Commissione Caro libri del Comune di Roma termina il suo mandato

Al termine la commissione sul “caro-libri” convocata dall’assessorato alle Politiche scolastiche del comune di Roma e a cui ha partecipato come delegato MSAC Michele Azzoni di Venezia. Ecco il testo definitivo elaborato:

Assessorato alle Politiche Educative Scolastiche,

della Famiglia e della Gioventù

Il Gruppo di lavoro sulle tematiche dell’istruzione istituito dall’Assessorato alle Politiche educative- scolastiche del Comune di Roma,

in relazione al tema dei libri di testo scolastici

ed in particolare al problema dell’eccessivo costo a carico delle famiglie

per l’acquisto della dotazione libraria nelle scuole superiori di 1° e 2° grado

è pervenuta alle seguenti conclusioni.

1)   Nel rispetto dei principi enunciati nella Carta costituzionale, lo Stato e gli Enti Locali – ciascuno secondo le proprie competenze ed in sinergia tra loro – devono adoperarsi affinché sia pienamente riconosciuto ed attuato, per tutti gli alunni e studenti, il diritto alla gratuità dell’istruzione durante l’obbligo scolastico.

A tal fine, dovranno essere promossi interventi legislativi in materia di diritto allo studio, a carattere nazionale e regionale, tesi ad estendere progressivamente a tutto l’obbligo scolastico, con adeguati finanziamenti, la gratuità dei libri di testo, per ora prevista – salvo eccezioni in alcune regioni d’Italia – solo per la scuola primaria.

Ritenendo che la normativa nazionale vada parimenti adeguata in tal senso, in sintonia con il dettato costituzionale, su proposta del Gruppo di lavoro l’Assessorato  invierà analoga proposta di modifica al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca con preghiera di farsi parte attiva nell’iter legislativo di modifica delle leggi nazionali in materia di diritto allo studio.

Ove le attuali esigenze di bilancio rendessero impraticabile l’ipotesi di un aumento dei fondi per il diritto allo studio con l’obiettivo dell’estensione della gratuità dei libri di testo anche nelle scuole superiori, si propone, in subordine, che nella scuola primaria la fornitura gratuita dei libri sia legata a criteri di reddito, sempre previa modifica delle normative nazionali e regionali. Le economie così ottenute potranno essere utilizzate per incrementare i sussidi a favore delle famiglie meno abbienti, con figli iscritti nelle scuole superiori di 1° e 2° grado.

2)      Per quanto concerne gli attuali finanziamenti erogati a favore del diritto allo studio, è parere unanime della Commissione che essi debbano essere commisurati non solo al reddito – come oggi avviene – bensì anche al merito.

È sempre la Carta costituzionale ad indicare tali principi.

Infatti, nello stesso art. 34, ove è sancito che «l’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita», è anche scritto che «I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.» e che «La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.»

Peraltro, le attuali procedure di assegnazione, oltre ad escludere il merito dal novero dei criteri fondamentali, si fondano su parametri desueti e inadatti dal punto di vista sociale. Non viene infatti adeguatamente considerato il cosiddetto ‘quoziente familiare’ ossia il rapporto tra il reddito complessivo ed il numero effettivo dei componenti del nucleo familiare.

Il piano di riparto dei fondi alle Regioni viene elaborato sulla base della percentuale delle famiglie con reddito disponibile netto inferiore ad € 15.493,71 e non secondo i criteri ISEE. Tale criterio va assolutamente rivisto, basandosi non su un dato percentuale ma su dato certo.

Si propone quindi di rivedere parametri e criteri utilizzati in fase di riparto delle risorse dal livello centrale a quello regionale (Legge 62/2000 e Legge 448/1998) e di prescrivere che in fase di assegnazione diretta alle famiglie interessate venga affiancato al criterio del reddito quello del merito.

Su proposta del Gruppo di lavoro l’Assessorato si farà parte promotore di una proposta di modifica della normativa.

3)   In sintonia con quanto già affermato dal Ministero dell’Istruzione, occorrerà progressivamente introdurre i libri di testo in versione on line, scaricabile da internet, o mista. A fianco all’E-book potrà essere sviluppato il testo scolastico in versione digitale, commercializzabile su schede di memoria e leggibile su appositi lettori già presenti sul mercato italiano.

Tale innovazione tecnologica – già molto diffusa in altri Paesi Europei e del Nord America – ha un impatto estremamente positivo in termini ambientali ed economici. Infatti, oltre al risparmio delle materie prime (carta – cioè cellulosa / alberi – e inchiostro) vengono assolutamente eliminati i costi di stampa e distribuzione. I nuovi lettori di E-book usano una tecnologia differente dagli schermi a cristalli liquidi retroilluminati, con resa visiva identica a quella della carta stampata. Un dispositivo che ha la grandezza di un quaderno e consente di conservare una biblioteca di oltre 500 volumi.

Si dovranno prevedere contributi a favore degli studenti per l’acquisto dei lettori E-book, in analogia a quanto previsto per l’acquisto del personal computer.

4)   Si concorda sulla opportunità di incrementare il comodato d’uso dei libri scolastici e non, potenziando le biblioteche di classe e d’istituto e, contemporaneamente, di sensibilizzare alunni e studenti sul miglior uso dei beni comuni e al loro rispetto. A tal fine, potranno essere stipulate apposite convenzioni con le case editrici.

