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La bozza delle Indicazioni nazionali per il Sistema dei Licei

Lo scorso 15 marzo il Ministero, sul sito nuovilicei.indire.it, ha pubblicato la bozza delle indicazioni nazionali per il Sistema dei Licei, ulteriore tappa della riforma della Scuola secondaria di II grado.

Visitando il sito nuovilicei.indire.it (link riportato qui di seguito) potete scaricare la bozza delle indicazioni elaborata dal ministero. http://nuovilicei.indire.it/

Questione crocifisso: accettato il ricorso

La Corte di Strasburgo ha accolto la richiesta del governo italiano di riesaminare la sentenza europea (attenzione: solo il riesame della sentenza, ciò non vuol dire che sia stata annullata la sentenza) che considera l’esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche come “una violazione dei diritti fondamentali dei cittadini all’istruzione e alla libertà di pensiero, coscienza e religione”.

La Corte europea dei diritti dell’uomo, infatti, ha deciso di rinviare il procedimento, con il quale aveva dichiarata quanto riportato più su, all’esame della Grande Camera (che rappresenta il massimo organismo giudicante della Corte e che è composto da 17 giudici) la quale in pochi mesi dovrà emettere la sentenza definitiva.

L’accettazione dell’ammissibilità del ricorso, per ora, non cambia nulla. La notizia dell’ammissibilità del ricorso è stata accolta con molto favore sia dal governo (ministri Gelmini e Frattini in primis), dalla Conferenza Episcopale Italiana (CEI) e, anche, da molti esponenti di opposizione fra i quali la responsabile scuola del PD, Maria Pia Garavaglia.

VIA ALLA RIFORMA DELLE SUPERIORI

Oggi, 4 febbraio, il Consiglio dei ministri ha dato il via definitivo alla riforma del sistema di istruzione secondario di II grado approvando, in seconda lettura, i regolamenti recanti “norme per il riordino dei licei, degli istituti tecnici e degli istituti professionali”. La riforma partirà già dal prossimo anno scolastico per le SOLE classi prime. Accolta quindi la richiesta del Forum delle Associazioni studentesche maggiormente rappresentative, delle commissioni cultura di Camera e Senato e del Consiglio di Stato.
Dal prossimo anno scolastico il sistema di istruzione secondario di II grado sarà così organizzato: 6 percorsi liceali (classico, scientifico – diviso in due indirizzi-, linguistico, scienze umane e coreutico-musicale), 2 settori per gli istituti tecnici – economico e tecnologico – (suddivisi al loro interno in diversi ambiti per un totale complessivo di 11 indirizzi) e, infine, altrettanti settori, con 6 indirizzi complessivi, per i professionali.

Il primo settore degli istituti tecnici riguarda due indirizzi: “amministrativo, finanza e marketing” e “turismo”. Il secondo settore – quello tecnologico – è suddiviso in nove indirizzi:  “meccanica, meccatronica ed energia”, “trasporti e logistica”, “elettronica ed elettrotecnica”, “informatica e telecomunicazioni”, “grafica e comunicazione”, “chimica, materiali e biotecnologie”, “sistema moda”, “agraria, agroalimentare e agroindustria” e, infine, “costruzioni, ambiente e territorio”.

Gli istituti professionali saranno suddivisi, invece, in 2 settori: “servizi” e “industria e artigianato”.

USCITE LE MATERIE PER LA MATURITA’ 2010

Ieri, 29 gennaio, il ministro Mariastella Gelmini ha annunciato, mediante il suo canale su YouTube, le materie oggetto della seconda prova per l’Esame di Stato 2010 e quelle che saranno affidate ai commissari esterni!

