La “Buona Scuola” sembra arrivata all’ultimo miglio: è stato infatti presentato il “maxi-emendamento” dei relatori e ieri sera il Consiglio dei Ministri ha autorizzato il ricorso al voto di fiducia su questa modifica. Continua a leggere
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La Camera approva la “buona scuola”
La Camera dei Deputati ha approvato in prima lettura, con 316 voti a favore e diversi emendamenti il testo del disegno di legge “La Buona Scuola”. Ora la “palla” passa al Senato, infatti una proposta di legge deve essere approvata nello stesso testo sia dalla Camera che dal Senato. Per questo si parla di “prima lettura” perché, se pure il Senato farà delle modifiche, il testo dovrà tornare alla Camera per essere nuovamente approvato.
Ma con quali cambiamenti, rispetto al testo presentato dal Governo a marzo, la Buona Scuola è stata approvata dalla Camera? Vediamo alcune modifiche essenziali:
- “Super preside” e POF Il Dirigente non scrive da solo il piano dell’offerta formativa (come prevedeva il testo originario), ma ne delinea gli indirizzi (a oggi nelle scuole questo passaggio inziale non è previsto). Poi il POF viene elaborato in Collegio docenti e infine approvato dal Consiglio di istituto. Il piano diventerà triennale e dovrà indicare anche il personale docente, ATA e le infrastrutture (laboratori, strumenti tecnologici…) necessari per espandere l’offerta formativa. I piani, dopo una valutazione degli uffici scolastici regionali, verranno finanziati dal Ministero dell’Istruzione in base alle risorse disponibili (con il rischio, qualora le risorse fossero troppo poche, che non tutte le proposte del piano vengano finanziate…).
- Alternanza scuola/lavoro Sono rafforzate le risorse stanziate per l’alternanza scuola lavoro. È stata mantenuta l’adozione della Carta dei diritti e doveri delle studentesse e degli studenti in alternanza scuola lavoro, con il parere del Forum nazionale delle associazioni studentesche che portava avanti la richiesta da anni.
- Assunzioni e “organico dell’autonomia” È confermata l’immissione in ruolo per l’anno scolastico 2015/2016 di 100.000 docenti. Confermato anche l’Organico dell’Autonomia. Ci saranno dunque docenti che non avranno ore in cattedra (come li vediamo sempre nelle ore curriculari), ma saranno “al servizio del POF”. Tuttavia se i posti per il potenziamento dell’offerta formativa rimanessero scoperti a settembre, dopo le assunzioni, non potrebbero essere coperti da supplenti. Quindi va sottolineato che l’organico dell’autonomia non sarà stabile, perché non sarà possibile sopperire con un supplente alla mancanza o assenza temporanea (es. malattia o maternità) di un docente impegnato al miglioramento dell’offerta formativa (es. un docente che tiene corsi di recupero o potenziamento, percorsi di arte…). Questo naturalmente è un elemento di preoccupazione.
- Il preside sceglie gli insegnanti L’organico dei docenti verrà definito ogni tre anni su base regionale. I prof saranno poi chiamati dai Presidi per comporre la “squadra” di docenti di ogni istituto e potranno inviare ai dirigenti scolastici il loro curriculum vitae.
Questa disposizione determina un incremento dei poteri dei Presidi, che avranno il compito di assegnare incarichi triennali ai docenti, rinnovabili o meno dal Preside stesso. I Dirigenti non potranno però chiamare docenti con cui hanno legami di parentela.
- Carta del docente ok, Carta dello studente ko Confermata la carta elettronica per l’aggiornamento personale del professore con un budget di 500€ a docente ogni anno. Non è stato invece previsto un potenziamento della Carta dello Studente.
- Nucleo di valutazione Prima dell’assunzione a tempo indeterminato vi sarà una fase di formazione e prova che sarà valutata dal Preside, sentito il Comitato per la valutazione dei docenti in cui siederanno anche rappresentanti dei genitori e, nelle superiori, degli studenti. Lo stesso Comitato elabora anche i criteri di valutazione di tutti i docenti, anche se il Preside sceglierà quali docenti premiare economicamente, utilizzando i criteri individuati dal Comitato.
- Finanziamenti Per quanto riguarda i finanziamenti da parte dei privati sparisce la norma sul 5×1000 che aveva destato le proteste anche del terzo settore. Rimangono la detrazione per le spese sostenute per frequentare le scuole paritarie (fino a 400€ all’anno a studente) e lo School Bonus: chi farà donazioni alle scuole per nuovi edifici, manutenzioni e progetti per l’occupabilità degli studenti avrà uno sconto sulle tasse pari al 65% dei fondi donati.