5)   In relazione allo sforamento da parte delle scuole dei tetti di spesa fissati dal Ministero, il Gruppo di lavoro ha verificato, con un’indagine presso gli istituti di istruzione cittadini, che in molti casi l’aumento dei costi è causato dalla richiesta di acquisto di testi facoltativi i quali, poi, si rivelano obbligatori. Si chiede che vengano posti in essere interventi tesi a far rispettare i limiti imposti ed a vigilare sulla loro osservanza. Particolare attenzione dovrà essere posta alla pratica dei libri facoltativi / consigliati, che determinano in maniera rilevante lo sforamento dei tetti di spesa. In tale contesto l’Assessorato si impegna a  promuovere il Comodato d’uso e a finanziare a tal fine  le biblioteche delle scuole per dotarle dei c.d. libri facoltativi.

6)   Per quanto riguarda le competenze specifiche del Comune di Roma, ci si adopererà per informatizzare le procedure di acquisizione dati e di assegnazione dei buoni libro e delle borse di studio, in modo tale da poter elaborare in tempo reale i dati ed introdurre, nella determinazione delle graduatorie, anche il criterio del merito.

7)      E’ di particolare importanza che le famiglie vengano coinvolte direttamente nella scelta dei libri di testo, come già previsto dalla normativa vigente. Tale adempimento dovrà assumere sempre più un carattere sostanziale.

Roma, 17 maggio 2009

Nuove classi di concorso per i docenti

Editoriale di “libed.news41”
LA CLASSE DEL DOCENTE

Le classi di concorso, come sappiamo, fanno parte del percorso che introduce il neolaureato che ha scelto la professione docente nell’ambito dell’insegnamento stesso.

Il DM 30 gennaio 1998 n. 39 (Ministro Berlinguer) stabiliva la corrispondenza tra materie di insegnamento e classi di concorso secondo determinati criteri. Erano fissati gli insegnamenti compresi nelle classi di concorso stesse e, inoltre, per ciascuna classe di concorso, i titoli di studio validi per l’ammissione ai concorsi a cattedre.

In sostanza, nell’ordinamento vigente fino ad ora, una laurea consente l’accesso a più classi di concorso e la classe di concorso indica un insieme di materie che possono essere insegnate da un docente.

Quindi la classe di concorso ha fin qui definito una particolare cattedra di insegnamento, in quanto un docente insegna più materie, ma tutte appartenenti alla stessa classe di insegnamento.

Ancora, la classe di concorso ha indicato una particolare graduatoria, in quanto tutte le graduatorie sono state divise in base alle classi di concorso.

Il Ministro Gelmini con il D.M n. 37 del 26 marzo 2009 ha composto l’ultimo tassello previsto dalla riforma del I ciclo decretando che, relativamente alla scuola secondaria di primo grado, dal 2009/2010 le classi di concorso a cattedre di cui al D.M. n. 39/1998 siano trasformate in nuove classi di abilitazione.

Il risultato ottenuto è che le nuove appaiono in qualche modo più comprensive delle “vecchie” classi di concorso: per esempio, la 45/A Lingua straniera diviene 45/A – Lingua inglese e seconda lingua straniera; la 33/A Educazione tecnica nella scuola media diviene 33/A – Tecnologia. Un altro esempio ancora: la 59/A Scienze matematiche, chimiche, fisiche e naturali nella scuola media diventa 59/A – Matematica e scienze nella scuola secondaria di I grado.

La conseguenza, come avveniva con il vecchio sistema, è che alla luce delle nuove classi di abilitazione all’insegnamento viene ridefinita la composizione delle cattedre che a sua volta è funzionale ad una razionalizzazione dei piani di studio e dei quadri orario. Stando alle anticipazioni che si hanno, analoga operazione pare stia avvenendo nell’avviata ridefinizione delle classi di concorso delle superiori.

Insomma, sembrerebbe essere stata avviata una trasformazione strisciante del rapporto tra competenze disciplinari del docente e insegnamenti che a nostro parere dovrebbe essere valutato attentamente e portato il più possibile allo stato di riflessione pubblica e consapevole.

Quello che intendiamo sostenere, come contributo alla discussione su questo punto e nell’ottica di una ridefinizione di tutto il sistema delle classi di concorso, è che la comprensibile necessità di utilizzazione più razionale del personale docente qualificato, anche nel senso della maggiore mobilità professionale, deve essere ancorata alle esigenze della scuola e non solo a quelle dell’economia.

In altri termini, è inevitabile supporre che piani di studio e percorsi formativi più essenziali (e questo vale per tutti gli ordini di scuola) conducano ad un accorpamento delle vecchie classi di concorso in nuove classi di concorso e di abilitazione.

Il problema sarà poi quello di decidere come all’accorpamento delle abilitazioni debba corrispondere una eguale quantità di competenze (non generiche) nella persona del docente, che non potrà essere pensato come tuttologo.

Si aprono in tal senso prospettive che attengono alla figura professionale del docente, alla sua soggettività culturale e allo sviluppo della carriera. Infatti, non solo la preparazione disciplinare che precede l’abilitazione dovrà essere messa alla prova nella esperienza di contatto diretto con la scuola (tirocinio), ma la stessa azione di riconversione da una classe di abilitazione ad un’altra nuova e più comprensiva, ove avvenisse, dovrà tenere conto del portfolio maturato dal docente e non essere una semplice operazione burocratica.

Per le info sulle nuove classi di insegnamento, vedi approfondimento (con tabelle allegate) della “Tecnica della scuola”

L’illusione dei distributori

L’ultima novità sulle pagine di cronaca scolastica di giornali e homepage giornalistiche è stata determinata dalla questione della delibera del consiglio provinciale di Roma di installare dei distributori automatici di preservativi nelle scuole. Mentre i paladini del liberismo hanno esultato “per un nuovo passo avanti” nella prassi scolastica, lo scandalo si è levato nelle opposizioni politiche. Qualcuno ha detto che “in media stat virtus” e che forse i dubbi che sollevati dal Movimento Studenti di Azione Cattolica sono forse tra quelli che più danno da pensare.

