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Una petizione per l’Anagrafe nazionale dell’Edilizia Scolastica

di Andrea Facciolo

Poco più di un mese fa il MIUR annunciava per il 22 di aprile la pubblicazione dei dati dell’Anagrafe nazionale dell’Edilizia Scolastica, come già spiegavamo in questo post.

La pubblicazione di questi dati è attesa da molti anni ed è stata più volte rinviata. Anche questa volta ci siamo trovati di fronte a un rinvio da parte del Ministero, perché mancano i dati di molte regioni.

Nel nostro paese la competenza in materia di istruzione è, come stabilito dalla Costituzione, concorrente, cioè dipende sia dallo Stato, che detta tutte le norme generali e gli ordinamenti, che dalle Regioni, che hanno alcune specifiche competenze, come appunto quella di tenere l’anagrafe dell’edilizia scolastica, ovvero i dati aggiornati sullo stato dei circa 40.000 edifici scolastici italiani, ovviamente ogni ente per il suo territorio, comunicando poi al Ministero i dati complessivi per ottenere il quadro nazionale.

Conoscere questi dati è fondamentale per poter programmare gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria (le ristrutturazioni), che per le superiori verranno poi realizzati dalle Province, che gestiscono gli edifici delle superiori, e per stanziare i fondi necessari affinché si possano davvero realizzare tali interventi, anche quelli annunciati e programmati in questi mesi.

Proprio per la pubblicazione dell’Anagrafe dell’Edilizia si sono attivate molte associazioni ed enti che chiedono al Ministero di rendere noti i dati, anche solo quelli parziali finché non arriveranno quelli di tutte le regioni.

In particolare gli amici di CittadinanzAttiva, che già si sono molto battuti per la pubblicazione dell’anagrafe, promuovono una raccolta firme per chiedere al Ministero di pubblicare i dati dell’Anagrafe già presenti, che siano completi o parziali, entro il 30 giugno.

Anche noi possiamo sottoscrivere e far conoscere questa petizione, così da spronare il Ministero a pubblicare i dati e le Regioni a completare la mappatura dei dati di tutti gli edifici scolastici.

 

Il Partito Democratico convoca gli studenti: c’è anche il MSAC

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di Adelaide e Gioele

Oggi pomeriggio alle 18.30 abbiamo varcato la soglia della sede del PD, partito di maggioranza in Parlamento, insieme ai rappresentanti della Rete degli Studenti Medi, Unione degli Studenti e Federazione degli Studenti. Gita di piacere? Non proprio, siamo stati convocati per proporre modifiche al testo del disegno di legge “Buona scuola”, già in corso di emendazione da parte della Commissione Cultura della Camera.

Il confronto non era stato programmato, ma è stato indetto dal Partito Democratico dopo la mobilitazione del 5 maggio a cui noi abbiamo partecipato attivamente proponendo discussioni nelle scuole. Una mobilitazione come quella di ieri, con ampia adesione degli insegnanti, non è trascurabile nella fase di discussione della riforma.

All’incontro c’erano esponenti del PD, ma non del governo: la responsabile scuola del partito Francesca Puglisi, la deputata della VII commissione Simona Malpezzi e anche il presidente del PD Matteo Orfini.

Noi abbiamo presentato le proposte del “Manifesto nazionale della Buona Scuola” integrate dal lavoro della Mo.Ca. a Rimini. Abbiamo cominciato sottolineando che gli studenti italiani non vivono fuori dal mondo, ma hanno aspettative alte riguardo la riforma della scuola, soprattutto vedendo il confronto con altri Paesi europei. La prima assente ingiustificata della Buona Scuola è una lotta alla dispersione scolastica a 360°. Lotta che si concretizza con interventi immediati come l’approvazione urgente di una legge quadro nazionale sul diritto allo studio e l’incremento e stabilizzazione dei canali di finanziamento ordinari delle scuole; e poi con modifiche che portino a ripensare per intero la scuola italiana: come la ristrutturazione dei cicli d’istruzione, o il ripensamento del sistema di valutazione. Ma anche noi studenti vogliamo poter combattere la dispersione partecipando alla scrittura del Piano triennale dell’Offerta Formativa, provando a portare ciò che attrae da fuori a dentro la scuola. E abbiamo proposto una vera integrazione del percorso di alternanza scuola-lavoro nel processo di apprendimento di uno studente.

Le proposte degli studenti di AC sono tante e articolate, perciò non possono essere valutate solo adesso, quando la discussione in Parlamento è già cominciata. Non si ripensa la scuola in 10 giorni, con la fretta di dover approvare le assunzioni dei docenti. Eppure da settembre sono passati quasi 10 mesi, perché non è stato dato il giusto tempo alla discussione democratica e partecipata? Ci chiediamo perché quest’incontro non si è svolto prima, perché la voce degli studenti non è stata il punto di partenza della scrittura del ddl invece di essere sollecitata da un’ampia mobilitazione.

5 maggio #sonoascuolaperché

Il 5 maggio, giornata di mobilitazione nazionale per il DDL Buona Scuola, il Msac ha scelto di farsi sentire sfruttando al massimo lo strumento più potente che gli studenti hanno a disposizione: il diritto all’istruzione.

