«Buona sera a voi che siete in ascolto.
Nel rivolgervi, mentre sta per concludersi il 2009, il più cordiale e affettuoso augurio, vorrei provarmi a condividere con voi qualche riflessione sul difficile periodo che abbiamo vissuto e su quel che ci attende. Continua a leggere
Archivi autore: Saretta Marotta
Buon 2010!!!
Partono a Gennaio gli sms “spioni”
Se avete intenzione di marinare la scuola, eccovi in aggiunta al senso di colpa un ulteriore aiuto a frenare le bramose voglie di vacanza. Constatata la clamorosa solitudine del vostro banchetto vuoto, un sms invato dalla segreteria amministrativa avvertirà immediatamente mamma e papà. Se siete accucciati sotto le coperte per un’improvvisa febbre, niente di grave, i vostri genitors potranno rispondere “tutto ok, ha 1 po’ di febbr, ma torna prox”. Se invece vi credevano ligi al dovere chini sui libri sarà un bel problema.
E con l’annuncio del ministro Brunetta di questa novità che pare debba partire a gennaio è cominciato il dibattito tra pedagogisti, studenti e genitori arrabbiati. Tra i molti “finalmente” che osannano un provvedimento che a parer loro frenerà il lassismo studentesco, qualche voce fuori dal coro grida nel deserto: occhio a non deresponsabilizzare gli studenti, ma soprattutto a non dare loro FIDUCIA.
Potrebbe non essere istruttivo nè educativo delegare la responsabilità di andare tutti i giorni a scuola al freno naturale imposto dalla SANZIONE. Siamo proprio sicuri che fare il proprio dovere per paura sia educativo? senza contare che, con un approccio in questi termini, appena trovato il modo di aggirare il rischio, o al primo cedimento (ritardo, dimenticanza, tolleranza) della scuola nell’invio degli sms, lo studente potrebbe tornare alla carica. E allora?
Coraggio, msacchini, tocca a noi esprimerci. Noi che a scuola ci abitiamo tutti i giorni, che ne pensiamo? gli sms sono la manna dal cielo o ci deresponsabilizzano? e ricordate che a gennaio verranno introdotti solo dagli istituti che lo vorranno… sarà un bel dibattito nelle vostre scuole. damose da fà!
Stoppata la riforma Gelmini di licei e tecnici
I tre regolamenti sul secondo ciclo dell’istruzione (uno per i licei, uno per i tecnici e uno per i professionali) sono stati ancora una volta stoppati. La prima battuta d’arresto l’avevano avuta per l’introduzione della legge sui decreti legislativi che prevede almeno un passaggio per le commissioni parlamentari prima della loro trasformazione in legge. Un’iter prolungato che ha quindi richiesto più tempo, ma ad oggi sembra che, nonostante fossero stati previsti entro la fine di novembre, tali pareri proprio delle commissioni parlamentari non siano ancora pervenuti
Il 9 dicembre la notizia del secondo alt: il Consiglio di Stato ha temporaneamente stoppato i tre dpr perchè vuole vederci chiaro: “Sui punti segnalati occorre che il Ministero dell’istruzione fornisca i chiarimenti richiesti”.
Il Ministero infatti deve chiarire:1) LE MODALITA’ di attuazione dei regolamenti che prevedono, lo ricordiamo, la ristrutturazione dei piani orari e degli indirizzi di studi. Il ministero deve appunto prima fornire le nuove indicazioni nazionali riguardo gli Obiettivi Specifici di Apprendimento (i nuovi “OSA”). sono previste poi cattedre riarticolate, ma la cui riforma ancora non si vede, e nuovi criteri di valutazione
Bisogna poi verificare 2)che i dpr non confliggano con la legge sull’AUTONOMIA DIDATTICA. non solo per le porzioni orarie lasciate all’autodeterminazione delle scuole, ma anche per quella costituzione di consigli scientifici di docenti con ospiti esterni, dipartimenti, ecc che a parte del consiglio di stato andrebbero lasciate, per il principio dell’autonomia, all’autodeterminazione degli istituti. Anche perchè per la costituzione di tali organi non sono previsti finanziamenti
Da chiarire poi, è del il passaggio più controvero, 3)le modalità del PASSAGGIO AL NUOVO ORDINAMENTI, una confusione che ha lasciato le scuole in balia del caos e dell’incertezza: “E’ opportuno che il Ministero dell’istruzione illustri la graduazione di tale passaggio, anche con riguardo alla tutela dell’affidamento degli studenti che, trovandosi nelle situazioni di transito, subiranno una modificazione dell’iter formativo prescelto”.