Intervistati dall’ANSA nella giornata del 18 giugno, abbiamo riaffermato quanto sia necessario un ripensamento della strategia di educazione sessuale nelle scuole, spesso schiacciato a mettere in guardia da rischi e pericoli, ma del tutto sorvolante il più complicato problema della dimensione affettiva. Finchè si continuerà ad approcciarsi alla sessualità con approccio sanzionatorio e non educativo (ad una sfera più grande relazionale, donativa, affettiva) la scuola è inadempiente nei confronti dei suoi obblighi educativi. Così un provvedimento come quello dei distributori automatici di preservativi nelle scuole di Roma, se vuole ovviare al rischio che molti ragazzi, per l’imbarazzo di andare in farmacia, non si muniscono di preservativo, conferma una deresponsabilizzazione dell’istituzione scolastica che, se non affianca a provvedimenti del genere un globale progetto educativo, rischia di “lavarsene le mani” rispetto al problema della crescita umana ed affettiva dei giovani.Se è vero che a ciascuno sta il suo, alla scuola sta ben altro.

Gelmini contestata

Le vacanze sono iniziate e molti si stanno già godendo il meritato riposo in modo da arrivare carichi al campo nazionale….Oppure studiano come me in attesa della maturità! Intanto però la scuola italiana continua ad essere al centro di novità e allo stesso tempo di numerose polemiche…

In settimana è stato approvato dal CdM la riforma dei Licei, un mese fa quella degli istituti tecnici. E ancora si contina a protestare. Proteste che non sono nello stile proposto dal movimento; sapete bene come la pensa il msac in merito alle forme di protesta e di certo quello che è successo oggi, a Milano, non è una forma condivisibile.

Sorge quindi spontanea una domanda: cosa si deve fare per far comprendere che il metodo da perseguire è quello del dialogo, del confronto e non quello dello scontro; che, per utilizzare uno degli slogan della Mo.Ca., bisogna passare, ancora una volta, dalla protesta alla proposta.

E invece questo, purtroppo, non accade: abbiamo visto, infatti, anche oggi in Tv  l’ennesima contestazione di alcuni genitori, docenti e studenti nei confronti della Gelmini, che ha constretto gli organizzatori della tavola rotonda ad annullare l’incontro.

Lasciamo qui di seguito il link alla pagina di Corriere.it dove potete vedere il video della contestazione e farvi una vostra idea; Inutile ripetere l’invito, anche questa volta, a lasciare commenti e impressioni!

Video contestazione Gelmini

Regolamento sulla valutazione degli studenti

COMUNICATO MIUR
Queste le principali novità contenute nel provvedimento:

Scuola Primaria (scuola elementare)
Nella scuola primaria gli alunni saranno valutati dall’insegnante unico di riferimento.
La valutazione terrà conto del livello di conoscenza e del rendimento scolastico complessivo degli alunni nelle singole materie.
La valutazione nelle singole materie sarà espressa in voti numerici così come avviene in tutti i Paesi Europei.
Solo per l’insegnamento della religione cattolica resta la valutazione attraverso un giudizio sintetico formulato dal docente.
I docenti di sostegno parteciperanno alla valutazione di tutti gli alunni.
Nella scuola elementare gli alunni potranno essere non ammessi alla classe successiva solo in casi eccezionali e motivati.

»Voto in condotta nella scuola elementare
Il voto in condotta nella scuola elementare sarà espresso attraverso un giudizio del docente o dei docenti contitolari.

Scuola secondaria di I grado (scuola media)
Nella scuola secondaria di primo grado gli studenti saranno valutati nelle singole materie con voti numerici. Questo metodo di valutazione riguarderà anche l’insegnamento della musica.
Anche alle medie l’insegnamento della religione cattolica continuerà ad essere valutato attraverso un giudizio sintetico del docente.
Per essere ammessi all’anno successivo, comunque, sarà necessario avere almeno 6 in ogni materia.
Per la ammissione all’esame di Stato di terza media gli alunni dovranno conseguire la sufficienza in tutte le materie, compreso il voto in condotta.
In sede d’esame finale agli alunni particolarmente meritevoli che conseguiranno il punteggio di 10 decimi potrà essere assegnata la lode dalla commissione che deciderà all’unanimità.

»Voto in condotta alle scuole medie
Il voto in condotta nella scuola secondaria di primo grado sarà espresso con un voto numerico accompagnato da una nota di illustrazione e riportato anche in lettere in pagella.

Scuola secondaria di II grado (scuola superiore)
Alle scuole superiori la valutazione intermedia e finale degli apprendimenti è effettuata dal consiglio di classe.
Nello scrutinio finale il consiglio di classe sospenderà il giudizio degli alunni che non hanno conseguito la sufficienza in una o più materie, senza decidere immediatamente la non promozione, ma comunicando i risultati conseguiti nelle altre materie. A conclusione dei corsi di recupero per le carenze dimostrate il consiglio di classe, dopo aver accertato il recupero delle lacune formative entro la fine dello stesso anno scolastico, non oltre la data di inizio delle lezioni dell’anno successivo, formulerà il giudizio finale e l’ammissione alla classe successiva.
Secondo quanto indicato dall’ordinanza ministeriale n.40 dell’8 aprile 2009, per l’anno scolastico 2008/09, per l’ammissione all’esame di Stato sarà necessaria la media del 6. Il voto in condotta concorrerà alla formazione della media.
A partire dall’anno scolastico 2009/10 saranno ammessi all’esame di Stato tutti gli studenti che conseguiranno la sufficienza in tutte le materie e in condotta.