Ecco i volti e i pensieri della giornata di ieri, condivisi sui social network.

antonella

Antonella

#sonoascuolaperchè

IO PARTECIPO #alpostogiusto!


lorenzo

Lorenzo e Giulio, MSAC Cesena

#sonoascuolaperchè #gomsac


lorenzoluccaLorenzo, Msac Lucca

#iovadoascuolaperchè è un nostro diritto ed è proprio in questi momenti di bisogno che dobbiamo sostenere le nostre scuole. Ragazzi di tutti Italia uniti non nei cortei e nelle piazze, ma nelle nostre aule sempre aperti al dialogo e con la voglia di fare! Noi stiamo dalla parte della scuola ma nella scuola e anche il Carducci di Viareggio si unisce al movimento di quest’oggi: democrazie è partecipazione, voglia di fare, di rapportarsi con gli altri e soprattutto di conoscere!

#MsacViareggioLucca #IoPartecipo #alpostogiusto


golino

Carlo, Luca, Riccardo e Matteo, Msac Imola

Oggi #sonoascuolaperchè è un nostro diritto per il quale tantissimi ragazzi ancora lottano in giro per il mondo. Anche se “la Buona Scuola” a mio parere non convince in diversi punti è a scuola che ci si informa, se ne parla e ci si confronta consapevoli di essere #alpostogiusto per costruire e credere nel nostro futuro!! #wecare


matteodavide

Anche con 32° #iovadoascuolaperchè la scuola non si cambia camminando per strada Emoticon wink

Matteo, Davide, Sabrina  e Nicola


marta

Marta, Msac Rimini

#sonoascuolaperchè Levogliobbbbene

E perché qui siamo #alpostogiusto


pasqui

Filippo e Salvatore MSAC Rimini

#sonoascuolaperché  perché vogliamo una scuola migliore


chiaragiovanni

Chiara e Giovanni Maria

#sonoascuolaperchè #èilPostoGiusto 


cosenza

Msac Cosenza-Bisignano

#sonoascuolaperché una scuola fatta di proteste e non di proposte non ci aiuta a crescere!


martaisola

Marta

#sonoascuolaperché anche se quasi completamente deserta, volevo dimostrarle che ci tengo, nella speranza che questo sciopero funzioni e la scuola sia un posto migliore per chi verrà dopo di me.

“La scuola è il nostro passaporto per il futuro, poiché il domani appartiene a coloro che oggi si preparano ad affrontarlo. “


matteoalbanoMatteo, Msac Albano

#SonoAScuolaPerchè mi intressa il mio diritto allo studio e mi sento #AlPostoGiusto.

Dopo questi tre giorni di #MOCA ho capito quanto è importante la #SCUOLA… Non abbandoniamola!!

#MSAC #MOCA2015 #MOvimentoInCAntiere #MovimentoStudentiAzioneCattolica #5Maggio #LaBuonaScuola #Sciopero #IoPartecipo #MSACAlbano #GoMSAC #SempreInMovimento


francesca

Francesca

#sonoascuolaperché #ioPartecipo #Msac


annalorenzo

Anna,Lorenzo.Letizia e Matilde

#sonoascuolaperché 

2A


ilaria

Ilaria

Foto nella foto

Comunque #sonoascuolaperché sto col MSAC


benedettailaria

Benedetta e Ilaria

#siamoalpostogiusto#gomsac


elisabetta

Elisabetta, MSAC Firenze

#Iosonoascuolaperchè la scuola è un diritto e non dobbiamo rinunciarci!! #Alpostogiusto #gomsac


mariachiara

Maria Chiara, MSAC Alessandria

Oggi non sono entrata a scuola: mancavano insegnanti e personale, mancava soprattutto e tristemente la voglia di fare comunque qualcosa fuori da scuola tra i ragazzi, non siamo abituati agli scioperi appena possiamo diventiamo dei sessantottini vogliosi di rivoluzione senza sapere che non combineremo niente se non dialoghiamo o prendiamo e ce ne andiamo a casa sperando che siano gli altri a intervenire…comunque ho fatto provato con alcuni miei compagni a parlare di alcune proposte venute fuori dal cantiere di didattica della Mo.Ca: molti si sono trovato d’accordo sull’ aggiunta di geografia e di diritto…abbiamo comunque #partecipato e #dialogato! Saluti dalla stazione, la nostra #scuola improvvisata


como

MSAC Como

#sonoascuolaperchè #èungiornobuono

La scuola si cambia con la proposta e non con la protesta, con la partecipazione e non con l’assenza. La scuola è un nostro diritto e non vogliamo abbandonarla. Noi ci siamo!!!

#iopartecipo #dirittoallostudio #alpostogiusto #sonoascuolaperchè #goMSAC


antonio

Antonio, MSAC Aversa

#sonoascuolaperché ritengo che lo sciopero studentesco sia sbagliato per principio. La scuola è un nostro diritto non un dovere:per me, una scuola chiusa o vuota è uno schiaffo sul volto di Malala Yousfazi e di tutti i ragazzi che nel mondo non godono del diritto alla scuola. Voglio essere uno studente protagonista, perché la scuola è il “posto giusto” per me: qui voglio crescere e formarmi come uomo competente, e come cittadino onesto e responsabile. Perciò non la abbandono in questi giorni di fermento, anzi rinnovo l’impegno ad aiutarla con cura e con passione. #alpostogiusto #goMSAC


federicamatteo

Federica, Matteo, Alberto e Salvo

#sonoascuolaperchè in questo luogo mi sento #alpostogiusto!! #gomsac


matteofabio

Matteo, Fabio,Patrizia e Nicola

#sonoascuolaperché quando ce ne andremo ci mancherà tutto questo!!


nicola

Nicola

#sonoascuolaperchè la scuola è sopratutto un diritto e ognuno dovrebbe stare #alpostogiusto


martavalentinaMarta, Valentina, Irene, Miriana, Martina, Erika e Giorgia

#sonoascuolaperché vogliamo essere studenti protagonisti delle nostre scuole, di cui ci vogliamo prendere cura, in cui vogliamo essere partecipi e attivi per un cambiamento che parta dall’interno!