Liceo Classico: Greco in II prova (interno) e Italiano, Matematica e Scienze Naturali affidate al commissario esterno

Liceo Scientifico: matematica in II prova (interno) e Italiano, Inglese e Filosofia affidate agli esterni

Liceo Linguistico: lingua straniera in II prova (interno) e Italiano, matematica e filosofia agli esterni

giuridico economico aziendale: economia aziendale in II prova (interno) e Italiano, matematica e diritto agli esterni

Per gli altri indirizzi visitate il sito del Ministero; di seguito il link al quale collegarsi: http://www.pubblica.istruzione.it/normativa/2010/dm5_10.shtml

IL MSAC SUL DIRITTO ALLO STUDIO

Qui di seguito il testo del parere, sul Diritto allo studio, che il Msac ha inviato al MIUR. Cosa ne pensate? è il frutto del lavoro della Mo.Ca. della primavera 2009!!!!!!

IL TESTO DEL PARERE

«I capaci e i meritevoli, anche se privi di mezzi,

hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi»

Costituzione Italiana, Art. 34.3

1. Cos’è questo documento

Questa riflessione è l’elaborazione delle idee e delle attenzioni emerse durante i lavori di uno dei “cantieri” sui quali il Movimento Studenti di Azione Cattolica (MSAC) ha riflettuto in occasione del suo convegno nazionale della scorsa primavera, la “Mo.Ca” (sigla per “Movimento in Cantiere”). La Mo.Ca. è l’ormai tradizionale appuntamento triennale in cui il movimento entra in “cantiere”, chiamando a raccolta tutti i segretari ed i responsabili diocesani per riflettere insieme e confrontarsi sulle tematiche che riguardano le politiche scolastiche L’obiettivo è quello di offrire ai segretari diocesani l’occasione di approfondire i temi “caldi” del momento nel dibattito sulla scuola, con l’opportunità di un confronto diretto con esponenti politici e delle istituzioni, al fine di elaborare insieme le riflessioni e le proposte del MSAC per la politica scolastica. Quest’anno il MSAC ha messo “a cantiere” tre temi: Organi Collegiali, Diritto allo Studio e riforma dei Saperi. Continua a leggere

Qui Forum!

il dott. Bruschi

il dott. Bruschi

Si è riunito ieri pomeriggio (15 dicembre, ndr), presso il Salone dei Ministri del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, il Forum delle associazioni studentesche maggiormente rappresentative alla presenza del consigliere del Ministro Gelmini, il dott. Max Bruschi.

Presenti alla riunione del Forum Alternativa Studentesca, Azione Studentesca (entrambe vicine al PdL), la Rete degli Studenti medi, l’Unione degli Studenti (entrambe vicine alla sinistra italiana), il Movimento Studenti Cattolici (scuole paritarie) e noi del Movimento Studenti di AC. Il MSAC era rappresentato da Marco Maccolini e da Michele Azzoni.

L’aggiornamento da parte del coordinatore della “cabina di regia”, il dott. Bruschi, sul riordino e la revisione dei Licei, degli Istituti Tecnici e professionali, era il tema all’ordine del giorno del Forum.

Il dott. Bruschi ha voluto fornire alle associazioni studentesche qualche aggiornamento procedurale sull’iter dei nuovi regolamenti. In particolare il dott. Bruschi ha voluto chiarire che il Consiglio di Stato non ha stoppato i regolamenti ma ha “chiesto soltanto alcuni chiarimenti di tipo normativo”. Il Miur ha già provveduto a trasmettere le risposte ai chiarimenti chiesti dal Consiglio di Stato e che, di conseguenza, entro il 21 dicembre dovrebbe esprimersi. In questo modo – ha spiegato Bruschi – nel mese di gennaio ci sarebbe il tempo necessario per ottenere la seconda approvazione da parte delle Commissioni Cultura ed Istruzione di Camera e Senato e il via definitivo, in seconda lettura, da parte del Consiglio dei Ministri.

Bruschi ha inoltre spiegato che in questi mesi il MIUR ha raccolto i pareri formali e informali di molte associazioni e organi istituzionali (fra i quali anche quello del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione) e ha provveduto ad organizzare 6 seminari e 20 conferenze in tutte le regioni d’Italia in modo da poter raccogliere eventuali suggerimenti da parte dei Dirigenti Scolastici e dei docenti. In contemporanea erano stati attivati dei siti (http://nuovilicei.indire.it/ et http://nuovitecnici.indire.it/ et http://nuoviprofessionali.indire.it/) nei quali gli studenti potevano chiedere chiarimenti, dare la loro impressione e fornire suggerimenti sui testi dei regolamenti.