Accesso diretto all’esame di stato per gli “ottisti”
Saranno ammessi direttamente agli esami di Stato gli studenti che in quarta hanno conseguito 8 decimi in ciascuna materia e nel comportamento e che hanno riportato una votazione non inferiore al 7 in ciascuna disciplina, 8 per la condotta nelle classi seconda e terza.
L’educazione fisica concorre come ogni altra disciplina alla determinazione della media dei voti.

»Voto in condotta alle scuole secondarie di primo e secondo grado
Con il Regolamento approvato oggi dal Consiglio dei Ministri il voto sul comportamento concorrerà alla determinazione dei crediti scolastici.
Il 5 in condotta sarà attribuito dal consiglio di classe per gravi violazioni dei doveri degli studenti definiti dallo Statuto delle studentesse e degli studenti, purché prima sia stata data allo studente una sanzione disciplinare. Inoltre, l’insufficienza in condotta dovrà essere motivata con un giudizio e verbalizzata in sede di scrutinio intermedio e finale.
Una sanzione disciplinare, quindi, sarà come un cartellino giallo, dopo il quale se i comportamenti gravi persisteranno il collegio dei docenti darà il cartellino rosso e cioè il 5 in condotta.
La valutazione del comportamento è partita già nel primo quadrimestre dell’anno scolastico in corso ed ha portato a galla circa 34 mila insufficienze. Gli studenti avranno tempo nella seconda parte dell’anno per recuperare.
L’insufficienza nel voto di condotta (voto inferiore a 6) comporterà la non ammissione all’anno successivo o agli esami di Stato.

Valutazione degli alunni con disabilità
Per la valutazione degli alunni con disabilità si dovrà tener conto, oltre che del comportamento, anche delle discipline e delle attività svolte sulla base del piano educativo individualizzato. Inoltre si prevede, per gli alunni disabili, la predisposizione di prove di esame differenziate, corrispondenti agli insegnamenti impartiti e idonei a valutare il progresso dell’alunno in rapporto alle sue potenzialità e ai livelli di apprendimento iniziali.
Valutazione degli alunni con difficoltà specifica di apprendimento-DSA
Per gli alunni in situazione di difficoltà specifica di apprendimento debitamente certificate per la prima volta viene dettata una disciplina organica, con la quale si prevede che, in sede di svolgimento delle attività didattiche, siano attivate adeguate misure dispensative e compensative e che la relativa valutazione sia effettuata tenendo conto delle particolari situazioni ed esigenze personali degli alunni.

Obbligo scolastico
Resta confermato l’obbligo scolastico fino al sedicesimo anno di età, sempre nel quadro del diritto-dovere all’istruzione e alla formazione.

Al via la riforma dei Licei

Oggi, 12 giugno 2009, il CdM ha approvato la riforma dei licei che inizierà nel 2010.

Molte le novità previste da questa riforma che prevede, tra le tante, il passaggio da 400 sperimentazioni a 6 licei effettivi; due quelli nuovi: il liceo musicale-coreutico e il liceo delle scienze umane (ex psicopedagogico). Qui di seguito il comunicato del MIUR…. Cosa ne pensate? dite la vostra opinione!!!

COMUNICATO STAMPA

Roma, 12 giugno 2009 Approvata oggi in prima lettura dal Consiglio dei Ministri la riforma dei licei. Si tratta di una riforma epocale che partirà dal 2010 e che segna un passo fondamentale verso la modernizzazione del sistema scolastico italiano. L’impianto complessivo dei licei, infatti, risale alla legge Gentile del 1923.

Con questa riforma si vuole:

  • fornire maggiore sistematicità e rigore e coniugare tradizione e innovazione;
  • razionalizzare i piani di studio, privilegiando la qualità e l’approfondimento delle materie di studio;
  • caratterizzare accuratamente ciascun percorso liceale;
  • riconoscere ampio spazio all’autonomia delle istituzioni scolastiche;
  • consentire una più ampia personalizzazione, grazie a quadri orari ridotti che danno allo studente la possibilità di approfondire e recuperare le mancanze.

Il Regolamento recante “revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico dei licei” approvato oggi completa la riforma della scuola secondaria superiore avviata dal ministro Mariastella Gelmini con la riforma degli istituti tecnici e professionali e partirà dal 2010.

Il nuovo modello dei licei partirà gradualmente, coinvolgendo a partire dall’anno scolastico 2010-2011 le prime e le seconde. La riforma entrerà a regime nel 2013.

Le novità della riforma:

Per cancellare la frammentazione e consentire alle famiglie e agli studenti di compiere scelte chiare i 396 indirizzi sperimentali, i 51 progetti assistiti dal Miur e le tantissime sperimentazioni attivate saranno ricondotte in 6 licei.

Rispetto al vecchio impianto che prevedeva solo il liceo classico, il liceo artistico e lo scientifico, oltre all’istituto magistrale quadriennale e a percorsi sperimentali linguistici, con la riforma avremo:

  • Liceo artistico, articolato in tre indirizzi:
    • arti figurative – a conclusione del percorso di studio gli studenti dovranno essere in grado di cogliere i valori estetici nelle opere artistiche ed individuare le problematiche estetiche, storiche, economiche, sociali e giuridiche connesse alla tutela e alla valorizzazione dei beni artistici e culturali;
    • architettura, design, ambiente – a conclusione del percorso di studio gli studenti dovranno essere in grado di conoscere e utilizzare i codici della comunicazione visiva e audiovisiva nella ricerca e nella produzione artistica, in relazione al contesto storico-sociale;
    • audiovisivo, multimedia, scenografia – a conclusione del percorso di studio gli studenti dovranno essere in grado di impiegare tecnologie tradizionali e innovative nella ricerca, nella progettazione e nello sviluppo delle proprie potenzialità artistiche.
  • Liceo classico. Con la riforma sarà finalmente introdotto l’insegnamento di una lingua straniera per l’intero quinquennio.
  • Liceo scientifico. Oltre al normale indirizzo scientifico le scuole potranno attivare l’opzionescientifico tecnologica che consentirà l’approfondimento della conoscenza di concetti, principi e teorie scientifiche e di processi tecnologici, anche attraverso esemplificazioni operative.
  • Liceo linguistico. Il liceo linguistico prevederà l’insegnamento di 3 lingue straniere. Dalla terza liceo un insegnamento non linguistico sarà impartito in lingua straniera e dalla quarta liceo un secondo insegnamento sarà impartito in lingua straniera.
  • Liceo musicale e coreutico. E’ una delle novità della riforma. Il liceo musicale sarà articolato nelle due sezioni musicale e coreutica. Inizialmente saranno istituite 40 sezioni musicali e 10 coreutiche e potranno essere attivati in collaborazione con i conservatori e le accademie di danza per le materie di loro competenza.
    Gli studenti, a conclusione del percorso di studio, devono essere in grado di:

    • cogliere i valori estetici delle opere musicali;
    • conoscere repertori significativi del patrimonio musicale e coreutico nazionale e internazionale, analizzandoli mediante l’ascolto, la visione e la decodifica dei testi;
    • individuare le ragioni e i contesti storici relativi ad opere, autori, personaggi, artisti, movimenti, correnti musicali e allestimenti coreutici;
    • conoscere ed analizzare gli elementi strutturali del linguaggio musicale e coreutico sotto gli aspetti della composizione, dell’interpretazione, dell’esecuzione e dell’improvvisazione;
    • conoscere le relazioni tra musica, motricità, emotività e scienze cognitive.
  • Liceo delle scienze umane. Altra novità della riforma è il liceo delle scienze umane.  Sostituisce il liceo sociopsicopedagogico portando a regime le sperimentazioni avviate negli anni scorsi. Il piano di studi di questo indirizzo si basa sull’approfondimento dei principali campi di indagine delle scienze umane, della ricerca pedagogica, psicologica e socio-antropologico-storica.
    • Le scuole potranno attivare l’opzione sezione economico-sociale in cui saranno approfonditi i nessi e le interazioni fra le scienze giuridiche, economiche, sociali e storiche.

Altre novità introdotte:

  • valorizzazione della lingua latina. Il latino è presente come insegnamento obbligatorio nel liceo classico, scientifico, linguistico e delle scienze umane; come opzione negli altri licei;
  • incremento orario della matematicadella fisica e delle scienze per irrobustire la componente scientifica nella preparazione liceale degli studenti (gli insegnamenti di fisica e scienze possono essere attivati dalle istituzioni scolastiche anche nel biennio del liceo classico);
  • potenziamento delle lingue straniere con la presenza obbligatoria dell’insegnamento di una lingua straniera nei cinque anni ed eventualmente di una seconda lingua straniera usando la quota di autonomia.
  • presenza nel liceo scientifico di una opzione in cui confluisce l’esperienza del liceo tecnologico, che ha rappresentato negli anni trascorsi un significativo filone di innovazione;
  • presenza delle discipline giuridiche ed economiche sia nel liceo scientifico (opzione tecnologica), sia nel liceo delle scienze sociali (opzione economico-sociale), sia negli altri licei attraverso la quota di autonomia.
  • insegnamento, nel quinto anno, di una disciplina non linguistica in lingua straniera,che ci allinea alle migliori esperienze del resto d’Europa.
  • Sarà valorizzata la qualità degli apprendimenti piuttosto che la quantità delle materie. I quadri orari saranno adeguati a quelli dei Paesi che hanno raggiunto i migliori risultati nelle classifiche Ocse Pisa come la Finlandia (856 ore all’anno). Il quadro orario sarà annuale e non più settimanale, in modo da assegnare alle istituzioni scolastiche una ulteriore possibilità di flessibilità.
    Tutti i licei prevederanno 27 ore settimanali nel primo biennio e 30 nel secondo biennio e nel 5° anno, ad eccezione del classico (31 ore negli ultimi tre anni), per preservare le caratteristiche rafforzando la lingua straniera, dell’artistico (massimo 35), musicale e coreutico (32), perché questi ultimi prevedono materie pratiche ed esercitazioni.
  • Entrano a regime le sperimentazioni che hanno coinvolto gli istituti d’arte, i percorsi musicali, i vecchi istituti magistrali e le sperimentazioni scientifico tecnologiche e linguistiche, queste ultime nate dall’esperienza delle scuole non statali, private o degli enti locali.

Nuova organizzazione

La nuova organizzazione dei licei prevede:

  • Maggiore autonomia scolastica:
    • Possibilità per le istituzioni scolastiche di usufruire di una quota di flessibilità degli orari del 20% nel primo biennio e nell’ultimo anno e del 30% nel secondo biennio. Attraverso questa quota, ogni scuola può decidere di diversificare le proprie sezioni, di ridurre (sino a un terzo nell’arco dei 5 anni) o aumentare gli orari delle discipline, anche attivando ulteriori insegnamenti previsti in un apposito elenco.
    • Possibilità di attivare ulteriori insegnamenti opzionali anche assumendo esperti qualificati attraverso il proprio bilancio.
  • Un rapporto più forte scuola-mondo del lavoro-università
    Possibilità, a partire dal secondo biennio, di svolgere parte del percorso attraverso l’alternanza scuola-lavoro e stage o in collegamento con il mondo dell’alta formazione (università, istituti tecnici superiori, conservatori, accademie).
  • Nuove articolazioni del collegio dei docenti:
    • costituzione in ogni scuola di dipartimenti disciplinari, che riuniscono i docenti di uno stesso ambito disciplinare, per sostenere la didattica, la ricerca, la progettazione dei percorsi.
    • costituzione di un comitato scientifico composto paritariamente da docenti ed esperti del mondo della cultura e del lavoro.

