontarsi sulle tematiche che riguardano le politiche scolastiche L’obiettivo è quello di offrire ai segretari diocesani l’occasione di approfondire i temi “caldi” del momento nel dibattito sulla scuola, con l’opportunità di un confronto diretto con esponenti politici e delle istituzioni, al fine di elaborare insieme le riflessioni e le proposte del MSAC per la politica scolastica. Quest’anno il MSAC ha messo “a cantiere” tre temi: Organi Collegiali, Diritto allo Studio e riforma dei Saperi.

2. Le nostre riflessioni sul diritto allo studio

Il diritto allo studio, come ricordato nell’apertura di questo documento, è sancito dalla nostra Carta Costituzionale come il diritto di ogni studente, capace e meritevole, di raggiungere i gradi più alti degli studi anche se privo di mezzi. Affinché l’obiettivo designato dalla nostra Costituzione si realizzi veramente, risulta fondamentale che il legislatore metta in atto alcuni strumenti attraverso i quali vengano fornite pari possibilità a tutti gli studenti.

Le istituzioni responsabili in materia, in base all’articolo 117 comma 3 della Costituzione, sono le Regioni, le quali provvedono a regolamentare la materia con legge regionale e, nel rispetto del principio di sussidiarietà, assegnano a Comuni e Province determinati compiti relativamente all’erogazione delle prestazioni e dei servizi in materia di Diritto allo Studio.

Il confronto avvenuto all’interno della Mo.Ca. ha fatto emergere come le diseguaglianze economiche e sociali presenti nelle diverse regioni del nostro paese e la qualità dell’azione amministrativa portata avanti dagli enti locali fanno si che gli studenti italiani non abbiano tutti gli stessi diritti, come emerge chiaramente dal confronto delle varie leggi regionali operato dai responsabili del Msac durante la preparazione dei lavori del convegno.

Alla luce di tale riflessione riteniamo sia prioritaria l’emanazione di una legge quadro nazionale relativamente al tema del diritto allo Studio che definisca le prestazioni minime a cui ogni studente ha diritto, al fine di garantire ad ogni studente.l’uguaglianza sostanziale ex art. 3 della Costituzione Italiana.

Tale legge, a nostro parere, deve intervenire necessariamente, al fine di definire i livelli essenziali delle prestazioni, su alcuni ambiti individuati a livello nazionale. I ragazzi del MSAC, confrontandosi nell’ambito dei laboratori svolti durante la Mo.Ca., ne hanno indicati come prioritari alcuni.

3.Gli interventi che chiediamo

Infrastrutture ed edilizia scolastica;

Ambienti sicuri, salubri e dignitosi sono indispensabili per garantire un effettivo diritto allo studio.

1) Chiediamo la creazione di una task-force ministeriale coinvolgendo le associazioni studentesche e la protezione civile al fine di effettuare un monitoraggio della sicurezza delle infrastrutture con particolare attenzione alle zone ad alto rischio sismico, pur consapevoli che il MIUR sta già provvedendo a questo monitoraggio.

2) Chiediamo, inoltre, di obbligare, con interventi legislativi mirati, gli enti locali a costituire una commissione di verifica dell’adeguatezza degli edifici alle normative vigenti.

3) Chiediamo laboratori e tecnologie all’avanguardia a disposizione degli studenti, affiancando la pratica e la sperimentazione alla teoria. Per essere al passo con i tempi chiediamo che ogni scuola sia dotata obbligatoriamente dei laboratori inerenti ai programmi di studio dell’istituto con il conseguente stanziamento di una somma di denaro al fine di dotare tutte le scuole di un’aula informatica funzionale e adeguata alle esigenze.

• Trasporti

1). È fondamentale obbligare gli enti locali a sovvenzionare gli abbonamenti ai mezzi pubblici a prezzo agevolato per gli studenti, attraverso la previsione di tariffe differenziate a seconda dei componenti del nucleo familiare e del reddito degli stessi e a provvedere ad un adeguato collegamento mediante il trasporto pubblico degli edifici scolastici.

Borse di Studio

1) Chiediamo la razionalizzazione delle borse di studio introducendo l’obbligo di attribuire le stesse secondo criteri (uniformi) di reddito e di merito. Si potrebbe pensare all’introduzione di un meccanismo in base al quale si possa suddividere l’importo in più rate, la cui erogazione dipenda dal rendimento dello studente.