- Deleghe al Governo Nell’ambito delle deleghe al Governo, sparisce quella per il riordino e la riforma degli organi collegiali mentre rimane quella per l’emanazione della legge quadro nazionale sul diritto allo studio.
Per quanto riguarda la legge sul diritto allo studio, molte volte chiesta dal Forum, dobbiamo segnalare come non si prevedano investimenti di risorse, che sono però essenziali per attuare una significativa legge quadro nazionale, così come è annunciata.
La discussione continua e noi rimaniamo disponibili, anzi promotori del dialogo e del cambiamento. La riforma ancora non è all’altezza della nostra idea di buona scuola, ma continueremo a impegnarci fino all’ultimo nella ricerca di un miglioramento. Perché il MSAC è degli studenti e per gli studenti.
Da Roma è tutto, linea agli msacchini!
Non vogliamo potere, ma partecipazione!
Ieri mattina, sulla prima pagina di La Repubblica, si trovava questo articolo: “Tutti sotto esame alle superiori, a fine anno gli studenti daranno i voti ai prof”. Il giornalista Corrado Zunino parla della “buona scuola”, in colloquio col Sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone. È un articolo molto interessante perché cita diverse proposte formulate dal Forum delle Associazioni Studentesche e dal MSAC. La posizione del MSAC sulla “Buona scuola” è esposta nel “Manifesto della Buona Scuola” scritto dai ragazzi di tutta Italia; il pensiero unitario del Forum, invece, è riassunto in questo documento che contiene 5 proposte comuni alle sette associazioni studentesche. Il Forum ha incontrato il Sottosegretario Faraone per un confronto sulla riforma lo scorso 14 gennaio: come si può leggere nell’articolo di Zunino, il Sottosegretario ha apprezzato le proposte degli studenti tanto da citarne con precisione almeno quattro:
- la presenza degli studenti nel Nucleo di Valutazione delle scuole
- la creazione di uno “Statuto delle studentesse e degli studenti in stage”
- l’introduzione di una nuova materia, “Competenze di cittadinanza”
- la scrittura di una legge quadro nazionale sul diritto allo studio
In particolare, la legge sul diritto allo studio è importantissima (e lo diciamo da anni!) per garantire più uguaglianza nella scuola. Ne abbiamo già parlato tante volte: chi fosse interessato può leggere qui le ragioni del nostro impegno sul tema. Anche sulla valutazione riflettiamo da tempo: qui abbiamo approfondito le nostre posizioni.
Oggi, sul suo blog “La scuola siamo noi”, lo stesso Zunino riprende alcune reazioni del mondo della scuola alle dichiarazioni del sottosegretario Faraone. Qui l’articolo: “Gli studenti applaudono Faraone: dateci potere. I sindacati: riforme da voto di scambio”. C’è anche il pensiero del MSAC, che secondo Zunino «sposa l”intento di governo». In realtà, ci teniamo a dirlo, è il governo, nella persona del Sottosegretario Faraone, che “sposa l’intento” degli studenti; e noi diamo atto di questa disponibilità a recepire le proposte del Forum, mentre continuiamo a non condividere alcuni punti della “Buona Scuola” come gli scatti di merito legati a una competizione tra docenti. Per completezza, questo è il testo della lettera che abbiamo inviato a Repubblica, da cui Zunino ha legittimamente estratto alcune frasi:
Gentile direttore,
abbiamo letto l’articolo di C. Zunino sulla riforma della scuola dal titolo “Tutti sotto esame alle superiori, a fine anno gli studenti daranno i voti ai prof”. Ci ha fatto piacere ritrovare nel testo alcune delle proposte presentate dal Forum degli Studenti e dal Movimento Studenti di Azione Cattolica al Sottosegretario Faraone e al ministro Giannini durante la consultazione. Nel merito, c’è un punto che teniamo a sottolineare: la scuola deve essere luogo di vera partecipazione studentesca. Fuori da formule retoriche del passato, oggi partecipazione significa per noi tante cose. Prima di tutto significa garantire a tutti gli studenti eguali possibilità di accedere all’istruzione: per questo chiediamo da anni una legge quadro nazionale sul diritto allo studio e siamo felici che finalmente se ne parli in concreto. Partecipazione significa certezza di diritti e doveri per chi fa tirocinio e alternanza, che lo “Statuto delle studentesse e degli studenti in stage” dovrebbe garantire. Ma partecipazione significa soprattutto tornare ad aprire le nostre scuole al mondo circostante, ridando il giusto spazio alle “competenze di cittadinanza”. Tanto più che, se si riaccende la passione