Stando così le cose, è assodato che i tempi si allungano ed è improbabile che la riforma sia operativa dal prossimo anno.
Il MSAC è alla FAO
Il Movimento Mondiale degli Studenti Cattolici (JECI – Jeunesse Etudiante Catholique Internationale) è membro delegato al vertice FAO che si sta tenendo in questi giorni. Essendo però impossibilitato a partecipare per altro impegno in Macedonia, Edouard Kourosawa, segretario mondiale degli studenti cattolici, ha chiesto al MSAC, aderente alla JECI, di prendere parte al vertice a nome del coordinamento mondiale.
In questi giorni quindi sta prendendo parte alle riunioni del vertice internazionale della FAO (Food and Agriculture Organization) a nome del MSAC Laura La Placa, della diocesi di Cefalù, membro ell’equipe nazionale MSAC e delegata ai rapporti internazionali
Forza Laura, w il movimento!!!
La parola a chi non crede
Non togliete quel crocifisso
“L’Unità” – 22 marzo 1988
Il crocifisso non genera nessuna discriminazione. Tace. E’ l’immagine della rivoluzione cristiana, che ha sparso per il mondo l’idea di uguaglianza fra gli uomini fino ad allora assente.
Il crocifisso è simbolo del dolore umano. La corona di spine, i chiodi evocano le sue sofferenze. La croce che pensiamo alta in cima al monte, è il segno della solitudine nella morte. Non conosco altri segni che diano con tanta forza il senso del nostro umano destino. Il crocifisso fa parte della storia del mondo. Per i cattolici, Gesù Cristo è il figlio di Dio. Per i non cattolici, può essere semplicemente l’immagine di uno che è stato venduto, tradito, martoriato ed è morto sulla croce per amore di Dio e del prossimo.
Chi è ateo, cancella l’idea di Dio, ma conserva l’idea del prossimo.
Si dirà che molti sono stati venduti, traditi e martoriati per la propria fede, per il prossimo, per le generazioni future, e di loro sui muri delle scuole non c’è immagine. E’ vero, ma il crocifisso li rappresenta tutti.
Come mai li rappresenta tutti? Perché prima di Cristo nessuno aveva mai detto che gli uomini sono uguali e fratelli tutti, ricchi e poveri, credenti e non credenti, ebrei e non ebrei, neri e bianchi, e nessuno prima di lui aveva detto che nel centro della nostra esistenza dobbiamo situare la solidarietà tra gli uomini.
Gesù Cristo ha portato la croce. A tutti noi è accaduto di portare sulle spalle il peso di una grande sventura. A questa sventura diamo il nome di croce, anche se non siamo cattolici, perché troppo forte e da troppi secoli è impressa l’idea della croce nel nostro pensiero.
Alcune parole di Cristo, le pensiamo sempre, e possiamo essere laici, atei o quello che si vuole, ma fluttuano sempre nel nostro pensiero ugualmente.
Il crocifisso fa parte della storia del mondo.
Natalia Ginzburg
Se l’ora di religione diventa una vetrina
L’insegnamento della religione cattolica nelle scuole italiane già quest’estate era tornato nell’occhio del ciclone, con la famosa sentenza del TAR del Lazio con la quale sembrava impedirsi l’attribuzione del credito formativo da parte di questa materia per il conseguimento del titolo scolastico. Non solo, la sentenza sembrava anche voler impedire ai docenti di religione di prendere parte agli scrutini e ciò in opposizione a quanto stabilito dal Testo Unico in materia di istruzione che, nel 1994, attribuiva pari dignità agli insegnamenti di religione cattolica ed educazione fisica. Senza dimenticare il fatto che lo studente ha diritto di essere valutato in merito alla materia che ha liberamente scelto, sia essa l’ora di religione o l’attività alternativa. A far chiarezza comunque è intervenuto il regolamento sulla valutazione, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 19 agosto, che ha sottolineato che “la valutazione dell’insegnamento della religione cattolica resta disciplinata dall’articolo 309 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297” e anzi apre la possibilità di “eventuali modifiche” per l’attribuzione del voto numerico.