#partecipazione #5maggio #gomsac #alpostogiusto


ilariamarina

Ilaria, Marina, Francesca, Arianna,  Msac Rimini

Andiamo a scuola perché lottiamo per il nostro diritto, non protestando in strada, ma restando con lei.

#vadoascuolaperchè #iostoconlascuola #goMSAC #alpostogiusto 


fracesco

Francesco, Lecce

#sonoascuola perché ci tengo! Perché mi sta a cuore e perché sono convinto che solo qui sono #alpostogiusto !

Oggi tanti professori manifestavano, e noi abbiamo organizzato un’assemblea speciale con tutte le classi scoperte, per fare informazione e per creare dialogo e dibattito. La Buona Scuola è una scuola che si informa e che si interessa e non che vive passivamente ciò che la circonda! Io #vadoascuola perché ho il diritto allo studio, e di certo non l’abbandono perché significherebbe non apprezzare un dono e un diritto che molti ragazzi non hanno e per cui lottano migliaia di uomini.

Io non ci sto e ti sto vicino, cara scuola, insieme ai miei compagni!

#sonoascuolaperchè #avantibanzi #iopartecipo #icare


Giovanna

Dopo quasi un giorno di spostamenti tra mezza Italia, posso dire #sonoascuolaperchè gli studenti hanno lottato e lottano ancora, in molti Paesi del mondo, per il diritto allo studio. Non entrare e non usufruire di questo diritto per scioperare nel posto sbagliato, non vale la pena. Bisogna imparare a difendere i nostri ideali di una scuola buona nel posto giusto, che non è la strada.


mariannaMarianna, Msac Sicilia

Pure dall’UniCT #iopartecipo

#vadoascuolaperché, o meglio ci sarei andata se avessi avuto ancora quattro anni di meno, perché il diritto allo studio non si può rivendicarlo buttandolo dalla finestra!

Solidarietà per i docenti scesi in piazza,

Ma il mio pensiero e la mia vicinanza va soprattutto agli studenti del MSAC che oggi hanno fatto la coraggiosa scelta di mettersi in Movimento controcorrente, entrando, come dovrebbe essere normale, a scuola, per difendere il proprio diritto allo studio, informandosi e confrontandosi su questa #buonascuola che tanto buona non è

Ma non abbandonando le classi, ma abitandole con rinnovata responsabilità… Dicendo io #vadoascuolaperché ci tengo, perché so che qui sono #alpostogiusto, che qui e ora, soprattutto oggi, sono uno studente protagonista. E solo a scuola posso esserlo… Fuori sono solo uno come tanti…

Grazie, ragazzi! Grazie!


matteo

Matteo

Vado a scuola perché è il mio futuro

Vado a scuola perché non si cura la disorganizzazione con il disordine

Vado a scuola perché voglio far PRESENTE le mie idee

#sonoascuolaperchè #iostoconlascuola #goMSAC #alpostogiusto


zardiLorenzo, MSAC Imola

Oggi con il cuore (non fisicamente solo perché ho finito le lezioni) #sonoascuolaperchè credo nella partecipazione studentesca! Ieri sera mi sono arrivati messaggi da studenti che mi chiedevano consigli per sostenere le loro motivazioni nelle classi! #sonoascuolaperchè vedo in tutta Italia studenti che ci mettono la faccia!!!! #sonoascuolaperchè in tanti hanno capito che la ricreazione è finita, è ora di i nformarsi, è ora di informare, è ora di partecipare, è ora di smettere di fare solamente protesta e iniziare con la proposta!

Io credo negli studenti che si stanno impegnando a scuola, mettendoci la faccia! #sonoascuolaperchè la mia faccia si sente #alpostogiusto


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Margherita, Martina, Cecilia, Elia e Margherita, Marianna, Federica e Francesco

#sonoascuolaperché oggi mi sento davvero #alpostogiusto    


simone

Simone

#sonoascuolaperché è qui che si cresce

#alpostogiusto #goMSAC


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Antonio

#alpostogiusto #vadoascuolaperche …non abbandono la casa dove posso stare bene con Te #goMSAC


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Benedetta, Giulia, Carolina, Benedetta ed Elena

#sonoascuolaperchè nella nostra scuola noi stiamo bene e non ci smuove nessuno!!!!! #iopartecipo#alpostogiusto#èungiornobuono


mattia

Federico, Mattia, Nicholas, Roberto, Leonardo

‪#‎sonoascuolaperchè‬ il cambiamento lo vogliamo da dentro…

‪#‎goMSAC‬ ‪#‎alpostogiusto‬

Studenti protagonisti per cambiare la scuola. Il 5 maggio non scioperiamo: la scuola è un diritto, non la abbandoniamo!

Il comunicato del MSAC al termine della Mo.Ca di Rimini (30 aprile – 2 maggio)

I responsabili diocesani del Movimento Studenti di Azione Cattolica (MSAC) si sono riuniti a Rimini dal 30 aprile al 2 maggio, per la quarta edizione del “Movimento in Cantiere” (Mo.Ca.).

Il convegno, dal titolo “Al posto giusto – Studenti protagonisti nella scuola di oggi”, era dedicato alla riflessione sugli spazi di partecipazione studentesca nella scuola dell’autonomia. Gli msacchini – oltre 130, da tutta Italia – hanno elaborato proposte sul coinvolgimento degli studenti nella didattica, nella valutazione, nella redazione dei Piani di Offerta Formativa e nella rappresentanza democratica. Noi studenti di AC, sull’esempio dei ragazzi di Barbiana, vogliamo vivere la scuola con passione: per fare questo, crediamo sia necessario che ci riappropriamo degli spazi di partecipazione nella scuola, con uno stile di dialogo e sempre propositivo.