civica dei ragazzi, ne beneficeranno anche quegli organi collegiali che sono il cuore della partecipazione. Gli spazi di protagonismo e rappresentanza vivono oggi una crisi di consapevolezza più che di senso: sono ancora un’occasione straordinaria di crescita e di educazione al bene comune, e anzi diventano risorsa speciale nella “crisi della partecipazione” che attraversa la nostra società. In quest’ottica si intende anche la nostra proposta di una valutazione partecipata, con l’inclusione della rappresentanza studentesca nel nuovo organo collegiale che sarà il Nucleo di Valutazione. Crediamo infatti che, in un contesto di rispetto e collaborazione, anche gli studenti abbiano tutto il diritto di valutare i propri docenti e le proprie scuole. La valutazione che abbiamo in mente ha la finalità, con le parole di Annamaria Ajello, Presidente di INVALSI, di «individuare le aree di maggiore fragilità del sistema d’istruzione e le disuguaglianze ancora da colmare», così da poter intervenire in senso migliorativo – non premiale o punitivo, nei confronti di docenti, personale o dirigenti. Come MSAC siamo contrari a un nesso troppo stretto tra merito individuale e scatti stipendiali, che porterebbe nella scuola un clima di competitività estraneo agli ambienti di apprendimento; e sogniamo una scuola in cui il sistema di valutazione, partecipato e costante nel tempo, aiuti a correggere le situazioni di disagio e a premiare quelle di eccellenza. Per questo c’è bisogno del contributo di tutti: gli studenti sono pronti a fare la loro parte.
Gioele Anni e Adelaide Iacobelli
Segretario e Vicesegretaria nazionale del Movimento Studenti di Azione cattolica (MSAC).
Siamo contenti di questa fase di ascolto, anche se sappiamo che ci vuole ancora molto lavoro perché le buone intenzioni diventino fatti e, soprattutto, leggi utili a cambiare in meglio la scuola. Al di là dei titoloni di giornale, le nostre posizioni sono chiare fin dall’inizio di questa consultazione: non vogliamo “potere” ma vogliamo “partecipazione”; e non vogliamo “dare i voti” ai prof per punirli o premiarli, ma crediamo nella valutazione come strumento di confronto rispettoso e di crescita comune. Continueremo a offrire il nostro contributo, che è frutto del pensiero dei gruppi MSAC in tutta Italia. E soprattutto continueremo a informarci, studiare e discutere, con tutti e senza pregiudizi!
Gioele Anni
Il MSAC in audizione alla Commissione VII del Senato: un impegno per diritto allo studio e Statuto degli studenti in stage
Ieri pomeriggio il MSAC è stato ricevuto in audizione, insieme alle altre associazioni del Forum degli Studenti, presso la Commissione VII del Senato.
Nelle Commissioni si discutono le proposte di legge prima di presentarle al Parlamento. La Commissione VII, in particolare, si occupa anche di istruzione. Con le audizioni, i parlamentari ascoltano esperti di varie tematiche, in modo da avere contributi qualificati per la loro discussione.
Il tema della convocazione era: «Valutazione del riordino della scuola secondaria di secondo grado, impatto del precariato sulla qualità dell’insegnamento e recenti iniziative del Governo concernenti il potenziamento di alcune materie e la situazione del personale». In pratica, ci era chiesto di esprimerci sulla situazione della scuola italiana, a 5 anni dalla “riforma Gelmini”; e di portare un’opinione su alcune proposte della “Buona scuola”. Qui potete trovare i 5 “ambiti tematici” dell’audizione.
Insieme alle altre associazioni abbiamo presentato un testo unitario. Come sempre, i testi unitari presentano il “minimo comune denominatore” delle 7 associazioni, che hanno posizioni ideali e politiche molto distanti tra loro. Ma se delle proposte comuni arrivano da pensieri così diversi, allora assumono ancora più forza! Qui trovate il parere unitario del Forum.
Ogni associazione, poi, ha presentato un proprio singolo contributo. Quello del MSAC si trova qui. Abbiamo detto che la nostra scuola è purtroppo peggiorata negli ultimi 5 anni, a causa dei tagli di risorse e dei pochi servizi offerti agli studenti (per esempio nell’attività importantissima dell’orientamento). Riguardo alla “Buona scuola”, abbiamo ripreso alcune delle richieste che facciamo da più tempo: un impegno per il diritto allo studio; alcune proposte per rendere più attivi gli organi collegiali e le assemblee degli studenti; l’insegnamento di Cittadinanza e costituzione; uno statuto per gli studenti in stage.