Dipartimenti disciplinari e comitato scientifico non ledono comunque la sovranità del collegio docenti.
fonte: sito Miur

RIORDINO ISTRUZIONE TECNICA E PROFESSIONALE

Il 28 maggio il CdM (Consiglio dei Ministri) ha approvato i nuovi regolamenti per il riordino dell’istruzione tecnica e professionale. Riportiamo qui di seguito il comunicato stampa del Miur. Maggiori informazioni possono essere trovate sul sito http://www.pubblica.istruzione.it/

COMUNICATO STAMPA

Roma, 28 maggio 2009
Questa mattina, infatti, dopo 78 anni dall’ultimo riordino datato 1931, il Consiglio dei Ministri ha approvato 2 Regolamenti che riformano gli istituti tecnici e gli istituti professionali.
Le norme introdotte con i nuovi Regolamenti riorganizzano e potenziano questi istituti a partire dall’anno scolastico 2010-2011 come scuole dell’innovazione.
“Il rilancio della cultura tecnica e professionale – ha affermato il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini – è la migliore risposta della scuola alla crisi, perché favorisce la formazione del capitale umano necessario per il rilancio del made in Italy e perché consente una pluralità di scelte formative integrate con la formazione professionale regionale, in contrasto con i rischi di dispersione scolastica.
I nuovi regolamenti vanno in continuità con il già annunciato scopo di rilanciare e potenziare la formazione tecnica e professionale – ha ribadito il ministro – che ha già dato importanti risultati come un aumento del numero degli iscritti già per il prossimo anno, soprattutto nelle regioni con maggiore presenza industriale.
Recenti indagini dimostrano che esiste una domanda di tecnici che è esattamente il doppio dell’offerta (300.000 tecnici richiesti dalle imprese contro i 140.000 attualmente offerti). Iscriversi ai nuovi istituti tecnici e professionali consentirà ai giovani maggiori opportunità occupazionali e una riduzione dei tempi di transizione tra scuola, formazione e lavoro”.
Ecco i punti principali dei due regolamenti:

Riordino degli istituti tecnici


Attualmente in Italia gli istituti tecnici sono 1.800 suddivisi in 10 settori e 39 indirizzi. Le classi dei tecnici sono 40.307 frequentate da 873.522 alunni.
Con il nuovo Regolamento, invece, si è puntato a limitare la frammentazione degli indirizzi, rafforzando il riferimento ad ampie aree scientifiche e tecniche di rilevanza nazionale.

Nuovi istituti tecnici: 2 settori e 11 indirizzi
I nuovi istituti tecnici si divideranno in 2 settori: economico e tecnologico ed avranno un orario settimanale corrispondente a 32 ore di lezione. Saranno ore effettive contro le attuali 36 virtuali (della durata media di 50 minuti).

Nel settore economico sono stati inseriti 2 indirizzi:

  1. amministrativo, finanza e marketing;
  2. turismo.

Nel settore tecnologico sono stati definiti 9 indirizzi:

  1. meccanica, meccatronica ed energia;
  2. trasporti e logistica;
  3. elettronica ed elettrotecnica;
  4. informatica e telecomunicazioni;
  5. grafica e comunicazione;
  6. chimica, materiali e biotecnologie;
  7. sistema moda;
  8. agraria e agroindustria;
  9. costruzioni, ambiente e territorio.

Tutti gli attuali corsi di ordinamento e le relative sperimentazioni degli istituti tecnici confluiranno gradualmente nel nuovo ordinamento.

Più ore di laboratorio
Il Regolamento prevede, inoltre, lo sviluppo di metodologie innovative basate sulla didattica laboratoriale, ovvero su una metodologia che considera il laboratorio un modo efficace di fare scuola in tutti gli ambiti disciplinari, compresi gli insegnamenti di cultura generale (per esempio. Italiano e storia).

Gli indirizzi del settore tecnologico hanno inoltre i seguenti spazi di insegnamento in laboratorio:

  • 264 ore nel biennio;
  • 891 ore nel triennio di cui 561 ore in terza e quarta e 330 ore in quinta.

Più autonomia e flessibilità dell’offerta formativa
I nuovi istituti tecnici sono caratterizzati da un’area di istruzione generale comune a tutti e due i percorsi e in distinte aree di indirizzo che possono essere articolate, sulla base di un elenco nazionale continuamente aggiornato nel confronto con le Regioni e le Parti sociali, in un numero definito di opzioni legate al mondo del lavoro, delle professioni e del territorio. Per questo, gli istituti tecnici avranno a disposizione ampi spazi di flessibilità (30% nel secondo biennio e 35% nel quinto anno) all’interno dell’orario annuale delle lezioni dell’area di indirizzo. Questi spazi di flessibilità si aggiungono alla quota del 20% di autonomia rispetto al monte ore complessivo delle lezioni di cui già godono le scuole. In questo modo possono essere recuperati e valorizzati settori produttivi strategici per l’economia del Paese (come, ad esempio, la plasturgia, la metallurgia, il cartario, le costruzioni aereonautiche ecc.)