Nei tre giorni del convegno si è parlato anche della riforma della “Buona Scuola”, e delle mobilitazioni che presto toccheranno le nostre scuole. Ci aspettavamo di più dalla riforma: crediamo infatti, e lo abbiamo sostenuto per tutto il periodo della consultazione, che sia il tempo di modifiche strutturali al nostro sistema scolastico (riforma dei cicli, nuovo sistema di valutazione, ripensamento dei saperi…). Rispetto al disegno di legge attualmente in discussione presso il Parlamento, chiediamo che venga esplicitato un deciso impegno contro le diseguaglianze, motivo di esclusione e fallimento formativo; che gli spazi di partecipazione degli studenti possano essere ampliati; che si ponga attenzione all’insegnamento trasversale delle competenze di cittadinanza; che le esperienze di alternanza scuola/lavoro siano realmente inserite dentro i percorsi formativi annuali. Condividiamo queste richieste con le 32 associazioni, di varia natura e ispirazione, che hanno condiviso l’appello “La scuola che cambia il Paese”: ci auguriamo che la discussione in Parlamento sappia recuperare l’ambizione di noi studenti, per incidere realmente sulla qualità del nostro sistema d’istruzione.

Gli studenti del MSAC hanno discusso anche del 5 maggio, e dello sciopero generale proclamato dalle associazioni sindacali. Come studenti di AC, riteniamo che lo sciopero studentesco sia sbagliato per principio. La scuola è infatti un nostro diritto, non un dovere: per noi, una scuola chiusa è uno schiaffo sul volto di Malala Youszafai e di tutte le ragazze e i ragazzi che nel mondo non godono del diritto all’istruzione. Parteciperemo dunque alla giornata di mobilitazione, ma con gli strumenti che sono propri degli studenti: ci riuniremo in assemblea durante e dopo scuola, per informarci sulla riforma e diffondere tra gli studenti le proposte del MSAC e del Forum delle Associazioni Studentesche. Invitiamo tutta la comunità scolastica a promuovere insieme a noi momenti di confronto e discussione.

La scuola italiana può cambiare, se tutti sapremo davvero prenderci cura dei nostri istituti. Vogliamo essere studenti protagonisti, perché la scuola è il “posto giusto” per noi: qui vogliamo formarci come uomini e donne competenti, e come cittadini onesti e responsabili. Perciò non la abbandoniamo in questi giorni di fermento, anzi rinnoviamo l’impegno ad abitarla con passione.

27 e 30 aprile: ricordiamo a scuola la tragedia dei migranti

di Andrea Facciolo

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Il Ministero dell’Istruzione, attraverso una circolare inviata a tutte le scuole, ha chiesto di dedicare due giorni, il 27 e il 30 aprile, al ricordo dei più di 700 migranti periti nel naufragio della notte fra il 18 e il 19 aprile nel Canale di Sicilia.
In particolare si chiede alle scuole (con la collaborazione di tutti: studenti, genitori, insegnanti) di mettere in campo attività di sensibilizzazione e riflessione sul tema dell’accoglienza e dell’inclusione, realizzando anche seminari, incontri con esperti o attività con organizzazioni o ONG che si occupano di queste tematiche.
Obiettivo di queste attività è ricordare i tanti migranti, uomini, donne e ragazzi come noi, morti mentre «cercavano la felicità» (Papa Francesco); ma anche quello di far crescere la cultura dell’accoglienza e dell’integrazione nella nostra società e nella scuola, proprio perché, come ricorda la stessa circolare, la scuola non deve essere solo un luogo di apprendimento di nozioni ma uno spazio di incontro e confronto dove si mette in pratica l’inclusione.
Il Ministero chiede a ogni componente del mondo della scuola di fare la propria parte per l’organizzazione e lo svolgimento di queste giornate: come Movimento Studenti possiamo mettere a disposizione alcuni materiali come la traccia dell’OktoberFest 2012 “Nessuno Escluso” e la scheda formativa sui conflitti di quest’anno “La Pace è disarmante”; oltre a questo possiamo fare rete, far circolare le informazioni sulle iniziative che le scuole mettono in campo e – anche tenendo conto dei tempi molto stretti – metterci in gioco proponendo punti di incontro magari coinvolgendo anche testimoni o esperti…in poche parole, fare Movimento per ricordare e per impegnarci.

Edilizia Scolastica: arriva l’Anagrafe nazionale

di Andrea Facciolo

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Ieri, 27 marzo, il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone ha presentato il percorso portato avanti in questi mesi per quanto riguarda l’Edilizia Scolastica, e ha anche dato alcune anticipazioni sulle prossime attività.

Le attività in questo campo sono attualmente coordinate da due strutture: l’Osservatorio Nazionale sull’edilizia scolastica presso il Ministero dell’Istruzione (l’Osservatorio vedrà aumentato nei prossimi mesi il numero dei componenti, per coinvolgere le rappresentanze di tutti coloro che hanno competenze in materia di Edilizia); e la “Struttura tecnica di missione” (cioè un gruppo di lavoro) proprio sull’ edilizia scolastica creata dal Governo a Palazzo Chigi. A queste due strutture si va ad aggiungere una Direzione generale del MIUR (ovvero uno dei “dipartimenti” in cui è diviso il Ministero) creata negli ultimi mesi e competente proprio anche su questa materia.