I senatori hanno seguito con attenzione. Dopo la presentazione del documento congiunto, alcuni senatori hanno voluto intervenire: tutti si sono congratulati per il lavoro approfondito e per la capacità di trovare posizioni condivise tra associazioni così diverse. Le proposte sul diritto allo studio sono state accolte con favore, così come l’idea di uno Statuto per studenti in stage. Crediamo sia stato un incontro positivo, come quello che abbiamo avuto col ministro Giannini lo scorso 17 ottobre (qui il reportage). Tra pochi giorni, il 15 novembre, termina la fase di discussione pubblica su “La buona scuola” (c’è ancora tempo per dire la propria, sul sito labuonascuola.gov.it). Ora si passa ai fatti: nelle prossime settimane e mesi vedremo quali interventi di riforma saranno messi in campo dalla classe politica. Ci teniamo aggiornati e intanto continuiamo a raccogliere i pareri da tutta Italia: nei prossimi giorni pubblicheremo il “Manifesto della buona scuola” del MSAC, scritto grazie ai dibattiti nelle nostre OktoberFest.
17 ottobre: le proposte degli studenti al ministro Giannini
Oggi, 17 ottobre, il Forum delle associazioni studentesche ha incontrato il ministro Giannini. Un incontro importante, a metà della consultazione proposta dal governo col documento “La buona scuola” (per chi non lo avesse ancora letto, qui c’è il testo completo e qui la più agile guida riassuntiva scritta dal MSAC).
Le sette associazioni del Forum sono molto diverse tra loro per ideali e attività. Alcune, come il MSAC, sono di ispirazione religiosa; altre appartengono a gruppi politici o sindacali di vari schieramenti. Insieme, tuttavia, abbiamo realizzato un documento condiviso. Un bel segno, nel tempo in cui le urla sono spesso preferite al dialogo. Nel documento esprimiamo al ministro Giannini alcune premesse, e 5 punti condivisi da tutti.
Il ministro ha subito voluto dare due precisazioni, riguardo al nostro documento e a certi slogan emersi nelle manifestazioni delle scorse settimane. Per prima cosa, ha affermato che la consultazione non è “finta”, anzi: al termine dei due mesi, il governo presenterà una proposta aggiornata con le osservazioni emerse durante il confronto. Poi, ha negato ogni intenzione di “privatizzare” l’istruzione: “La buona scuola” parla di attrarre risorse per le scuole anche dai privati, non di consentire ai privati le decisioni sulla governance delle scuole.
Terminata la prima replica del ministro, ogni associazione ha esposto il suo commento su “La buona scuola”. Si sono toccati moltissimi temi: prima di tutto il diritto allo studio (spieghiamo di cosa si tratta qui), poi riforma dei cicli, nuovi saperi, valutazione, insegnanti… Il MSAC, che sta costruendo la sua posizione grazie alle OktoberFest in tutta Italia, ha sviluppato alcune riflessioni che potete trovare qui.
Il ministro ha replicato a lungo a tutte le nostre osservazioni, dimostrando uno spirito aperto al dialogo. Per prima cosa ha sottolineato l’impegno del governo nel dare finalmente più risorse alla scuola, come definito dalla proposta di legge finanziaria pubblicata mercoledì 15 ottobre (vedi foto: 1 miliardo di € per il 2015 e 3 miliardi a partire dal 2016. NB: con la “finanziaria” ogni anno il governo spiega gli accorgimenti di spesa che farà per gli anni successivi; questa proposta è valutata dalla Commissione Europea, e poi viene votata a fine anno dal Parlamento):
Poi, andando per punti, il ministro ha sottolineato:
- l’impegno già definito per assumere quasi 150.00 docenti, risolvendo il problema storico dei precari. Inoltre, già nel 2015 sarà bandito un concorso per 40.000 nuovi docenti.
- l’importanza di attuare la vera autonomia scolastica: cioè dare a tutte le scuole le risorse per creare e ampliare la propria “offerta formativa”; ma anche chiedere responsabilità alle scuole nella gestione delle risorse. Dal 2008, con la riforma Gelmini, le scuole hanno avuto sempre meno soldi per ampliare l’offerta formativa: i nuovi investimenti del governo dovrebbero finalmente dare molto più spazio di manovra alle scuole.