Qualche giorno fa invece la notizia della proposta Urso suscita un nuovo dibattito intorno all’insegnamento della religione cattolica. L’idea del viceministro alle attività produttive (!!!) di introdurre un’ora di “religione islamica” alternativa a quella “cattolica” ha condensato intorno a sé consensi e opposizioni. Al di là della questione di merito, in cui ci pare discutibile la motivazione secondo cui in questo modo si emanciperebbero i ragazzini musulmani dai “ghetti delle madrasse e delle scuole islamiche integraliste”, vorremmo ricordare alcuni punti.
1. La questione può suscitare un dibattito polarizzato intorno a “sì” e “no” solo in quanto si è totalmente travisato ormai il senso stesso dell’insegnamento della religione cattolica all’interno del sistema integrato di istruzione. Non si tratta infatti di un’ora di catechismo. Se così fosse, sarebbe abbastanza presuntuosa la proposta di Urso di sostituirsi a quelli che lui chiama “ghetti integralisti islamici”. Si tratta invece di una disciplina culturale nel quadro delle finalità della scuola, con la stessa esigenza di rigore e sistematicità delle altre discipline, volta ad approfondire quel fenomeno cattolico che che ha informato di sé per secoli la cultura dell’occidente e che costituisce il background della storia italiana passata ed attuale, perciò, come ha ricordato Benedetto XVI agli insegnanti IRC,”non richiede l’adesione di fede, ma assicura una riflessione argomentata sulle grandi domande di senso e sulla religione cattolica che offre i codici indispensabili per decodificare i segni della storia, dell’identità, dell’arte e della musica dell’Occidente e non solo”. Confondere questo insegnamento con il catechismo è invece prassi comune, confusione a cui sono soggetti non solo i polemisti, ma anche studenti, famiglie, e spesso, diciamocelo, anche gli stessi docenti a cui va attribuita parte della responsabilità del travisamento del programma IRC con quello che non è.
2. Proprio ieri l’altro è arrivata invece una proposta dall’assessore all’istruzione di Roma, Laura Marsilio, per l’affiancamento dell’ora di religione con un’altra SUPPLEMENTARE di storia delle religioni. Sembrerebbe una buona idea e un’ottima opportunità per gli studenti che ne facessero richiesta, anche se c’è giustamente da chiedersi a chi verrebbe affidato tale insegnamento. Se infatti tale attività dovesse tramutarsi in “vetrina” delle varie comunità religiose presenti sul territorio, si renderebbe un cattivo servizio alla scuola e agli studenti con una becera traduzione del sacrosanto diritto al pluralismo. Pluralismo non equivale infatti a bombardare gli studenti, sottoponendoli ad una battaglia ideologica che si combatte nel loro nome, ma che spesso li dimentica. Informazione e formazione sono cose diverse e occorre un personale docente qualificato, individuato dalla scuola anche all’interno delle comunità religiose se serve, ma che non trasformi quest’occasione in una sfilata di confessioni. Educare al dialogo interreligioso, conoscendo giustamente le varie tradizioni culturali e religiose con cui questa nostra Italia sta venendo a contatto, è un’altra cosa.
Tra l’altro pochi sanno che l’insegnamento IRC prevede già ampio spazio per la storia delle religioni e l’approfondimento del tema del dialogo interreligioso e interculturale. Ma del resto è difficile fidarsi di un docente designato dalla diocesi e non dalla scuola. Peccato che, effetti collaterali a parte, è certamente nel collegio docenti il più competente, da quando centocinquant’anni fa sono state abolite le facoltà teologiche dall’università di Stato. Ma questa è un’altra storia.
Quella vera, adesso, ce la stiamo giocando sulla pelle degli studenti. E sarebbe la buona volta che qualcuno si ricordasse che, ora islamica sì o no, sarebbe la loro formazione da mettere al centro, al di là delle esigenze di rappresentatività di ciascuno.