Il sottosegretario ha illustrato i primi dati sugli interventi realizzati nelle scuole in questi mesi. Per avere però il quadro completo di tutte le scuole della Penisola sarà necessario aspettare il 22 aprile: in questa data infatti verrà finalmente pubblicata l’Anagrafe nazionale dell’Edilizia Scolastica, contente i dati delle scuole, divise per Regione. Questa misura era attesa da molti anni (qui il commento degli amici di CittadinanzAttiva, che da anni si battevano per l’Anagrafe). Nel frattempo secondo i dati resi noti da Faraone sono 11.000 gli edifici scolastici su cui sono stati avviati interventi strutturali (messa in sicurezza, miglioramento efficienza energetica, interventi antisismici, ecc.) o in cui stanno per finire i lavori. Si tratta di quasi una su quattro delle scuole italiane. Le slide con cui il Sottosegretario ha illustrato gli interventi si trovano qui.

12.000 sono invece gli interventi che riguardano la piccola manutenzione e il decoro (sono compresi anche gli interventi che verranno realizzati fino a giugno di questo anno). La cifra investita fin qui è di circa 3,9 miliardi, a cui si aggiungeranno le risorse previste nel Disegno di legge (DDL) “Buona scuola” per la verifica delle contro soffittature. Oltre a questo è allo studio, tramite l’utilizzo di fondi europei, la concessione di mutui agevolati per realizzare ulteriori 4.000 interventi di edilizia scolastica (per il costo di circa 900 mln). Un’ultima novità riguarda i presidi: essi riceveranno direttamente dal MIUR i fondi per la piccola manutenzione della scuola (tinteggiature, infissi, ecc.) che potranno spendere in autonomia. La questione era stata sollevata anche dal MSAC durante la riunione del Forum delle associazioni studentesche con il Ministro Giannini il 17 ottobre scorso e anche dal Coordinamento Nazionale delle Consulte provinciali degli studenti sempre durante un incontro con il Ministro.

Vacanze più corte per gli studenti?

Giuliano Poletti, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali

Giuliano Poletti, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali

Ieri il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti, intervenendo a un convegno, ha parlato di come gli studenti italiani potrebbero impiegare il proprio tempo estivo:

« Un mese di vacanza va bene. Ma non c’è un obbligo di farne tre. Magari uno potrebbe essere passato a fare formazione. Una discussione che va affrontata. […] I miei figli d’estate sono sempre andati al magazzino della frutta a spostare le casse. Sono venuti su normali, non sono speciali, non sono straordinari. […] Anche noi genitori, la società, dobbiamo riconsiderare il tema del lavoro e le giovani generazioni». […] Secondo il ministro, infine, non si distruggerebbe un ragazzino se invece «di stare a spasso per le strade della città va a fare quattro ore di lavoro».

Sono dichiarazioni estrapolate da un contesto, ma certamente non molto felici. Parlare di «spostare casse al magazzino» non è esattamente un esempio virtuoso di formazione estiva. Intanto però il Ministro ha posto un tema, quello delle vacanze che in Italia sono più lunghe rispetto alla media europea. Lo dimostra ad esempio il Corriere della Sera, e ne parla anche Repubblica.

Il nostro segretario Gioele, interpellato dal SIR, ha espresso questa opinione:

«C‘è un‘immagine di come i giovani impiegano il tempo estivo che non corrisponde al vero. Ci sono molti giovani che trascorrono i mesi estivi sfruttando questo periodo per il loro percorso di crescita personale mettendosi a disposizione per volontariato, campi scuola, grest. Non poniamo un rifiuto pregiudiziale all‘ipotesi di distribuire diversamente i periodi di vacanza durante l‘anno, anzi una sosta in determinati momenti potrebbe essere positiva. In Francia, per esempio, gli studenti godono di due settimane di vacanza nel periodo di Carnevale. Se anche in Italia si decide di procedere in tal senso, anticipando l‘inizio dell‘anno scolastico e posticipandone la fine, bisogna adeguare gli istituti scolastici che in buona parte al momento non sono in grado di ospitare gli studenti durante il periodo estivo».

Insomma, è un dibattito che si può aprire ma a due condizioni: che venga superato il legame estate-lavoro, ma anzi che siano valorizzate anche le altre attività formative – come il volontariato – in cui molti giovani già s’impegnano; e che, qualora le scuole restassero aperte più a lungo, si proceda prima a renderle “vivibili” anche in estate (quante nostre classi sono già troppo afose a maggio?!).

Che ne pensate? Parliamone!
#IoPartecipo

Non vogliamo potere, ma partecipazione!

Ieri mattina, sulla prima pagina di La Repubblica, si trovava questo articolo: “Tutti sotto esame alle superiori, a fine anno gli studenti daranno i voti ai prof”. Il giornalista Corrado Zunino parla della “buona scuola”, in colloquio col Sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone. È un articolo molto interessante perché cita diverse proposte formulate dal Forum delle Associazioni Studentesche e dal MSAC. La posizione del MSAC sulla “Buona scuola” è esposta nel “Manifesto della Buona Scuola” scritto dai ragazzi di tutta Italia; il pensiero unitario del Forum, invece, è riassunto in questo documento che contiene 5 proposte comuni alle sette associazioni studentesche. Il Forum ha incontrato il Sottosegretario Faraone per un confronto sulla riforma lo scorso 14 gennaio: come si può leggere nell’articolo di Zunino, il Sottosegretario ha apprezzato le proposte degli studenti tanto da citarne con precisione almeno quattro:

  • la presenza degli studenti nel Nucleo di Valutazione delle scuole
  • la creazione di uno “Statuto delle studentesse e degli studenti in stage”
  • l’introduzione di una nuova materia, “Competenze di cittadinanza”
  • la scrittura di una legge quadro nazionale sul diritto allo studio

In particolare, la legge sul diritto allo studio è importantissima (e lo diciamo da anni!) per garantire più uguaglianza nella scuola. Ne abbiamo già parlato tante volte: chi fosse interessato può leggere qui le ragioni del nostro impegno sul tema. Anche sulla valutazione riflettiamo da tempo: qui abbiamo approfondito le nostre posizioni.