- il ruolo rinnovato dei docenti: ogni scuola avrà un “organico funzionale”, cioè potrà dividere i docenti tra varie attività (non solo lezioni, ma anche progetti, corsi integrativi, percorsi di orientamento…): i docenti saranno poi valutati e, ogni triennio, potranno o meno ricevere un aumento di stipendio (come avrete visto dal parere, il MSAC è contrario a questa proposta).
- l’impegno per potenziare davvero l’alternanza scuola/lavoro: non perché la scuola diventi un mero “avviamento al lavoro”, ma perché si valorizzi il “saper fare”, oltre al “sapere”, e per ripensare la formazione professionale. Per questo, un impegno specifico sarà dedicato a rimettere in sesto i nostri laboratori.
- la proposta di rafforzare le «competenze antiche» del nostro Paese (storia dell’arte, musica) ma anche quelle “moderne” (inglese, informatica) in particolare dalla scuola primaria: l’idea è che un pacchetto importante di “competenze di base” va formato fin dalle elementari.
Il governo – ha proseguito il ministro – vuole subito rispondere alle maggiori urgenze; ma non dimentica che, come sottolineato dalle associazioni, una vera “riforma” del sistema scolastico ha bisogno di più tempo. Per questo, l’idea è di agire con un decreto legge per i temi più urgenti come: assunzione dei precari, abolizione delle “supplenze brevi”, inserimento deli nuovi insegnamenti, risorse per il Miglioramento dell’Offerta Formativa (MOF). Poi, in seguito ci sarà tempo per riprendere altri spunti della consultazione: ad esempio come riordinare i cicli o come modificare l’età di uscita dalla scuola.
Semplificazione e formazione, dice Giannini, sono le vere parole chiave della riforma: perché la scuola va anzitutto “sburocratizzata”, e perché solo con insegnanti che si formano di continuo (formazione permanente, o se preferiamo “life long learning”) potremo fare davvero un salto di qualità.
Nel tardo pomeriggio il ministro ha twittato la sua soddisfazione per il Forum:
E anche noi possiamo ritenerci soddisfatti dell’incontro. Negli ultimi anni, mai un confronto con un ministro era stato tanto aperto e ampio. Per noi è solo l’inizio, ma un buon inizio (un #giornobuono? Speriamo!). Ora partecipiamo con le OktoberFest in tutta Italia, e coinvolgiamo anche i nostri amici, i compagni di classe, gli insegnanti, le famiglie. C’è ancora tanto tempo per la consultazione, possiamo ancora riempire le nostre scuole di passione e proposte!
La buona scuola – Guida per la lettura e la discussione
Mercoledì 3 settembre, il Governo ha pubblicato il Rapporto “La buona scuola”. È un testo molto corposo, di 136 pagine. Per questo il MSAC ha pensato di riassumerle in questa breve guida, con qualche spunto per la discussione. Nei prossimi due mesi, un grande percorso di dibattito pubblico sulle proposte del Rapporto coinvolgerà tutte le scuole italiane. E noi msacchini? Ci siamo!#iopartecipo
Scarica la Guida per la lettura e la discussione di “La buona scuola” qui: http://msac.azionecattolica.it/tag/alternanza/la-buona-scuola-guida-la-lettura-e-la-discussione
La buona scuola
di Andrea Facciolo (delegato MSAC al Miur)
Stamattina è stato pubblicato, sul sito dedicato dal governo alle riforme, il tanto atteso documento con le proposte sulla scuola. Il rapporto “La buona scuola”, è molto corposo ma è stato riassunto in 12 punti: li trovate a questo link, http://passodopopasso.italia.it/wp-content/uploads/La-BUONA-SCUOLA_-12-punti.pdf.
Le proposte sono rivolte a tutti i soggetti del mondo della scuola: dai presidi, agli ispettori passando per l’ amministrazione scolastica, i docenti e i presidi per arrivare fino a genitori e, naturalmente, a noi studenti.
La parte più strutturata parla di insegnanti, svelando un grande piano di assunzione dei docenti precari e un cambiamento nelle logiche di distribuzione e retribuzione del personale docente. Ma cerchiamo di scoprire insieme quali sono le principali proposte che riguardano noi studenti più da vicino, tenendo presente che non sono subito operative (quindi, al ritorno a scuola, niente novità immediate) ma per almeno 2 mesi saranno oggetto di confronto con tutto il mondo della scuola proprio come dichiarato dal presidente del Consiglio Matteo Renzi nel video di presentazione delle proposte: si aprirà infatti un dialogo non solo con il Consiglio Nazionale delle Consulte Provinciali e con il Forum delle Associazioni studentesche ma anche – grazie all’ aiuto dei presidenti delle Consulte Provinciali – si vogliono coinvolgere tutti gli studenti sfruttando le assemblee di classe e d’ istituto e gli organi collegiali delle scuole.