Saretta Marotta
Raccontateci i vostri Oktober FEST
allora, msacchini d’Italia?
sappiamo che tanti di voi, diocesi alle prime armi o belle sperimentate, stanno celebrando in tutta Italia i propri OFm, nelle forme più diverse e disparate.
Attendiamo bramosi i vostri racconti, che pubblicheremo su questo blog nella rubrica “dalle diocesi”! che aspettate a mandarci i vostri resoconti? e non dimenticate il concorso “creattivo” in vista della sfs 2010!!!!
mandateci le vostre foto e i vostri sogni!!! yeah!!!!!!!!!!!
su Facebook intanto vediamo pullulare le vostre iniziative diocesane, con tanto di supermanifesti!!! come quello di AVERSA, che vedete qui sopra, diocesi neomsacchina dove il Settore Giovani diocesano si sta dando tanto da fare per invitare alla proposta studentesca i propri giovanissimi. e poi c’è Alghero (che vedete qui a sinistra) dove abbiamo mandato il nostro inviato speciale Stefano di Trieste [qualsiasi diocesi può avere un membro d’equipe nazionale ospite. basta chiedere!!!] e dove dopo tanto attendere finalmente il MSAC diocesano è partito con un proprio congresso. E poi c’è AVELLINO, LODI, POMPEI… E c’ è anche chi addirittura finisce sulla tv locale, con un bel servizio dedicato, come gli amici del MSAC di Andria nel video qui sotto vi riportiamo
E allora, che aspettate a darci notizie?? mettiamo in circolo la voglia di movimento!!! yeah!!!
Il TuttoGelmini
date le numerose mail di chiarimento che stanno pervenendo a msac@azionecattolica.it (scriveteci!!!) che tirano in ballo fantomatiche “4 settimane estive”, cambiamenti all’esame di maturità e paure dei professori, ripubblichiamo questo articolo che sintetizza le novità Gelmini attive da quest’anno (e ciò che non riscontrate in quest’articolo probabilmente è voce di corridoio). salutocchi!!!
Ai valorosi che non si sono ancora persi d’animo in questo continuo rincorrersi di regolamenti, dichiarazioni, circolari e dpr che si modificano a vicenda nel mondo della scuola italiana vogliamo offrire un piccolo abbecedario delle cosiddette “riforme Gelmini” operative da questo anno scolastico 2009/2010. Partiamo dalle origini.
Era l’estate 2008 quando l’art.64 di quella che è diventata legge 133 (finanziaria) prevedeva un “piano programmatico” per la razionalizzazione de: a)l’organico del personale docente e ATA b)i piani di studio e relativi quadri orari c)rete scolastica. Una vera rivoluzione nella scuola di ogni ordine e grado, che però restava una “riforma” prevista in un provvedimento di natura economica più che in una legge pensata specificatamente per l’istruzione. In aggiunta a ciò, quindi, il ministro Gelmini a settembre 2008 ha fatto varare un proprio decreto, poi divenuto legge 169, tutto di iniziativa ministeriale. Prevedeva: 1)l’insegnamento di “cittadinanza e costituzione” 2)l’introduzione del voto di condotta 3)la valutazione in decimali anche alla scuola primaria 4)il maestro unico 5)il vincolo per le case editoriali di produrre nuove edizioni dei testi scolastici almeno dopo cinque anni.
Da queste due leggi madri (l’art. 64 della 133 e la 169) è discesa un’intera famiglia di dpr, regolamenti e decreti-legge, una babele che speriamo nelle prossime righe di districare per capire che fine hanno fatto tutti quei propositi di riforma annunciati.
Innanzitutto ecco cosa cambia alla scuola primaria: libera scelta del monte ore settimanale tra tre diverse opzioni: 27, 30 o 40 ore. Il tempo pieno dunque “resta”, secondo le scelte delle famiglie e la disponibilità delle scuole. Il maestro unico è operativo, ma per compensare i “surplus” orari delle varie opzioni gli verranno comunque affiancati altri insegnanti: almeno quello di inglese, se il maestro prevalente non basta, e quello di religione. Eliminate le compresenze, le classi successive alla prima continuano a funzionare secondo i vecchi modelli orari.