14 gennaio: il Forum degli Studenti incontra il sottosegretario Faraone

14 gennaio: il Forum degli Studenti incontra il sottosegretario Faraone

Oggi, sul suo blog “La scuola siamo noi”, lo stesso Zunino riprende alcune reazioni del mondo della scuola alle dichiarazioni del sottosegretario Faraone. Qui l’articolo: “Gli studenti applaudono Faraone: dateci potere. I sindacati: riforme da voto di scambio”. C’è anche il pensiero del MSAC, che secondo Zunino «sposa l”intento di governo». In realtà, ci teniamo a dirlo, è il governo, nella persona del Sottosegretario Faraone, che “sposa l’intento” degli studenti; e noi diamo atto di questa disponibilità a recepire le proposte del Forum, mentre continuiamo a non condividere alcuni punti della “Buona Scuola” come gli scatti di merito legati a una competizione tra docenti. Per completezza, questo è il testo della lettera che abbiamo inviato a Repubblica, da cui Zunino ha legittimamente estratto alcune frasi:

Gentile direttore,

abbiamo letto l’articolo di C. Zunino sulla riforma della scuola dal titolo “Tutti sotto esame alle superiori, a fine anno gli studenti daranno i voti ai prof”. Ci ha fatto piacere ritrovare nel testo alcune delle proposte presentate dal Forum degli Studenti e dal Movimento Studenti di Azione Cattolica al Sottosegretario Faraone e al ministro Giannini durante la consultazione. Nel merito, c’è un punto che teniamo a sottolineare: la scuola deve essere luogo di vera partecipazione studentesca. Fuori da formule retoriche del passato, oggi partecipazione significa per noi tante cose. Prima di tutto significa garantire a tutti gli studenti eguali possibilità di accedere all’istruzione: per questo chiediamo da anni una legge quadro nazionale sul diritto allo studio e siamo felici che finalmente se ne parli in concreto. Partecipazione significa certezza di diritti e doveri per chi fa tirocinio e alternanza, che lo “Statuto delle studentesse e degli studenti in stage” dovrebbe garantire. Ma partecipazione significa soprattutto tornare ad aprire le nostre scuole al mondo circostante, ridando il giusto spazio alle “competenze di cittadinanza”. Tanto più che, se si riaccende la passione civica dei ragazzi, ne beneficeranno anche quegli organi collegiali che sono il cuore della partecipazione. Gli spazi di protagonismo e rappresentanza vivono oggi una crisi di consapevolezza più che di senso: sono ancora un’occasione straordinaria di crescita e di educazione al bene comune, e anzi diventano risorsa speciale nella “crisi della partecipazione” che attraversa la nostra società. In quest’ottica si intende anche la nostra proposta di una valutazione partecipata, con l’inclusione della rappresentanza studentesca nel nuovo organo collegiale che sarà il Nucleo di Valutazione. Crediamo infatti che, in un contesto di rispetto e collaborazione, anche gli studenti abbiano tutto il diritto di valutare i propri docenti e le proprie scuole. La valutazione che abbiamo in mente ha la finalità, con le parole di Annamaria Ajello, Presidente di INVALSI, di «individuare le aree di maggiore fragilità del sistema d’istruzione e le disuguaglianze ancora da colmare», così da poter intervenire in senso migliorativo – non premiale o punitivo, nei confronti di docenti, personale o dirigenti. Come MSAC siamo contrari a un nesso troppo stretto tra merito individuale e scatti stipendiali, che porterebbe nella scuola un clima di competitività estraneo agli ambienti di apprendimento; e sogniamo una scuola in cui il sistema di valutazione, partecipato e costante nel tempo, aiuti a correggere le situazioni di disagio e a premiare quelle di eccellenza. Per questo c’è bisogno del contributo di tutti: gli studenti sono pronti a fare la loro parte.

Gioele Anni e Adelaide Iacobelli
Segretario e Vicesegretaria nazionale del Movimento Studenti di Azione cattolica (MSAC).

 Siamo contenti di questa fase di ascolto, anche se sappiamo che ci vuole ancora molto lavoro perché le buone intenzioni diventino fatti e, soprattutto, leggi utili a cambiare in meglio la scuola. Al di là dei titoloni di giornale, le nostre posizioni sono chiare fin dall’inizio di questa consultazione: non vogliamo “potere” ma vogliamo “partecipazione”; e non vogliamo “dare i voti” ai prof per punirli o premiarli, ma crediamo nella valutazione come strumento di confronto rispettoso e di crescita comune. Continueremo a offrire il nostro contributo, che è frutto del pensiero dei gruppi MSAC in tutta Italia. E soprattutto continueremo a informarci, studiare e discutere, con tutti e senza pregiudizi!

Gioele Anni

Partecipazione vs apatia (parte 2)

L’articolo del sottosegretario Faraone sulle occupazioni continua a far discutere. Questa è la volta di Chiara e dei segretari di Ragusa, Stefania e Salvo.

Se volete partecipare al confronto mandate una mail a msac@azionecattolica.it, e verrà pubblicato anche il vostro pensiero!