Ora però, a seguito di questo iter procedurale, sono emerse alcune necessità e sono state aperte alcune questioni sulle quali, a breve, la “cabina di regia” dovrà esprimersi. Per esempio è emersa la volontà di elaborare delle indicazioni nazionali sui piani di studio delle materie “pilastro” delle nuove scuole secondarie di II grado. Una sorta di elaborazione di programmi fattibili ed essenziali, pur garantendo l’autonomia dei docenti. Altre questioni aperte sono l’eventuale soppressione, per il Liceo scientifico, dell’opzione scientifico-tecnologico (proposta avanzata dalla Commissione Cultura del Senato) e l’eventuale introduzione della terza lingua straniera, per i Licei Linguistici, dal biennio o dal triennio.

Molte sono state, successivamente, le domande poste dalle associazioni studentesche al dott. Bruschi, il quale ha risposto meticolosamente a tutte. Il MSAC ha chiesto chiarimenti in merito alla data di avvio di questo riordino, visti i tempi ristretti: nel concreto volevamo capire se, da parte del Ministero, c’è l’intenzione di far partire il tutto dall’anno prossimo – come attualmente previsto – o se si rinvierà di un ulteriore anno l’avvio e se è vera la possibile soluzione, apparsa nei giorni scorsi sulla stampa italiana, di rinviare ulteriormente al 31 marzo 2010 il termine per le iscrizioni alla scuole superiori. In merito a questo quesito il dott. Bruschi ha  spiegato che “il riordino partirà sicuramente dal prossimo anno e che, probabilmente, ci sarà un rinvio del termine per le iscrizioni al nuovo anno”. Inoltre è stata data la notizia che, quasi sicuramente, la riforma partirà solo per gli studenti che inizieranno la scuola secondaria dal prossimo anno e non, come precedentemente previsto, per gli studenti attualmente iscritti al primo anno.  Il MSAC ha poi voluto avere alcune delucidazioni sulla situazione del liceo musicale e coreutico e ha chiesto che venga messa in atto una massiccia campagna di informazione per gli studenti e per le famiglie, in stretta collaborazione con le scuole, in modo che gli studenti possano avere la consapevolezza del tipo di percorso di studi che intraprenderanno. Tutte le associazioni hanno chiesto di essere coinvolte nella stesura delle indicazioni nazionali sui piani di studio. Il dott. Bruschi ha garantito che il MIUR sta studiando una campagna d’informazione per la diffusione delle novità che verranno introdotte con i nuovi regolamenti e che è intenzione del Ministro Gelmini coinvolgere le associazioni nella stesura delle indicazioni nazionali sui piani di studio.

Se l’ora di religione diventa una vetrina

L’insegnamento della religione cattolica nelle scuole italiane già quest’estate era tornato nell’occhio del ciclone, con la famosa sentenza del TAR del Lazio con la quale sembrava impedirsi l’attribuzione del credito formativo da parte di questa materia per il conseguimento del titolo scolastico. Non solo, la sentenza sembrava anche voler impedire ai docenti di religione di prendere parte agli scrutini e ciò in opposizione a quanto stabilito dal Testo Unico in materia di istruzione che, nel 1994, attribuiva pari dignità agli insegnamenti di religione cattolica ed educazione fisica. Senza dimenticare il fatto che lo studente ha diritto di essere valutato in merito alla materia che ha liberamente scelto, sia essa l’ora di religione o l’attività alternativa. A far chiarezza comunque è intervenuto il regolamento sulla valutazione, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 19 agosto, che ha sottolineato che “la valutazione dell’insegnamento della religione cattolica resta disciplinata dall’articolo 309 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297” e anzi apre la possibilità di “eventuali modifiche” per l’attribuzione del voto numerico.