Ecco i punti che toccano da vicino gli studenti:
– partiamo da “ciò che si impara”. Si prevede di rafforzare lo studio di disegno e storia dell’ arte nelle scuole superiori in particolare nei bienni di licei e turistici, così da permettere ai ragazzi di formarsi meglio su quella che è una delle più importanti voci del made in Italy: i beni culturali. Inoltre si propone anche più spazio per l’ informatica in ogni indirizzo scolastico, specie in licei scientifici e professionali: in questo caso il percorso vuole essere territoriale perché le scuole potranno coinvolgere anche le aziende del territorio per creare un ponte tra scuola, lavoro e nuove tecnologie. A questo si aggiunge la diffusione dello studio dei principi di economia in tutte le scuole superiori, e un potenziamento della lingua inglese.
– si punta, sempre nell’ ottica di collegare il mondo della scuola e quello del lavoro, sull’alternanza scuola-lavoro obbligatoria negli ultimi tre anni degli istituti tecnici e professionali per almeno 200 ore l’ anno; ma anche per tutti gli studenti della scuola secondaria (anche i licei, dunque!) sono ipotizzati percorsi di didattica all’ interno delle aziende. Le scuole stesse, invece, avranno l’ opportunità di svolgere le funzioni di “impresa formativa”, cioè di produrre e sviluppare prodotti innovativi che potranno poi commercializzare reinvestendo il ricavato nell’ attività didattica di tutti i giorni. Altri progetti potranno essere concepiti direttamente in sinergia con le aziende.
L’ alternanza scuola lavoro verrà anche collegata al programma ERASMUS PLUS: grazie a questo progetto di mobilità internazionale, gli studenti potranno migliorare le loro conoscenze di lingua straniera e vivere esperienze di stage all’estero.
Viene spontanea una domanda: dove possiamo sviluppare le nostre competenze pratiche e tecniche che ci permetteranno di arrivare preparati al confronto con il mondo del lavoro?
La risposta che “ la buona scuola” suggerisce sono i laboratori tecnici delle nostre scuole, che hanno bisogno di essere aggiornati: per questo sono necessari contributi alle scuole anche da parte delle imprese e dei privati cittadini.
Infine per rendere operative queste proposte si abbozza anche la possibilità di introdurre cambiamenti nel ruolo e nei compiti degli organi che governano la scuola: anche perché ricordiamoci che le nostre scuole, essendo autonome, godono di alcuni margini di azione che non sempre ad oggi sono stati interamente sfruttati. Su questo capitolo, tuttavia, la proposta è davvero solo una bozza: quindi abbiamo molto spazio per dire la nostra!
Naturalmente le proposte del governo non possono contenere soluzioni su tutte le problematiche della scuola. In particolare, e ce ne rammarichiamo, nel rapporto “La buona scuola” mancano completamente le questioni del diritto allo studio e le proposte sull’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione. Sono due temi molto cari al MSAC come alle altre associazioni studentesche: ne parleremo sicuramente col ministro Giannini e con i suoi collaboratori, alle prossime riunioni del Forum. Una prima convocazione informale ci è stata già recapitata stamattina, appuntamento al Ministero per la prossima settimana!
In ogni caso, “La buona scuola” ci sembra un buon punto di partenza per procedere a una serie di cambiamenti davvero strutturali. Due cose ora sono fondamentali. La prima: che il lavoro prosegua e non ci si fermi a un rapporto, perché nel testo di “La buona scuola” ci sono troppi condizionali (“vorremmo”…) e troppi futuri (“faremo”…); e invece vogliamo che questi verbi di buone intenzioni diventino indicativi presenti! E la seconda: che, come anticipato nel rapporto, il percorso di condivisione della riforma entri nelle scuole, dalle assemblee di classe fino alle Consulte, mettendo in dialogo gli studenti e tutti i protagonisti della scuola. Nelle conclusioni di “La buona scuola” si parla di un format per condividere le proprie osservazioni con i compagni di classe in assemblee e momenti di discussione: lo aspettiamo pubblicato a breve, per poter dire nelle nostre classi, con tutta la nostra passione: I CARE, #iopartecipo!
29 agosto: riforma della scuola?