Ore dedicate alle 2 aree:

AREA ISTRUZIONE GENERALE AREA INDIRIZZO
Primo biennio 660 ore 396 ore
Secondo biennio e quinto anno 495 ore 561 ore

Struttura del percorso didattico
Il percorso didattico degli istituti tecnici è strutturato in:

  • un primo biennio, dedicato all’acquisizione dei saperi e delle competenze previsti per l’assolvimento dell’obbligo di istruzione e di apprendimenti che introducono progressivamente agli indirizzi in funzione orientativa;
  • un secondo biennio e un quinto anno, che costituiscono un complessivo triennio in cui gli indirizzi possono articolarsi nelle opzioni richieste dal territorio e dal mondo del lavoro e delle professioni;
  • il quinto anno si conclude con l’esame di Stato. Le commissioni giudicatrici possono avvalersi anche di esperti.

Più inglese
Inoltre sono state incrementate le ore dello studio della lingua inglese ed è stata prevista la possibilità di introdurre lo studio di altre lingue straniere.

Insegnamento di scienze integrate
E’ previsto l’insegnamento di scienze integrate, al quale concorrono, nella loro autonomia, le discipline di “Scienze della terra e biologia”, di “Fisica” e di “Chimica”, con l’obiettivo di potenziare la cultura scientifica secondo una visione sistemica.

Nuovi modelli organizzativi
Il Regolamento prevede l’introduzione di nuovi modelli organizzativi per sostenere il ruolo delle scuole come centri di innovazione, attraverso la costituzione di

  • Dipartimenti, quali articolazioni funzionali del collegio dei docenti per un aggiornamento costante dei percorsi di studio, soprattutto nelle aree di indirizzo;
  • l’istituzione di un Comitato tecnico-scientifico, con composizione pariretica di docenti ed esperti, finalizzato a rafforzare il raccordo sinergico tra gli obiettivi educativi della scuola, le innovazioni della ricerca scientifica e tecnologica, le esigenze del territorio e i fabbisogni professionali espressi dal mondo produttivo;
  • la realizzazione di un Ufficio tecnico per migliorare l’organizzazione e la funzionalità dei laboratori e la loro sicurezza per le persone e per l’ambiente.
  • monitoraggio e valutazione delle innovazioni anche in relazione alle indicazioni dell’Unione europea.

Rafforzato rapporto con il mondo del lavoro e delle professioni
Le norme introdotte hanno come obiettivo la creazione di un raccordo più stretto con il mondo del lavoro e delle professioni, compreso il volontariato e il privato sociale, attraverso la più ampia diffusione di stage, tirocini, alternanza scuola-lavoro.
I risultati di apprendimento previsti a conclusione degli istituti tecnici saranno definiti entro il 2009 con uno specifico decreto ministeriale, attraverso il più ampio confronto e il pieno coinvolgimento dei docenti, dei dirigenti e del personale degli istituti tecnici.
Per preparare l’applicazione del Regolamento sono previste misure di accompagnamento con attività di Informazione/formazione del personale scolastico sui contenuti della riforma e con unaCampagna di informazione in relazione alle scelte per gli studenti e le famiglie per l’anno scolastico 2010/2011.

Riordino istituti professionali

In Italia, attualmente studiano in 1.425 istituti professionali 545.229 alunni, suddivisi in25.762 classi. Esistono 5 settori di istruzione professionale, con 27 indirizzi.
Con il riordino dell’istruzione professionale sarà riaffermata l’identità di questo tipo di scuola nell’ambito dell’istruzione superiore e i giovani acquisiranno le conoscenze e le competenze necessarie per ricoprire ruoli tecnici operativi nei settori produttivi di riferimento.
Gli studenti e le loro famiglie avranno immediatamente risposte chiare sulle possibilità di inserimento nel mondo del lavoro e sul passaggio all’istruzione universitaria.
Verrà superata la sovrapposizione con l’istruzione tecnica, si pongono le basi per un raccordo organico con il sistema d’istruzione e formazione professionale, di competenza delle Regioni. I servizi d’istruzione saranno più efficaci e le risorse utilizzate più efficientemente.

I nuovi istituti professionali
Gli istituti professionali si articolano in 2 macrosettori: istituti professionali per il settore dei servizi e istituti professionali per il settore industria e artigianato. Ai 2 settori corrispondono6 indirizzi.

Il percorso Settore dei servizi si articola negli indirizzi:

  1. Servizi per l’agricoltura e lo sviluppo rurale;
  2. Servizi per la manutenzione e l’assistenza tecnica;
  3. Servizi socio-sanitari;
  4. Servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera;
  5. Servizi commerciali.

Il percorso Settore industria e artigianato:

  1. produzioni artigianali e industriali

Tutti gli attuali corsi di ordinamento e le relative sperimentazioni degli istituti professionali confluiranno gradualmente nel nuovo ordinamento.

Ore di insegnamento
Gli istituti professionali avranno un orario settimanale corrispondente di 32 ore di lezione. Saranno ore effettive contro le attuali 36 virtuali (della durata media di 50 minuti).

Più flessibilità dell’offerta formativa
Gli istituti professionali avranno maggiore flessibilità rispetto agli istituti tecnici. In particolare gli spazi di flessibilità nell’area di indirizzo riservati agli istituti professionali, aggiuntivi alla quota del 20% di autonomia già prevista, ammontano al 25% in prima e seconda, al 35% in terza e quarta, per arrivare al 40% in quinta.

Nelle quote di flessibilità, è possibile:

  • articolare le aree di indirizzo in opzioni;
  • introdurre insegnamenti alternativi inclusi in un apposito elenco nazionale, definito con decreto ministeriale, per rispondere a particolari esigenze del mondo del lavoro e delle professioni, senza incorrere in una dispendiosa proliferazione e frammentazione di indirizzi.