2) Collaborazioni part-time: Possibilità per le istituzioni scolastiche di stipulare con gli studenti al di sopra dei 16 anni d’età che possiedono determinati requisiti di reddito e merito dei contratti di collaborazione part-time, durante il periodo estivo, o durante le ore pomeridiane, al fine di attuare un ulteriore sostegno al reddito degli studenti come accade per gli studenti universitari in alcuni atenei Italiani .

Libri di testo

1) Chiediamo l’istituzione di biblioteche presso le scuole che concedano in comodato d’uso i testi agli studenti aventi determinati requisiti di reddito, con possibilità di acquisto degli stessi al termine dell’anno scolastico e obbligo di risarcimento in caso di danneggiamento.

A tal fine sarebbe importante che gli Enti Locali, sulla base di una legge quadro nazionale, destinassero delle somme di denaro alle scuole in modo che esse (singolarmente o in rete) possano acquistare una sufficiente quantità di libri di testo in adozione nelle varie classi. Verrebbero create, in questo modo, delle biblioteche con un gran numero di libri di testo che potrebbero quindi essere presi in prestito. Ciò sarebbe necessario in particolare per i libri più costosi, che gli studenti potrebbero evitare di comprare usufruendo dei libri in dotazione nella biblioteca scolastica.

2) Sarebbe inoltre auspicabile la previsione di analoghi meccanismi per il comodato d’uso di computer portatili.

3) Riteniamo poi importante garantire almeno una semigratuità per l’acquisto dei libri di testo nelle scuole secondarie di primo e di secondo grado, privilegiando questo ciclo di studi rispetto alla scuola primaria, che attualmente gode della totale gratuità e che, rispetto alle scuole secondarie, prevede una spesa totale di gran lunga inferiore per l’acquisto della dotazione. In alternativa o in aggiunta si dovrebbe introdurre l’obbligo, per le istituzioni regionali, di erogare buoni libro che coprano una percentuale rilevante delle spese per i libri di testo degli studenti aventi determinati requisiti di reddito.

4) Riguardo al sistema di adozione dei libri di testo, è necessario attuare un intervento di monitoraggio, specialmente nella scuola secondaria di secondo grado, volto da un lato a verificare la piena attuazione dell’art. 2 comma 4 del DPR 249/1998 secondo il quale “gli studenti, i genitori e i docenti devono collaborare nella scelta dei libri di testo tenendo conto anche del fattore economico” e dall’altro, qualora nelle scuole risultino “libri consigliati”, a verificare che questi siano realmente tali, prevedendo delle sanzioni amministrative per le scuole che impiegano il sistema del libro di testo con acquisto consigliato, ma che in realtà obbligano lo studente all’acquisto dello stesso.

5) Riteniamo fondamentale infine un monitoraggio ministeriale che garantisca il rispetto da parte degli editori dell’art. 5 della Legge 169/2008, con particolare attenzione a garantire che la possibilità di aggiornamento mediante appendici non consenta agli editori di eludere quanto disposto dalla Legge.

Orientamento;

Esso va distinto in orientamento in entrata e in uscita:

1) In entrata: introdurre l’obbligo per le istituzioni scolastiche di attivare dei percorsi di orientamento per gli studenti che intendono iscriversi, per verificare l’effettiva consapevolezza della loro scelta, di predisporre servizi di orientamento specifici per gli studenti stranieri al fine di fornire informazioni sui percorsi didattici e supporto per l’apprendimento della lingua italiana.

2) In uscita: prevedere specifici percorsi di orientamento, con il coinvolgimento delle istituzioni universitarie e delle associazioni studentesche, al fine di garantire una scelta che tenga conto dei progetti e delle attitudini degli studenti.

• Carta dello studente

Riteniamo molto importante l’idea intrapresa dal Ministero della Pubblica Istruzione da tre anni ormai di realizzare la Carta dello studente “Io Studio”.

Ciò nonostante riteniamo che sia fondamentale realizzare una campagna pubblicitaria adeguata (Circolari ministeriali, media, canali di informazione telematici, pubblicità all’interno delle scuole, delle cartolerie e dei luoghi di aggregazione giovanile) in modo che gli studenti possano venire a conoscenza delle convenzioni già stipulate dal ministero come numerose aziende italiane. Sono molti gli studenti che non conoscono i benefici che, seppur ancor oggi limitati, possono trarre dalla Carta dello studente.