È una settimana importante per la scuola italiana. Venerdì 29, dopo il Consiglio dei Ministri, verranno presentate le linee guida di una non meglio precisata “riforma”.
Finora siamo solo alle indiscrezioni e come MSAC ci riserviamo di giudicare dopo la pubblicazione dei testi. Lunedì intanto il ministro Giannini è intervenuta al meeting di Comunione e Liberazione parlando di “Educazione: dalla periferia al centro”. Nell’incontro di Rimini il ministro ha spiegato che nei prossimi mesi ci sarà spazio per un confronto sulle proposte di riforma tra il governo e i «soggetti della scuola», compresi – ci auguriamo – gli studenti.
Si parla soprattutto di novità per gli insegnanti, ma nel provvedimento dovrebbero essere affrontati anche temi che riguardano molto direttamente la vita degli studenti: dalla valutazione ai percorsi di alternanza scuola/lavoro, dall’esame di maturità ai progetti Erasmus.
Finora abbiamo incontrato il ministro Giannini nel Forum delle Associazioni Studentesche in una sola occasione, a maggio. Abbiamo raccontato l’incontro qui. Ci saremmo aspettati altri spazi di confronto nei mesi successivi, ma tant’è. Da venerdì potremo misurarci con delle proposte concrete da parte del governo, e nella sede del Forum proporremo le nostre osservazioni.
Insieme, confrontandoci con i segretari e i referenti legislativi dei gruppi MSAC di tutta Italia, formuleremo un nostro parere. Intanto è importante cominciare a informarsi e a capire le tematiche in gioco.
Per questo vi proponiamo alcuni materiali utili:
Il link all’intervento del ministro Giannini presso il meeting di Rimini:
– http://www.meetingrimini.org/news/default.asp?id=676&id_n=15169.
Alcuni articoli di siti internet che anticipano modalità e temi della “riforma”:
– “Scuola, la ministra Giannini: ‘Supplenze addio con la riforma’” corriere.it
– “Riforma scuola, punto per punto la scommessa Renzi-Giannini” repubblica.it
– “Scuola, basta con le supplenze. E più mestieri” avvenire.it
– “Sereni, a breve vi daremo la nostra visione della scuola” tecnicadellascuola.it
– “Al Meeting di Rimini, il Ministro dell’istruzione parla di precari, reclutamento, nuovi linguaggi, merito” orizzontescuola.it
Inoltre, uno strumento davvero prezioso per approfondire è la rassegna stampa online del MIUR, che raccoglie tutti gli articoli sul mondo della scuola in uscita nei quotidiani. Ecco il link:
– http://rstampa.pubblica.istruzione.it
In questi giorni più che mai, per dirla con don Milani, WE CARE. La scuola oggi è al centro del dibattito pubblico. Da venerdì valuteremo le proposte del governo e in questo dibattito proveremo a far sentire la nostra voce, tutti insieme, con passione e dialogo.
A presto! #gomsac
#openMIUR: primo incontro col ministro Giannini
Per la prima volta dalla nascita del governo Renzi, oggi abbiamo incontrato con il Forum delle associazioni studentesche il ministro Giannini. Un confronto rinviato da troppo tempo, ma finalmente arrivato. E produttivo: la nostra impressione è positiva.
Il Forum ha prima di tutto esposto al ministro alcune proposte condivise, nella convinzione che la grande ricchezza del nostro tavolo sta proprio nel portare elaborazioni strutturate insieme da tutti i 7 soggetti rappresentati. Se una proposta unitaria viene da associazioni con idee molto distanti, allora significa che davvero riproduce un’esigenza diffusa degli studenti italiani!
Il Forum ha dunque presentato al ministro tre proposte ormai da tempo condivise, ma rimaste intoppate tra i cambi di governo: una proposta di legge quadro nazionale sul diritto allo studio, dato che gli ordinamenti delle singole Regioni non garantiscono ovunque livelli di servizio e assistenza standard per tutti gli studenti; uno statuto per gli studenti in stage o tirocinio; e una revisione della legge (567/1996) che regola gli organi collegiali, in particolare per dare più peso al ruolo delle consulte provinciali. Il ministro ha assunto tutte e tre le proposte, con una riserva sul diritto allo studio: pur prendendo l’impegno davanti a noi di prendersi a cuore questa tematica decisiva, Giannini ha ammesso che un intervento del genere necessita di risorse il cui stanziamento dovrà essere approvato dal governo. Sugli stage, il ministro ha detto che scontiamo un modello culturale che mette prima lo studio nozionistico e poi il sapere sperimentale: è tempo, anche per rispondere alla drammatica emergenza occupazionale, di superare questa impostazione. In generale, ha sostenuto il ministro, obiettivo del suo mandato sarà duplice: aumentare la qualità media della scuola italiana, ma in modo diffuso, senza divari regionali; e dare competitività al sistema italiano nel confronto con gli altri Paesi, anche premiando le eccellenze.