 

Chiara, diocesi di Ragusa

Ciao sono una msacchina della diocesi di Ragusa,la mia scuola è occupata.. Io non condivido questa protesta,e come me anche altri ragazzi, la maggioranza però ha deciso per tutti di procedere all’occupazione! Nella mia scuola non vedo studenti interessati a trovare soluzioni, e ingegnarsi nel trovare una buona idea (io stessa ho difficoltà!), vedo solo studenti che si lamentano di continuo per le cose che non vanno…Sono d’accordo sul fatto che in Italia le cose non stanno andando bene, però quest’anno ho visto più voglia di collaborare da parte del governo! È stato bello avere l’opportunità di proporre! Purtroppo non tutti ne hanno approfittato ,alcuni hanno preferito manifestare,protestare,senza pensare a fare una piccola prova dando la propria proposta! C’è chi dice che nessuno considererà le nostre proposte,beh io spero e credo che in realtà vogliono ascoltarci!
Il sottosegretario dice che un’occupazione è un’esperienza ottima per “abitare” le nostre scuole;beh io penso che un sottosegretario invece di incitare gli studenti alla protesta dovrebbe incitarli alla proposta… Dovrebbe fermarsi e capire perché si vuole tanto protestare e trovare una soluzione,perché se si protesta significa che i problemi ci sono! In più, facendo l’esempio della mia scuola, quella che si fa non è  una vera e propria occupazione,alcuni la chiamano occupazione bianca… In sostanza ognuno fa quel che vuole,chi fa regolarmente lezione, chi vagabonda per i corridoi,chi partecipa a corsi autogestiti , chi entra ed esce dalla scuola di continuo; insomma non si capisce più niente… Questo rappresenta secondo me un po’ la confusione che abbiamo in testa noi ragazzi,che non riusciamo più nemmeno ad organizzare  Un’occupazione! Forse perché non ci troviamo un scopo valido? Forse perché  non sappiamo a cosa credere? Forse perché non crediamo che siamo ascoltati in questo modo? Secondo me perché forse non abbiamo il coraggio di trovare un modo innovativo per farci sentire e allora facciamo finta di accontentarci di questi mezzi già passati!
Prima di ogni cosa però dovremmo chiederci perché la stiamo facendo, vogliamo occupare? Per quale causa? A quale scopo? Ne vale la pena?

Nessuno ha una buona idea?!

 

Stefania e Salvo, segretari Msac Ragusa 

Crediamo che ci siano metodi più efficaci ed eticamente migliori per far sentire la propria voce all’interno di un istituto.

Occupando viene meno quel diritto per cui molte persone in passato hanno lottato e, in alcuni Paesi, ancora lottano, cioè il diritto allo studio di cui ogni studente deve avere consapevolezza. Chi non ha questa consapevolezza è uno studente passivo che reputa lo studio solo come un dovere.

La scuola serve per formare quello spirito cittadino, quella consapevolezza, quell’essere un uomo che pensa con la propria testa; noi diremmo che ha la “testa ben formata”, capace di comprendere ed usufruire al meglio del diritto che lo Stato ha il dovere di fornirgli.
 La democrazia si crea in classe, la classe dirigente si mostra nella scuola, in quell’ambiente in cui hai veramente il futuro nelle tue mani, e scegli tu come manipolarlo.

Quello che un sottosegretario dovrebbe aspettarsi è la collaborazione e l’interesse degli studenti nei confronti della scuola, e il poter dire la propria opinione attraverso delle associazioni studentesche dovrebbe essere uno stimolo per ogni studente presente nel territorio italiano.

Fare parte di un’associazione studentesca è, infatti, uno dei tanti modi più efficaci per fare sentire concretamente la propria opinione, per passare dalla protesta alla proposta. Siamo ormai ben lontani dalle occupazioni del ’68, che erano cariche di fervore e passione per giungere all’unico obiettivo di salvaguardare il diritto allo studio. Sprecare, oggi, questo diritto non andando a scuola e commettendo anche un’illegalità come quella di occupare, è da persone che non riflettono al reale danno che stanno provocando, è da persone che si limitano a fare la cosa più semplice per fare sentire la propria: occupare e protestare non andando a scuola. E se invece si riuscissero a trovare altri metodi per fare arrivare la voce degli studenti fino alla poltrone dello Stato? Sì, richiederebbe più fatica, maggiore spreco di forze e soprattutto richiederebbe di abbandonare il solito pacchetto pronto e facile da utilizzare dello sciopero o dell’occupazione, ma sarebbe sicuramente più credibile e concreto delle ormai numerose manifestazioni.

Lo Stato dovrebbe educare alla legalità, non al contrario; riteniamo che i ministri dovrebbero occuparsi di rimediare e fin quanto possibile, evitare che certe manifestazioni abbiano luogo invece di approvarle bonariamente come mezzi per contrastare l’apatia.

 

 

Partecipazione vs apatia

Ieri, il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone ha condiviso alcune riflessioni sulle occupazioni scolastiche in questo articolo per “La Stampa”: “Le occupazioni scolastiche, una lotta all’apatia”

Sul sito del MSAC ne abbiamo parlato qui: “Studiare è un diritto. Occupare è un abuso”.