Chiediamo al Ministero un costante monitoraggio su tutte le scuole del territorio nazionale in modo che possa essere verificata l’effettiva diffusione e consegna delle Carte agli studenti che ci risulta non avvenga in alcune scuole.

Chiediamo al Ministero di rendere possibile, sia alle Consulte Provinciali Studentesche sia alle singole scuole, di stipulare convenzioni locali con esercenti per ottenere sconti nei bar, nelle pizzerie, nelle cartolerie, nei panifici, etc.

• Attività di recupero

La domanda fondamentale alla quale è necessario partire per affrontare questo ambito è: chi pensa a chi resta indietro?

1) Secondo noi, per garantire il diritto allo studio è necessario che tutti gli studenti possano fruire di corsi di recupero organizzati dalla propria scuola, al fine di non dover ricorrere a costosi professori privati. E’ possibile pensare ad una sospensione dell’attività didattica tra il primo ed il secondo quadrimestre (nel caso si adotti la suddivisione in trimestri si potrebbero realizzare sia tra il primo e il secondo sia tra il secondo e il terzo) durante la quale gli studenti con insufficienze siano seguiti dai loro docenti nelle ore scolastiche. Gli studenti che non presentano insufficienze, invece, potrebbero usufruire di corsi per il potenziamento.

• Disabilità

1) Affinché veramente tutti possano avere il diritto di studiare è importante la previsione di incentivi per gli enti locali che provvedono all’eliminazione delle barriere architettoniche presenti negli istituti. Non è pensabile che nel 2010 ci siano molte strutture scolastiche non adatte all’accoglienza di ragazzi portatori di handicap.

2) È indispensabile l’attivazione, da parte degli istituti scolastici, di percorsi per garantire la piena integrazione degli studenti disabili, con la collaborazione delle associazioni studentesche.

• Formazione degli insegnanti e continuità didattica

1) E’ necessario garantire la formazione di insegnanti che siano competenti, appassionati e motivati con la previsione di corsi di formazione obbligatori e di verifiche periodiche per i docenti. Inoltre risulta fondamentale per gli istituti scolastici, garantire ove e come possibile la continuità didattica dei docenti. A tal fine sarebbe opportuno un intervento legislativo del MIUR.

4. Il nostro impegno: le buone prassi msacchine

Con la consapevolezza che al fine di garantire realmente il Diritto allo Studio a tutti gli studenti non è sufficiente (ma comunque necessario) soltanto un intervento legislativo ma è indispensabile il contributo di tutti coloro che si impegnano quotidianamente a scuola e alla luce del fatto che la nostra presenza a scuola è caratterizzata dallo stile della corresponsabilità, ci impegniamo, insieme alle istituzioni, a realizzare il diritto allo studio di tutti gli studenti attraverso una serie di iniziative che ci coinvolgono in prima persona come studenti singoli e come associazione studentesca.

Tali buone prassi, che riguardano tutti gli ambiti sopraindicati e che saranno promosse dai circoli diocesani del Msac in tutta Italia possono essere indicate a titolo esemplificativo

1) Creazione di una rete di scambio/prestito di libri usati.

2) Organizzazione, coinvolgendo le famiglie, mercatini del libro usato.

3) Impegno in prima persona per rendere vivibile la nostra scuola mediante la realizzazione di “giornate della creatività” durante le quali vengano puliti e ridipinti i locali dell’edificio scolastico che necessitano di manutenzione.

4) Organizzazione di gruppi di studio pomeridiani affinché nessuno “resti indietro” e tutti possano recuperare eventuali lacune.

5) Interesse costante al modo di vedere, di vivere e di sentire la scuola da parte degli studenti disabili, attraverso iniziative di sensibilizzazione sul tema delle barriere architettoniche.

6) Attività volte a garantire informazione e trasparenza sulle risorse a disposizione della scuola e degli enti locali.

7) Impegno concreto nel monitoraggio relativo allo stato delle infrastrutture e di segnalazione di eventuali disfunzioni alla dirigenza e nel caso di interzia della stessa agli enti locali competenti.