Qualche novità anche nella riorganizzazione dei quadri orari delle medie e soprattutto delle scuole superiori, per le quali i vari indirizzi di studio sono stati raggruppati in 6 licei (artistico, classico, scientifico, musicale e coreutico, delle scienze umane, linguistico), 2 istituti tecnici (settore economico con 2 indirizzi, amministrativo e turismo, e settore tecnologico, con 9 curricula) e 2 aree professionali (settore dei servizi con 5 indirizzi al proprio interno e settore dell’industria e dell’artigianato). Scompaiono così i licei delle scienze sociali e socio-psico-pedagogico, che confluiscono nel liceo delle “scienze umane”, e il liceo tecnologico, che diventa sperimentazione dello scientifico.
Novità poi nell’ambito della valutazione. Come ormai noto a tutti, sono in vigore i decimali per tutti i cicli. Il meccanismo di promozione, dopo la grande confusione a conclusione dello scorso anno, è stato invece chiarito: necessario il 6 in ciascuna materia (niente promozione col 6 di “media”, dunque), ma in caso di qualche insufficienza, i docenti saranno chiamati a votare a maggioranza per l’ammissione agli esami e all’anno successivo.
Le tabelle della legge 133 imponevano poi la riorganizzazione della rete scolastica, dei criteri di aggregazione delle classi e la razionalizzazione dell’organico, prevedendo 45.000 tagli nel settore ATA (bidelli, segreterie, ecc) e 130.000 docenti in meno. Oltre a classi più numerose, la novità, è il caso di dirlo, più clamorosa è il fatto che le cattedre da quest’anno sono obbligatoriamente di 18 ore nello stesso istituto. Non esistono dunque cattedre a metà, tipicamente “precariali”. I soprannumerari verranno trasferiti “d’ufficio”. Il che spiega l’agitazione che è in corso in questi giorni nel mondo dei precari della scuola. Riguardo infine al meccanismo di “arruolamento” dei docenti, nulla di definito per il momento, se non un piano ministeriale che è più di una semplice dichiarazione d’intenti. Messo da parte il progetto Aprea, il nuovo meccanismo dovrebbe prevedere per l’insegnamento nel secondo ciclo (superiori e medie) un anno di Tirocinio Formativo Attivo (a numero chiuso) di 475 ore prima dell’immissione in ruolo dei nuovi docenti, per una didattica che non sia solo teoria, oltre all’attivazione di nuovi corsi di laurea magistrali abilitanti (a numero chiuso). Il numero di docenti sarà determinato dal fabbisogno, il che equivale nelle previsioni alla “fine del precariato”. Per insegnare alla scuola primaria invece rimane abilitante la laurea in scienze della formazione (a numero chiuso, naturalmente!) seguita da tirocinio.
Dieci anni fa nasceva il Forum delle associazioni studentesche
Da Giandiego Carastro, segretario nazionale MSAC 1995-2002
Ciao! Amarcord:
Esattamente 10 anni fa, il MSAC partecipava all’incontro con il Ministro della Pubblica Istruzione, Luigi Berlinguer, alla fine del quale venne siglato l’accordo per la costituzione del Forum delle associazioni studentesche rappresentative. Il provvedimento venne successivamente sospeso dal Ministro Letizia Moratti e poi nuovamente sottoscritto.
15 anni fa, il MSAC stava preparando il Convegno nazionale “Tessere di un infinito puzzle”, uno tra i primi momenti in Italia di riflessione sul tema della accoglienza delle diversità e dell’incontro con le differenti culture e visioni del mondo. I msacchini vennero ricevuti dal Presidente O.L.Scalfaro
20 anni fa, Vania De Luca, Enzo Vergine, don Attilio Arcagni, insieme alla Consulta nazionale, stavano preparando l’importante Congresso nazionale Dire Dio nella scuola oggi, che si sarebbe svolto alla Domus Marie dal 1 al 3 dicembre, quando M.Gorbacev era in visita nel nostro Paese.
w il MOVICENTO!!!