Tre segretarie diocesane dei gruppi MSAC hanno risposto al sottosegretario. Questi sono i commenti di Marta (Rimini), Antonella (Bari), Emanuela (Messina). Che ne pensate? Ne parliamo?

scuola-occupata

Marta, classe IV Liceo classico Giulio Cesare, segretaria MSAC Rimini

Occupare una scuola è sicuramente una forte presa di posizione, un’esperienza di grande partecipazione per gli studenti, ma leggere che il sottosegretario all’istruzione la elogi, non può che rattristarmi. La scuola, quel luogo in cui l’istruzione dovrebbe regnare sovrana, in cui l’educazione dovrebbe essere conseguenza dell’insegnamento, in cui lo spirito critico dovrebbe essere l’effetto evidente di studi mirati, sembra diventare oggetto di maggior valore se ci si «vive dentro». Mi chiedo se non avrebbe più effetto “viverci dentro” con l’animo, sentirci parte e costruttori di essa: studiare, partecipare e sognare il futuro che ci piace partendo dai banchi di scuola. Ascoltare gli studenti è certo necessario, partire dalle loro esigenze e dalle loro richieste, ma il modo proposto mi stranisce: la scuola ci forma per il confronto, ci forma a ragionare con la nostra testa, a sviluppare capacità intellettive, e l’occupazione sarebbe il modo migliore per esprimerci e raggiungere le “autorità”? C’è stato un tempo in cui è stato quasi inevitabile fare appello alle occupazioni studentesche e queste hanno contribuito a migliorare le condizioni in cui la vita scolastica pone le sue radici oggi, ma ora come ora, mi aspetto di più dagli studenti. Mi pare doveroso puntare un po’ più in alto e sinceramente spero che l’esperienza più bella della nostra adolescenza possa essere qualcosa di diverso rispetto ad una notte passata nei sacchi a peli tra le mura scolastiche.

Antonella, classe V Liceo artistico De Nittis, segretaria MSAC Bari

«La scuola è un bene comune, ed è per questo che le occupazioni e le autogestioni vanno prese sul serio» sottolinea il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone, ma un bene pubblico non va trattato come un bene privato, ma va rispettato e lasciato aperto a tutti. Leggo scritto in questi giorni che “l’unica buona scuola è quella occupata” ma una scuola sarà buona quando verrà costruita nell’ottica del Noi e non dell’io e quando non negheremo agli altri un diritto fondamentale, che è quello di seguire una normale attività scolastica.

Un sottosegretario all’istruzione non può pensare all’occupazione come soluzione, più formativa di ore passate in classe, ma deve pre-occuparsi di cercare e di cambiare un sistema fondato principalmente sul dialogo, sulla discussione e non solo sull’ascolto, come mette in risalto nell’intervento.

Una scuola che non discute e non dialoga è una scuola distrutta da chi non guarda il futuro con speranza ma che pensa a consumare il presente con violenza.

Perché un’alternativa, una soluzione c’è sempre anche quando tutto ci si rivolge contro o quando nessuno ci ascolta. Ed è per questo che dobbiamo fare qualcosa, dobbiamo provare, sbagliare, cambiare rotta e migliorare, partendo dalla scuola come luogo in cui sorge la cultura e la democrazia si sviluppa, senza comando e senza imposizione.

La voglia di fare incoraggia ed esorta a guardare oltre il problema, concentrandosi sulla soluzione e lì dove il degrado e l’abbandono va oltre l’inferriata, caro sottosegretario, senza eventualità deve esserci armonia.

La scuola è sì didattica, è studio e di certo non è solo ragazzi seduti e cattedra di fronte, perché ci sono ragazzi che della scuola si interessano e gli sta a cuore, che non si armano di violenza bensì di cultura e testimonianza.

Allora se in gioco c’è il nostro futuro, la democrazia non deve essere un punto d’arrivo ma un punto di partenza, non immobilizzata in una sola versione ma aperta a tutte le voci, soprattutto a quelle che partono dal basso, perché una scuola può fare scelte sul piano formativo e organizzativo che tendono a valorizzare la partecipazione degli studenti assumendoli come coautori dei processi di insegnamento-apprendimento.

La Sapienza - Assemblea delle università su proposte contro la legge Gelmini

Emanuela, classe V Liceo classico G.B. Impallomeni – Milazzo, segretaria MSAC Messina

Occupazione sì, occupazione no: questo è il dilemma. Vedere questa modalità di protesta come fosse da esecrare sarebbe un pregiudizio, ma viverla come un rito sminuirebbe in toto il suo significato. L’occupazione potrebbe anche acquisire un certo valore mediatico nel caso in cui i motivi siano validi e questa si riveli l’ultima spiaggia su cui sbarcare dopo vari tentativi di dialogo con le autorità competenti. In ogni caso, alla base ci deve essere una certa consapevolezza da parte degli studenti, chiamati a vivere questo momento con grande coscienza e responsabilità, non considerandolo una vacanza alternativa, né con le parole, né con i fatti.

A quanto pare il sottosegretario all’Istruzione ha approfittato del momento caldo per le scuole italiane per sollevarsi come paladino degli studenti (gli stessi che tra qualche anno potranno votare…). Ma, se io fossi il sottosegretario all’Istruzione, più di scrivere a favore dell’occupazione dichiarandomi disponibile a qualsiasi confronto con gli studenti nelle scuole occupate, mi chiederei il perché molti decidano ancora di ricorrere a questo strumento, mi chiederei cos’è che cercano nelle Istituzioni, mi chiederei che scuola vorrebbero, mi chiederei quale sarebbe la soluzione migliore per creare una scuola in cui gli studenti non abbiano nemmeno necessità di ricorrere a certi metodi, quando la maggior parte delle volte il problema sono la burocrazia troppo lenta e le riforme tarde e poco efficaci. Sarebbe bello sapere che i nostri contributi alla “buona scuola” saranno presi veramente in considerazione e a quel punto, più che occupare, ci occuperemo tutti della nostra scuola, come molti già fanno nel silenzio della loro umiltà.