Il ministro ha recepito quattro ulteriori richieste delle associazioni: di partecipare alle iniziative che coinvolgono la scuola nell’ambito del semestre italiano di Presidenza del Consiglio europeo; di includerci nel tavolo tecnico con il Ministero del Lavoro sul programma “Youth Guarantee”; di includerci nel tavolo già insediato con il Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari (CNSU) sul tema dell’accesso all’università (in particolare i famigerati test); e di iniziare insieme una riflessione sulla democratizzazione del sistema scolastico (dagli organi collegiali e le assemblee studentesche, alla valutazione e alla didattica partecipate).
Si è poi passati a un giro di tavolo con le sensibilità delle singole associazioni: si è parlato, tra l’altro, di test INVALSI, accesso all’università, orientamento, partecipazione studentesca, parità scolastica, riforma dei cicli, formazione professionale, governance delle istituzioni scolastiche. Come MSAC abbiamo evidenziato il momento favorevole per la scuola italiana, che gode di grande attenzione come dimostrato dallo straordinario incontro “per” la scuola – tutta la scuola – del 10 maggio. Abbiamo poi sottolineato, oltre a condividere molte osservazioni delle altre associazioni, tre temi: la scuola come luogo di formazione alla cittadinanza, per esempio applicando l’insegnamento di “Cittadinanza e costituzione”; l’integrazione europea da promuovere nel semestre di Presidenza; e la necessità di salvaguardare assemblee e spazi di partecipazione come momenti di socialità fondamentali per gli studenti.
Nella sua seconda replica, il ministro ha risposto puntualmente alle varie questioni. Sulla valutazione, ha concordato che i test di oggi hanno difetti strutturali come il prevalere di un’analisi quantitativa – pur necessaria per garantire oggettività e possibilità di comparazione internazionale – rispetto a quella qualitativa. Si è detta disposta a ragionare su questo tema insieme ai “Cantieri scuola” avviati da pochi giorni. Sul tema di autonomia e governance, ha aperto a una democratizzazione e partecipazione dei sistemi ma col principio che si possa ricondurre le responsabilità di ogni scuola a una persona o a un gruppo di persone ben definite. Sulla parità scolastica, si è detta per un sistema che valorizzi le scuole paritarie per aderenza a un modello laico ed europeo che garantisce libertà di scelta educativa alle famiglie; gli strumenti di valutazione di tutte le scuole del sistema pubblico integrato dovranno per forza essere gli stessi. Sulla formazione professionale, ha introdotto la necessità di potenziare i percorsi “vocational, educational and training” (apprendimento, formazione e lavoro). Infine ok a percorsi di educazione alla cittadinanza: in attesa delle risorse per dare monte ore autonomo alla materia “Cittadinanza e costituzione”, con la promozione di percorsi quali le Lezioni con l’Accademia dei Lincei o la “Nave della legalità”.
Il lavoro al Forum si preannuncia intenso per i prossimi mesi, con la partecipazione ai tavoli tecnici e il lavoro insieme alla Direzione dell’area studente (con cui il Forum collabora ordinariamente). Dopo il Forum, abbiamo potuto incontrare pure la dottoressa Leuzzi dell’Ufficio affari internazionali, con cui abbiamo condiviso interessanti proposte per l’uso dei fondi europei destinati all’istruzione. Noi ci saremo, come ci ricorda papa Francesco non per «occupare spazi», ma per «avviare processi» (Evangelii Gaudium, 223). Sempre portando, dal basso, le esigenze e i sogni degli msacchini di tutta Italia.
La Costituente della Scuola
Da qualche giorno il Ministro Carrozza scrive su twitter (@MC_Carro) parlando della consultazione nazionale (non un referendum) sulla scuola: la cosiddetta Costituente della scuola. Verranno poste domande su 10 grandi macro ambiti che riguardano le nostre scuole a cui si avrà possibilità di rispondere online fino a Maggio. Ciascuno potrà dire la propria “pensando agli altri, alla società, non a se stesso”.
E’ lo stesso ministro ad anticipare alcune possibili domande. Eccole!
Noi cosa rispondiamo? Non facciamoci trovare impreparati! Il Ministro conta anche su di noi…