La struttura del percorso quinquennale

AREA ISTRUZIONE GENERALE AREA INDIRIZZO
Primo biennio 660 ore 396 ore
Secondo biennio e quinto anno 495 ore 561 ore

La struttura del percorso quinquennale
Il percorso è articolato in:
2 bienni e 1 quinto anno
(il secondo biennio è articolato in singole annualità per facilitare i passaggi tra diversi sistemi di istruzione e formazione)

Offerta coordinata con la formazione professionale regionale
Gli istituti professionali potranno utilizzare le quote di flessibilità per organizzare percorsi per il conseguimento di qualifiche di durata triennale e di diplomi professionali di durata quadriennale nell’ambito dell’offerta coordinata di istruzione e formazione professionale programmata dalle Regioni nella loro autonomia, sulla base di accordi con il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca.

Più laboratorio e tirocini

  • Più ore in laboratorio;
  • Stage, tirocini e alternanza scuola-lavoro per apprendere in contesti operativi soprattutto nel secondo biennio e nel quinto anno.

Nuovi modelli organizzativi
Il Regolamento prevede l’introduzione di nuovi modelli organizzativi per sostenere il ruolo delle scuole come centri di innovazione, attraverso la costituzione di

  • Dipartimenti, quali articolazioni funzionali del collegio dei docenti per favorire l’integrazione disciplinare e la progettazione formativa;
  • l’istituzione di un Comitato tecnico-scientifico, con composizione paritetica di docenti e di esperti del mondo del lavoro, delle professioni, che ha funzioni consultive e di proposta per organizzazione aree di indirizzo e utilizzazione degli spazi di autonomia e flessibilità;
  • la realizzazione di un Ufficio tecnico (per gli istituti settore industria e artigianato) con il compito di organizzare in maniera funzionale i laboratori, il loro adeguamento alle innovazioni tecnologiche, le misure necessarie per la sicurezza delle persone e dell’ambiente.

I risultati di apprendimento previsti a conclusione dei percorsi quinquennali degli istituti professionali saranno definiti entro il 2009 con uno specifico decreto ministeriale, attraverso il dialogo con i docenti, i dirigenti e il personale degli istituti professionali, e il confronto con le Regioni e le parti sociali.
Per preparare l’applicazione del Regolamento sono previste misure di accompagnamento con attività di Informazione/formazione del personale scolastico sui contenuti della riforma e con unaCampagna di informazione in relazione alle scelte per gli studenti e le famiglie per l’anno scolastico 2010/2011.

fonte: sito Miur

23 maggio sulla “nave della legalità”

Il 23 maggio moriva a Capaci Giovanni Falcone. Da anni questa data è stata assunta come giornata commemorativa per la memoria, in un continu sforzo di lotta alla mafia e all’illegalità

Ogni anno, il MIUR e la Fondazione Giovanni e Francesca Falcone ricordano l’anniversario attraverso una inizativa di formazione promossa in tutte le scuole d’Italia. Un “Percorso di Educazione alla Legalità” per sensibilizzare i giovani al rispetto dei valori in cui i magistrati Falcone e Borsellino hanno creduto: il valore delle regole, il rispetto delle leggi, l’importanza della giustizia, il senso della cittadinanza e l’amore verso la costituzione.

Anche quest’anno, come ormai da alcuni anni, è partita stavolta da Napoli (di solito partiva da Civitavecchia) la “nave della legalità”. A bordo, con il Ministro Gelmini, i presidenti dellle consulte studentesche provinciali e gli allievi selezionati tramite concorso

I due concorsi:
“Il giorno dopo la sconfitta della mafia”: rivolto a tutte le scuole primarie e secondarie di I grado con l’obiettivo di coinvolgere gli studenti nella realizzazione di un’edizione speciale di un quotidiano che annunci la definitiva sconfitta della mafia.

“Giovani imprese di legalità”: rivolto a tutte le scuole secondarie di II grado, si propone di stimolare la progettualità di idee imprenditoriali legate al contesto territoriale in cui dovranno inserirsi; saranno premiate le proposte creative e quelle con le maggiori possibilità di sviluppo secondo criteri di correttezza e legalità.

Momento conclusivo del percorso è il 23 maggio 2009, giornata in cui la nave approda a Palermo per portare gli studenti a bordo nel cuore della città, dove verranno accolti nelle piazze e nell’Aula Bunker  del carcere dell’Ucciardone per celebrare il XVII anniversario delle stragi di Capaci e di Via d’Amelio.

Le associazioni del Forum ASR presso il MIUR non sono state coinvolte, perchè si è preferito privilegiare la partecipazione degli studenti che avevano aderito al concorso. A nome delle associazioni giovanili ha però partecipato Andrea Iurato, membro del comitato direttivo del Forum Nazionale dei Giovani istituito presso il Ministero delle politiche giovanili. Andrea è della Presidenza Nazionale FUCI e aderente di AC

A un mese dalla Mo.Ca.

Mancano pochi giorni alla fine della scuola ma la voglia di partecipare non manca: il Msac non va in vacanza… o quasi! Come avrete già letto nell’ultimo P&D, infatti, è confermato il campo nazionale a Loreto per segretari e membri d’equipe. 

Ma non siamo gli unici a non andare in vacanza del tutto: anche il parlamento a luglio continuerà a lavorare!!!

Infatti, in particolare nella commissione Cultura e Istruzione, continua la discussione dei disegni di legge sulla riforma degli organi collegiali… Noi siamo al passo con i tempi, penserete, in quanto ci abbiamo dedicato un’intera Mo.Ca. (o quasi…) a questo tema… Sì, forse può essere, ma non dobbiamo fermarci: continuate a mandarci opinioni, impressioni, resoconti sulla Mo.Ca.

Cari msacchini, buon fine anno scolastico a tutti!