Qualche giorno fa invece la notizia della proposta Urso suscita un nuovo dibattito intorno all’insegnamento della religione cattolica. L’idea del viceministro alle attività produttive (!!!) di introdurre un’ora di “religione islamica” alternativa a quella “cattolica” ha condensato intorno a sé consensi e opposizioni. Al di là della questione di merito, in cui ci pare discutibile la motivazione secondo cui in questo modo si emanciperebbero i ragazzini musulmani dai “ghetti delle madrasse e delle scuole islamiche integraliste”, vorremmo ricordare alcuni punti.

1. La questione può suscitare un dibattito polarizzato intorno a “sì” e “no” solo in quanto si è totalmente travisato ormai il senso stesso dell’insegnamento della religione cattolica all’interno del sistema integrato di istruzione. Non si tratta infatti di un’ora di catechismo. Se così fosse, sarebbe abbastanza presuntuosa la proposta di Urso di sostituirsi a quelli che lui chiama “ghetti integralisti islamici”. Si tratta invece di una disciplina culturale nel quadro delle finalità della scuola, con la stessa esigenza di rigore e sistematicità delle altre discipline, volta ad approfondire quel fenomeno cattolico che che ha informato di sé per secoli la cultura dell’occidente e che costituisce il background della storia italiana passata ed attuale, perciò, come ha ricordato Benedetto XVI agli insegnanti IRC,”non richiede l’adesione di fede, ma assicura una riflessione argomentata sulle grandi domande di senso e sulla religione cattolica che offre i codici indispensabili per decodificare i segni della storia, dell’identità, dell’arte e della musica dell’Occidente e non solo”. Confondere questo insegnamento con il catechismo è invece prassi comune, confusione a cui sono soggetti non solo i polemisti, ma anche studenti, famiglie, e spesso, diciamocelo, anche gli stessi docenti a cui va attribuita parte della responsabilità del travisamento del programma IRC con quello che non è.

2. Proprio ieri l’altro è arrivata invece una proposta dall’assessore all’istruzione di Roma, Laura Marsilio, per l’affiancamento dell’ora di religione con un’altra SUPPLEMENTARE di storia delle religioni. Sembrerebbe una buona idea e un’ottima opportunità per gli studenti che ne facessero richiesta, anche se c’è giustamente da chiedersi a chi verrebbe affidato tale insegnamento. Se infatti tale attività dovesse tramutarsi in “vetrina” delle varie comunità religiose presenti sul territorio, si renderebbe un cattivo servizio alla scuola e agli studenti con una becera traduzione del sacrosanto diritto al pluralismo. Pluralismo non equivale infatti a bombardare gli studenti, sottoponendoli ad una battaglia ideologica che si combatte nel loro nome, ma che spesso li dimentica. Informazione e formazione sono cose diverse e occorre un personale docente qualificato, individuato dalla scuola anche all’interno delle comunità religiose se serve, ma che non trasformi quest’occasione in una sfilata di confessioni. Educare al dialogo interreligioso, conoscendo giustamente le varie tradizioni culturali e religiose con cui questa nostra Italia sta venendo a contatto, è un’altra cosa.

Tra l’altro pochi sanno che l’insegnamento IRC prevede già ampio spazio per la storia delle religioni e l’approfondimento del tema del dialogo interreligioso e interculturale. Ma del resto è difficile fidarsi di un docente designato dalla diocesi e non dalla scuola. Peccato che, effetti collaterali a parte, è certamente nel collegio docenti il più competente, da quando centocinquant’anni fa sono state abolite le facoltà teologiche dall’università di Stato. Ma questa è un’altra storia.

Quella vera, adesso, ce la stiamo giocando sulla pelle degli studenti. E sarebbe la buona volta che qualcuno si ricordasse che, ora islamica sì o no, sarebbe la loro formazione da mettere al centro, al di là delle esigenze di rappresentatività di ciascuno.

Saretta Marotta